Le visite possono essere d'amicizia, di convenienza, d'etichetta. Le prime appartengono indubbiamente ai piaceri più cari della vita civile; non così
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amicizia e di consenso che formano il coronamento della cerimonia. Gli amici più vicini gli stringan la mano con lodi e congratulazioni: altri si facciano
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addosso per qualsiasi motivo. E se un giovane comincia a sentir per qualcuna di loro qualche cosa che è più dell'amicizia, se gli par che il suo sentimento
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lo fa offrire dai figli. E spesso, coll'andar del tempo, la relazione si muta in affettuosa amicizia, che stringe per tutta la vita i giovani e i
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vescovo con tutta l'effusione per quel suo dono che tenne vera prova d'amicizia. Così ci racconta Monsignor Della Casa, il quale dice che l'ambasciatore
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tratta di visite di etichetta, mentre scambiano le normali visite di amicizia, secondo le convenienze, e prendono normalmente parte a riunioni, sia fra
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multicolore ch'era una vera irrisione!... E quanto al silenzio e al rispetto, se la parentela col morto o una stretta amicizia non ve li impongono
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la natura di una vera e stabile amicizia. In caso opposto, mille complimenti! Si prende congedo, ci si scambia tutt'al più qualche cartolina illustrata
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poco a poco, una dolcissima amicizia. E talvolta l'amicizia esisteva già prima della parentela, e allora tutta la cura deve essere nel conservarla
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dell'amicizia, possa recar disturbo protraendosi ancora. In tutti i modi, è sempre meglio lasciar desiderio di sè, anzichè correre il pericolo di esser
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Accademia della crusca
