conoscitivo ogni illusione è soltanto un falso. Ma poiché s'è visto che lo scopo della persuasione non è il vero, ma l’utile, e il vero si constata o
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sviluppo e discorso mentre il Caravaggio coglie il vero istantaneo e lo immobilizza. L'antitesi, dunque, è tra una pittura che è discorso o linguaggio, e
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L’antitesi è troppo schematica: è vero che il Caravaggio, seguendo l’antico ammonimento leonardesco, non studia gli antichi e cerca di cogliere i
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che accade, vede nella morte il vero evento, che non ha cause né effetti. La morte non è passaggio a un'altra vita: è lo scontro violento con la realtà
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e il Bernini in Sant’Andrea al Quirinale, fanno dell’ingresso un vero e proprio organismo architettonico, un pronao a colonne, e ne sviluppano il
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natura. è vero che l’arte deve nascondere l'arte, ma non nel senso di simulare la natura bensì nel senso di nascondere le difficoltà dell’arte: questa
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rinnovare sul vero la memoria, a ravvivarla nell'emozione diretta. Il Dughet si accorge che non si vede solo con gli occhi; la visione è influenzata dal
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ridicolo: non vale di meno, anzi è più vero perché di fronte ai misteri che ci trascendono la sapienza dei filosofi non vale più delle massime degli
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illusoria e l’immagine, concreto il concetto; nelle nature morte è vero l’inverso. Si profila così una possibile interpretazione della natura morta
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della verità. è vero che dalle cose si giunge ancora allo spazio, ma il processo è diverso ed è diverso il valore di spazio al quale si giunge
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, ma fondata sulla logica della natura e della storia; quindi non limita, al contrario, l’esistenza “mondana”, tant'è vero che Raffaello non esita ad
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’immagine, in se, non è né buona né cattiva, ma ci si può servire delle immagini per un fine buono o perverso. Non è questione di vero e di falso, ma di
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ritrattistica ufficiale. Il vero protagonista delle figurazioni di costume non è il popolo o la borghesia in quanto classi o ceti sociali, ma il personaggio
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senso che le sue immagini agiscono proprio in quanto immagini e non per gli eventuali, impliciti significati concettuali. è vero che il Seicento è il
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come questa vale assai più per la sua produttività che per il suo eventuale contenuto di vero.
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’è vero che l’oratore si comporta come se l’altro rispondesse e lo interpella, gli pone domande, previene obbiezioni. Ma benché il suo scopo non sia
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. Ed è finzione, perché consiste in definitiva nell’immaginare sé o altri agenti in uno spazio e in un tempo maggiori del vero: e, dunque, agenti azioni
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Indubbiamente il processo della “immaginativa” dal vero al verosimile o possibile ha i suoi primi atti nell’illusionismo spaziale in senso visivo
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