sorgente luminosa emette luce per un tempo finito, la luce emessa non solo non è monocromatica, ma il suo spettro è (teoricamente) illimitato.
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all'esempio seguente. Tra una sorgente O, che emette dei fotoni (a intervalli di tempo eventualmente anche grandi) ed uno schermo s su cui essi vengono
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pochi, o magari uno solo, l'ottica ondulatoria cade in difetto. Se, p. es., la sorgente emette un solo quanto di energia di fronte ad una lastra
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sostanza radioattiva emette raggi β essa si trasforma in un'altra avente lo stesso peso atomico ma numero atomico superiore di un'unità (cioè «si
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) emettendo una particella β si trasforma in radio E (A = 210, Z = 83), questo a sua volta emette un'altra particella β diventando polonio (A =210, Z
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grosso nella figura), ma questo è sufficiente per rilevare il paradosso a cui si è accennato, che è il seguente. Le particelle a che emette l'uranio I
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radiazione di frequenza abbastanza elevata (in generale, luce ultravioletta o raggi X o γ) su una superficie metallica, questa emette degli elettroni i quali
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Vogliamo ora stabilire un confronto tra lo spettro che un sistema emette in base alla teoria di Bohr e Sommerfeld (spettro quantistico) e lo spettro
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atomo emette allora un elettrone per effetto fotoelettrico, e la traccia CD di questo è visibile nella fotografia: congiungendo la sua origine C con O si
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mediante il passaggio di una corrente il quale emette, per effetto termoionico, degli elettroni di piccola velocità: di fronte al filo vi è poi una sottile
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si espone questo pallone ai raggi di una lampada a mercurio (a pareti di quarzo), la quale emette intensamente la riga ultravioletta di lunghezza
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fondamentale eseguendo il salto inverso, ed emette quindi l'energia che aveva assorbito, precisamente sotto forma di radiazione della stessa frequenza.
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uno o più salti allo stato normale, emette le righe che gli sono caratteristiche.
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