Questa sentenza, che rendeva esecutiva la condanna a morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. da espiarsi sulla sedia elettrica entro la
camera delle esecuzioni. Il direttore delle carceri, udita per telefono la notizia della confermata condanna, si astenne dal comunicarla subito ai due
E la condanna a morte fu mantenuta. La Corte Suprema, presieduta dal Thayer, respinse il ricorso affermando che nel processo la legge non era stata
. Dura lex, sed lex . Ma noi non assisteremo mai inerti e in silenzio alla condanna di italiani per colpe che non hanno commesso, siano pure essi i
La Federazione degli operai si dispone a dichiarare lo sciopero generale di protesta per la ratifica della condanna a morte di Sacco e Vanzetti. Il
Suprema statale del Massachussetts respinge il ricorso presentato dalla difesa. Non restava quindi che rendere esecutiva la condanna a morte e fissarne la
Ma la lunga agonia dei due italiani doveva prolungarsi oltre quella fatale scadenza. La conferma della condanna a morte riaccese più che mai viva la
elettrica, che passi attraverso il vostro corpo sinché siate morti). La conferma della condanna fu ascoltata dai condannati senza apparente commozione. La
attesa, essa lesse — trascritta in caratteri di fiamma — la notizia che la condanna a morte dei due giustiziandi risultava confermata. Un sordo brontolio
, nemmeno a farlo apposta, la Corte Suprema chiamata a tale decisione era presieduta da quello stesso giudice Thayer che aveva già pronunciata la condanna a
stesso reato nel 1919 dal nostro Pretore Urbano, condanna in seguito amnistiata.
difesa dell’imputato, che non è nuovo per la Giustizia (e anni fa subì una condanna per truffa) perora l’avvocato Ginnotti. Il tribunale accedendo
Bollino e più strambo che un imbelle. Il PM richiese la condanna del Bollino a 6 mesi di reclusione e L. 500 di multa. Il difensore avv. Carcano sostenne
Accademia della crusca
