Ma è proprio l’amore della consorte che vieta a Utrillo di «espandersi», di vivere, come vorrebbe? Oppure la sua esistenza, già segnata, (di uomo
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Noi non facciamo molta differenza tra la «Memoria dell’uomo del Lager» di Luciano Minguzzi (benché la medesima angoscia e forse ancor più trasalente
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le sue figure e i suoi paesaggi come attori davanti alle quinte di un teatro, idee, stati d’animo, momenti cruciali della vita dell’uomo, la morte e l
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, in una sorta di collage a tutto tondo, irto, piastrato, cui fessure e crepe conferiscono un’aria nera. Teste d’uomo, torsi e personaggi compositi da
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della colpa in quel porre uomo e donna nudi in piedi dietro l’angolo di una finestra, questo impegno eccessivo verso le cose e le persone rivela come
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centro dell’interesse di tutti. Insomma Picasso non ci viene oggi di rimbalzo dall’uomo della strada; siamo ancora noi che portiamo Picasso e la sua
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La messe sterminata di episodi e di aneddoti, di situazioni paradossali, di itinerari, di incontri, di prodigiosi successi in quest’uomo che sembra
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costruire qualche altra cosa di ugualmente solido e possente; egli arriva alla definizione tattile dello spazio interiore: dove uomo e paesaggio
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prepotentemente umana, prorompe dalle figure, quella vis animale, che è poi la apologia dell’insopprimibile «vitalità» dell’uomo, e la più franca
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, si è impegnato col mondo in tutti i suoi aspetti. La sua pittura e la sua scultura sono legati alla terra, alla materia, alle manifestazioni dell’uomo
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Uomo di conversazione assai misurata, cordiale ma non espansivo, attento nelle sue formulazioni teoriche che paiono sempre delle precisazioni a se
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stupefatto amore per l’uomo e per il suo respiro; in Kandinskij prevale invece il dogma della interiorità assoluta, con una ben differente attitudine di
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, contenente la figura, ma come spazio interno, contenuto dalla figura. Lo inserimento del mondo esterno nel mondo interno dell’uomo era già nato col cubismo
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presenza dell’uomo nella natura.
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invece egli sappia ricostruire, oltre la fase di rottura del cubismo e dell’astrattismo storico, in un ordine di nuova e organica moralità, dove l’uomo sia
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di una fuga dal mondo, di una misantropia distruttiva: è piuttosto la immagine del continuo sforzo dell’uomo per mantenersi quale protagonista della
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in gesti fino alla pietrificazione, questa identificazione dell’uomo con le materie inorganiche in una architettura plastica di una evidenza e
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accendere le forme per mezzo di rilevature e solidificazioni, questa aspirazione a incielare le cose della natura e dell’uomo. E prima palese via
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orripilante volgersi alla specie umana come fosse la più spregevole e dannata — di un uomo verso i suoi simili. La Mostra è ricca di quasi novanta quadri ad
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schermo o dentro cubicoli d’aria sotto vetro, le sconsolate paure dell’uomo, fa di Bacon un pittore attualissimo.
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disturbo che patisce l’uomo contemporaneo, di esistere al mondo.
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scantona dal modo tradizionale di vedere l’uomo, dalla sua condizione umanistica: il grado della constatazione cui giunge Bacon non è mai affidato soltanto
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Così non ci sembra eccellente lo Studio da «The Human Figure» e neppure «Uomo inginocchiato sull’erba» — che vedemmo anche, alla sezione dell’arte
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’uomo nella moderna civiltà, sia esso il ragazzo nascosto dentro una invisibile nube di fumetti, sia il tragico far niente domenicale di uomini in
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? Oppure un più pungente, interno ritmo di figura, affidato al segno, specchio di una riaffermata razionalità, nell’amore per l’uomo e per la sua
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’uomo. Che questa dipendenza dalla natura come fatti e immagini visive da rapportare ulteriormente e ridurre, sia a sua volta giustificata in Giacometti
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prepotente dell’uomo in forme di eccezionale policromia, così Giacometti copre di grigi stracci (dalla tonale, atmosferica monocromia) la decrepitezza
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Certo la vita di un uomo non è tutta qui: un uomo per noi del 1956, è qualche cosa di meno, forse, che questa sorta di eroe d’alberghi, di perpetuo
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dell’uomo come un colbacco. Gli occhi grandi, cerchiati e fissi, guardano il mondo con curioso dolore; il naso aquilino, una piega scavata lungo le
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vivere, vecchio ma non fiaccato, all’estremo della sua parabola artistica, ha consuetudine con la morte. Un uomo, il Melli dopo il Quarantacinque e
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, anzi non erano mai apparsi a tirarci la giacchetta; l’uomo Melli, pugnace e vivo, reclamava quasi i colpi bassi, si infiammava e mai chiedeva venia
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con l’arte, non si può dire che egli assumesse dall’esterno e molto spesso anche nelle sue abitudini e nelle sue scelte d’uomo, atteggiamenti
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un volto più netto. Ecco, dopo i molti patetici aspetti di cui si colorò l’immagine di Scipione uomo, questa che oggi ricostruiamo per la prima volta
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potuto essere, senza malattia, senza preti e gerarchi, un uomo di oggi? Ma è proprio soltanto di «ieri» la Roma del Bonichi? Quei ruderi e quegli
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colpa sua soltanto. Ché il breve uomo la sa lunga in tutto: nel linoleum, nell’acquaforte, nella illustrazione e nella battuta satirica, e, fuor del campo
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Un uomo, Mino Maccari, che nessun avversario dotato di intelligenza riuscirà mai a disprezzare, per quella sua insopprimibile vitalità, per quella
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A nostro avviso, Maccari è un uomo che, come molti altri della generazione degli zii, ha patito la nostra provincia; egli è stato fascista, più o
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giustapposizione di due mondi e di due modi di intendere la realtà, se Levi non fosse l’uomo che è: cosciente, impegnato nel suo lavoro, eppure guidato da una
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la sua fantasia è nei quadri, piccolo e grande, delle «Teste di pesci» e dell’«Uomo al telefono». Si potrebbe dire, senza per questo diminuire di una
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secondo e terzo lustro del nostro secolo, dello stupore dell’uomo nuovo nei confronti della tecnica, della velocità e della materia: soltanto i futuristi
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, amarissimo; il bel disegno dei Carabinieri e dei cani assai più sulla via di Palermo; l’altro assai forte delle teste dell’uomo e del ragazzo
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Nuova Pesa» sulla impegnata coscienza sociale dell’artista e sul fatto che Dova tenga presente in continuazione, nelle sue opere, l’uomo e il suo
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Su Brancusi uomo e artista in questi cinquantanni sono state espresse opinioni parecchio contrastanti, anzi opposte: ciò è accaduto perché la critica
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Un uomo, questo rumeno eccezionale, trasferitosi in Francia nel 1904 dopo un lungo viaggio quasi tutto a piedi, tra i più solitari di Montparnasse
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, il mistico col sensuale, l’uomo antico che tien conto delle secolari tradizioni —si può dire: della scultura di tutti i tempi — con l’uomo nuovo, che
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caduta di una civiltà non più misura dell’uomo: da qui non parrà arbitrario ed esibizionistico il fatto di una Gioconda apparsa coi baffi per opera del
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Eduardo Paolozzi è un temperamento robusto e prepotente, che Robert Melville ha molto bene presentato: il conflitto tra uomo primitivo — che cova
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» (che noi preferiamo anche ai motivi di impegno sociale e politico, per altro assai interiorizzati, del tipo di «Memoria dell’uomo del lager»). In un
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» nelle opere che furono da lui esposte a «L’Obelisco», il senso plastico di una apparizione, come nell’«Eroe», «Scultura per un monumento», «Uomo con
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cercate con passione, vanno scoperte, perché «non c’è in natura né linea né colore, ma è l’uomo che crea la linea e il colore». Chi, come Ingres, si
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