Una prima considerazione da fare è sulla particolare natura del linguaggio impressionista in genere e vuillardiano in ispecie: mai più nella storia
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insostituibile, come a un linguaggio che valesse per tutti, col quale finalmente tutti si sarebbero potuti esprimere. Picasso ha partecipato a questo
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convenienza, ma quasi l’abbozzo di una poetica: di non voler mai forzare l’ispirazione ad una scelta di linguaggio, ma se mai, di forzare il linguaggio
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, fuori di Francia, era piuttosto conservatrice, quanto a linguaggio, e neppure in Francia, rivoluzionaria; all’epoca del «ritorno all’ordine» e subito
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«umanizzazione» dell’immagine e del linguaggio, rigenerato con l’aiuto dei Maestri: tutte le fasi dell’arte di de Staël sono in certo senso «mediate», e tutte
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avranno sempre bisogno, per procedere oltre, senza irrigidirsi negli schemi e nelle negazioni. La difficile dialettica del linguaggio figurativo
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interpretato in rapporto ai suoi problemi e al suo linguaggio. È vero si, come dice la Volpi, che le tempere di soggetto sociale e politico intorno al 1931
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visto attraverso Daumier), se non sono tradotte in altro linguaggio, sono tuttavia assorbite da una sorta di estasi evocativa, da un lirismo di
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nella sua sempre rinnovata scommessa col vero. La punta più avanzata nel cammino del suo linguaggio pittorico è l’impressionismo, per altro come rivisto
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rifiuta di misurare Manzù, lo esclude dal novero degli artisti che parlino con un linguaggio d’oggi, lo ricolloca nel Museo.
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linguaggio in una direzione quasi unica (verso l’astrattismo nella smania di un reperimento quanto più possibile rapido e integrale delle istanze d
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fino a formulazioni di linguaggio puramente astratte: noi però non confonderemmo la maniera con lo stile, e non saremmo disposti ad accettare l’arte
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invenzioni di forma e di linguaggio le più fantastiche e rivoluzionarie...». Dove è chiaro, nell’indiscusso entusiasmo dell’apologeta, il tentativo di
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angosciose «figure» per mezzo di un linguaggio «informale»; ma, a differenza di Vacchi, assai più ricco di fantasia e più concreto, Ceretti si appaga
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legato alle suggestioni della realtà non potrà mai «liberarsi» da essa fino a separare dall’unità dell’opera il «bel linguaggio», come in una
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Ma poiché la verità dell’arte è nel suo linguaggio, la risposta all’interrogativo che ci siamo fatti non sarebbe completa se non centrassimo la
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necessità di un approfondimento del linguaggio pittorico, della ricerca di uno stile quanto più possibile aderente ai tempi: e se è vero che in altre zone
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: supernazionali, tutti tesi ad una concezione dell’arte senza frontiere, nella ricerca di un comune linguaggio; eppure l’arte di ciascuno di questi
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