Per tale ragione, una sostituzione lineare i cui coefficienti soddisfano le (19) si chiama una sostituzione ortogonale.
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velocità v'0: si può quindi dire che tutto il gruppo d'onde progredisce con questa velocità, la quale perciò si chiama velocità di gruppo e verrà indicata
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Introdurremo dunque una funzione complessa , che da Schrödinger fu chiamata «scalare di campo» e che ora più generalmente si chiama «ampiezza di
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(1) Chiamiamo «potenziale» l'energia potenziale della particella, mentre di solito in meccanica razionale si chiama «potenziale» questa energia
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potenziale della particella, mentre di solito in meccanica razionale si chiama «potenziale» questa energia cambiata di segno. U (x, y, z), con
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Si chiama oscillatore armonico il sistema costituito da un punto materiale mobile su una retta, e attirato verso un punto O di questa da una forza
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dove si è scritto l'esponente senza doppio segno, con l'intesa che m possa essere positivo, nullo o negativo: l'intero m (col segno) si chiama
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Si chiama così un sistema formato da un punto materiale carico di elettricità (p. es. un elettrone) attirato da un centro fisso con una forza
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Egli partì dall'ipotesi che negli atomi fossero contenuti dei minuscoli oscillatori Si chiama così un sistema formato da un punto materiale carico di
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chiama «polinomio di Legendre» di grado l od anche, quando lo si esprime nella forma P (cos ) «funzione sferica zonale» (difatti, per ciò che si è
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Questa funzione è evidentemente un polinomio di grado K — j, e si chiama talvolta «polinomio generalizzato di Laguerre»: esso è definito da
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vengono espulsi con una certa energia, che è senza dubbio comunicata ad essi dalla radiazione incidente. Il fenomeno si chiama effetto fotoelettrico
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, p) così definita si chiama l' hamiltoniana del sistema, e contiene in sè tutto ciò che occorre per caratterizzare le proprietà meccaniche di questo
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potenziale U) in funzione delle q e delle p (la funzione H (q, p) così definita si chiama l' hamiltoniana del sistema, e contiene in sè tutto ciò che occorre
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Si chiama «rotatore» un sistema costituito da un corpo rigido girevole intorno ad un asse fisso, non soggetto a forze (o soggetto a forze di momento
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composto di due parti: una, costituita dal nucleo e da tutti gli elettroni meno uno (questa parte si chiama nocciolo o resto atomico, e si considera, in
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, alquanto impropriamente, che gli elettroni del nocciolo esercitano un'azione di schermo sull'attrazione del nucleo, ed il numero si chiama numero di
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quantici n, l, m che caratterizzano l'orbita, quella del momento angolare risultante, che, espresso in unità quantistiche, si indica con j e si chiama
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Questo spazio si chiama perciò spazio funzionale. Si può anche dire che la funzione f(x) è rappresentata da un punto nello spazio funzionale e
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Questa si chiama matrice unità e si indica con 1 }.
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(x) si chiama una funzione impropria: ad essa però ci si può approssimare quanto si vuole mediante funzioni analitiche (1) L'uso della funzione
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Ora, se lo stato di ciascun sistema è rappresentato dal vettore (lo stesso per tutti i sistemi) e se si chiama l'autofunzione dell'operatore
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Nella meccanica classica si chiama integrale primo di un problema una espressione G (q, p) tale che si riduca a una costante se le q e le p variano
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, che più propriamente si chiama anche «numero d'onde», perchè rappresenta il numero delle lunghezze d'onda contenute in un cm. L'uso del «numero
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) ma anche la quantità ad essa proporzionale , che più propriamente si chiama anche «numero d'onde», perchè rappresenta il numero delle lunghezze d'onda
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energetici risultano doppi, tranne quelli corrispondenti a stati quantici uguali delle due particelle. Questa degenerazione si chiama, per una ragione che
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una lunghezza d'onda diversa, sia pure pochissimo, da questo valore. Perciò tale riga si chiama riga di risonanza.
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più alto: questo elettrone si chiama «elettrone ottico»; gli altri si ammette che continuino a descrivere indisturbati le loro orbite intorno al
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a piacere). Un siffatto integrale della equazione differenziale si chiama un'autofunzione appartenente all'autovalore λi.
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Tale relazione, di tipo integrale, tra le due autofunzioni yn, ym, si chiama (per un motivo che verrà spiegato al cap.I, parte III) relazione di
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