! lietissimo del suo primo grosso guadagno. La mattina dopo, all'alba, Cuddu picchiava alla porta di compare Sidoro. - Bravo! - egli fece. - Sta' attento
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accanto al suo paesano che gli dava a portare lo schioppo, domandò: - È ora di far la guerra? E si stupì che quegli gli rispondesse con una risata. Due
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una manica dal suo compaesano della Squadra, che aveva un braccio attaccato al collo con un fazzoletto e la mano fasciata. Nell'atrio, a piè della scala
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- Vieni con me; non ti sperdere. Hai mangiato niente? - Niente. Se ne accorgeva ora, alla domanda del suo 1 compaesano della Squadra, che, presolo
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mi tengono fasciato così stretto stretto?... Mamma! Mamma! Sentiva parlare attorno al suo letto. Una signora diceva: - Si è battuto come un leoncino
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. Quel suo andare e venire era stato notato. Il Canzirro, che lo incontrava spesso all'andata o al ritorno, gli domandava ogni volta: - Ma dove vai
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un suo intercalare senza significato: Piripì! Piripì! brontolato rapidamente in cadenza con lo scricchiolìo dell'arcolaio. Nella stanza a pian
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delle lettere! La poveretta tremava, pensando che compare Sidoro si era servito di suo figlio per la rivoluzione. E siccome quella vecchia aveva detto
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, dopo che quegli gli aveva detto: - Ho mandato io il ragazzo. Non state in pena; ritornerà tra poco; queste sono due onze pel suo servizio. Che le
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