È mia opinione che la tela assorbente sia quella da preferirsi. Tanto le tele assorbenti in vendita presso i mercanti quanto quelle che il pittore
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però che la tela non sia troppo nuova. Si inchiodi quindi tale tela in modo che sia bene ma non troppo tesa e, specialmente, si stia attenti che non
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pasticceri si divida completamente il torlo dall’albume o chiaro d’uovo; buttato via il chiaro si metta sulla bocca della boccetta la metà del guscio in cui
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Sulla superficie d’una tela in tal modo preparata non si può disegnare né con il lapis né con la carbonella; se si ha l’abitudine di abbozzare con la
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’essenza è in particolar modo nociva. Se proprio non si possono lavare subito è meglio lasciarli inzuppati nell’olio d’oliva in un recipiente lungo e
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un tono opaco di pittura a fresco o, in ogni modo, una superficie poco lucente. Confesso sinceramente che anch’io, specie in questi ultimi anni, mi
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Nelle mesticherie si compra la mastice e la Damar in lacrime; si scelgono poi i pezzi più puri e trasparenti e si scarta accuratamente ogni materia
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mastice è buona, ma asciuga piuttosto lentamente quindi in certi casi è poco pratica.
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In genere è bene, prima di dare qualsiasi vernice a un quadro finito di recente o da tempo dipinto, lavarlo bene con acqua e sapone.
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In quanto al nero ho l’abitudine di usare della polvere di carbonella macinata con l’olio di papavero; è un colore che ha poco corpo ma però in
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asciutta e coperta d’una buona vernice. In piccole quantità è poco pericolosa. Il bitume di Giudea, tanto usato dai fiamminghi sopratutto nelle velature
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resinose ma solubili nell’acqua perché emulsionate per mezzo del torlo d’uovo. La parola solubile in questo caso non è giusta chimicamente parlando; un
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Quand’ero in Italia, parlando un giorno con uno storico e critico d’arte dei più noti, ebbi l’occasione di constatare che egli credeva la Madonna del
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in inganno parecchi scrittori d’arte moderni i quali credettero che per pittura a olio gli antichi intendessero una pittura di colori macinati con l
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Per macinare comodamente i colori bisogna tenere la colla in una boccetta; si dispongono le polveri a mucchietti sulla lastra, sufficientemente
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Tutte queste sostanze messe in una boccetta che si tura bene e si scuote con forza secondo il metodo già indicato. Bisogna pure scuotere la boccetta
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sopraciglia, i capelli con i loro riflessi, le rughe, certi effetti di trasparenza in stoffe tenui posate sulle carni. Si è spesso sorpresi di vedere con
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Come al solito mettere in una boccetta, tappare bene e scuotere con forza. Con questa emulsione si macinano i colori e si mescolano sulla tavolozza
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in mesticheria la gomma di ciliegio, si può semplicemente chiedere della gomma d’albero. Spesso d’altronde capita che i mercanti tengano mescolate
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Ecco come si prepara. Si mette in una boccetta o, piuttosto, in una piccola bottiglia, un torlo d’uovo; il chiaro però questa volta non bisogna
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Resta inteso che con tutte le tempere finora menzionate bisogna dipingere su tele a gesso su cui si saranno date in ultimo le due mani di emulsione
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In linea generale a proposito della tempera si può dire che questa, sia essa magra o grassa, è sempre una pittura più pura della pittura a olio.
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Poi per il panno rosso e lo sfondo si procederà nello stesso modo; si osserverà bene il colore e il tono della parte più in luce, si rifarà tale tono
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Con questo sistema si ottengono degli intensi effetti di volume e di rilievo specialmente dipingendo figure e oggetti rischiarati dall’alto in basso
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Il bianco, base della tavolozza, può servire usato puro o in sfregature e velature ad ammorbidire il modellato di un dipinto e a dare a questo un
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I colori a vernice si possono preparare macinando direttamente con vernice le polveri e, in questo caso, è prudente aggiungervi qualche goccia di
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Non bisogna macinare colori a vernice in quantità eccessiva. Meglio è farne la quantità necessaria per il lavoro della giornata. Durante le lunghe
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In quanto alla vernice da usare nella pittura a vernice io consiglio sempre la Damar.
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guardarsi, ciò che quasi mai capita in un museo di pittura antica. Il fatto sta in questo che presso i pittori antichi anche gli spiriti mediocri e meno
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In una boccetta contenente olio di papavero e essenza di trementina a parti eguali, versare alcune gocce del colore che si vuol dare alla velatura
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Gherardo balza in piedi e si volge.
Per la via che mena al torrente sono ormai scomparsi i famigli e Gherardo in mezzo a loro, e dietro a loro il traditore. Mariòla si riscuote, corre
La turba dei Flagellanti appare sulla strada in fondo, da sinistra, e avanza lenta, cantando.
Una terribile ventata di furore passa su tutti. E in cielo lampi e tuoni.
, un camino a destra. Un tavolo nel mezzo, una panca presso il camino, un pagliericcio in un angolo. Per terra, una scranna in pezzi e i cocci di una
E i famigli corrono su Gherardo, lo mettono in mezzo, lo prendono, lo trascinano via, per la strada verso il torrente.
Il Fraticello corre in chiesa. I Frati Bianchi escono sulla piazza, atterriti. La campana suona. E gente viene, da ogni parte, correndo.
Già da quando Frate Simone ha cominciato a narrare del bambino guarito da Gherardo in Faenza, alcuni altri Fratelli Apostolici sono usciti dalla
Il Fraticello si china, con impeto fanatico, a baciargli le mani, e rientra in casa. Gherardo si abbandona seduto su la panca sotto l'olmo.
«Gherardo». Gherardo dà un urlo straziante, getta la picca e appena fa in tempo a raccogliere nelle sue braccia la donna ferita. Il popolo si ritrae
strozzato in gola. Il rumore delle voci si estingue lontano. Annotta. I Fratelli Apostolici sono intorno al Padre, muti, in attesa.
mezzo, e in continuazione del muro il fianco della casa, che ha una finestra al piano terreno e una loggetta al piano di sopra, e sulla strada un sedile
I sei uomini armati, premuti d'ogni intorno dal popolo vociferante, e minacciati da cento braccia che levano in alto coltelli e zappe e picconi
nel mezzo della strada si getta in ginocchio.
per tre gradini. In fondo il Battistero e un gruppo di case separati da una strada che mette alla Piazza dei Supplizi. Un'altra strada fra il
E Gherardo, che alla promessa cantata dal popolo esaltato nella fede si è rialzato e rizzato in piedi, ora avanza sulla strada alla testa della
Podestà e lo prende per un braccio. Giungono dalla Piazza voci di popolo in sommossa.
spinta violenta, e si rizza in piedi, ansimando, e la guata con terrore.
Le voci dei due ubriachi si confondono, lontane, in una sghignazzata. Gherardo lascia cadere il coltello e si volge. Mariòla è là, appoggiata al
Una sera mi trovavo in viaggio in una città straniera e lontana. Era l’ultimo giorno che passavo in Russia e mentre aspettavo il treno che doveva