Questo che abbiamo detto ci esime dall'accompagnare il Nicodemi negli ultimi passi, quando segue (Cap. VI) «I continuatori della tradizione
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scritti del Kondakoff, del Bertaux, del Diehl e d'altri a proposito della «Tradizione bizantina» (cap. II, 2), poco a proposito nella storia dei trattati
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II, Cap. 3). Ma anche qui, il Pellizzari, per non esser della partita, va proprio a impuntarsi d'entusiasmo per certe gretterie dove Teofilo non fa che
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«Cap. II. Anni di studi e di viaggi». (Quadro dell'ambiente romano al tempo di Papa Lambertini - Relazioni del Piranesi con altri incisori del tempo
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«Cap. II. L'invenzione - Le Carceri». (Confronto della prima e della seconda edizione delle Carceri, e conclusioni sulla ricerca dell'effetto in
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«Cap. IV. L'acquaforte». (È il capitolo più bello, pieno d'intelligenze interpretative dello spirito di certe sottilità apparentemente non più che
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«Cap. V. Lo stile Piranesi» (Osservazioni intorno ai modelli forniti da Piranesi per un'arte decorativa che pur restando moderna e originale si
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«Cap. V. Le Vedute - Gli ultimi giorni di Piranesi - I suoi continuatori». (Relativo specialmente alla mirabile serie delle «Vedute» di Roma in
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«Cap. III. Le Antichità Romane - La Magnificenza (1744-1761)».(Riguarda le relazioni del Piranesi con altri artisti, con antiquari e amatori, la
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«Cap. IV. La maturità (1761-1778)». (Verte su vicende famigliari e sulle pubblicazioni di stampe piranesiane che fanno seguito alle Antichità romane
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«Cap. I. La Prospettiva» (Interessanti osservazioni sulla formazione graduale della Roma pittoresca dopo Sisto V e Paolo IlI, e sulla prospettiva
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«Cap. VI. Influenza - Conclusione». (Note sull'influenza esercitata dal Piranesi sia colle sue visioni d'acquaforte che coi suoi modelli di arte
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