rileva, che secondo Dalbono i «coloristi e i disegnatori» sono semplicemente «tecnici» (per esempio Tiziano, Michelangelo), e poi che Gérôme si faceva
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le parvenze più infantili, le più stridule popolarità e le più rapidamente incrociate siluette memori dei disegnatori acrobatici dell'estremo Oriente.
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