Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'uccellino azzurro

213646
Maeterlink, Maurice 21 occorrenze
  • 1926
  • Felice Le Monnier, Editore
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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FINITO DI STAMPARE A FIRENZE NELLO STAB. TIP. DEI F.LLI MODIGLIANI-ROSSI IL X SETTEMBRE MCMXXVI

. - Utensili da cucina, un armadio, una madia, un orologio a pendolo, un arcolaio, la fontanella dell'acquaio, ecc. - Sulla tavola una lampada accesa. - Ai piedi dell'armadio, a destra e a sinistra, un Cane e una Gatta dormono raggomitolati, col naso sotto la coda. - Tra i due, un grosso pan di zucchero di color azzurrognolo. - Attaccata alla parete una gabbia rotonda con dentro una tortorella. - In fondo due finestre, le cui imposte interne sono chiuse. - Sotto una delle finestre, uno sgabello. A sinistra la porta d'ingresso, munita di un grosso saliscendi. - A destra altra porta. - Una scaletta che conduce su al granaio. - Sempre a destra, due lettini da bambini, a fianco dei quali, presso il capezzale, su due sedie, sono posati i vestiti, accuratamente piegati. (All'alzarsi della tela Tyltyl e Mytyl, nei loro lettini, dormono profondamente. Mamma Tyl rincalza un'ultima volta le coperte, si china su di loro, li contempla così immersi nel sonno, e chiama a sè, con un gesto della mano, Babbo Tyl, che in quel momento fa capolino dall'uscio socchiuso. Mamma Tyl, un dito sulle labbra, gl'impone silenzio. Poi, spenta la lampada, esce da destra in punta di piedi. La scena rimane per un attimo buia; poi, attraverso le imposte, incomincia a filtrare una luce che si fa a poco a poco sempre più intensa. La lampada sulla tavola si riaccende da sè; ma la sua fiammella ha un colore diverso da quello di prima. I due bambini sembrano svegliarsi, e si mettono a sedere sul letto). TYLTYL Mytyl! MYTYL Tyltyl! TYLTYL Dormi? MYTYL E tu?.. TYLTYL No, non senti che ti chiamo?... MYTYL È Natale oggi, non è vero?... TYLTYL Non ancora. Domani. Ma quest'anno Natale non ci porterà nulla.... MYTYL Perchè?... TYLTYL Ho sentito la mamma che diceva di non esser potuta andare in città per avvertirlo.... Ma verrà un altr'anno.... MYTYL Ci vuole molto tempo per arrivare a un altr'anno?... TYLTYL Eh sì, abbastanza.... Ma questa notte Natale va dai bambini ricchi.... MYTYL Ah sì?... TYLTYL Guarda!... La mamma ha dimenticato di spengere il lume!... Mi viene un'idea.... MYTYL ?... TYLTYL Se ci alzassimo?... MYTYL La mamma non vuole, lo sai.... TYLTYL Ma già che nessuno ci vede.... Guarda le imposte!... MYTYL Che è quella luce ?... TYLTYL Sono i lumi della festa. MYTYL Quale festa ? TYLTYL Qui dirimpetto, dai bambini ricchi. C'è l'albero di Natale. Apriamo le imposte?... MYTYL Ma si può? TYLTYL Quando ti dico che nessuno ci vede.... Senti la musica?... Alziamoci.... (I due bambini si alzano, corrono verso la finestra, salgono sullo sgabello e aprono le imposte. Una luce vivissima penetra nella stanza. I due bambini spingono curiosamente lo sguardo fuori). TYLTYL Si vede tutto!... MYTYL (che ha poco posto sullo sgabello) Io non vedo nulla.... TYLTYL Nevica!... Guarda, guarda, due carrozze a sei cavalli!... MYTYL Scendono dodici bambini!... TYLTYL Sciocca !... Sono bambine!... MYTYL Ma se hanno i calzoni!... TYLTYL Non capisci niente.... Non mi spinger così!... MYTYL Io? Se non ti ho neanche toccato!... TYLTYL (che occupa tutto lo sgabello) Prendi tutto il posto tu.... MYTYL Non è vero! Sono io che non ho posto! TYLTYL Zitta, guarda l'albero!... MYTYL Che albero?... TYLTYL L'albero di Natale, non vedi?... Ma se guardi verso il muro.... MYTYL Guardo il muro perchè non posso vedere altro.... TYLTYL (facendole a malincuore un po' di posto sullo sgabello). Ecco.... Sei contenta?... Adesso il posto migliore l'hai tu.... Guarda! Quanti lumi! Quanti lumi!... MYTYL Che cosa fa tutta quella gente che fa tanto rumore?... TYLTYL Suonano. MYTYL Sono in collera, non è vero?... TYLTYL No, ma è faticoso, sai, sonare. MYTYL Un'altra carrozza tirata da cavalli bianchi!... TYLTYL Zitta!... Guarda, piuttosto. MYTYL Che cosa sono quei cosini d'oro che pendono giù dai rami dell'albero?... TYLTYL Non capisci?... I balocchi, o bella!... Sciabole, fucili, soldati, cannoni.... MYTYL E bambole, dimmi, non ce ne sono?... TYLTYL Bambole?... Non c'è sugo; non si divertono mica, con le bambole.... MYTYL E che è tutta quella roba sulla tavola?.... TYLTYL Dolci!.... Frutta!... Torte di crema..... MYTYL Io ne ho mangiate una volta, di quelle cose, quand'ero piccina.... TYLTYL Anch' io. Sono più buone del pane, ma quando ce ne danno, ce ne danno troppo poche.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 2 MYTYL Ma quei bambini lì non ne hanno mica troppo poche.... Ce n'è la tavola piena!... Credi che ne mangeranno?... TYLTYL Certo; che cosa dovrebbero farne?... MYTYL Perchè non le mangiano subito?... TYLTYL Perchè non hanno fame.... MYTYL (con stupore) Non hanno fame!... Perchè TYLTYL Perchè mangiano quando vogliono.... MYTYL (incredula) Tutti i giorni?... TYLTYL Credo di sì.... MYTYL Mangeranno tutto?... Non ne regaleranno neanche un pochino?... TYLTYL A chi?... MYTYL A noi.... TYLTYL Ma se non ci conoscono!... MYTYL Però, se si chiedesse.... TYLTYL Non si deve chiedere. MYTYL Perchè?... TYLTYL Perchè non sta bene. MYTYL (battendo le manine) Oh belli!... Belli!... TYLTYL (entusiasmato) Come ridono!... Come ridono!... MYTYL Guarda, guarda come ballano i piccini.... TYLTYL Sì, sì, balliamo anche noi!... (Battono i piedi, allegramente). MYTYL Oh come mi diverto!... TYLTYL Ecco, ora i grandi danno i dolci ai bambini.... Li possono toccare!... Li mangiano!... Mangiano! Mangiano!... MYTYL Mangiano anche i più piccini!... Due, tre, quattro dolci!... TYLTYL (fuori di sè dalla gioia) Oh come sono buoni!... Come sono buoni!... MYTYL (contando dei dolci imaginari) A me ne hanno dati dodici!... TYLTYL E a me quattro volte dodici!... Ma ne darò qualcuno anche a te.... (Bussano alla porta). TYLTYL (calmandosi a un tratto, impaurito) Chi sarà?... MYTYL (spaventata) È il babbo!... (I bambini non si decidono ad aprire, e si vede il saliscendi alzarsi da sè cigolando. La porta si schiude e dallo spiraglio entra una vecchietta vestita di verde, con un cappuccio rosso in capo. È zoppa, gobba e guercia; il naso e il mento si toccano; cammina curva sul bastone. Non c'è dubbio: è una fata). LA FATA Bambini, avete per caso l'erba che canta oppure l'uccellino azzurro?... TYLTYL Abbiamo dell'erba, si, ma però non canta.... MYTYL Tyltyl ha un uccellino.... TYLTYL Sì: ma non lo posso dare.... LA FATA Perchè?... TYLTYL Perchè è mio. LA FATA È un'ottima, ragione, di certo. E dov'è quest'uccellino?... TYLTYL (additando la gabbia) Nella gabbia.... LA FATA (inforcando le lenti per osservare l'uccello) Non lo voglio; non è abbastanza azzurro. Bisognerà che andiate a cercarmi voi l'uccellino di cui ho bisogno. TYLTYL Ma io non so dov'è.... LA FATA Neppur io. Appunto per questo bisogna andar a cercarlo. Posso, a rigore, fare a meno dell'erba che canta; ma all'Uccellino Azzurro non posso assolutamente rinunziare. Ne ho bisogno per la mia bambina, che è malata. TYLTYL Che cos'ha?... LA FATA Non si capisce bene: vorrebbe essere felice.... TYLTYL Ah!... LA FATA E voi, sapete chi sono io?... TYLTYL Somigliate un poco alla nostra vicina di casa, la signora Berlingot.... LA FATA (sdegnata) Neppure per idea.... Non c'è nessuna somiglianza fra noi due.... Impertinente! Io sono la Fata Beriluna.... TYLTYL Oh! Davvero?... LA FATA Bisognerà partire subito. TYLTYL Verrai con noi, non è vero?... LA FATA No, non posso. Ho messo stamani la pentola al fuoco, e se sto via più di un'ora dà subito di fuori.... (Additando successivamente il soffitto, il focolare e la finestra). Volete uscire di su, di là, o di costà? TYLTYL (mostrando timidamente la porta) Non potrei uscire di lì?... LA FATA (inquietandosi di nuovo) È impossibile! È una bruttissima abitudine. (Accennando alla finestra). Usciremo di là.... Ebbene?... Che cosa aspettate?... Vestitevi subito.... (I bambini obbediscono e si vestono lesti lesti). Aiuterò io Mytyl.... TYLTYL Non abbiamo scarpe.... LA FATA Non importa. Vi darò io un cappellino meraviglioso. Dove sono i vostri genitori?... TYLTYL (mostrando l'uscio a destra) Sono di là; dormono.... LA FATA E i vostri nonni?... TYLTYL Sono morti.... LA FATA E i vostri fratellini e le vostre sorelline?.. Ne avete?... TYLTYL Sì, sì, abbiamo tre fratellini.... MYTYL E quattro sorelline.... LA FATA Dove sono?... TYLTYL Sono morti anche loro.... LA FATA Vi farebbe piacere di rivederli?... TYLTYL Oh sì!... Subito!... Fammeli vedere subito!... LA FATA È facile a dirsi.... Ma guardate che bella combinazione: potrete vederli passando dal Paese del Ricordo, che si trova appunto sulla strada per andare dall'Uccellino Azzurro. Subito a sinistra, dopo il terzo crocicchio. Che cosa stavate facendo quando ho bussato?... TYLTYL Si giocava a mangiare i pasticcini.... LA FATA Avete dei pasticcini?... Dove sono?... TYLTYL Sono nel palazzo dei bambini ricchi.... Vieni a vedere com'è bello!... (Trascina la Fata verso la finestra). LA FATA (guardando dalla finestra) Ma son quegli altri che li mangiano!... TYLTYL È lo stesso, poichè possiamo stare a guardarli.... LA FATA Non sei stizzito con quei bambini?... T YLTYL Perchè?... LA FATA Perchè mangiano tutto loro.... Dovrebbero vergognarsi di non darne un pochino anche a te.... TYLTYL Ma che! È naturale. Loro sono ricchi.... Com'è bella quella casa, non è vero?... LA FATA Non è mica più bella della tua. TYLTYL Oh! Come puoi fare a dirlo!... La nostra è più buia, più piccola, e poi non ci sono dolci.... LA FATA Eppure è eguale a quella lì, ti assicuro. Ma tu non ci vedi bene... TYLTYL Sì, sì, ci vedo benissimo!... Ho gli occhi buoni, io!... Posso distinguere perfino l'ora all'orologio della chiesa, che il babbo non si sogna neanche di vedere.... LA FATA (inquietandosi) E io ti ripeto che non ci vedi!... Sentiamo: come mi vedi, me?... Come sono fatta?... (Tyltyl tace, imbarazzato). Rispondi dunque! Voglio sapere se ci vedi bene.... Sono bella o brutta?... (Tyltyl continua a tacere, sempre più imbarazzato). Non mi vuoi rispondere?... Sono giovane o vecchia?... Ho la pelle rosea o la pelle gialla?... Ti pare forse ch'io abbia la gobba?... TYLTYL (con tono conciliante) No, no, appena appena.... LA FATA Dalla tua espressione si direbbe che ce l'abbia, e molto grossa, anche!... E il naso? Ho forse il naso a uncino, e un occhio solo?... TYLTYL No, non dico questo.... Ma come hai fatto a perdere l'occhio? LA FATA (sempre più stizzita) Non l' ho perduto niente affatto!.. Insolente! Mascalzone!... È anzi più bello dell'altro; più grande, più luminoso, azzurro come il cielo.... E i miei capelli, li vedi bene? Non sono forse biondi come il grano maturo?... Non sembrano oro puro?... La testa mi pesa da tanti che ne ho.... Scappano fuori da tutte le parti.... Non li vedi qui fra le mie mani?... (Mostra due misere ciocche di capelli grigi). TYLTYL Sì, ne vedo infatti qualcuno.... LA FATA (indignata) Qualcuno!... Vuoi dire una massa, un'onda, un fiume d'oro!... Lo so, c'è chi dice che non ne vede punti; ma tu non sei, spero, uno di quei cattivi.... e ciechi? TYLTYL No, no, vedo benissimo tutti quelli che non sono nascosti.... LA FATA Bisogna saper vedere anche gli altri, con lo stesso coraggio!... Curiosi, gli uomini!... Da quando sono morte le fate non ci vedono più, e non se ne accorgono nemmeno.... Fortuna che mi porto sempre dietro tutto quanto occorre per rianimare gli occhi spenti.... Guarda un po' che cosa tiro fuori dalla borsa!... TYLTYL Oh che bel cappellino verde!... Che c' è sulla coccarda, che brilla tanto? LA FATA È il grande diamante che fa vedere..., TYLTYL Ah!... LA FATA Sì: quando ci si mette il cappello in capo, si gira un poco il diamante, da destra a sinistra, per esempio. Così, vedi?... Il diamante preme allora sopra un bernoccolo della testa che nessuno sa di avere, e che fa aprire gli occhi.... TYLTYL Fa male?... LA FATA Ma che!... È fatato.... Allora si vede subito quello che si nasconde dentro alle cose: l'anima del pane, per esempio; del vino, del pepe.... MYTYL Si vede anche l'anima dello zucchero? LA FATA (inquietandosi) Naturalmente!... Perché fai queste domande inutili?... E poi, come se l'anima dello zucchero fosse più interessante di quella del pepe.... Ecco, vi ho dato tutto quello che avevo per aiutarvi a trovare l'Uccellino Azzurro.... Lo so: forse l'Anello-che-rende-invisibile o il Tappeto- Volante vi sarebbero più utili.... Ma ho perduto la chiave dell' armadio nel quale li avevo riposti.... Ah, dimenticavo.... (mostrando il diamante). Vedi: tenendolo così, e facendolo girare un po' più, si rivede il passato..... Un pochino di più ancora, e si vede l'avvenire.... È una cosa curiosa e pratica e non fa punto rumore.... TYLTYL Il babbo me lo prenderà.... LA FATA No, perchè non lo vedrà. Nessuno lo potrà vedere finchè l'avrai sul capo tu.... Vuoi provare ?... (Mette in testa a Tyltyl il cappellino verde). Ora, gira il diamante.... Un giro, e poi.... (Appena Tyltyl gira il diamante, ogni cosa a un tratto si trasforma come per prodigio. La vecchia fata diventa una bellissima principessa; le pietre con le quali sono costruiti i muri della capanna s'illuminano, brillano di una luce azzurrina, diventano trasparenti, scintillano, abbagliano come se fossero pietre preziose. I mobili poverissimi si animano e luccicano. La rozza tavola di legno bianco assume l'aspetto nobile e grave di una tavola di marmo. Il quadrante dell'orologio occhieggia e sorride allegramente, mentre lo sportello della cassa dentro la quale il pendolo oscilla, si schiude per lasciar scappare fuori le ore, che tenendosi per la mano e ridendo pazzamente si mettono a danzare al suono di una musica deliziosa. Naturale sorpresa, mista a spavento, di Tyltyl, il quale, mostrando le Ore, esclama): TYLTYL Chi sono tutte quelle belle signore? LA FATA Non aver paura: sono le ore della tua vita, felici di esser libere e di lasciarsi vedere un momento.... TYLTYL E perchè le pareti sono così lucenti? Sono forse di zucchero oppure di pietre preziose? LA FATA Tutte le pietre sono eguali, tutte le pietre sono preziose. Ma l'uomo ne vede soltanto alcune.... (Nel frattempo la scena magica si svolge completandosi. Le anime dei Pani tondi da quattro libbre, sotto l'aspetto di omìni in maglia color crosta di pane, sbalorditi e infarinati, sbucano fuori dalla madia e si mettono a saltellare intorno alla tavola. Li raggiunge il Fuoco, il quale, guizzato fuori dal focolare con una maglia gialla e rossa, li rincorre torcendosi dalle risa). TYLTYL Chi sono quei brutti omìni? LA FATA Gente da poco. Sono le anime dei Pani Tondi da quattro libbre che approfittano del Regno della Verità per uscir fuori dalla madia dove stavano un po' ristretti.... TYLTYL E quel diavolone rosso che ha cattivo odore?... LA FATA Ssst!... Non ti far sentire. È il Fuoco.... Ha un caratteraccio!... (Durante questo dialogo la scena magica continua a svolgersi. Il Cane e la Gatta, raggomitolati ai piedi dell'armadio, gettano simultaneamente un grido e spariscono in una botola. In loro vece compaiono due personaggi, l'uno dei quali porta una maschera di can mastino e l'altro una testa di gatta. Subito dopo l'omìno dalla maschera di mastino - che d'ora innanzi chiameremo Cane - si precipita su Tyltyl, lo abbraccia violentemente e lo copre di carezze impetuose; mentre la donnina dalla maschera di gatta - che per semplificare chiameremo Gatta - si avvicina a Mytyl, dopo essersi ravviati i capelli, lavate le mani e lisciati i baffi). IL CANE (urlando, saltando, buttando tutto all'aria, dando noia a tutti) Mio piccolo dio!... Buongiorno, buongiorno, mio piccolo dio!... Finalmente, finalmente posso parlare!... Avevo tante cose da dirti!... Avevo un bell'abbaiare e scodinzolare!... Tu non capivi.... Ma ora!... Buongiorno! buongiorno! ... Come ti voglio bene!... Come ti voglio bene!... Vuoi che faccia qualche cosa di straordinario?... Vuoi che mi metta a camminare sulle mani d che balli sulla corda?... TYLTYL (alla Fata) Chi è questo signore con la testa di cane? LA FATA Non vedi? È l'anima di Tylô, da te liberata or ora.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 3 LA GATTA (avvicinandosi con prudenza a Mytyl e porgendole cerimoniosamente la mano) Buongiorno, signorina,.... Come siete bella stamani!... MYTYL Buongiorno, signora.... (alla Fata) Chi è?... LA FATA Non indovini?... È l'anima di Tylette che ti porge la mano.... Su, via, dàlle un bacio.... IL CANE (dando uno spintone alla Gatta) Anch'io!... Voglio abbracciare il piccolo dio!... Voglio abbracciare la bimba! Voglio abbracciare tutti! Bene!... Come ci divertiremo!... Voglio far paura a Tylette.... Bau! Bau! Bau!... LA GATTA Signore, non ho il piacere di conoscervi. LA FATA (minacciando il Cane con la sua bacchetta) Sta' fermo, tu; se no ti faccio rientrare nel silenzio fino alla fine dei tempi.... (Nel frattempo la scena magica continua a svolgersi. L'Arcolaio in un angolo si è messo a girare vertiginosamente dipanando dei meravigliosi raggi di luce. Dall'altra parte la Fontanella si mette a cantare con voce acutissima, e, trasformandosi in fontana luminosa, inonda l'acquaio di un torrente di perle e di smeraldi dove si getta l'anima dell'acqua, simile a una fanciulla scapigliata, grondante di pioggia, e tutta in lacrime. Essa si azzuffa subito col Fuoco). TYLTYL E quella signora tutta bagnata?... LA FATA Non temere. È l'Acqua, che scappa fuori dalla cannella.... (Il Bricco del latte si rovescia, cade in terra, si spezza. Dal latte sparso s'inalza una figura alta, bianca e pudica, che ha l'aria di aver paura di tutto). TYLTYL E quella signora in camicia, così spaurita?... LA FATA È il Latte che ha rotto il suo bricco.... (Il Pan di zucchero posato ai piedi dell'armadio cresce a poco a poco e rompe l' involucro di carta, dal quale sbuca fuori un essere sdolcinato e mellifluo, vestito con una cappa mezza bianca e mezza celeste, che sorridendo beatamente si avanza verso Mytyl). MYTYL (impaurita) Chi è?... LA FATA Non vedi? È l'anima dello Zucchero!... MYTYL (rassicurata) Chi sa se avrà lo zucchero filato?... LA FATA Sì, certo; in tasca non ha che zucchero filato, e ogni dito della mano è di zucchero filato.... (La Lampada cade a terra, e appena caduta, la sua fiammella si raddrizza e si trasforma in una vergine luminosa d' incomparabile bellezza. È coperta da lunghi veli trasparenti e abbaglianti, e rimane immobile, come in estasi). TYLTYL È la Regina!... MYTYL È la Madonna!... LA FATA No, bambini miei. È la Luce. (Intanto le cazzeruole sulle mensole si mettono a girare come tante trottole. L'armadio della biancheria spalanca i suoi sportelli, e ne escono fuori stoffe magnifiche color di sole e color di luna, alle quali si uniscono dei cenci e degli stracci dall'aspetto non meno sontuoso, che scendono giù dalla scaletta del granaio. Ma a un tratto si odono tre colpi bruschi alla porta a destra). TYLTYL (spaventato) È il babbo! Ha sentito!... LA FATA Gira il diamante!... Da sinistra a destra.... (Tyltyl gira in fretta il diamante). Non così in fretta! Dio mio! È troppo tardi.... L'hai girato troppo presto.... Non faranno più a, tempo a riprendere il loro posto e avremo delle noie, ho paura.... (La Fata riappare di nuovo sotto l'aspetto di una brutta. vecchia; le pareti della capanna perdono il loro splendore, le Ore ritornano dentro all'orologio, l'Arcolaio si ferma, ecc. Ma nella fretta e nella confusione generale, mentre il Fuoco corre pazzamente intorno alla stanza in cerca del focolare, uno dei Pani Tondi da quattro libbre che non è riuscito a trovar posto nella madia, scoppia in singhiozzi urlando dallo spavento). Che cosa c'è?... IL PANE (piangendo) Non c'è più posto nella madia?... LA FATA (guardando dentro alla madia) Ma sì, ma sì.... (spingendo gli altri Pani che hanno ripreso il loro posto). Via, presto, stringetevi un po'.... (Bussano di nuovo alla porta). IL PANE (smarrito, sforzandosi invano di entrare nella madia) Non c'è rimedio.... Mi mangeranno prima degli altri! IL CANE (saltando intorno a Tyltyl) Mio piccolo dio!... Io son sempre qui!... Posso parlare ancora!... Ancora! ancora! ancora... LA FATA Come, anche tu?... Sei sempre qui?... IL CANE Ho avuto fortuna!... Non sono potuto tornare nel silenzio. La botola si è chiusa troppo presto.... LA GATTA E la mia pure.... Che cosa succederà?... Siamo forse in pericolo?... LA FATA Ecco, debbo dirvi la verità: tutti quelli che accompagneranno i due bambini, moriranno alla fine del viaggio.... LA GATTA E quelli che non li accompagneranno?... LA FATA Sopravviveranno pochi minuti.... LA GATTA (al Cane) Vieni, rientriamo nella botola.... IL CANE No, no, non voglio!... Voglio accompagnare il mio piccolo dio!... Voglio parlargli sempre!... LA GATTA Scimunito!... (Bussano di nuovo alla porta). IL PANE (piangendo a calde lacrime) Non voglio morire alla fine del viaggio!... Voglio tornar subito dentro la madia!... IL Fuoco (che nel frattempo non ha smesso un istante di correre vertiginosamente intorno alla stanza, con sibili d'angoscia) Non trovo più il focolare!... L'ACQUA (tentando invano di rientrare nella cannella) Non mi riesce più di rientrare nella, cannella!... Lo ZUCCHERO (affannandosi intorno all'involucro di carta) Ho lacerato la, carta che m'involtava... IL LATTE (linfatico e pudico) Mi hanno rotto il bricco! LA FATA Che stupidi, Dio mio!... Stupidi e vili.... Preferireste dunque di continuare a vivere in quelle brutte scatole, nelle botole o dentro alle cannelle piuttosto che accompagnare i bambini nella ricerca dell'Uccellino Azzurro?... TUTTI (eccettuati il Cane e la Luce) Sì, sì! Lo preferiamo!... Oh, la mia cannella!... La mia madia!... Il mio focolare!... La mia botola!... LA FATA (alla Luce, che contempla pensosa i resti della sua lampada infranta) E tu, Luce, che cosa ne pensi?... LA LUCE Io accompagnerò i bambini.... IL CANE (abbaiando di gioia) Anch'io!... anch'io!... LA FATA Meno male! È troppo tardi, in ogni modo, per tornare indietro. Non sta più in voi di scegliere; perciò verrete tutti con noi.... Ma tu, Fuoco, abbi cura di non avvicinarti a nessuno; e tu, Cane, non punzecchiare la Gatta e tu, Acqua, procura di star bene diritta e di non sgocciolare dappertutto.... (Si odono novamente dei colpi violenti alla porta di destra) TYLTYL (ascoltando) È il babbo, di nuovo.... Questa volta si è alzato davvero, lo sento camminare.... LA FATA Usciamo dalla finestra.... Verrete tutti a casa mia, e cercherò di vestire come si conviene gli animali e le cose.... (Al Pane) Tu, Pane, prendi la gabbia nella quale metteremo l'Uccellino Azzurro.... L'affido a te.... Presto, presto, non perdiamo tempo.... (La finestra si allunga a un tratto e si trasforma in una porta. Escono tutti, dopo di che la finestra riprende la sua forma primitiva, e si richiude come se nulla fosse. La stanza è ritornata buia, e i due lettini sono immersi nell'ombra. L'uscio a destra si schiude, e attraverso lo spiraglio fanno capolino Babbo Tyl e Mamma Tyl). IL BABBO Non era nulla, te lo dicevo.... è il grillo che canta.... LA MAMMA Li vedi?... IL BABBO Sì. Dòrmono quieti quieti.... LA MAMMA Li sento respirare.... (L'uscio si richiude). CALA LA TELA

(Entra la Gatta) LA GATTA (salutando giro giro gli alberi) Buongiorno a tutti!... MORMORIO DI FOGLIE Buongiorno!.... LA GATTA È una gran giornata, questa.... Il nostro nemico sta per venire; scatenerà la vostra forza, dandosi egli stesso in vostra balia.... Tyltyl, il figliuolo del taglialegna, che vi ha, sempre fatto tanto male.... Egli va cercando l'Uccellino Azzurro che voi nascondete all'Uomo fin dal principio del mondo, e che solo conosce il nostro segreto.... (Mormorio tra il fogliame). Che cosa dite?... E la voce del Pioppo.... Sì, egli possiede un Diamante grazie al quale può liberare per un istante i nostri spiriti.... Chi parla? Ah, è la Quercia.... Come state? (Mormorio tra le foglie della Quercia). Sempre raffreddata?... La Liquorizia non vi cura più?... Sempre i soliti reumatismi?... Colpa del muschio: ne avete troppo, ai piedi.... L'Uccellino Azzurrò è sempre da voi?... (Mormorio tra le foglie della Quercia). Come? Sì, non c'è da esitare; bisogna approfittare, di questa circostanza, e farlo sparire.... (Mormorio tra le foglie). Che cosa avete detto? Sì, è con la sua sorellina; deve morire anche lei.... (Mormorio tra le foglie). Sì, il Cane è con loro: non c'è verso di allontanarlo.... (Mormorio tra le foglie). Come? Corromperlo, dite? Impossibile. Ho già tentato con ogni mezzo.... (Mormorio fra le foglie). Ah, sei tu, Abete?... Si prepara pure quattro assi.... Sì, sì, ci sono anche il Fuoco, lo Zucchero, l'Acqua, il Pane.... Tengono tutti dalla nostra parte, tranne il Pane che è ancora incerto.... La Luce sola è favorevole all'Uomo; ma essa non verrà.... Ho dato ad intendere ai due bambini che dovevano fuggire di nascosto mentre essa dormiva..... È un'occasione unica.... (Mormorio tra le foglie). Senti!.. è la voce del Faggio!... Sì, avete ragione bisogna avvertire gli Animali.... Il Coniglio ha il tamburo? è qui con voi?... Ebbene, che suoni a raccolta, subito.... Eccoli!... (Si sente dileguare in lontananza il rullo. del tamburo del Coniglio. Entrano Tyltyl, Mytyl e il Cane). TYLTYL È qui che si deve venire?... LA GATTA (precipitandosi incontro ai bambini, premurosa, con fare ossequioso, dolciastro) Ah, eccovi finalmente, padroncino mio!... Che buon aspetto avete, come siete bello stasera! Vi ho preceduto per annunziare il vostro arrivo.... Va, tutto benissimo. Questa volta vedrete che lo troveremo, l'Uccellino Azzurro! Ne sono certa.... Ho ordinato or ora al Coniglio di chiamare a raccolta, al rullo del tamburo, gli Animali del paese.... Si sentono già muovere tra il fogliame.... Udite.... Sono un po' timidi e non hanno coraggio di farsi avanti.... (Rumori di animali diversi: vacche, porci, cavalli, asini ecc. A bassa voce a Tyltyl, prendendolo in disparte). Ma perchè avete condotto con voi il Cane?... Ve l' ho già detto, è in pessimi rapporti con tutti, perfino con gli alberi.... La sua sgradita presenza comprometterà, temo, ogni cosa.... TYLTYL Non mi è riuscito di sbarazzarmene.... (Al Cane, in tono minaccioso). Vuoi andartene una buona volta, brutta, bestiaccia!... IL CANE Chi? Io?... Perché?... Che cosa ho fatto di male?... TYLTYL Vattene, ti ripeto!... Non sappiamo che farcene di te.... Ci sei venuto a noia, ecco!... IL CANE Starò zitto.... Ti seguirò da lontano.... Nessuno mi vedrà.... Vuoi che mi metta a fare qualche bravura?... LA GATTA (a bassa voce, a Tyltyl) E voi tollerate una simile disobbedienza?... Dategli due o tre bastonate sul naso!... È proprio insopportabile.... TYLTYL (picchiando il Cane) To', così imparerai a obbedire! IL CANE (urlando) Ahi! ahi! ahi! TYLTYL Sei contento ora?... IL CANE Grazie per avermi picchiato!... Voglio abbracciarti!... (Abbraccia Tyltyl, e lo accarezza con affettuosa violenza). TYLTYL Andiamo, via.... va bene, ma ora basta.... Vattene!... MYTYL No, no, veglio che resti qui.... Ho tanta paura quando non c'è!... IL CANE (con un balzo si slancia su Mytyl, la getta quasi a terra coprendola di carezze violente e ardenti) Oh, che buona bambina!... Com'è bella! Com' è buona!... Bella, cara!... Voglio abbracciarti!... Ancora! Ancora! Ancora!... LA GATTA Sciocco!... Basta, la vedremo.... Non perdiamo altro tempo, ora.... Girate il Diamante!... TYLTYL Dove deve collocarmi?... LA GATTA In quel raggio di luna: così ci vedrete meglio.... Ecco, giratelo lentamente.... (Tyltyl gira il Diamante: e tosto un lungo fremito agita i rami e le foglie degli alberi. I tronchi più antichi e più grossi si schiudono per lasciar passare l'anima che ciascuno d'essi rinserra. L'aspetto di queste anime varia secondo l' aspetto e il carattere dell' albero che rappresentano. L'anima dell'Olmo, per esempio, è una specie di gnomo asmatico, panciuto, bisbetico; quella del Tiglio è placida, familiare, gioviale; quella del Faggio, elegante e agile; quella della Betulla, bianca, riservata, inquieta; quella del Salice, triste, scapigliata, piagnucolosa; quella dell'Abete, lunga, snella, taciturna; quella del Cipresso, tragica; quella del Castagno, pretensiosa, un po' snob; quella del Pioppo, allegra, ingombrante, chiacchierona... Alcune escono da loro tronco con lentezza, intormentite, stirandosi come dopo una prigionia o un sonno secolare; altre ne scappano fuori d'un balzo, vivaci, sollecite. Si raggruppano tutte intorno ai due bambini, pur restando ciascuna vicina il più possibile all'albero che le ha dato la vita). IL PIOPPO (accorrendo per primo e gridando a perdifiato) Degli Uomini!... Dei piccoli Uomini! Potremo parlare con essi!... È finita l'epoca del Silenzio!... È finita!... Di dove vengono?... Chi sono?.... (Al Tiglio, che s'inoltra fumando tranquillamente la pipa). Li conosci tu, compare Tiglio?... IL TIGLIO Non ricordo di averli mai veduti.... IL PIOPPO Come ?... Tu, li conosci tutti, gli Uomini; passeggi sempre intorno alle loro case.... IL TIGLIO (osservando i bambini) No, no, vi assicuro, non li conosco.... Sono ancora troppo piccini.... Io conosco bene soltanto gl'innamorati, che vengono a trovarmi al lume di luna; oppure i bevitori di birra ai quali è caro bere sotto le mie fronde.... IL CASTAGNO (altezzoso, aggiustandosi il monocolo) Chi sono?... Dei poveri contadini?... IL PIOPPO Eh già, voi, signor Castagno, da quando non vi degnate di frequentare se non i boulevards delle grandi città. IL SALICE (avanzandosi, in zoccoli, gemendo) Dio mio!... Dio mio!... Mi hanno di nuovo tagliata la testa per farne delle fascine!... IL PIOPPO Silenzio!... La Quercia esce dal suo palazzo!.. Ha l'aspetto sofferente stasera.... Non vi pare che sia invecchiata?... Quanti anni avrà?... L'Abete dice che ha quattromila anni, ma certo esagera.... Attenti, ora sta per parlare (La Quercia s'inoltra lentamente. È vecchia decrepita, coronata di vischio. Indossa una lunga veste verde ricamata di muschio e di lichene. È cieca. S' appoggia da un lato a un bastone nodoso, dall'altro a un Querciolo giovinetto che le fa da guida. L'Uccellino Azzurro se ne sta appoliaiato sulla sua spalla. Al suo avvicinarsi, gli alberi si allineano rispettosamente su due lati, inchinandosi). TYLTYL Ha con sè l'Uccellino Azzurro!... Presto! Presto! Datemelo!.. GLI ALBERI Silenzio!... LA GATTA (a Tyltyl) Giù il cappello! E la Quercia?... LA QUERCIA (aTyltyl) Chi sei?... TYLTYL Sono Tyltyl, signora.... Quando potrò prendere l'Uccellino Azzurro?... LA QUERCIA Tyltyl, il figliuolo del taglialegna?... TYLTYL Si, signora.... LA QUERCIA Tuo padre mi ha fatto sempre del male.... Per dire solo della mia famiglia, mi ha ucciso seicento figli, quattrocentosettantacinque fra zii e zie, milleduecento cugini e cugine, trecentottanta nuore e dodicimila nipotini TYLTYL Io non ne so nulla, signora. Son sicuro però che non l'avrà fatto apposta.... LA QUERCIA E tu, che cosa vieni a fare qui, e perchè hai fatto uscire le nostre anime dalle loro dimore? TYLTYL Mi scusi, signora, se l'ho disturbata.... Ma la Gatta mi aveva assicurato che lei mi avrebbe detto dove si trova l' Uccellino Azzurro.... LA QUERCIA Già, lo so, tu vai cercando l'Uccellino Azzurro, che è quanto dire il grande segreto di tutte le cose e della felicità, perchè gli Uomini possano rendere ancora più dura la nostra schiavitù.... TYLTYL No, no, signora; lo cerco per la bambina della Fata Beriluna, che è tanto malata.... LA QUERCIA (imponendo silenzio a Tyltyl) Basta così?... Ma dove sono gli animali?... Non li sento.... Eppure questa faccenda interessa loro quanto noi.... Non dobbiamo, noialtri Alberi, assumere soli la responsabilità delle decisioni gravissime che dovranno essere prese.... Il giorno in cui gli Uomini sapranno che abbiamo messo in atto quanto decideremo or ora di fare, si vendicheranno ferocemente... Bisogna dunque esser tutti d'accordo nell'azione, ora; e dopo, nel mantenere su di essa, il silenzio più assoluto.... L'ABETE (guardando al disopra degli altri alberi) Ecco, vengono gli animali!... Il Coniglio è alla testa.... Ecco l'anima del Cavallo, del Toro, del Bove, della Vacca, del Lupo, del Montone, del Porco, del Gallo, della Capra, dell'Asino e dell'Orso.... (Le anime degli animali, via via che l'Abete le nomina, si avanzano e si mettono a sedere fra gli alberi, meno l'anima della Capra che continua a vagabondare qua e là, e quella del Porco, che si mette a grufolare fra le radici). LA QUERCIA Ci sono tutti?... IL CONIGLIO La Gallina non ha potuto lasciare le sue uova; la Lepre sta facendo alle corse; il Cervo ha male alle corna; la Volpe è indisposta qua c'è il certificato medico --; l'Oca non ha capito di dover venire, e il Tacchino è andato in collera.... LA QUERCIA Queste assenze sono deplorevoli.... Però siamo in numero sufficiente.... Voi sapete già fratelli miei, di che si tratta.... Questo bambino, grazie a un talismano carpito alle potenze della Terra, ha il potere d' impadronirsi del nostro Uccellino Azzurro, e strapparci così il segreto che custodiamo fino dall'origine della Vita.... Ora, conosciamo abbastanza l'Uomo; per non dubitare della sorte che ci sarà riservata quand'egli sarà in possesso del nostro segreto.... Ogni esitazione da parte nostra sarebbe dunque, oltre che stupida, delittuosa. Il momento è grave; bisogna far sparire il bambino, prima che sia troppo tardi.... Che cosa dice?... IL CANE (gironzolando intorno alla Quercia e mostrando i denti) Li vedi i miei denti, brutta vecchiaccia?... IL FAGGIO (con indignazione) Osa insultare la Quercia!... LA QUERCIA È il Cane?... Cacciatelo via!... Non dobbiamo tollerare la presenza fra noi di un traditore!... LA GATTA (piano a Tyltyl) Mandate via il Cane.... C'è un malinteso.... Lasciate fare a me, accomoderò io la faccenda.... Ma intanto mandatelo via subito.... TYLTYL (al Cane) Vattene: hai capito?... IL CANE Permettimi prima di strapparle le pantofole di muschio, a quella vecchia gottosa!... Voglio ridere un po'!... TYLTYL Zitto!... Via di qua!... Ma vattene dunque una buona volta, brutta bestiaccia!... IL CANE Va bene, va bene, me ne andrò, sì.... Tornerò quando avrai bisogno di me.... LA GATTA (a bassa voce, a Tyltyl) Sarebbe più prudente metterlo a catena, altrimenti farà qualche sciocchezza.... Gli Alberi andranno in collera e chi sa che cosa, succederà. TYLTYL Non so come fare, ho perduto il guinzaglio.... LA GATTA Ecco l'Edera che si avvicina: porta con se dei solidi lacci.... IL CANE (brontolando) Ma tornerò, tornerò, non dubitiate!.. Gottosa!... Vecchia catarrosa!... Siete una massa di rammolliti, di radici decrepite.... È la Gatta che mena la faccendal... Ma, me la pagherà?... Cosa' vai borbottando, tu, Giuda! Tigre! Traditrice!... Bau! Bau! Bau!... LA GATTA Sentite, e insulta tutti quanti.... TYLTYL È vero, è insopportabile, non si può più Signora Edera, vorrebbe avere la cortesia di legarlo ?... L' EDERA (avvicinandosi timorosa al Cane) Ma non morderà?.... IL CANE (ringhioso) Anzi, anzi!... Ti abbraccerà!... Aspetta, aspetta, ora vedrai... Vieni, vieni avanti, ammasso di vecchie cordacce!... TYLTYL (minacciandolo col bastone) Bada, Tylô!... IL CANE (strisciando ai piedi di Tyltyl e agitando la coda) Che cosa devo fare, mio piccolo dio?... TYLTYL A cuccia!... Obbedisci all'Edera. Lasciati legare: se no.... IL CANE (borbottando fra i denti, mentre l'Edera lo lega strettamente) Corda da impiccati!... Laccio da vitelli!... Catena da porci!... Guarda, guarda che cosa mi fa, mio piccolo dio.... Mi taglia le gambe.... Mi strozza!... TYLTYL Peggio per te!... L' hai voluta: ben ti sta. Zitto lì, quieto!... Sei insopportabile!.. IL CANE Va, bene: però t'inganni, sai, sul loro conto.... Hanno delle cattive intenzioni.... Guàrdati, mio piccolo dio!... Ah, mi chiude la bocca.... Non posso più parlare!... L'EDERA (dopo aver legato solidamente il Cane) Dove devo portarlo?... L' ho imbavagliato ben bene.... Non può più muoversi.... LA QUERCIA Legalo stretto qua sotto, dietro al mio tronco, alle mie radici.... Vedremo poi che cosa converrà di fare.... (L'Edera, aiutata dal Pioppo, porta il Cane dietro al tronco della Quercia). L'avete legato?... Ebbene, ora che ci siamo liberati da questo testimonio fastidioso, da questo rinnegato, deliberiamo secondo la nostra giustizia e la nostra verità..... Non ve lo nascondo: sono profondamente, penosamente commossa.... Per la prima volta ci è dato di giudicare l'Uomo e di fargli sentire la, nostra, potenza. Dopo tutto il male che ci ha fatto, dopo le mostruose ingiustizie patite, non rimane il minimo dubbio, credo, sulla, sentenza che sarà pronunziata... (Tutti gli Alberi e tutti gli Animali, in coro) No, no, no!... Nessun dubbio!... L'impiccagione!... La morte!... C'è troppa ingiustizia! L'Uomo ha abusato troppo di noi!... E da troppo tempo ormai!... Schiacciarlo, bisogna! Divorarlo!... Subito!... Subito!... TYLTYL (alla Gatta) Perchè gridano così?... Che cosa vogliono?... LA GATTA Non ci badare.... Sono un po' arrabbiati perchè la Primavera è in ritardo.... Lascia fare a me, accomoderò tutto io.... LA QUERCIA Questa unanimità era prevedibile.... Ora si tratta di sapere, per evitare ogni rappresaglia, quale sarà, il supplizio più pratico, più facile, più spiccio e sicuro; che lascerà, dietro di sè minori tracce accusatrici, quando gli Uomini ritroveranno il piccolo cadavere nella foresta TYLTYL Che cosa significa tutto questo? A che cosa mirano?... Comincio ad essere seccato. La Quercia deve darmi l'Uccellino Azzurro, poichè ce l' ha: e basta.. IL TORO (avanzandosi) Il sistema più pratico e più sicuro è una buona cornata nello stomaco. Volete che mi butti addosso a lui?... LA QUERCIA Chi parla?... LA GATTA Il Toro. LA VACCA Farebbe meglio a starsene tranquillo.... Io, Per esempio, mi guardo bene dall'immischiarmi in questa faccenda.... Devo mangiare tutta l'erba di quel prato che si vede laggiù, illuminato dalla, luna.... Ho abbastanza da fare.... IL BOVE Anch'io. In ogni modo, approvo tutto fino da ora.... IL FAGGIO In quanto a me, offro il mio più alto ramo per impiccarli.... L'EDERA E io il nodo scorsoio.... L'ABETE E io le quattro assi per la piccola bara.... IL CIPRESSO E io la concessione perpetua.... IL SALICE Il mezzo più semplice sarebbe di affogarli in uno dei miei fiumi.... Me ne incarico io.... IL TIGLIO (in tono conciliante) Via, via, è proprio necessario giungere a questi estremi?... Sono così giovani ancora!... Basterebbe semplicemente impedir loro di nuocere, imprigionandoli in un recinto chiuso che m'incaricherei di costruire io stesso piantandomi tutt'intorno.... LA QUERCIA Chi parla così?... Mi par di riconoscere la voce melata del Tiglio.... L'ABETE Infatti.... LA QUERCIA C'è dunque un rinnegato fra noi, come fra gli Animali?... Non avevamo da deplorare finora se non la defezione degli Alberi fruttiferi ; ma essi non sono veri Alberi.... IL PORCO (girando intorno gli occhi ingordi) Io dico che bisogna prima di tutto mangiare la bambina.... Dev'essere così tenera?... TYLTYL Che dice quello là?... Aspetta, aspetta, canaglia!.... LA GATTA Non capisco con chi ce l'abbiano, ma mi pare che la faccenda prenda una cattiva piega.... LA QUERCIA Silenzio! Bisogna sapere chi di noi infliggerà il primo colpo; chi distoglierà dalle nostre cime il più grande pericolo che abbiamo mai corso dopo la nascita dell'Uomo.... L'ABETE Quest'onore tocca a voi, regina nostra e signora.... LA QUERCIA È l'Abete che parla?... Ahimè, sono troppo vecchia!... Sono cieca, inferma, e le mie braccia intorpidite non mi obbediscono più.... La gloria di compiere il nobile gesto della nostra liberazione spetta a voi, fratello mio, sempre verde, sempre dritto: a voi che vedeste nascere la maggior parte di questi alberi.... L'ABETE Vi ringrazio, madre mia venerata.... Ma siccome avrò già l'onore di seppellire le due vittime, temerei, accettando, di destare la giusta gelosia dei miei colleghi... Credo che, dopo di noi due, il Faggio sia il più antico e il più degno, quello che possiede la clava più potente..., IL FAGGIO Sono tutto imporrito, lo sapete, e la mia clava, non è punto sicura.... L'Olmo e il Cipresso, piuttosto, hanno delle armi potenti.... L' OLMO Non chiederei di meglio: ma posso appena reggermi in piedi.... Una talpa, questa notte, mi ha storto il pollice del piede.... IL CIPRESSO In quanto a me, son pronto a tutto.... Ma anch' io, come il mio buon fratello Abete, avrò, se non il privilegio di seppellirli, quello almeno di piangere sulla loro tomba.... Accumulerei illegittimamente troppi onori.... Domandate piuttosto al Pioppo.... IL PIOPPO A me? Dite sul serio?... Ma se il mio legno è più tenero delle carni di un bambino!... poi, non so che cosa io abbia, oggi.... Tremo dalla febbre.... Guardate le mie foglie.... Forse ho preso freddo stamani, al levar del sole. LA QUERCIA (con uno scoppio d' indignazione) Avete paura dell' Uomo, questa è la verità!... Perfino questi due bambini, soli e senza armi, v'incutono il terrore misterioso che fece sempre di noi gli schiavi che siamo!... Ebbene, no!... Basta!... Poichè è così, e d'altra parte l' occasione è unica, andrò io, sola, vecchia, rattrappita, tremante, cieca come sono, contro il nemico ereditario!... Dov'è?... (Si avanza a tastoni, appoggiandosi al bastone, incontro a Tyltyl). TYLTYL (estraendo di tasca il coltello) Ce l' ha con me quella vecchiaccia, col bastone?... (Alla vista del coltello tutti gli Alberi, con un urlo di terrore s'intromettono fra i due trattenendo la Quercia). GLI ALBERI Ha il coltello!... Badate!... Ha il coltello!.., LA QUERCIA (dibattendosi) Lasciatemi!... Che m' importa del coltello o dell'ascia!... Chi mi trattiene?... Come!... 128 Siete qui tutti?... Come, voi tutti volete.... (Gettando via il bastone). Ebbene, sia!.... Vergogna!... Lasciamo dunque agli animali il còmpito di liberarci!... IL TORO SI!... Me ne incarico io!... E con una sola cornata!... IL BOVE e la VACCA (trattenendolo per la coda) Di che cosa t' immischi, tu?... Non fare sciocchezze!... È un affare sballato!... Andrà a finir male.... Riderà bene chi riderà l'ultimo!... Lascia andare.... Tocca agli Animali selvatici.... IL TORO No, no!... Tocca a me!... Aspettate!... Ma tenetemi, fermo, dunque, se no succede qualche guaio!... TYLTYL (a Mytyl, che getta acute grida) Non temere!... Mettiti qua, dietro a me... Ho il coltello.... IL GALLO Èspavaldo il piccino!... TYLTYL Dunque, è proprio vero, ce l'hanno con me?... L'ASINO Ma certo, piccino mio. Ce n'è voluto, perchè tu capissi!... IL PORCO Puoi dire le tue preghiere; è giunta la tua ultima ora.... Ma non cercare di nascondere la piccina.... Voglio godermela intanto con gli occhi.... La mangerò per la prima.... TYLTYL Che cosa vi ho fatto dunque?... IL MONTONE Nulla, piccino mio.... Hai soltanto mangiato il mio fratellino, le mie due sorelle, i miei tre zii, mia zia, il nonno, la nonna.... Aspetta, aspetta che ti buttino in terra, e ti accorgerai se ho denti anch'io.... L'ASINO E io buoni zoccoli!... IL CAVALLO (scalpitando con fierezza) Vedrete.... quello che vedrete!... Preferite che lo dilanii coi denti o che l'abbatta a forza di calci?... (Si avanza fieramente verso Tyltyl, che si difende mostrando il coltello. Ma a un tratto, preso da panico, il Cavallo volta il dorso MAURICE MAETERLINK. L'Uccellino Azzurro. 9 e fugge a gambe levate). Ah, cosi no!... Non è giusto!... Non è buon giuoco!... Si difende.... IL GALLO (che non può nascondere la sua ammirazione) È coraggioso, però, il piccino!... IL PORCO (all'Orso e al Lupo) Precipitiamoci su di loro tutti insieme.... Io vi sosterrò per di dietro.... Li getteremo a terra, e allora ci divideremo fra tutti la piccina.... IL LUPO Attirateli da quella parte.... Io, intanto faccio una manovra avvolgente.... (Gira dietro a Tyltyl, lo investe e lo getta quasi lungo disteso per terra). TYLTYL Giuda!... (Si rialza a mezzo, sorreggendosi su un ginocchio; indi, brandendo il coltello, copre, come può, col proprio corpo la sorellina la quale, atterrita, urla disperatamente. Vedendolo quasi a terra, tutti gli Animali e gli Alberi si precipitano su di lui tentando di colpirlo. Tyltyl invoca aiuto, gridando). A me!... A me!... Tylô! Tylô!... Dov'è la Gatta?... Tylô!... Tylette! Tylette!... Venite! Venite qua!... LA GATTA (in disparte, ipocritamente) Non posso.... M'hanno schiacciata una zampa.... TYLTYL (parando i colpi e difendendosi come può) A me!... Tylô! Tylô!... Non ne posso più!... Sono troppi!.. C'è l'Orso! Il Porco! Il Lupo! L'Asino! L'Abete! Il Faggio!... Tylô! Tylô! Tylô!... (Il Cane, trascinando con sè i lacci spezzati, balza, fuori di dietro al tronco della Quercia, e sgominando Alberi e Animali si getta davanti a Tyltyl, e lo difende rabbiosamente). IL CANE (dando morsi a destra e a sinistra) Eccomi, eccomi, mio piccolo dio!... Non aver paura! Forza!... Ho buoni denti, io!... Tieni, questo è per te, Orso, nel tuo grosso deretano!... Su, chi ne vuole ancora?... Questo è per te, Porco, e. questo per te, Cavallo, e questo per la tua coda, Toro! Ecco! Ho dilaniato i calzoni del Faggio e la sottana della Quercia!... L'Abete se la dà a gambe.... Che fatica, però .. TYLTYL (accasciato) Non ne posso più!... Il Cipresso m'ha dato un gran colpo sulla testa.... IL CANE Ahi!... Questo è un colpo del Salice.... Mi ha, rotto una gamba!... TYLTYL Tornano alla carica, tutti quanti!... Questa volta, li guida il Lupo.... IL CANE Aspetta, aspetta che lo stritolo! IL LUPO Imbecille !... Sei nostro fratello!... I suoi genitori hanno affogato i tuoi cuccioli!... IL CANE Hanno fatto bene!.... Tanto meglio!... Perchè somigliavano a te ! TUTTI GLI ALBERI E TUTTI GLI ANIMALI Rinnegato!... Sciocco!... Traditore! Fellone! Balordo!... Giuda!... Lascialo! A morte! A noi! IL CANE (ebro di ardore e di abnegazione) No, no!... Solo contro tutti!... No, no!... Fedele al mio piccolo dio! al migliore! al più grande!... (A Tyltyl) Attento, ecco l'Orso!... Diffida del Toro.... ora gli salto al collo.... Ahi!... Che calcio!... L'Asino m' ha spezzato due denti.... TYLTYL Non ne posso più, Tylô.... Ahi!... Il Pioppo mi ha colpito.... Guarda, mi sanguina la mano... È stato il Lupo, o il Porco.... IL CANE Aspetta, mio piccolo dio.... Lascia che ti baci.... Qua, una buona leccata.... Ti guarirà.... Sta' qui dietro di me.... Non osano più avvicinarsi.... Sì! Eccoli, tornano!... Ora la faccenda si fa seria!... Teniamo duro!... TYLTYL (lasciandosi cadere a terra) No, non ne posso più.... IL CANE Vien qualcuno!... Lo sento all'odore.... TYLTYL Di dove?... Chi?... IL CANE Di laggiù!... Ah, è la Luce!... Ci ha ritrovati!... Siamo salvi, mio piccolo re!... Abbracciami!... Salvi!... Guarda!... Si mettono in guardia.... Si scostano.... Hanno paura!... TYLTYL La Luce!... La Luce!... Vieni dunque!... Presto!... Si sono ribellati!... Tutti contro di noi!... (Entra la Luce; via via che s'inoltra, l'Aurora si alza sulla foresta, che ne è tutta illuminata). LA LUCE Che cosa succede? Che cos'è? Ma, disgraziato, non lo sapevi?... Gira il Diamante! Rientreranno così nel Silenzio; e nell'Oscurità: e tu non vedrai più i loro sentimenti.... (Tyltyl gira il Diamante. Ed ecco, tutte le anime degli Alberi si precipitano nei rispettivi tronchi, che tosto si richiudono. Anche le anime degli Animali spariscono; e si vedono, lontano, una Vacca e un Montone pascolare tranquillamente. La foresta riprende il suo aspetto innocente. Stupito, Tyltyl guarda intorno a sè). TYLTYL Dove sono andati?... Che cosa avevano?... Erano forse pazzi?... LA LUCE No, no, Sono sempre così: ma noi non lo sappiamo perchè non possiamo vedere dentro di loro.... Te l'avevo detto: è pericoloso destarli nella mia assenza.... TYLTYL (asciugando il coltello) Non c'è che dire: se non ci fosse stato il Cane, e se io non avessi avuto il coltello.... Ah, non avrei mai creduto che fossero così cattivi!... LA LUCE Come vedi, l'Uomo è solo contro tutti, nel mondo.... IL CANE Non ti sei fatto mica troppo male, mio piccolo dio?... TYLTYL Niente di grave.... In quanto a Mytyl, non l' hanno nè anche toccata.... Ma tu, piuttosto, mio povero Tylô!... Hai la bocca insanguinata, la zampa rotta.... IL CANE Non vale la pena di parlarne.... Domani non si vedrà più nulla.... Ma è stato un affar serio!... LA GATTA (sbucando fuori zoppicando, dal fitto di un cespuglio) Altro che serio!... Il Bove m'ha dato una cornata nel ventre.... Non si vede il segno, ma mi fa tanto male.... E la Quercia m'ha rotto una zampa.... IL CANE Quale? Mi piacerebbe di saperlo!... MYTYL (accarezzando la Gatta) Povera la mia Tylette!... Davvero?... Ma dov'eri?... Non ti ho vista.... LA GATTA (con ipocrisia) Sono rimasta ferita subito, mammina cara, mentre assalivo il Porco che voleva mangiarti.... La Quercia mi assestò allora quel colpo tremendo che m' ha stordita.... IL CANE (alla Gatta, fra i denti) In quanto a te, sai, ho da dirti due paroline.... Mai non perdi niente ad aspettare!... LA GATTA (con accento lamentoso a Mytyl) Mammina, lo senti? M'insulta.... Vuol farmi male.... MYTYL (al Cane) Vuoi o non vuoi lasciarla stare, bestiaccia?.... (Escono tutti). CALA LA TELA.

TYLTYL Quando piove restano a casa.... MYTYL Sono belle le loro case, di'?... TYLTYL Dicono che sieno molto piccine. MYTYL Danno dei bambini?... TYLTYL Certo: hanno tutti quelli che muoiono... MYTYL E di che cosa vivono?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 10 TYLTYL Mangiano le radici.... MYTYL Ma li vedremo davvero?... TYLTYL Certo. Quando si gira, il Diamante, si vede tutto. MYTYL E che cosa diranno?... TYLTYL Non diranno niente perchè non parlano.... MYTYL Perchè non parlano?... TYLTYL Perchè non hanno niente da dire.... MYTYL Perchè non hanno niente da dire?... TYLTYL Come sei noiosa!... (Silenzio). MYTYL Quando girerai il Diamante?... TYLTYL Lo sai che la Luce ha detto di aspettare la mezzanotte, perchè ai quell'ora si dà meno disturbo.... MYTYL Perchè si dà meno disturbo?... TYLTYL Perchè a quell'ora escono a prender aria.... MYTYL Non è ancora mezzanotte?... TYLTYL Lo vedi, l'orologio della chiesa?... MYTYL Sì, vedo anche la lancetta piccola.... TYLTYL Ebbene, a momenti sonerà la mezzanotte.... Ecco, ecco: senti?... (Battono dodici colpi). MYTYL Voglio andar via!... TYLTYL Non è il momento, ora, di andar via.... Ora giro il Diamante.... MYTYL No, no!... Non lo girare!... Voglio andar via!... Ho paura, fratellino mio, ho tanta paura.... TYLTYL Ma non c'è nessun pericolo.... MYTYL Non voglio vedere i morti!... Non li voglio vedere!... TYLTYL Va bene, non li vedrai. Chiuderai gli occhi. MYTYL (aggrappandosi a Tyltyl) Tyltyl, non posso!... Non è possibile!... Ora vengono fuori!.. TYLTYL Non tremare così.... Verranno fuori un momentino.... MYTYL Ma anche tu tremi!... Saranno spaventevoli a vedersi.... TYLTYL È l'ora; il tempo passa.... (Tyltyl gira il Diamante. Pausa angosciosa piena di silenzio e di attesa. Poi, lentamente, le croci cominciano a tentennare, i tumuli si schiudono, le lapidi si sollevano). MYTYL (rannicchiandosi presso Tyltyl) O Dio! Vengono fuori!... Eccoli!... (Allora, da tutte le tombe scoperchiate, sorge a poco a poco 'una strana fioritura, dapprima tenue e indistinta, quasi simile a vapor d'acqua, poi di un bianco verginale e via via più fitta e più alta, esuberante e maravigliosa, la quale gradatamente, irresistibilmente invade ogni cosa all' intorno, trasformando il cimitero in una specie di giardino incantato che sembra quasi preparato per un rito nuziale e sul quale brillano tosto i primi raggi del sole. La rugiada scintilla, sbocciano i fiori, il vento mormora tra le foglie, ronzano le api, gli uccelli si destano e inondano lo spazio dell'ebrezza dei loro inni al sole e alla vita. Stupefatti, abbagliati Tyltyl e Mytyl, tenendosi per la mano, vanno tra i fiori cercando le tombe). MYTYL (cercando tra l'erba) Dove sono i morti?... TYLTYL (cercando anch'egli) Non ci sono morti.... CALA LA TELA.

BIBLIOTECA DELLE GIOVANI ITALIANE MAURICE MAETERLINK L'UCCELLINO AZZURRO FIABA SECONDA EDIZIONE Illustrazione a colori, firmata da G. Grandi, raffigurante tre rose con foglie e la dicitura PER PIù VEDERE FELICE LE MONNIER - FIRENZE

(Tyltyl, Mytyl, il Cane, il Pane e lo Zucchero si raggruppano, dapprima alquanto intimiditi, a destra, al primo piano, intorno alla Luce. La Gatta, zitta zitta, va verso il fondo della scena, sempre a destra, solleva una tenda scura, e scompare). TYLTYL Chi sono quei signori così grassi che si divertono e mangiano tante cose buone? LA LUCE Sono i Piaceri più grandi della Terra, quelli che si vedono bene anche a occhio nudo. Non è probabile, ma potrebbe anche essere che l'Uccellino Azzurro si fosse per un istante smarrito fra loro. Perciò aspetta a girare il Diamante. Esploreremo prima, ad ogni buon fine, la sala da questa parte. TYLTYL E permesso avvicinarsi? LA LUCE Perchè no? Non sono cattivi, nonostante l'apparenza volgare e spesso maleducata. MYTYL Che buoni dolci stanno mangiando!... IL CANE E cacciagione! E salsicce! E cosciotti d'agnello e legato di vitella! (Con un tono che non ammette replica) Non esiste al mondo niente di più buono, niente di più bello, niente insomma che si passa paragonare al fegato di vitella! IL PANE Salvo i Pani tondi da quattro libbre impastati con fior di farina! Ne vedo lì di quelli proprio perfetti! Come sono belli!... Come sono belli!... Son più grossi di me.... Lo ZUCCHERO Chiedo mille scuse.... Permettetemi.... senza offendere nessuno, vorrei ricordarvi che tutti i dolci che formano la gloria di quella tavola, e che sono, oso dire, ciò che di più ricco e di più meraviglioso esiste in questa sala e forse nel mondo intiero.... TYLTYL Come sembrano felici e contenti!... E come gridano, e ridono, e cantano!... Mi pare che ci abbiano visto.... (Infatti una dozzina dei più grossi fra, tutti i Piaceri si sono alzati da tavola, e reggendosi il ventre si avanzano, faticosamente, verso il gruppo dei Bambini). LA LUCE Non temere: sono molto ospitali. Vedrai che t'inviteranno a pranzo.... Ma non accettare; non accettare nulla da loro, altrimenti corri il rischio di dimenticare la tua missione.... TYLTYL Come? Non possa accettare neppure un pasticcino?? Devono essere tanto buoni, tanto freschi! Sono così bene inzuccherati, guarniti di frutta candite e ricolmi di crema?... LA LUCE Sì, ma sono pericolosi; spezzerebbero la tua volontà. Bisogna saper sacrificare qualche cosa al dovere che si sta compiendo. Ringrazia gentilmente, ma rifiuta con fermezza. Eccoli.... IL PIÙ GRASSO FRA TUTTI I PIACERI (tendendo la mano a Tyltyl) Buongiorno, Tyltyl!... TYLTYL (sorpreso) Come! Mi conoscete?... Chi siete?... IL GRASSO PIACERE Sono il più grande fra tutti i Piaceri: Piacere-d'esser-ricco; e vengo in nome dei miei fratelli a pregare voi e la vostra, famiglia di voler onorare con la vostra presenza il nostro eterno festino. Troverete i migliori rappresentanti dei veri e grandi Piaceri di questa Terra. Permettete che vi presenti i personaggi più importanti. Ecco mio genero, il Piacere- d'esser-proprietario, che ha il ventre a pera. Ecco il Piacere-dell'amor-proprio-sodisfatto, dalle gote gonfie. (Quest'ultimo saluta con aria di protezione). Ecco i due gemelli: il Piacere- di-bere-quando-non-si-ha-più-sete e il Piacere- di-mangiare-quando-non-si-ha-più-fame; hanno le gambe di pasta frolla. (I due salutano barcollando). E questo è il Piacere-di-non-saper-nulla, sordo come una lima, e il Piacere-di-non-comprendere- nulla che è cieco come una talpa. Ecco il Piacere-di-non-far-nulla, e il Piacere- di-dormire-più-del-necessario; hanno entrambi le mani di midolla, di pane e gli occhi di gela, Lina, di pesca. Ed ecco finalmente il Riso- Sciocco, dalla bocca che gli arriva agli orecchi: è proprio irresistibile.... (Il Riso-Sciocco saluta torcendosi dalle risa). TYLTYL (additando un Grasso Piacere che se ne sta in disparte) E quello là, che non ha il coraggio di avvicinarsi e che ci volta le spalle ?... IL GRASSO PIACERE Non insistere... È un po' impacciato, e non è opportuno presentarlo a dei bambini.... (A Tyltyl, afferrandogli le mani) Vieni, vieni! s'inizia il festino. Ricominciarne per la dodicesima volta dall'alba in qua. Non si aspetta che voi, ormai.... Non sentite i convitati che vi chiamano ad alta voce?... Non posso presentarveli tutti perchè son troppi.... (offrendo il braccio ai due bambini) Lasciate che vi conduca ai due posti d'onore.... TYLTYL Mille grazie, signor Grasso Piacere.... Mi rincresce molto.... ma non posso proprio accettare, questa, volta.... Abbiamo molta fretta ; stiamo cercando l'Uccellino Azzurro.... Per caso, non sapreste dirci dove si è nascosto? IL GRASSO PIACERE L'Uccellino Azzurro?... Aspettate un momento.... Sì, sì, mi ricordo.... Ne ho sentito parlare molto tempo fa.... Dev'essere un uccello non commestibile.... Certo, non l'ho mai visto sulla, nostra tavola: il che significa che non è tenuto in gran conto.... Ma che ve ne importa? Abbiamo mille altre cose molto migliori.... Parteciperete alla nostra vita, vedrete tutto quello che stiamo facendo. TYLTYL Che cosa fate? IL GRASSO PIACERE Siamo sempre occupatissimi a non far nulla.... Non abbiamo un minuto di riposo.... Dobbiamo bere, dobbiamo mangiare, dobbiamo dormire.... Tutto questo ci porta via tutto il tempo disponibile.... TYLTYL È una cosa divertente ? IL GRASSO PIACERE Sì, certo.... D'altra parte, poichè non c'è altro da fare su questa Terra.... LA LUCE Ne siete, sicuri?... IL GRASSO PIACERE (indicando la Luce, a bassa voce a Tyltyl) Chi è quella giovane così maleducata?... (Durante questo dialogo, una folla di Grassi Piaceri secondari si è fatta intorno al Cane, allo Zucchero e al Pane, e li ha trascinati con sè nell'orgia. Tyltyl li scorge a un tratto fraternamente seduti a tavola con i loro ospiti, intenti a mangiare e a bere dimenandosi pazzamente). TYLTYL Ma guarda un po', Luce!... Si sono seduti a tavola!... LA LUCE Chiamali! Altrimenti andrà a finir male.... TYLTYL Tylô!... Qua, Tylô! Qua subito, hai capito?... E voi laggiù, Zucchero e Pane, chi vi ha dato il permesso di lasciarmi?... Che cosa state facendo costì, senza la mia, autorizzazione? IL PANE (con la bocca piena) Non potresti parlarci con più cortesia?... TYLTYL Come! Il Pane si permette di darmi del tu?... Ma che cosa ti passa per la testa?... E tu, Tylô?... Così si obbedisce? Svelto, qua subito, a cuccia, a cuccial... Subito, hai inteso?... IL CANE (sottovoce, dal capo della tavola) Io, quando mangio, non ci sono per nessuno, non ho orecchi per niente e per nessuno.... Lo ZUCCHERO (con tono mellifluo) Scusatemi, ma come potremmo lasciare a un tratto, senza offenderli, degli ospiti tanto cortesi?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 11 IL GRASSO PIACERE Vedi?... Ti danno il buon esempio.... Vieni, ti aspettano.... Non ammettiamo scuse.... Ti faremo dolce violenza.... Avanti, voi tutti, Grassi Piaceri, aiutatemi.... Spingiamoli per forza verso la tavola, per obbligarli ad essere felici contro la loro stessa volontà!... (Tutti i Grassi Piaceri, con salti e grida di gioia, trascinano i bambini che tentano di divincolarsi, mentre il Riso-Sciocco afferra arditamente la Luce per la vita). LA LUCE Gira il Diamante, presto. È ora!... (Tyltyl obbedisce all'ordine della Luce, e la scena s'illumina tosto di una luce purissima, divinamente rosea, armoniosa e leggera. Gli ornamenti massicci del primo piano, i pesanti drappeggi rossi cadono e scompaiono. Al loro posto appare un fantastico e dolce giardino di sogno pieno di pace e di serenità. Qualche cosa che somiglia a un palazzo di verzura dalle armoniche prospettive nel quale tutto, dalla magnificenza del fogliame lussureggiante e luminoso, esuberante e nondimeno composto, all'ebrezza virginale dei fiori, alla fresca gaiezza delle acque scorrenti e zampillanti per ogni dove, sembra portare fino agli estremi confini dell'orizzonte l'immagine stessa della felicità. La tavola dell'orgia sprofonda nel terreno senza lasciare traccia. Al soffio luminoso che invade la scena, i velluti, i broccati, le corone dei Grassi Piaceri, nonchè le loro maschere ilari, si lacerano e cadono ai piedi dei convitati stupefatti. I quali rapidamente sgonfiano a guisa di vesciche scoppiate, si guardano l'un l'altro sbattendo gli occhi offesi dai raggi a loro ignoti; finchè, vedendosi quali sono in realtà, cioè nudi, flosci, ributtanti e compassionevoli, si mettono a urlare dallo spavento e dalla vergogna. Tra questi urli si distinguono nettamente quelli del Riso-Sciocco, che dominano tutti gli altri. Solo il Piacere-di-non- capir-nulla rimane perfettamente calmo, mentre i suoi colleghi si agitano disperatamente tentando di fuggire, di nascondersi in qualche angolo oscuro. Ma nel giardino abbagliante di luce non c'è ombra. Perciò, disperati, i più si decidono a oltrepassare il sipario minaccioso che a destra, in un angolo, chiude la caverna delle Sventure. E ogni volta che uno di essi, preso dal panico, solleva un lembo di quella tenda, dal fondo dell'antro si eleva una tempesta d'ingiurie, d'imprecazioni e di maledizioni. Il Pane, il Cane e lo Zucchero, avviliti, raggiungono il gruppo dei bambini cercando, pieni di vergogna, di nascondersi dietro di loro). TYLTYL (guardando i Grassi Piaceri che fuggono) Dio mio! Come son brutti!... Dove vanno?... LA LUCE Hanno perduto la testa, a quanto pare.... Vanno a rifugiarsi presso le Sventure, e vi rimarranno, temo, per sempre.... TYLTYL (guardandosi attorno, estatico) Oh che bel giardino! Che bel giardino!... Dove siamo?... LA LUCE Siamo sempre nello stesso luogo. Ma ora i tuoi occhi vedono oltre la cerchia consueta.... Vediamo ora la verità qual'è; e fra poco scorgeremo le anime dei Piaceri che possono sopportare la luce del Diamante. TYLTYL Com'è bello!... E che bel tempo!.. Par d'essere in estate.... Guarda! Si direbbe che qualcheduno si avvicina a noi per parlarci.... (Infatti i giardini cominciano a popolarsi di forme angeliche che sembrano uscire da un lunghissimo sonno e che scivolano graziosamente tra gli alberi. Portano vesti luminose dalle sfumature dolcissime e soavi: risveglio di rosa, sorriso d'acqua, azzurro di aurora, rugiada d'ambra, ecc.). LA LUCE Vedi? Ecco dei Piaceri amabili e singolari, dai quali potremo sapere tante cose.... TYLTYL Li conosci?... LA LUCE Sì, li conosco tutti; spesso vengo a trovarli senza che sappiano chi io sia.... TYLTYL Quanti!... Quanti!... Sbucano fuori da tutte le parti.... LA LUCE Una volta ce n'erano molti di più. Sono stati assai danneggiati dai Grassi Piaceri. TYLTYL Non importa, ne rimangono sempre abbastanza.... LA LUCE E ne vedrai tanti altri, a mano a mano che si spargerà nei giardini l'influsso del Diamante.... Vi sono sulla Terra molti più Piaceri di quel che non si creda; ma la maggior parte degli Uomini non sa scoprirli.... TYLTYL Eccone alcuni piccolini che vengono verso di noi.... Andiamo loro incontro.... LA LUCE È inutile. Quelli che più c'interessano passeranno di qui. Ci manca, il tempo di conoscere anche tutti gli altri. (Una brigata di Piaceri piccolini, ridendo e saltellando, arriva, di corsa dal fondo verdeggiante e si mette a ballare un girotondo intorno ai due bambini). TYLTYL Come sono bellini!... Chi sono? Di dove vengono?... LA LUCE Sono i Piaceri dei bambini.... TYLTYL Posso parlare con loro?... LA LUCE È inutile. Cantano, ballano, ridono, ma non sanno ancora parlare.... TYLTYL (saltellando) Buongiorno! Buongiorno! Guarda quel grassone lì, come ride!... Che belle gotine che hanno!... E come sono ben vestiti!... Sono forse tutti ricchi qui?... LA LUCE No, no. Qui, come dappertutto, sono molti più i poveri che i ricchi.... TYLTYL E dove sono i poveri?... LA LUCE Non si possono distinguere gli uni dagli altri.... Il Piacere di un bambino è sempre rivestito da ciò che di più bello esiste sulla terra e nei cieli. TYLTYL (eccitato ) Vorrei ballare con loro.... LA LUCE No, caro, non è possibile; ci manca il tempo.... Ho già visito che l'Uccellino Azzurro non e' è neanche qui.... E del resto, vedi, hanno fretta, son già scomparsi.... Non hanno tempo da perdere neanch'essi: l'infanzia è breve..... (Un'altra brigatella di Piaceri, un po' più grandi dei precedenti, si precipita nel giardino cantando a squarciagola: «Eccoli! Eccoli! Ci hanno visto! Ci hanno visto!» e si mettono a ballare intorno ai due bambini un'allegra faràndola. Quando questa è finita, colui che sembra il capo della piccola schiera si avvicina a Tyltyl porgendogli la mano). IL PIACERE Buongiorno, Tyltyl!... TYLTYL E anche lui mi conosce!... (alla Luce) Tutti mi conoscono, un po' per volta—. Chi sei?... IL PIACERE Non mi riconosci? Scommetto che non riconosci nessuno dei miei compagni?... TYLTYL (un po' imbarazzato) No... Non so, non mi ricordo di avervi mai visto.... IL PIACERE Avete sentito?.. Ne ero sicuro?... Non ci ha mai visto!... (Tutti i Piaceri scoppiano in una risata). E io invece ti dico, mio caro Tyltyl, che ci conosci, e molto bene anche!... Siamo sempre intorno a te!.. Con te mangiamo, beviamo, ci destiamo, respiriamo, viviamo!... TYLTYL Si, si, va bene, lo so.... Mi ricordo.... Ma vorrei sapere come vi chiamate. IL PIACERE E io invece capisco benissimo che non sai nulla.... Sono il capo dei Piaceri-della-tua, casa; e questi che vedi, sono tutti gli altri Piaceri che vi abitano con te. TYLTYL Come! Ci sono dunque dei piaceri a casa mia ?. (Tutti i Piaceri scoppiano in una risata). IL PIACERE Avete sentito?... Chiede se ci sono dei Piaceri a casa sua!... Ma, povero scioccherello, la tua casa ne rigurgita!... Noi ridiamo, noi cantiamo, noi sappiamo creare tanta gioia da buttar all'aria i muri, da scoperchiare il tetto. Ma è inutile. Tu non vedi niente, tu non senti niente.... Spero però che d'ora innanzi metterai giudizio.... E intanto, ora saluterai i più autorevoli.... Così, quando sarai tornato a casa, ti sarà più facile riconoscerli e potrai, al chiudersi di una bella giornata, incoraggiarli con un sorriso, ringraziarli con una parola, cortese. Perchè, credilo, fanno il possibile per renderti facile e piacevole la vita.... E io, per il primo, il servitor tuo, il Piacere-di-essere- in-buona-salute—. Non sono il più bello, ma sono il più serio. Saprai riconoscermi? Ed ecco qua il Piacere-dell'aria-pura, che è quasi trasparente.... Ecco il Piacere-di-voler bene-ai-propri-genitori, vestito di grigio e sempre un po' triste perchè nessuno lo guarda mai.... Ecco il Piacere-del-cielo-azzurro, vestito naturalmente di azzurro; e il Piacere-della- foresta, non meno naturalmente vestito di verde, e che rivedrai ogni volta che ti affaccerai alla finestra.... Ed ecco anche il buon Piacere- delle-ore-soleggiate, color di diamante, e il Piacere-della-Primavera color di smeraldo.... TYLTYL E tutti i giorni siete belli così?... IL PIACERE Sì; quando gli occhi si aprono, ogni giorno è giorno di festa, in ogni casa.... E poi, quando vien la sera, ecco il Piacere-dei-Tramonti, più bello di tutti i re della terra, seguìto dal Piacere-di- veder-spuntar-le-stelle, dorato come un dio del tempo antico.... Poi, quando viene la cattiva stagione, ecco che arriva il Piacere- della-pioggia coperto di perle, e il Piacere-del- fuoco-invernale che schiude alle manine gelate il sue bel mantello di porpora.... E non ti parlo del migliore di tutti noi, del più luminoso, del Piacere-dei-pensieri-innocenti, perchè è quasi fratello delle Grandi Gioie limpide che vedrai fra poco.... E poi, ecco, anche.... Ma no, son troppi davvero!... Non si finirebbe più, e devo invece avvertire le Grandi Gioie che sono lassù, in fondo, presso la porta del cielo, e che nulla sanno ancora del vostro arrivo.... Manderò incontro a loro il Piacere-di-correre- a-piedi-nudi-sulla-rugiada, che è il più svelto di tutti.... (Al Piacere or ora nominato, e che si avvicina facendo delle capriole). Va' ! Corri!... (In questo punto una specie di diavoletto in maglia nera, gettando grida inarticolate e dando spinte a destra e a sinistra, si avvicina a Tyltyl e saltellando pazzamente intorno a lui lo carica di calci, di scappellotti e di motteggi). TYLTYL (stupito e indignatissimo) Chi è questo selvaggio?... IL PIACERE Ma guarda un po'!... è il Piacere-d'essere- insopportabile, fuggito un'altra volta, dalla caverna delle Sventure! Non si sa più dove rinchiuderlo. Riesce sempre a svignarsela, tanto che le stesse Sventure non vogliono più saperne di tenerlo con loro. (Il Diavoletto continua a tormentare Tyltyl, che cerca inutilmente di difendersi; poi, a un tratto, con una gran risata, scompare come era venuto, senza che si sappia il perchè). TYLTYL Ma che ha? È pazzo? LA LUCE Non lo so. Dicono che somiglia a te quando sei cattivo.... Ma ora bisognerebbe pensare all'Uccellino Azzurro.... Potrebb'essere che il capo dei Piaceri-della-casa! sapesse dov'è.... TYLTYL (al Capo dei Piaceri) Dov'è?... IL PIACERE Non sa dov'è l'Uccellino Azzurro!... (I Piaceri-della-casa scoppiano tutti in una risata). TYLTYL (seccato) No, non lo so.... Non mi pare che ci sia nulla da ridere. (Nuovi scoppi di risa). IL PIACERE Via.. non te la prendere a male.... E noi, siamo seri.... Se non lo sa, non vuol dire che sia per questo più sciocco e più ridicolo della maggior parte degli Uomini.... Oh ecco le Grandi Gioie che si avvicinano a noi, chiamate dal Piacere-di-correre-a-piedi-nudi-sullar rugiada!... (Infatti alcune alte e belle figure angeliche, coperte di vesti luminose, si avvicinano lentamente). TYLTYL Come sono belle!... Ma perchè non ridono?... Non sono forse felici?... LA LUCE Non è già quando si ride che si è più felici.... TYLTYL Chi sono?... IL PIACERE Sono le Grandi Gioie.... TYLTYL Come si chiamano? Lo sai?... IL PIACERE Certo; giochiamo spesso insieme.... Ecco, innanzi a tutte, la Grande-Gioia-d'esser- giusta, la quale, ogni volta che si ripara a un'ingiustizia sorride. Io son troppo giovane e non l'ho mai vista sorridere.... Dietro di lei, la Gioia-d'esser-buona, che è la più felice, ma anche la più melanconica: e alla quale è difficile impedire di andar a trovare le Sventure, ch'essa vorrebbe. consolare. A destra, ecco la Gioia-del-lavoro-compiuto, e accanto a lei, la Gioia-di-pensare. Poi la Gioia-di-comprendere, che cerca sempre suo fratello, il Piacere-di- non-capir-nulla.... TYLTYL Ma io l'ho veduto, questo suo fratello!... E andato dalle Sventure insieme coi Grassi- Piaceri.... IL PIACERE Lo prevedevo!... Ha preso una cattiva piega, i cattivi compagni l'hanno corrotto.... Ma non parlare di lui con sua sorella. Potrebbe venirle la voglia di andare a cercarlo, e noi perderemmo una delle gioie più belle.... Ecco anche, fra le più grandi, la Gioia-di-veder-ciò- che-è-bello, che ogni giorno aggiunge qualche raggio alla luce che regna in questo luogo.... TYLTYL E quella laggiù, lontano lontano, fra le nuvole d'oro, che riesco appena a vedere rizzandomi sulla, punta dei piedi?... IL PIACERE È la Grande-Gioia-di-amare.... Ma per quanto tu faccia, non la potrai veder tutta. Sei troppo piccola... TYLTYL E quelle laggiù, in fondo, tutte velate e che non si avvicinano a noi?... IL PIACERE Sono le Gioie che gli Uomini non conoscono ancora.... TYLTYL E le altre, che cosa fanno?... Perchè si tirano in disparte?... IL PIACERE Fanno largo alla nuova Gioia che si avanza, forse la più pura fra tutte quelle che si trovano qui.... TYLTYL Chi è? IL PIACERE Non l'hai ancora riconosciuta?... Guarda meglio, apri i tuoi occhi fino al fondo dell'anima!... Ti ha veduto, ti ha veduto!!... E ti corre incontro a braccia aperte!... È la Gioia di tua madre, è la Gioia-incomparabile-dell'amor-materno!... (Le altre Gioie, accorse da ogni parte, dopo averla accolta con acclamazioni, si traggono silenziosamente in disparte). L'AMOR MATERNO Tyltyl!... E c'è anche Mytyl!... Ma come, voi, voi ritrovo quassù!... Non me lo sarei aspettato davvero!... Mi sentivo così sola a casa, ed ecco che tutti e due siete saliti fino al cielo dove l'anima di tutte le madri sfavilla di gioia!... Ma datemi prima tanti baci, tanti tanti.... Venite tutti e due fra le mie braccia; che cosa può dare al mondo maggior felicità?... Tyltyl, non ridi?... E neanche tu, Mytyl?... Non riconoscete dunque l'amore della vostra mamma?... Ma guardatemi bene!... Non sono questi i miei occhi, le mie labbra, le mie braccia?... TYLTYL Sì, sì, riconosco tutto, ma non sapevo.... Somigli, sì, alla mamma, ma sei molto più bella.... L'AMOR MATERNO È naturale! Io non invecchio più.... E ogni giorno che passa mi dà nuova forza, nuova gioventù, nuova felicità.... Ogni tuo sorriso mi toglie un anno.... A casa, tutto questo non si vede. Ma qui shi vede tutto, e la verità è questa.... TYLTYL (meravigliato, guardandola e abbracciandola alternativamente). E codesto bel vestito, di che cosa è fatto?... Di seta, d'argento o di perle?... L'AMOR MATERNO No. È fatto di baci, di sguardi, di carezze.... Ogni bacio aggiunge un raggio di luna oppure un raggio di sole.... TYLTYL Curiosa! Non avrei mai creduto che tu fossi tanto ricca.... Dove la nascondevi, la tua ricchezza?... Forse in quell'armadio che il babbo tiene chiuso a chiave?... L'AMOR MATERNO No no, non la nascondo, ma non si vede perchè nulla si vede quando gli occhi son chiusi.... Tutte le madri sono ricche quando amano i loro figli.... E non esiste al mondo una madre povera, una madre brutta, una madre vecchia.... Il loro amore è sempre la più bella fra tutte le Gioie!... E sei talvolta sembrano tristi, basta un bacio dato o ricevuto perchè tutte le lacrime si trasformino dentro ai loro occhi in stelle.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 12 TYLTYL (guardandola con stupore) Ma già, è vero?... I tuoi occhi son pieni, di stelle. Sono, sì, i tuoi occhi, ma, tanto più belli.... E riconosco anche la tua, mano, con l'anellino al dito.... C'è sempre il segno di quella bruciatura che ti facesti una sera accendendo il lume.... Ma, è più bianca, e la, pelle così trasparente?... Sembra quasi di vederci scorrer dentro la luce.... Questa, mano lavora meno, non è vero, della mano di casa?... L'AMOR MATERNO è sempre la stessa mano. Non t'eri mai accorto che diventa bianca, bianca e si riempie di luce quando ti carezza?... TYLTYL E poi non capisco, mamma.... Riconosco, sì, la tua voce; ma parli tanto meglio che a casa L'AMOR MATERNO A casa c'è troppo da fare e il tempo manca.... Ma dentro al cuore si sente tutto quello, che non si dice.... E ora che mi hai veduta, mi riconoscerai sotto la mia veste logora quando tornerai domani nella nostra capanna?... TYLTYL Non voglio tornarci.... Poichè sei qui anche tu, voglio rimanere qui, finchè ci stai tu.... L'AMOR MATERNO Ma non vedi che è la, stessa cosa abito laggiù, abitiamo tutti laggiù.... Quassù sei venuto soltanto per comprendere e per imparare finalmente a saper vedermi quando siamo laggiù.... Capisici, Tyltyl mio?... Tu credi d'essere in cielo; ma, il cielo è dovunque noi possiamo darci un bacio.... Non si possono avere due madri, e tu hai me sola.... Ogni bambino ne ha una sola, sempre la stessa, e sempre la, più bella di tutte. Ma bisogna conoscerla, e saper guardare bene.... Ma tu come hai fatto ad arrivare fin quassù e a trovare una strada che gli Uomini stanno cercando da quando sono scesi sulla terra?... TYLTYL (additando la Luce che, per discretezza, si è allontanata) Ci ha, condotti lei.... L'AMOR MATERNO Chi è?... TYLTYL La Luce.... L'AMOR MATERNO Non l'ho mai veduta.... Sapevo che vi voleva bene e che era tanto buona.... Ma perchè si nasconde?... Perchè non mostra mai il suo volto?.... TYLTYL Sì.... ma teme che i Piaceri si spaventino se ci vedono troppo chiaro.... L'AMOR MATERNO Ma non sa dunque che l'aspettiamo ansiosamente!... (chiamando le altre Grandi Gioie) Venite, venite, sorelle! Venite, accorrete tutte, la Luce viene finalmente da noi!... (Fremito di commozione fra le Grandi Gioie che si avvicinano gridando: «La Luce è venuta?... La Luce !... La Luce...»). LA GIOIA-DI-COMPRENDERE (scostando le altre Gioie per andare ad abbracciare la Luce). Sei la Luce e noi non lo sapevamo!... Sono anni ed anni che ti aspettiamo. Mi riconosci?... Sono la Gioia-di- comprendere.... Ti cerco da tanto tempo.... Siamo felici, sì, ma non possiamo veder di là dal nostro essere.... LA GIOIA-D'ESSER-GIUSTA (abbracciando alla sua volta la Luce) Mi riconosci?... Sono la Gioia-d'esser-giusta, che ti aveva tanto pregata di venire..... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dalle nostre ombre.... LA GIOIA-DI-VEDERE-CIò-CHE-È-BELLO (abbracciandola anch'essa) E me, mi riconosci?... Sono la Gioia-della- bellezza, che ti ha sempre voluto bene.... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dai nostri sogni.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Via; via, sorella cara, non farci più a lungo aspettare.... Siamo abbastanza forti, abbastanza pure.... Scosta dunque questi veli che ci nascondono ancora le ultime verità e le ultime felicità.... Guarda, le mie sorelle s'inginocchiano tutte ai tuoi piedi.... Sei la nostra regina e la nostra ricompensa.... LA LUCE (avvolgendosi più, ancora nei suoi veli). Sorelle, sorelle mie belle, io obbedisco al mio Signore... L'ora non è ancora venuta, ma forse scoccherà presto: e allora, tornerò senza timori e senza ombre.— Addio, rialzatevi, abbracciamoci ancora come sorelle che si ritrovano, in attesa del giorno che spunterà ben presto.... L'AMOR MATERNO (abbracciando la Luce). Siete stata così buona verso i miei poveri piccini.... LA LUCE Sarò sempre buona verso coloro che si amano.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Che il tuo ultimo bacio si posi sulla mia fronte.... (Si baciano lungamente: quando si staccano l'una dall'altra, i loro occhi sono pieni di lacrime). TYLTYL (sorpreso) Perchè piangete?... (guardando le altre Gioie) Oh bella! Anche voi piangete.... Ma perchè tutti gli occhi sono pieni di lacrime?... LA LUCE Zitto, bambino mio.... CALA LA TELA

L'Oiseau bleu, di Maurizio Maeterlinck, che oggi Amelia Rosselli dona alle «giovani italiane», è qualche cosa di più d'una fiaba preziosa, e fantasiosa, è, come precisamente ha voluto chiamarla il poeta, una féerie, e certo per goderla, a pieno avremmo anche noi bisogno di vederla, in tutti gli «effetti» di musiche, di luci e di colori con cui fu rappresentata a Mosca e a Parigi, quando mirabili attori ed attrici e non meno mirabili apparatori scenici gareggiarono nel realizzare, per quanto fosse teatralmente possibile, le fantasie e i sogni e le maraviglie, del viaggio di Tyltyl e di Mytyl alla ricerca «del gran segreto delle cose e della felicità». Ciò non di meno, anche alla, lettura, L'Oiseau bleu rimane una festa dello spirito. Maurizio Maeterlinck affida alla nostra immaginazione di comporre, sulla trama delle sue didascalie, l'atmosfera magica di cui musici e scenografi avvolsero gli eroi della sua favola, ma ci apre egli stesso, con la semplice lettera di questa favola, le ali dell'immaginazione. Egli non ci chiede che di abbandonarci per un momento, quanti siamo, piccoli e grandi, ad una poetica e candida credulità, che di riprestar fede ancora alle novelle e alle fiabe in cui si svagava l'anima umana nel buon tempo antico, quando tutti eravamo più innocenti e più pronti ad uscire dalla tetra ed angusta prigione della vita materiale e materialista, per abbandonarci all'ingenuità dell'impreveduto, dell'irreale, dell'ideale. Bisogna quindi concedersi alla lettura dell'Oiseau bleu con uno speciale stato d'animo e di spirito, ma non occorrerà alle lettrici e ai lettori troppo sforzo di attenzione o di immaginazione per intendere subito di qual genere sia la morale di questa favola maeterlinckiana e più precisamente quale verità il poeta voglia farci scoprire sotto il velame delle sue parole musicali e nella successione dei suoi scenari multicolori. Non intraprendiamo noi, tutti e sempre, spinti da un desiderio più forte di noi, un gran viaggio oltre i nostri dolori, i nostri vincoli, i nostri limiti, alla ricerca della felicità? Non siamo noi tutti, come Mytyl e Tyltyl, sempre ansiosi di raggiungere la realtà del nostro sogno, la vera essenza del nostro ideale? Ma da che la vita, brutale e materiale ha assopito in noi la voce della poesia, ha chiuso i nostri occhi agli aspetti della bellezza, ha consumato in una vana ed affannosa lotta terrestre e quotidiana i nostri spiriti e i nostri istinti migliori, noi abbiamo disimparato a riconoscere l'anima delle cose che ci sono più vicine, la poesia del creato che è a portata della nostra mano, ed anche quando siamo pronti a sognare e ad invocare i più lontani paradisi, sembriamo ignorare i profumi del nostro giardino e chiuder l'orecchio all'amore che mormora più presso al nostro cuore. «Come son curiosi gli uomini! - dice Maeterlinck - Da quando le fate son morte essi non ci vedono più affatto e non se ne accorgono nemmeno!» Noi siamo infatti dei ciechi, per il poeta, noi che non sappiamo più vedere l'anima delle cose e riconoscere la bellezza e lo spirito in ogni cosa. Ogni cosa della vita, sembri pure informe o inanimata - egli ci dice invece - ha una voce, ha un' anima ed una bellezza, che bisogna imparare a discernere e ad intendere, che bisogna apprendere a personificare. Ecco qui nell'Oiseau bleu, personificata l'anima della luce, del pane, del fuoco, dell'acqua, degli alberi, degli animali. Tutto parla, tutto si muove, tutto s'appassiona e deve appassionare nel mondo. Non ci sono pietre preziose e pietre non preziose. «Tutte le pietre sono simili, tutte le pietre sono preziose». Dove parla lo spirito dell'uomo, la natura, animale o vegetale, parla intorno a lui, parla a lui. Che l'uomo si volga intorno e interroghi, e il mondo risponderà. Batta a tutte le porte, anche alle più ignote, tenebrose, spaventose e gli sarà aperto. Chieda la luce e, poichè la luce s'è fatta compagna dell'uomo, si è posta dalla parte dell'uomo, la luce sarà. Anche la più tenebrosa e spaventosa porta della Notte s'apre, infine, sul più meraviglioso dei giardini, sul giardino in cui gli uccellini azzurri, a miriadi, formano quasi un velario di luce azzurra, volando di raggio di luna in raggio di luna. Che dite? La morte? Il tenebrore e l'orrore freddo della morte? Ma non ci sono morti, non esiste la morte, tutto è vivo al di là come al di qua. Chi può mai parlare, chi ha mai parlato di morte? Tyltyl e Mytyl s'accorgono presto che i morti sono vivi, sono sempre vivi. Basta che qualcuno pensi a loro, basta che qualcuno li ricordi, perchè essi tornino a vivere felici. - Che cosa vuol mai dire la morte? - chiedono i morti. «Ogni volta che pensate a noi ci risvegliamo e vi rivediamo!» Quando si aprono le tombe nel freddo cimitero del regno di Tyltyl e di Mytyl, i fanciulli vedono uscirne, invece di gelidi e grami spettri, una luminosa e musicale fioritura di esseri vivi. «Dove sono i morti? - si domandano l'un l'altro. - Non ci sono morti!» L'Oiseau bleu è la fiaba della realtà che è poetica quanto il sogno e bella quanto il sogno, è la fiaba dell'ottimismo maeterlinckiano. Eppure questo uccellino azzurro, che è il segreto della felicità e delle cose, Tyltyl e Mytyl non lo trovano in nessun regno, in nessun cielo, in nessuna foresta, in nessun cimitero. L'uccellino azzurro non esiste, non esiste o cambia di colore e muore quando lo si è trovato e imprigionato in una gabbia. L'ideale dunque, la felicità dunque, non sono di questo mondo e neppure dell'altro mondo. Si ha voglia di viaggiare per paradisi ed inferni, anche dietro alle fate più miracolose, anche muniti dei talismani più preziosi; il nostro più bel sogno non si avvera mai, balena per sfuggirci, s'illumina per adeguarsi al nostro più triste e quotidiano orizzonte, per morire tra le nostre mani ghiacce dopo aver aleggiato per un tratto fuori dalla nostra calda fantasia. È vero, ma fino ad un certo punto. Riaccompagnate a casa, nella loro povera casa paterna, nitida e pura, Tyltyl e Mytyl. Come è più bella, ai loro occhi, la loro casa, dopo che essi hanno aperto il cuore al loro gran sogno ed han tanto peregrinato per le vie dell'ideale! Il babbo e la mamma sono più giovani e più buoni, le pareti sono più lucide e accoglienti, i mobili più belli e più lustri. Sono gli stessi, ma sono così diversi! Tutto è lo stesso e tutto è così diverso e l'uccellino azzurro è lì, dentro casa. Sono andati a cercarlo così lontano, in mezzo a tanti miracoli, a tanti prodigi, a tante paure e tante lotte e l'avevano lì in casa, era la tortora di casa, così azzurra, perchè, insomma, la felicità è vicina a noi, è dentro di noi, la felicità è nel contentarci di quello che abbiamo, nel saper vedere il bello e il buono di quello che la provvidenza ci ha dato, nel saper tenere gli occhi e il cuore aperti ad accogliere la bontà e la bellezza di tutte le cose, nel mettere la nostra poesia in tutte le cose. è proprio questa l'ottimismo dell'Oiseau bleu ed è un tale ottimismo, la morale e l'insegnamento, di questa favola così vera.

. - A destra, fra le colonne, grandi porte opaline. Queste porte, i cui battenti, verso la fine della scena, saranno spalancati dal TEMPO, si aprono sulla Vita dell'oggi e sulle rive dell'Aurora. Una folla di bambini in lunghe vesti azzurrine si raggruppa armoniosamente nella sala. Alcuni giuocano, altri passeggiano, altri ancora discorrono o pensano, parecchi dormono, altri sono intenti, fra i colonnati, a lavorare intorno alle future invenzioni; e i loro istrumenti, i loro arnesi, gli apparecchi che costruiscono, le piante i fiori e le frutta che coltivano o che vanno cogliendo sono dello stesso colore azzurro soprannaturale e luminoso di cui è impregnata tutta l'atmosfera del Palazzo. - In mezzo ai bambini passano e ripassano alcune figure dall'alta statura, vestite d'un azzurro più pallido e più diafano, belle d'una bellezza regale e silenziosa. Sembrano angeli. (Tyltyl, Mytyl e la Luce entrano da sinistra, quasi di soppiatto, insinuandosi fra le colonne del primo piano. Il loro arrivo provoca una certa agitazione fra i Bambini Azzurri, che tosto giungono da ogni parte e si raggruppano intorno agl'insoliti visitatori contemplandoli con curiosità). MYTYL Dov'è lo Zucchero? E la Gatta e il buon Pane dove sono?... LA LUCE Non possono entrare qua dentro: se entrassero, conoscerebbero l'avvenire e non obbedirebbero TYLTYL E il Cane?... LA LUCE È meglio che anch'esso ignori ciò che l'attende coll'andare dei secoli.... Per questo li ho imprigionati nei sotterranei della chiesa.... TYLTYL Ma dove siamo?... LA LUCE Siamo nel Regno dell'Avvenire, tra i bambini non ancora nati. Poichè, grazie al Diamante, ci è concesso di visitare questa regione che gli uomini non possono conoscere, molto probabilmente riusciremo a trovare l'Uccellino Azzurro. TYLTYL L'Uccellino sarà, azzurro, certo: tutto qui, è azzurro.... (Guardando intorno a sè). Dio, che bellezza!... LA LUCE Guarda come corrono verso di noi tutti i bambini!... TYLTYL Sono forse in collera?... LA LUCE Niente affatto.... Vedi, sorridono: ma sono sorpresi.... I BAMBINI AZZURRI (accorrendo sempre più numerosi) Sono arrivati dei piccoli Viventi!... Venite a vedere i piccoli Viventi!... TYLTYL Perchè ci chiamano i «piccoli Viventi»?... LA LUCE Perchè essi non hanno ancora cominciato a vivere.... TYLTYL E che cosa fanno, allora?... LA LUCE Aspettano l'ora della nascita.... TYLTYL L'ora, della nascita?... LA LUCE Sì. Tutti i bambini che nascono sulla nostra Terra prima erano qui.... Ognuno attende la sua ora... Quando i babbi e le mamme desiderano dei bambini, si aprono quelle grandi porte che vedi laggiù, a destra; e i piccini scendono giù in terra.... TYLTYL Quanti!... Quanti!... LA Luca Ce ne sono ancora di più.... Ma non si possono veder tutti.... Pensa, bisogna che ce ne sieno tanti, che bastino fino alla fine del mondo.... Chi mai potrebbe contarli?... TYLTYL E quelle grandi figure azzurre, che cosa sono?... LA LUCE Nessuno lo sa esattamente.... Ma si suppone che sieno una specie di custodi.... Dicono che verranno sulla Terra dopo gli Uomini.... Ma è proibito rivolgere loro delle domande.... TYLTYL Perchè?... LA LUCE È un segreto della Terra.... TYLTYL E agli altri, ai bambini, si può parlare?... LA LUCE Certo; anzi è bene conoscerli.... Guarda, guarda quello laggiù, com'è singolare.... Avvicinati a lui, parlagli pure.... TYLTYL Che cosa devio dirgli?... LA LUCE Quello che vuoi, fa' come se fosse un tuo compagno.... TYLTYL Posso stringergli la mano?.. LA LUCE Certo; hai paura che ti faccia male?.. Ma andiamo, via, perchè hai quell'aria così imbarazzata?... Vi lascio soli, così sarete più liberi.... Tanto io devo parlare a quella grande persona azzurra, laggiù.... TYLTYL (avvicinandosi al Bambino Azzurro con la mano tesa) Buongiorno!... (Toccando col dito la veste del Bambino). Che cos'è questo?... IL BAMBINO (toccando alla sua volta gravemente, col dito il cappello di Tyltyl) E codesto?... TYLTYL Questo?... È il mio cappello.... Tu non l'hai, il cappello?... IL BAMBINO No: a che cosa serve?... TYLTYL Serre a dire buongiorno.... E poi anche per quando fa freddo..... IL BAMBINO Che cosa vuol dire, far freddo?... TYLTYL Quando si trema, ecco, così brrr!... brrr!... e ci si soffia sulle mani, e si buttano le braccia di qua e di là, così... (Si sbraccia vigorosamente). IL BAMBINO Ci fa freddo, sulla Terra?... TYLTYL Sì, qualche volta, l'inverno, quando manca il fuoco.... IL BAMBINO Perchè manca il fuoco?... TYLTYL Perchè costa caro, e ci vuole molto denaro per comprare la legna.... IL BAMBINO Che cos'è il denaro?... TYLTYL Quella cosa che serve a pagare.... IL BAMBINO Ah!... TYLTYL C'è della gente che ne ha, e della gente che non ne ha.... IL BAMBINO Perchè?... TYLTYL Perchè non tutti sono ricchi.... E tu, sei ricco?... Quanti anni hai?... IL BAMBINO Sto per nascere.... Nascerò fra dodici anni.... Di', è bello nascere?... TYLTYL Oh sì!...è una cosa tanto divertente!... IL BAMBINO Come hai fatto, tu, a nascere?... TYLTYL Non mi ricordo più.... è passato tanto tempo!... IL BAMBINO Dicono che sia così bello, il Mondo; che sieno così belli i Viventi!... TYLTYL Sì, non c'è male.... Ci sono gli uccelli, i dolci, i balocchi.... Ci sono dei bambini che ne hanno tanti; ma però quelli che non ne hanno possono guardare gli altri ..... IL BAMBINO Dicono che le mamme ci aspettano dietro la porta.... Sono buone le mamme, non è vero?... TYLTYL Oh sì. Nessuno è buono come le mamme!... Anche le nonnine; ma muoiono troppo presto.... IL BAMBINO Muoiono?... Che cosa vuol dire?... TYLTYL Vuol dire che una bella sera se ne vanno, e non tornano più.... IL BAMBINO Perchè?... TYLTYL Che lo so, io?... Forse perchè sono tristi.... IL BAMBINO E la tua, se n'è andata via anch'essa?... TYLTYL La mia nonnina?... IL BAMBINO La tua mamma, oppure la tua nonna, che ne so, io?... TYLTYL Non è mica la stessa cosa!... Le nonnine se ne vanno via prima: è un gran peccato.... La mia era, tanto buona.... IL BAMBINO Che cosa c'è nei tuoi occhi?... Delle perle?... TYLTYL Non sono perle.... IL BAMBINO Che cosa, sono, allora?... TYLTYL Non è nulla, è tutto questo azzurro che un poco mi abbaglia.... IL BAMBINO Come si chiamano?... TYLTYL Che cosa?... IL BAMBINO Quelle cose che ti scendono dagli occhi?... TYLTYL Non è nulla, ti dico, un po' d'acqua.... IL BAMBINO Come mai viene fuori dagli occhi?... TYLTYL Così, quando si piange.... IL BAMBINO Che cosa vuol dire piangere?... TYLTYL Non ho mica pianto, io ; la colpa è di tutto quest'azzurro.... Ma anche se avessi pianto sarebbe lo stesso.... IL BAMBINO Dimmi, si piange molto, sulla Terra?.... TYLTYL I bambini no; sono le bambine che piangono.... Ma qui non si piange?... IL BAMBINO Ma.... non so.... TYLTYL Vedrai, imparerai anche tu a piangere.... Che cosa fai con codeste grandi ali azzurre?... Ci giuochi?... IL BAMBINO Queste, dici?... Servono per l'invenzione che farò quando sarò sulla Terra.... MAURIE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 13 TYLTYL Quale invenzione?... Hai inventato qualche cosa?... IL BAMBINO Ma come, non lo sapevi?... Quando sarò sulla Terra, dovrò inventare la Cosa che rende Felice.... TYLTYL È una cosa buona da mangiare?... E fa rumore?... IL BAMBINO No, non si sente nulla.... TYLTYL Peccato!... IL BAMBINO Ci lavoro intorno tutti i giorni.... È quasi finita... Vuoi vederla?... TYLTYL Sì, fammela vedere.... Dov'è ? IL BAMBINO La puoi vedere anche di qua: fra quelle due UN ALTRO BAMBINO AZZURRO (avvicinandosi a Tyltyl e tirandolo per la manica del vestito) E la mia invenzione, vuoi vederla?... TYLTYL Sì: che cos'è?.... IL SECONDO BAMBINO sono i trentatrè rimedi per prolungare la vita.... Qui, vedi? dentro a queste boccettine azzurre.... TERZO BAMBINO (uscendo di tra la folla) E io, porterò una luce che nessuno ancora conosce.... (Egli appare tutto a un tratto circonfuso da una luce straordinaria). È curioso, non è vero?... QUARTO BAMBINO (tirando Tyltyl per il braccio) Vieni a vedere la mia macchina che vola per l'aria come un uccello senz'ali!... QUINTO BAMBINO No, no; prima deve vedere la mia, che serve a scoprire i tesori nascosti nella luna!... I BAMBINI AZZURRI (si affollano intorno a Tyltyl e a Mytyl gridando tutti insieme), No, no, vieni a vedere la mia!... No, la mia è più bella.... La mia è qualche cosa di straordinario!... La mia è tutta di zucchero!... La sua invece non ha nulla di notevole.... Mi ha rubato l'idea!... (Tra queste esclamazioni disordinate trascinano i piccoli Viventi verso le officine azzurre: dove, appena giunti, ciascuno degli inventori mette in moto la sua macchina ideale. Per entro i vapori azzurrognoli dell'irreale si leva un turbinio ceruleo di ruote, di dischi, di volanti, d'ingranaggi, di pulegge, di corregge, di oggetti strani e tuttora senza nome. Apparecchi bizzarri e misteriosi, in grandissimo numero si lanciano in alto e si librano come sospesi sotto alle volte delle arcate, oppure strisciano a pie' delle colonne, mentre i bambini svolgono rotoli di carte e di piani, aprono libri, scoprono statue azzurre, si caricano di fiori enormi, di frutti giganteschi che sembrano fatti di zaffiri e di turchesi). UN PICCOLO BAMBINO AZZURRO (curvo sotto il peso di colossali margherite azzurre) Guarda i miei fiori!... TYLTYL Che fiori sono?... Non ne ho mai visti, di codesti fiori.... IL PICCOLO BAMBINO AZZURRO Sono margherite!... TYLTYL Non è possibile.... Sono tanto grandi che si direbbero delle ruote.... IL PICCOLO BAMBINO AZZURRO E che profumo!... TYLTYL (odorandole) È una cosa straordinaria!... IL PICCOLO BAMBINO AZZURRO Quando ci sarò io, al mondo, saranno tutte così.... TYLTYL Quando ci sarai?... IL PICCOLO BAMBINO AZZURRO Fra cinquantatrè anni, quattro mesi e nove giorni.... (Due Bambini Azzurri sopraggiungono portando appeso a una pertica, a guisa di lampadario, un grappolo d'uva di una grossezza inverosimile, dai chicchi più grossi delle pere). UNO DEI BAMBINI CHE PORTANO IL GRAPPOLO E della mia frutta, che te ne pare?... TYLTYL Un grappolo di pere!... IL BAMBINO Ma no, è uva.... non vedi?... Quando avrò trent'anni, sarà tutta così.... Ho scoperto il modo di ottenerla.... UN ALTRO BAMBINO (schiacciato sotto il peso di una cesta di mele azzurre grosse come poponi) E io dunque!... Guarda le mie mele!... TYLTYL Ma sono poponi!... IL BAMBINO No, no!... Sono mele, e delle meno belle.... Quando sarò al mondo io, saranno tutte così.... Ho trovato il sistema!... UN ALTRO BAMBINO (trascinando una carriola azzurra piena di poponi più grossi delle zucche) E. che ne dici dei miei piccoli poponi?... TYLTYL Ma sono zucche!.. IL BAMBINO DAI POPONI Quando sarò sulla Terra io, i poponi saranno tutti belli grossi come questi!... Sarò il giardiniere del Re dei nove Pianeti.... TYLTYL Il Re dei nove Pianeti?... Dov'è?... IL RE DEI NOVE PIANETI (avanzandosi con fierezza. Dimostra l'età di quattro anni, e può a mala pena reggersi ritto sulle gambette storte). Eccolo!.... TYLTYL Come?... Così piccino?... IL RE DEI NOVE PIANETI (con accento grave e sentenzioso) Quello che farò sarà grande!... TYLTYL Che cosa farai?... IL RE DEI NOVE PIANETI Fonderò la Confederazione generale dei Pianeti solari. TYLTYL (interdetto) Ah, davvero,?... IL RE DEI NOVE PIANETI Ne faranno parte tutti, ad eccezione di Saturno, Urano e Nettuno che si trovano a una distanza, troppo grande, incommensurabile. (Si ritira dignitosamente). TYLTYL È interessante.... UN BAMBINO AZZURRO Vedi quell'altra laggiù?... TYLTYL Quale? IL BAMBINO Quel piccino che dorme ai piedi di quella colonna.... TYLTYL Ebbene?... IL BAMBINO Egli porterà sulla Terra la pura gioia.... TYLTYL Come farà?... IL BAMBINO Portando con sè delle idee che nessuno ha avuto ancora.... TYLTYL E l'altra, quel bambino grande e grosso che si ficca le dita nel naso, che cosa farà, lui?... IL BAMBINO A lui spetta il còmpito di scoprire il fuoco capace di riscaldare la Terra quando il Sole incomincerà a impallidire.... TYLTYL E quei due laggiù che si tengono per la mano baciandosi continuamente, sono forse fratello e sorella?... IL BAMBINO No, no.... Come sono buffi!.. Sono gli Amanti.... TYLTYL Che cosa vuol dire?... IL BAMBINO Non lo so.... Li chiama così il Tempo, per burletta.... Non fanno altro tutto il giorno che guardarsi negli occhi, baciarsi e dirsi addio.... TYLTYL Perchè?... IL BAMBINO Perché pare che non potranno andar via di qua tutti e due insieme.... TYLTYL E chi è quel piccina tutto roseo che si succhia il pollice, serio serio? IL BAMBINO Dicono ch'egli dovrà cancellare l'Ingiustizia dal Mondo.... TYLTYL Ah!.... IL BAMBINO Pare che sia una cosa difficilissima.... TYLTYL E quel rossino laggiù che cammina come se non ci vedesse?... È cieco, forse?... IL BAMBINO Non ancora; diventerà.... Guardalo bene si dice che debba vincere la Morte.... TYLTYL Che cosa vuol dire?... IL BAMBINO Non lo se esattamente: ma pare che sia una cosa grande.... TYLTYL (additando una folla di bambini addormentati, quali ai piedi delle colonne, quali sui gradini, sui sedili, ecc.) E tutti quei bambini che dormono - quanti, quanti! - non fanno niente?... IL BAMBINO Pensano a qualche cosa.... TYLTYL A che cosa?... IL BAMBINO Non lo sanno ancora; ma debbono portare qualche cosa sulla Terra; perchè è proibito uscire di qui a mani vuote.... TYLTYL Gli lo proibisce?... IL BAMBINO Il Tempo, che sta di guardia alla porta.... Vedrai quando, aprirà.... È tanto uggioso!... UN BAMBINO (accorrendo dal fondo della sala, fendendo la folla) Buongiorno, Tyltyl!... TYLTYL O bella!... Come fa a sapere il mio nome?... IL BAMBINO (abbracciando Tyltyl e Mytyl con effusione) Buongiorno!... Come stai?... Su, baciami anche tu, Mytyl.... Non è punto strano che io conosca il tuo nome, poichè sono destinato a diventare il tuo fratellino..... Me l'hanno detto or ora, che eri qui.... Ero in fondo alla sala, intento a imballare le mie idee.... Di' alla mamma che sono pronto.... TYLTYL Come?... Verrai a stare a casa nostra? IL BAMBINO Sì, l'anno prossimo, la domenica, delle Palme.... Bada, non tormentarmi troppo quando sarò piccino.... Come sono contento di avervi abbracciati già fin da ora?... Di' al babbo che accomodi la culla.... Ci si sta bene, a casa nostra?... TYLTYL Non ci si sta mica male.... La mamma è così buona!... IL BAMBINO E il cibo, com'è?... TYLTYL Secondo.... Ci sonò dei giorni in cui ci danno perfino dei dolci; non è vero, Mytyl?... MYTYL Il giorno di Capo d'anno e per la festa nazionale.... Li fa la mamma, i dolci.... TYLTYL Che cos'hai costì nel sacco?... Ci porti qualche cosa in regalo?... IL BAMBINO (con fierezza) Porto tre malattie: la scarlattina, la tosse convulsa e il morbillo.... TYLTYL Oh, allora, se non hai niente di meglio da portarci.... E dopo, che cosa farai?... IL BAMBINO Dopo?... Me ne andrò via di nuovo.... TYLTYL Vale proprio la pena di venire, allora.... IL BAMBINO Sta forse in noi di scegliere?... (A questo punto s'inalza e si diffonde intorno una specie di vibrazione prolungata, forte e cristallina che sembra provenire dalle colonne e dalle porte opaline, rischiarate da una luce più intensa). TYLTYL Che cos'è?... UN BAMBINO E il Tempo!... Sta per aprire le porte!... (Un vasto movimento si propaga tosto nella folla dei Bambini Azzurri, la maggior parte dei quali abbandona le macchine e i lavori ai quali stava accudendo. Molti fra i dormienti si svegliano, e tutti, con gli occhi rivolti alle porte d'opale, dirigono verso di esse i loro passi). LA LUCE (raggiungendo Tyltyl) Nascondiamoci dietro le colonne.... Non bisogna lasciarci vedere dal Tempo.. TYLTYL Di dove viene questo rumore?... UN BAMBINO È l'Aurora che si alza.... È questa l'ora in cui stanno per discendere sulla Terra i bambini che devono nascere oggi.... TYLTYL Come faranno a discendere?... Ci sono delle scale?... IL BAMBINO Ora vedrai.... Il Tempo sta per tirare il paletto.... TYLTYL Chi è il Tempo?... IL BAMBINO E un vecchio che viene a chiamare quelli che devono partire.... TYLTYL È cattivo?... IL BAMBINO No, ma è sordo a ogni preghiera.... Si ha un bel supplicarlo: egli respinge inesorabilmente tutti quelli che vorrebbero partire, se non è il loro turno.... TYLTYL Sono contenti di andar Via?... IL BAMBINO Chi restai non è contento; ma chi parte è triste.... Eccolo!... Ora apre le porte!... (Le grandi porte opaline girano lentamente sui cardini. Si ode una specie di musica lontana: sono i rumori della Terra.... Un chiarore rosso e verde penetra nella sala; e sulla soglia appare il Tempo, un vecchio alto dalla barba fluente, armato della falce e della clessidra. Si scorgono contemporaneamente i lembi estremi delle vele bianche e oro d'una galera, ancorata a una specie di riva formata dai rosei vapori dell'Aurora). IL TEMPO (sulla soglia) Sono pronti i bambini per i quali l'ora è sonata?... ALCUNI BAMBINI AZZURRI (fendendo la folla e accorrendo da ogni parte) Eccoci!... Eccoci!... Eccoci!... IL TEMPO (con voce burbera, ai bambini che sfilano dinanzi a lui per andarsene) Uno alla volta!.. Venite in troppi!... Più di quel che occorre!... Sempre così.... Mai me non mi s'inganna, lo sapete.... (Respingendo uno dei bambini). Non è ancora il tuo turno!... Torna indietro, torna domani.... E non tocca neppure a te, oggi! Rientra, e torna fra dieci anni.... Un tredicesimo pastorello?... Devono essere soltanto dodici; non ne occorrono di più; non siamo più ai tempi di Teocrito o di Virgilio.... Dei medici, ancora?... Ce n'è già troppi; se ne lamenta l'abbondanza, nel Mondo.... E dove sono gl'ingegneri?... Si desidera un uomo onesto, uno solo, da presentarsi come un fenomeno.... Dov'è dunque l'uomo onesto? Sei tu?... (Il bambino fa cenno di sì). Hai l'aria patita.... Non vivrai a lungo.... Olà, voialtri laggiù, più adagio, più adagio!... E tu, che cosa ti porti via?... Nulla?... Te ne vai a mani vuote?... Mi rincresce, ma allora di qua non si passa.... Prepara qualche cosa anche tu: un gran delitto, o, se preferisci, una bella malattia; a me è indifferente.... ma qualcosa ci vuole.... (Scorgendo un piccino che, sospinto innanzi dagli altri, resiste con tutte le sue forze). Ebbene, che cosa c'è? Lo sai che questa è la tua ora.— Si ridiede un eroe per combattere contro l'Ingiustizia; questo eroe sei tu, bisogna dunque partire. I BAMBINI AZZURRI Egli non vuoi andarsene, signore.... IL TEMPO Come?... Non vuole?... E dove crede di essere questo piccolo aborto?... Non si ammettono reclami: non abbiamo tempio da perdere.... IL PICCINO (sospinto dagli altri) No, no!... Non Voglio andar via!... Piuttosto preferisco non nascere!... Preferisco restar qui!... IL TEMPO Non si tratta di volere o non volere.... Quando l'ora è sonata bisogna Obbedire!... Su, via, avanti!... UN BAMBINO (facendosi avanti) Oh lasciatemi passare!... Prenderò io il sino posto!... Dicono che i miei genitori sono vecchi e mi aspettano da tanto tempo!... IL TEMPO Niente affatto.... L'ora è l'ora e il tempo è il tempo. A dar retta a voi, non si finirebbe più.... L'uno vuole, l'altro non vuole, è troppo presto, è troppo tardi.... (Scostando alcuni bambini che avevano invasa la soglia). Fatevi più in là, piccini.... Indietro i curiosi.... Quelli che non partono non devono guardar fuori.... Ora avete fretta di andarvene; ma giunto che sia il vostro turno, avrete paura e vi trarrete indietro.... Guardate, eccone qui quattro che tremano come foglie.... (A un bambino che sul punto di varcare la soglia torna bruscamente indietro). Ebbene, che fai? Che cosa c'è?... IL BAMBINO Ho dimenticato la scatola che contiene i due delitti che dovrò commettere.... UN ALTRO BAMBINO E io, il pentolino con dentro l'idea per illuminare le folle.... TERZO BAMBINO E io ho dimenticato l'innesto della mia pera più bella!... IL TEMPO Presto, correte a prenderli.... Non avete che seicento dodici secondi a vostra disposizione.... La galera, dell'Aurora agitai già le vele per far capire che è pronta ed aspetta.... Arriverete in ritardo e non potrete più nascere.... Su, presto, imbarcatevi!... (Afferrando un bambino che tenta di sgusciargli fra le gambe per raggiungere la riva). Ah, tu, no davvero!... È la terza volta che tenti di nascere prima che sia la tua ora.... Se ti colgo un'altra volta, bada, dovrai aspettare in eterno presso mia sorella l'Eternità: e non è una cosa divertente, lo sai.... Dunque, siamo pronti?... Siete tutti a posto?... (Passando in rivista con lo sguardo i Bambini riuniti sulla riva, o già seduti nella galera). Ne manca ancora uno.... Ha un bel nascondersi, lo scorgo tra la, folla.... Me non mi s'inganna.... Su via, tu, piccino che ti chiami l'Amante: di' addio alla tua bella.... (I due piccini che gli altri chiamano «gli Amanti», teneramente avvinti, pallidi in volto per la disperazione si avanzano verso il Tempo e s'inginocchiano ai suoi piedi). IL PRIMO BAMBINO Signor Tempo, mi lasci partire con lui!... IL SECONDO BAMBINO Signor Tempo, mi lasci restare qui con lei!... IL TEMPO impossibile!... Non ci restano più che trecentonovantaquattro secondi..... IL PRIMO BAMBINO Preferisco non nascere affatto!... IL TEMPO La scelta non sta in voi.... IL SECONDO BAMBINO (con accento supplichevole) Signor Tempo, arriverò troppo tardi!... IL PRIMO BAMBINO Quando essa scenderà sulla Terra, io non ci sarò più!... IL SECONDO BAMBINO Non lo vedrò più!... IL PRIMO BAMBINO Saremo soli, nel mondo!... IL TEMPO Questo non mi riguarda.... Andate a reclamare presso la Vita.... In quanto a me, io unisco, io divido, secondo le istruzioni che mi vengono impartite.... (Afferrando uno dei bambini). Vieni!.... IL PRIMO BAMBINO (dibattendosi) No, no, no!... Deve venire anche lei!... IL SECONDO BAMBINO (aggrappandosi alle vesti del primo) Lasciatelo qui!... Lasciatelo qui!... IL TEMPO Ma che cos'è questa storia?... Si tratta di andare a vivere, insomma: non mica a morire.... o dunque? (Trascinando con sè il primo bambino). Vieni, ti dica! IL SECONDO BAMBINO (tendendo disperatamente le braccia verso l'altro bambino) Un segno!... Dàmmi un segno!... Un segno per ritrovarti!... IL PRIMO BAMBINO Ti amerò sempre!.... IL SECONDO BAMBINO Io sarò la più triste di tutte!... Mi riconoscerai a questo segno!... (Cade a terra e rimane stesa al suolo, immobile). IL TEMPO Perchè non sperare che un giorno...? E ora, siamo pronti finalmente.... (Consultando la clessidra). Non ci restano che sessantatrè secondi.... (Ultima violenta agitazione fra i bambini che partono e quelli che rimangono. Scambio di addii precipitosi: «Addio, Pietro!... Addio, Giovanni.... - Hai preso tutto quel che ti occorre?... Annunzia laggiù il mio pensiero!... - Hai preso il nuovo carburatore ?... - Parla dei miei poponi!... - Non hai dimenticato nulla?... - Cerca di riconoscermi!... - Ti ritroverò!... - Non perder le tue idee!... - Non sporgerti troppo sullo Spazio!... Dàmmi notizie!... - Dicono che non è permesso!... Sì, sì!... In ogni modo, tenta!... - Procura di farci sapere se è bello, il Mondo! Ti verrò incontro - Io nascerò sopra un Trono!... ecc., ecc.» ). IL TEMPO (agitando le chiavi e la falce) Basta! Bastal... L'àncora è levata!... (Passano le vele della galera, e spariscono. Le grida dei bambini dentro alla galera si fanno sempre più lontane: «Terra!.. Terra!... Io la vedo!... Com'è bella!... Com'è grande!... Com'è luminosa!...». Poi, come se uscisse dal fondo dell'abisso, si ode, lontano lontano, un canto di allegrezza e di attesa). TYLTYL (alla Luce) Che cos'è?... Non son loro che cantano così.... Si direbbero altre voci.... LA LUCE Sì, è il canto delle Madri che vanno loro incontro.... (Il Tempo frattanto chiude le porte opaline. Poi si volta, getta un ultimo sguardo nella sala, e scorge a un tratto Tyltyl, Mytyl e la Luce). IL TEMPO (stupefatto e furibondo) Che cosa fate qui?... Chi siete?... Perchè non siete azzurri come gli altri?... Di dove siete entrati?... (Si avanza verso di loro minacciandoli con la falce). LA LUCE (a Tyltyl) Non rispondere!... Ho preso l'Uccellino Azzurro.... Lo tengo nascosto sotto il mio mantello.... Scappiamo.... Gira il Diamante, così perderà le nostre tracce.... (Sgusciano via da sinistra, fra le colonna del primo piano). CALA LA TELA.

A destra e a sinistra, fra le colonne, porte di bronzo patinato. In fondo, nel mezzo, una porta di acciaio, monumentale. Il Palazzo è illuminato soltanto da una luce diffusa che sembra provenire dallo sfolgorio dei marmi e dell'ebano. (All'alzarsi della tela la Notte, sotto le spoglie di una donna bellissima, avvolta in un lungo manto nero, siede sugli scalini del secondo ripiano, fra due fanciulli: l'uno dei quali quasi completamente ignudo, come l'Amore, sorride nel sonno, mentre l'altro sta ritto in piedi, immobile e tutto velato. Entra da destra, all'altezza del primo ripiano, la Gatta). LA NOTTE Chi va là? LA GATTA (lasciandosi cadere sfinita sugli scalini di marmo) Sono io, comare Notte.... Non ne posso più.... LA NOTTE Che hai, figliuola mia?... Sei pallida, magra, coperta di fango.... Vieni da qualche altra, zuffa su per le grondaie, sotto la pioggia e la neve? LA GATTA Ho ben altro per il capo!... Si tratta del nostro gran segreto!... Siamo, ahimè, al principio della fine!... Sono scappata un momento per avvertirvi; mai temo che non ci sia più rimedio.... LA NOTTE Che c'è?... Che cos'è successo?... LA GATTA Vi ho già parlato, mi pare, del piccolo Tyltyl, il figliuolo dello spaccalegna, e del Diamante magico.... Ebbene, fra poco Tyltyl verrà qui a chiedervi l'Uccellino Azzurro.... LA NOTTE E se anche venisse?... Questo non vuol dire che ce l'abbia già in mano.... LA GATTA Se non succede un miracolo, lo avrà, non dubitate.... Ecco come stanno le cose: la Luce, che lo guida e ci tradisce tutti quanti perchè si è messa dalla parte dell'Uomo, ha saputo or ora che l'Uccellino Azzurro, quello vero, il solo che può vivere alla luce del giorno, si trova, qui nascosto fra gli uccellini azzurri dei sogni che si nutrono di raggi di luna e muoiono appena vedono il sole.... Ma siccome non ignora che le è proibito di oltrepassare la soglia del vostro palazzo, manda in sua vece i bambini.... Dal canto vostro, voi non potete impedire all'Uomo di aprire le porte dei vostri segreti; e perciò non so davvero come andrà a finire questa faccenda.... Certa è che, se malauguratamente i bambini riuscissero a impossessarsi del vero Uccellino Azzurro, a noi non resterebbe che sparire.... LA NOTTE Dio mio, Dio mio, in che brutti tempi viviamo!... Non ho più un minuto di requie.... Da qualche anno in qua non riesco più a comprender l'Uomo.... Che cosa vuole?... A che cosa tende?... Gli è proprio necessario di MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 6 sapere tutto? Si è già impossessato di un terzo almeno dei miei segreti; i miei Terrori hanno paura e non osano più uscire; ha messo in fuga i miei Fantasmi; la maggior parte delle Malattie si sente poco bene.... LA GATTA Lo so, lo so, comare Notte, i tempi sono duri e siamo rimaste quasi sole a lottare contro l'Uomo.... Ma sento che si avvicinano..... Non c'è che un solo rimedio.... Siccome sono ancora tanto piccini, spaventiamoli, affinchè non osino tentar d'aprire il portone in fondo, dietro il quale si trovano gli uccelli della Luna.... I segreti delle altre caverne basteranno a sviare la loro attenzione o ad atterrirli.... LA NOTTE (ascoltando un rumore che giunge dal di fuori) Che cos'è questo rumore?... Sono dunque in molti?... LA GATTA Nulla, nulla; sono amici nostri: il Pane e lo Zucchero.... L'Acqua è indisposta e il Fuoco non è potuto venire perchè è parente della Luce.... Il Cane solo è contro di noi; ma non c'è verso di mandarlo via.... (Entrano timidamente, da destra, all'altezza del primo ripiano, Tyltyl, Mytyl, il Pane, lo Zucchero e il Cane). LA GATTA (precipitandosi incontro a Tyltyl) Di qua, di qua, padroncino mio.... Ho già avvertita la Notte, che è lietissima di ricevervi.... Si scusa di non esservi venuta incontro, ma è un poco sofferente.... TYLTYL Buongiorno, signora Notte.... LA NOTTE (offesa) Buongiorno? Non ti capisco.... Potresti dirmi, mi pare, buonanotte, o almeno buonasera.... TYLTYL (mortificato) Scusi, signora. Non sapevo.... (Accennando ai due fanciulli). Son suoi questi bambini?... Come sono graziosi!... LA NOTTE Sì: questo è il Sonno.... TYLTYL Perchè è così grasso?... LA NOTTE Perchè dorme bene.... TYLTYL E l'altro che si nasconde?... Perchè si copre il viso? ... È malato?... Come si chiama?... LA NOTTE È la sorella del Sonno.... Ma è meglio non nominarla.... TYLTYL Perchè?... LA NOTTE Perchè ha un nome che si sente poco volentieri.... Ma parliamo d'altro.... La Gatta mi stava dicendo che siete venuti a cercare l'Uccellino Azzurro.... TYLTYL Sì, signora, se non le dispiace.... Vuol dirmi dov'è?... LA NOTTE Non lo so, bambino mio.... Posso soltanto dirti che qui non c'è.... Non l'ho mai veduto.... TYLTYL Eppure la Luce mi ha assicurato che è qui; e la Luce sa quello che dice.... Vuole per piacere consegnarmi il suo mazzo di chiavi?... LA NOTTE Ma ti pare, caro bambino, ch'io possa consegnar le mie chiavi al primo venuto!... Mi sono stati affidati in custodia tutti i segreti della natura; ne sono io il responsabile, mi è vietato di rivelarli a chicchessia, e meno che mai ad un bambino.... TYLTYL Lei però non ha il diritto di rifiutarsi di farli conoscere all'Uomo, se l'Uomo glieli chiede.... Lo so... LA NOTTE Chi te l'ha detto?... TYLTYL La Luce.... LA NOTTE La Luce!... Sempre la Luce!... Che cosa c'entra lei?... IL CANE Vuoi che le prenda le chiavi per forza, mio piccolo dio?... TYLTYL Zitto, tu, fermo, e cerca piuttosto d'essere educato.... (Alla Notte). Andiamo, via, signora, mi dia le chiavi, per piacere.... LA NOTTE Hai almeno un contrassegno?... Se l'hai, mostralo.... TYLTYL (toccandosi il cappello) Ho il Diamante.... LA NOTTE (rassegnandosi all'inevitabile) E sia!... Eccoti la chiave che apre tutte le porte di questa sala.... Peggio per te se ti succederà qualche guaio—. Non voglio responsabilità.... IL PANE (molto preoccupato) C'è forse pericolo?... LA NOTTE Se c'è pericolo?... Io stessa, vedi, non saprò come trarmi d'impaccio quando qualcuna di queste porte di bronzo si spalancherà sull'abisso.... Perchè in ciascuna di queste caverne di basalto, qui intorno alla sala, sono rinchiusi tutti i mali, tutti i flagelli, tutte le malattie, tutte le angosce, tutte le catastrofi, tutti i misteri che affliggono l'umanità dacchè mondo è mondo.... A gran fatica e con l'aiuto del Destino sonò! riuscita a rinchiuderli là dentro; e ti assicuro che non è facile mantenere un po' d'ordine frai tutti quegli esseri indisciplinati.... Vediamo purtroppo che cosa succede quando uno di loro riesce a fuggire e fa la sua comparsa sulla terra!... IL PANE La mia tarda età, la mia esperienza e la mia devozione fanno di me il protettore naturale di questi due bambini.... Perciò, signora, Notte, permettetemi di rivolgervi una domanda.... LA NOTTE Dite pure.... IL PANE In caso di pericolo, da che parte si può fuggire?... LA NOTTE È impossibile fuggire. TYLTYL (prendendo la chiave e salendo i primi scalini) Cominciamo di qui.... Che cosa c'è dietro a questa porta di bronzo?... LA NOTTE Credo che ci sieno i Fantasmi.... Da tanto tempo non è stata più aperta e non escono più... TYLTYL (introducendo la chiave nella toppa) Ora vedremo.... (Al Pane). L'hai, non è vero, la gabbia per metterei dentro l'Uccellino Azzurro?... IL PANE (battendo i denti dalla paura) Non ch'io abbia paura; ma non credi che sarebbe più prudente contentarci di guardare dal buco della serratura?... TYLTYL Non ti ho chiesto il tuo parere.... MYTYL (scoppiando a un tratto in un pianto) Ho paura!... Dov'è lo Zucchero?... Voglio tornare a casa!... Lo ZUCCHERO (premuroso e ossequioso) Eccomi qua, cara signorina, eccomi qua.... Non piangete.... Ora mi spezzerò un dito e vi offrirò un po' di zucchero filato.... TYLTYL Finiamola!... (Gira la chiave e schiude la porta con prudenza. Scappano subito fuori cinque o sei Spettri di forme strane e diverse, che se ne vanno di qua e di là. Il Pane, spaventato, getta via la gabbia e va a nascondersi in fondo alla sala, mentre la Notte, rincorrendo gli Spettri, grida a Tyltyl): LA NOTTE Presto! Presto!... Chiudi la porta, se no scappano tutti, e non si riacchiappano più!... Da quando l'Uomo non li prende più sul serio, si annoiano.... (Rincorre gli Spettri, sforzandosi, con una frusta fatta di serpenti, di riportarli verso la porta della prigione). Aiutatemi!... Venite qua!... Venite qua!... TYLTYL (al Cane) Aiutala, Tylô, va', corri!... IL CANE (balzando su e abbaiando) Sì, sì, sì!... TYLTYL E il Pane, dov'è?... IL PANE (dal fondo della sala) Sono qui.... Sto vicino alla porta per impedir loro di uscire.... (Ma poi che uno degli Spettri si avanza da quella parte, il Pane fugge via a gambe levate urlando dallo spavento). LA NOTTE (acciuffando tre degli Spettri) Venite qua, voi....(a Tyltyl) E tu, socchiudi appena la porta.... (spinge gli Spettri nella caverna). Ecco, così va bene.... (Il Cane ne riconduce altri due). Dentro anche questi.... Su, presto, tornate a casa vostra.... Lo sapete che fino a Ognissanti non dovete uscire.... (Richiude la porta). TYLTYL (andando verso un'altra porta) E dietro a questi, che cosa c'è?... LA NOTTE Perchè vuoi saperlo?... Te l'ho già detto, l'Uccellino Azzurro non è mai venuto dai queste parti.... Ma fai come vuoi.... Apri pure la porta, se ti fa piacere.... Là dentro ci sono le Malattie.... TYLTYL (mettendo la chiave nella serratura) necessario usare molta prudenza nell'aprire?... LA NOTTE No, non è il caso.... Se ne stanno là, dentro quiete quiete, povere figliuole.... Son poco fortunate, ora. L'Uomo, da qualche tempo, fa loro una guerra spietata.... Specialmente dopo la scoperta dei microbii.... Apri e vedrai.... (Tyltyl spalanca la porta. Non vien fuori nessuno). TYLTYL Perchè non vengono fuori?... LA NOTTE Te l'ho detto, sono quasi tutte sofferenti e scoraggite.... I medici sono poco garbati con loro.... Entra un momento, e vedrai.... (Tyltyl entra nella caverna, e ne esce quasi subito). TYLTYL L'Uccellino Azzurro non c'è.... Hanno l'aria molto malata le vostre malattie!... Non hanno neppure alzato il capo quando sono entrato.... (Una Malattia piccina piccina, in pantofole, veste da camera e cuffia da notte, scappa fuori dalla caverna e si mette a saltellare). Guarda! Una piccina che scappa!... Chi è?... LA NOTTE Nessuno d'importante.... È la più piccola di tutte, è il Raffreddore di naso.... È la meno perseguitata, e perciò sta meglio di tutte in salute.... (Chiamando il Raffreddore). Vieni qui, piccina.... Sei uscita troppo presto: bisogna aspettare l'inverno.... (Il Raffreddore tossisce, sternuta, si soffia il naso, e rientra nella caverna di cui Tyltyl chiude la porta). TYLTYL (avviandosi verso la porta accanto) Guardiamo un po' che cosa c'è qua dentro.... LA NOTTE Bada, là dentro ci sono le Guerre.... Sono più che mai terribili e potenti.... Dio sa che cosa succederebbe se una di esse scappasse fuori!... Per fortuna il riposo le ha fatte ingrassare e si muovono a fatica.... Ma teniamoci pronti tutti a far forza contro la porta, mentre tu getterai uno sguardo là dentro.... (TYLTYL, con molta prudenza, socchiude appena la porta, in modo da lasciare soltanto uno spiraglio attraverso il quale getta un'occhiata nella caverna. Ma tosto si ritrae gridando): TYLTYL Presto! Presto!... Richiudete!... Mi hanno veduto!... Vengono fuori tutte!... Aprono la porta.... LA NOTTE Venite qua, tutti!... Fate forza!.. Che fai tu costì, Pane?... Spingete, spingete!... Sono così forti, loro!... Ecco, ci siamo.... Cedono.... Era ora!... Hai visto?... TYLTYL Sì, sì!... Sono enormi, spaventevoli!.. No, non credo che l'Uccellino Azzurro sia là dentro.... LA NOTTE E Come potrebbe fare a starci?... Lo mangerebbero subito.... in un boccone.... Ebbene, ne hai abbastanza, ormai?... Come vedi, qui non c'è nulla da fare.... TYLTYL Io devo veder tutto.... La Luce vuole.... LA NOTTE La Luce vuole così!... è facile a dirsi per chi ha paura e resta a casa!... TYLTYL Andiamo verso quest'altra porta. Che cosa c'è là dentro?... LA NOTTE Qua dentro stanno rinchiuse le Tenebre e i Terrori.... TYLTYL Si può aprire?... LA NOTTE Sì, certo.... Anch'essi, come le Malattie, sono tranquilli, ormai.... TYLTYL (schiudendo la porta con una certa diffidenza, e gettando uno sguardo nella caverna) Non c'è nessuno.... LA NOTTE (guardando essa pure dentro alla caverna) Ebbene, Tenebre, che cosa state facendo? Uscite per un momento: vi farà bene, vi scioglierà i muscoli.... E anche voi, Terrori.... Non abbiate paura.... (Alcune Tenebre e alcuni Terrori, sotto l'aspetto di persone velate, quelle con veli neri, questi con veli verdognoli, arrischiano timidamente qualche passo fuori della caverna; ma a un gesto appena abbozzato di Tyltyl, rientrano precipitosamente). Su, coraggio!... Non vedete che è un bambino?... Che male può farvi?... (A Tyltyl). Sono diventati costì timidi, tutti, meno i più grandi, quelli laggiù in fondo.... TYLTYL (guardando in fondo alla caverna) Dio! Mettono spavento a guardarli... LA NOTTE Sono incatenati.... Essi soli non hanno paura dell'Uomo.... Ma ora chiudi la porta; se no si arrabbiano.... TYLTYL (andando verso la porta appresso) Guarda!... Questa qui è ancora più cupa. Che cosa c'è qua dentro?... LA NOTTE Dietro a questa porta ci sono molti Segreti.... Se proprio ci tieni, puoi aprirla.... Ma ti consiglio di non entrare.... Sii prudente; e noi, teniamoci pronti a richiuderla presto, come abbiamo fatto per le Guerre.... TYLTYL (schiudendo la porta con infinita precauzione, e inoltrando timidamente il capo attraverso lo spiraglio) Oh!... Che freddo?... Mi frizzano gli occhi!.... Presto, chiudete!... Spingete forte!... Fanno forza dal di dentro contro la porta... (La, Notte, il Cane, la Gatta e lo Zucchero chiudono a forza la porta). Oh che cosa ho visto!... LA NOTTE Che cosa? TYLTYL (sconvolto) Non so, ma metteva spavento!... Stavano lì seduti come tanti mostri senza occhi.... Chi era il gigante che voleva acciuffarmi?... LA NOTTE Probabilmente era, il Silenzio; ce l' ha lui in custodia questa porta.... Ma era dunque tanto spaventoso a vedersi?... Sei ancora pallido e tremi tutto.... TYLTYL Sì. Non avrei mai creduto.... Ho le mani gelate.... LA NOTTE Vedrai qualcosa di ancora più terribile se ti ostini a voler andare avanti.... TYLTYL (andando alla porta accanto) E dietro a questa?... Ci sarà qualcosa altrettanto orribile?... LA NOTTE No.... Qui c'è un po' di tutto.... Ci metto le Stelle disoccupate, i miei profumi personali, alcune Luci di mia particolare proprietà, come i Fuochi fatui, le Lucciole.... Ci rinchiudo dentro anche la Rugiada e il Canto degli Usignoli.... TYLTYL Ah, le Stelle, il Canto degli Usignoli!... Dev'essere proprio questa.... LA NOTTE Apri, apri pure, se vuoi.... Tutte cose innocue.... (Tyltyl spalanca la porta. Le Stelle, sotto l'aspetto di belle giovinette velate da luci multicolori, fuggono subito fuori dalla loro prigione; corrono qua e là per la sala e formano sui gradini e intorno alle colonne dei graziosi girotondi rischiarati da una specie di penombra luminosa. I Profumi della Notte, quasi invisibili, i Fuochi fatui, le Lucciole, la Rugiada trasparente si uniscono ad esse, mentre il Canto degli Usignoli, uscendo a fiotti dalla caverna, inonda il palazzo della Notte). MYTYL (entusiasmata, battendo le mani) Oh! Che belle signore!... TYLTYL E come ballano bene!... MYTYL E come sono profumate!... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 7 TYLTYL E come cantano bene!... MYTYL Chi sono quelli laggiù che si vedono appena?... LA NOTTE Sono i Profumi della mia ombra.... TYLTYL E quegli altri che sembrano fatti di vetro filato?... LA NOTTE Sono le Rugiade delle foreste e delle pianure.... Ma ora basta. Non la smetterebbero più!... Se sapeste che fatica ai farli rientrare là dentro, se fanno tanto di cominciare a ballare!... (Battendo insieme le mani). Via, presto, voialtre Stelle!... Non è il momento, ora, di ballare.... Il cielo è coperto, grossi nuvoloni appaiono qua e là.... Via, sbrigatevi, rientrate tutte, altrimenti chiamo un raggio di sole.... (Le Stelle, i Profumi, ecc. fuggono via spaventati e si precipitano nella caverna la cui porta si richiude dietro di loro. Intanto cessa anche il Canto degli Usignoli). TYLTYL (andando verso la porta di fondo) Eccoci al grande portone centrale.... LA NOTTE (con accento solenne) Non aprirlo!... TYLTYL Perchè?... LA NOTTE Perchè è proibito. TYLTYL Allora è segno che là dentro c'è l'Uccellino Azzurro.... La Luce me l'aveva detto.... LA NOTTE (maternamente) Ascoltami, bambino mio.... Sono stata finora buona e compiacente.... Ho fatto per te quello che non avevo mai fatto per nessuno.... Ti ho rivelato tutti i miei segreti.... Ti voglio bene, sento pietà per la tua giovinezza, per la tua innocenza, e ti parlo come ti parlerebbe una madre.... Ascoltami, dàmmi retta, bambino mio; rinunziaci, non andare più oltre, non tentare il Destino, non aprire quella porta!... TYLTYL (un poco scosso) Ma perchè?... LA NOTTE Perchè voglio salvarti.... Perchè nessuno, intendi, nessuno di coloro che hanno osato di socchiuderla, appena appena, foss'anche per lo spessore di un capello, è ritornato vivo alla luce del giorno.... Perchè tutto quello che si può imaginare di più spaventoso, tutte le peggiori angoscie, tutti gli orrori di cui si parla nel mondo, sono un nulla in paragone a ciò che di meno terribile assale l'uomo non appena il suo sguardo si affissa sull'orlo di quell'abisso al quale nessuno osa dare un nome.... Tanto che io stessa, vedi, se tu nonostante tutto ti ostinassi a voler aprire quella porta, io stessa dovrei pregarti di aspettare finchè io fossi al riparo dentro alla mia torre senza finestre.... E ora rifletti, decidi tu.... (Mytyl, tutta in lacrime, getta urli di terrore cercando di trascinare via con sè Tyltyl). IL PANE (battendo i denti dalla paura) Non aprite, non aprite, padroncino caro! (Gettandosi in ginocchio). Abbiate pietà di noi!... Ve lo chiedo in ginocchio.... La Notte ha ragione.... LA GATTA State per sacrificare la vita di noi tutti.... TYLTYL È inutile.... Debbo aprire quella porta!... MYTYL (singhiozzando e pestando i piedi) Non voglio!... Non voglio!... TYLTYL Voi, Zucchero e Pane, prendete Mytyl per la mano e scappate con lei.... Ora apro LA NOTTE Si salvi chi può!... Presto!... Presto!... (Fugge). IL PANE (fuggendo smarrito) Aspettate almeno finchè siamo arrivati in fondo alla sala.... LA GATTA (fuggendo anch'essa) Aspettate! Aspettate!... (Si nascondono entrambi dietro alle colonne, dalla parte opposta della sala. Tyltyl resta solo col Cane, presso la porta monumentale). IL CANE (affannosamente, pieno di terrore contenuto) Io rimango.... rimango con te.... Non ho paura, io.... Io rimango!... Rimango vicino al mio piccolo dio.... Io rimango! Io rimango!... TYLTYL (accarezzando il Cane) Bravo, Tylô, bravo.... Qua, un bacio.... Siamo in due.... E ora, in guardia!... (Introduce la chiave nella serratura. Un urlo di terrore parte dal punto opposto della sala, dove si sono rifugiati quelli che sono fuggiti. Non appena la chiave ha toccato la porta, i grandi battenti si aprono nel mezzo, scorrono lateralmente e spariscono a destra e a sinistra, nella grossezza del muro, scoprendo a un tratto, immerso nella luce notturna, un maraviglioso, irreale, sconfinato giardino di sogno nel quale, fra le stelle e i pianeti, dei fantastici uccellini azzurri, illuminando tutto ciò che toccano, volando senza posa di pietra in pietra, da un raggio di luna all'altro, fanno perpetue armoniose evoluzioni fino agli estremi confini dell'orizzonte. Sono innumerevoli, e paiono essi il soffio, l'azzurra atmosfera, l'essenza stessa del giardino maraviglioso. Tyltyl, abbagliato, sperduto, immerso nella luce che emana dal giardino). Oh!... il cielo!... (volgendosi agli altri che erano fuggiti). Venite!... Venite!... Eccoli!... Son loro! Son loro! Son loro!... Finalmente!... Migliaia di uccellini azzurri!... Milioni!... Miliardi!... Troppi!... Vieni, Mytyl!... Vieni, Tylô! Venite tutti!... Aiutatemi! (Gettandosi fra gli uccellini). Si possono prendere con le mani!... Non sono selvatici, no.... Non hanno paura di noi!... Venite qua! Venite qua!... (Mytyl e gli altri accorrono. Entrano tutti, meno la Notte e la Gatta, nel giardino maraviglioso). Guardateli!.... Son troppi.... Vengono sulle mani!... Guardate, si nutrono di raggi di luna?... Dove sei, Mytyl?... Ci sono tante ali azzurre, tante piume in giro, che non ci si vede più.... Non morderli, Tylô!... Non far loro male!... Prendili piano piano.... MYTYL (tutta circondata da uccellini azzurri) Ne ho già presi sette!... Oh, come sbattono le ali!... Non posso, teneteli.... TYLTYL Nè anch'io!... Ne ho troppi!... Volano via!.. Tornano!... Anche Tylô ne ha presi!... Ci portano in alto con loro.... Ci portano in cielo!... Vieni, usciamo da questa parte!... La Luce ci aspetta.... Come sarà contentai... Venite di qua, di qua.... (Fuggono via dal giardino, le mani piene d'uccellini che si dibattono, e attraversando la sala in una confusione di ali azzurre escono a destra, da dov'erano prima entrati, seguìti dal Pane e dallo Zucchero i quali, soli fra tutti, non hanno preso neanche un uccellino. La Notte e la Gatta, rimaste sole, risalgono verso il fondo, guardando ansiosamente verso il giardino). LA NOTTE Non l'hanno mica preso, spero?... LA GATTA No, lo vedo lassù, su quel raggio di luna.... Non hanno potuto raggiungere, era troppo in alto.... (Cala la tela. Subito dopo, davanti al sipario calato, entrano simultaneamente, da destra la Luce, e da sinistra Tyltyl, Mytyl e il Cane, tutti quasi nascosti sotto gli uccellini che hanno preso. Ma questi appaiono giù inanimati, e, il capo penzoloni e le ali spezzate, non sono più nelle loro mani se non delle spoglie inerti). LA LUCE Dunque, lo avete preso?... TYLTYL Sì, Sì ! E non uno solo!... Ce n'erano a migliaia!... Eccoli!... Guarda!... (Guarda gli uccellini, nell'atto di porgerli alla Luce, e si accorge che sono morti). O Dio! Sono morti.... Come mai?... Anche i tuoi, Mytyl?... Anche quelli che ha, preso Tylô!... (Gettando con collera in terra i cadaveri degli uccellini). Ah no, è una cosa terribile!... Chi li hai uccisi?... Oh, come sono infelice!... (Si nasconde la testa col braccio, e scoppia in singhiozzi). LA LUCE (stringendolo maternamente fra le braccia) Non piangere, bambino mio.... Tu, non avevi preso l'uccellino che può vivere alla luce del giorno.... Quello era volato via, chi sa dove.... Ma lo ritroveremo!... IL CANE (guardando gli uccellini morti) Mi permetti di mangiarli?... (Escono tutti da sinistra).

Il paese del Ricordo Fitta nebbia dalla quale emerge, a destra, al primo piano, il tronco di un' altissima quercia a cui è attaccato un cartello. Chiarore pallido, diffuso, impenetrabile. (Presso la quercia, Tyltyl e Mytyl). TYLTYL Ecco l'albero!... MYTYL E il cartello!.... TYLTIL Non mi riesce di leggere.... Ora monto su questa grossa radice per veder meglio.... Sì, sì, è qui.... C'è scritto: «Paese del Ricordo». MYTYL Comincia qui?... TYLTYL Sì, non vedi la freccia?... MYTYL Ma dove sono il nonnino e la nonnina?... TYLTYL Dietro la nebbia.... Ora li vedremo.... MYTYL Non vedo nulla!... Nè anche i miei piedi, nè anche le mie mani.... (Piagnucolando). Ho freddo!... Non voglio più viaggiare.... Voglio tornare a casa.... TYLTYL Via, non piangere sempre, come l'Acqua.... Non ti vergogni?... Una bimba grande!.... Guarda, la nebbia già se ne va.... Ora vedremo che cosa c'è dentro.... (La nebbia infatti comincia a muoversi. Si fa più leggera, più chiara, lentamente si disperde, svapora. A un tratto appare, in una luce sempre più trasparente sotto una volta di verzura, una ridente casetta rustica ricoperta da piante rampicanti. La porta e le finestre sono aperte. Si vedono delle arnie sotto una tettoia, dei vasi da fiori sui davanzali, una gabbia nella quale c'è un merlo che dorme, ecc. Davanti alla porta, seduti su di una panca, un vecchio contadino e sua moglie, i nonni di Tyltyl, dormono profondamente). TYLTYL (ravvisandoli a un tratto) Nonnino! Nonnina!... MYTYL (battendo le mani) Sì, sì!... Son loro!... Son loro!... TYLTYL (non ancora del tutto sicuro) Zitta!... Non si capisce bene se si muovono o no.... Restiamo qui, dietro l'albero.... (Nonna Tyl apre gli occhi, alza la testa, si stira, sospira, si volta a guardare Nonno Tyl, che piano piano si sveglia anche lui). NONNA TYL Ho il presentimento che i nostri nipotini, che sono sempre al mondo, verranno oggi a trovarci.... NONNO TYL Stanno pensando a noi, di certo; perchè mi sento un non so che, e mi formicolano le gambe.... NONNA TYL Debbono esser vicini, certo, perchè mi danzano davanti agli occhi lacrime di gioia.... NONNO TYL No, no, sono ancora lontani.... Mi sento ancora debole.... NONNA TYL Stanno per venire, ti dico: mi sento così forte.... TYLTYL e MYTYL (sbucando fuori di dietro la quercia) Eccoci!.... Eccoci!... Nonnino! Nonnina!... Siamo noi!... Siamo noi!... NONNO TYL Vedi? Che cosa ti dicevo?... Ero sicuro che sarebbero venuti oggi.... NONNA TYL Tyltyl!... Mytyl!... Sei tu!... È lei!... Son loro!... (Sforzandosi di correre loro incontro). Non posso correre.... Ho sempre i miei soliti reumi.... NONNO TYL (accorrendo anch'egli zoppicante) Nè anch'io posso correre.... Colpa della mia gamba di legno cattivo sostituto di quell'altra che mi sono rotta cadendo dalla quercia.... (I nonni e i bambini si abbracciano calorosamente). NONNA TYL Come sei diventato grande e forte, Tyltyl mio! NONNO TYL (accarezzando i capelli di Mytyl) E Mytyl!... Guarda!... Che bei capelli, che begli occhi!... E che dolce fragranza!... NONNA TYL Abbracciamoci ancora... Venite, venite sulle mie ginocchia.... NONNO TYL E a me? Niente?... NONNA TYL No, no, prima io.... Come stanno il babbo e la mamma?... TYLTYL Benone, nonnina.... Quando siamo usciti dormivano.... NONNA TYL (contemplandoli e coprendoli di carezze) Dio mio, come sono belli, e che belle faccine pulite!.. Chi ti ha lavato il viso?... La mamma, non è vero?... E che miracolo, le calze senza buchi!... Le rammendavo io, una volta.... Perchè non venite a trovarci più spesso?... Ci fa tanto piacere!... Da mesi e mesi ci avete dimenticati e non vediamo più nessuno.... TYLTYL Non potevamo venire, nonnina; e se siamo venuti oggi, è merito della Fata. NONNA TYL Stiamo sempre qui, aspettando una visitina da coloro che sono ancora al mondo.... Vengono così di rado!... L'ultima volta che siete venuti, vediamo, quando fu?... Per Ognissanti, quando la campana della chiesa ha sonato.... TYLTYL Per Ognissanti, dici?... Ma se non siamo usciti di casa, quel giorno!... Eravamo tanto infreddati.... NONNA TYL No, ma avete pensato a noi.... TYLTYL È vero.... NONNA TYL Ebbene, ogni volta che pensate a noi, ci destiamo e vi rivediamo.... TYLTYL Come! Basta che.... NONNA TYL Andiamo, via, lo sai bene.... TYLTYL No, ti assicuro, non lo so... NONNA TYL (a Nonno Tyl) Son curiosi, lassù.... Non sanno ancora niente.... Non imparano dunque niente?... NONNO TYL È come al tempo nostro. I vivi sono così sciocchi quando parlano degli Altri.... TYLTYL Ma voi dormite sempre?... NONNO TYL Sì, e dormiamo anche profondamente, aspettando di essere destati dal pensiero dei Vivi.... è dolce dormire quando la vita è finita.... Ma però è dolce anche destarsi di tanto in tanto.... TYLTYL Ma allora.... non siete morti per davvero?... NONNO TYL Che cosa dici mai?... Senti che cosa dice!... Usa delle parole che non comprendiamo.... È forse una parola nuova, inventata da poco?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 5 TYLTYL Che cosa?... La parola «morto»?... NONNO TYL Sì, ecco: quella parola lì.... Che cosa vuol dire?... TYLTYL Oh bella, vuoi dire che non si è più vivi.... NONNO TYL Oh, come sono sciocchi, lassù!... TYLTYL Si sta bene qui, nonnino?... NONNO TYL Sì, non c'è male.... E si starebbe anche meglio se lassù pregassero ancora per noi.... TYLTYL Il babbo dice che non occorre più di pregare.... NONNO TYL Sì, sì.... Pregare vuol dire ricordare... NONNA TYL Si starebbe tanto bene, se però veniste più spesso a trovarci!... Ti ricordi, Tyltyl?... L'ultima volta, avevo fatta una bella torta di mele.... Ne hai mangiata tanta, che t'ha, fatto male.... TYLTYL Io?... Ma se non ne ho più mangiate, di torte di mele, dall'anno passato in qua!... Non ci sono state mele quest'anno.... NONNA TYL Non dire sciocchezze.... Qui ce ne sono quante ne vuoi.... TYLTYL Non è la, stessa cosa,.... NONNA TYL Come?... Non è la stessa cosa?... Ma tutto è lo stesso, poichè possiamo rivederci!... TYLTYL (guardando alternativamente il Nonno e la Nonna). Non sei punto mutato, nonnino, punto punto.... E nè anche la nonnina.... Ma però siete diventati più belli.... NONNO TYL Sì, non possiamo lamentarci.... Non invecchiamo più.... Ma voi, come siete diventati grandi!... Eh sì, crescete, crescete.... Guardate, là, sulla porta, c'è ancora, il segno fatto l'ultima volta che vi ho misurati.... Era la festa d'Ognissanti.... Vediamo, mettiti qua, dritto!.... (Tyltyl si mette ritto contro la porta). Quattro dita più alto!... Via, non c'è male.... (Anche Mytyl si mette ritta contro la porta). E Mytyl, quattro dita, e mezzo!... Ah, ah!... Come cresce, come cresce la mal'erba!... TYLTYL (guardando intorno a sè, rapito) Ogni cosa è rimasta, la, stessa... tutto è al posto di prima!... Ma tutto è più bello però!... Ecco là l'orologio con la sua lancetta, a cui avevo rotto la punta.... NONNO TYL Guarda la, zuppiera, sbocconcellata quel olorno.. Ti ricordi?... TYLTYL Ecco il buco che feci sulla porta il giorno che presi di nascosto il tràpano!... NONNO Tyl, Eh sì, puoi dire di averne fatte, delle monellerie.... E lo vedi, il susino sul quale ti arrampicavi approfittando della mia assenza?... Ha sempre le sue belle susine rosse.... TYLTYL Queste sono molto più belle!... MYTYL Guarda, guarda il vecchio merlo!... Canta ancora?... (Il merlo si desta e incomincia a cantare a squarciagola). NONNA TYL Che cosa ti dicevo?... Appena si pensa a lui... TYLTYL (notando con meraviglia che il merlo è perfettamente azzurro) Guardai, guarda, è azzurro!... Ma allora, è lui, l'Uccellino Azzurro che devo portare alla Fata!... E voi, perchè non m'avete detto che si trovava qui?... Oh com'è azzurro, azzurro azzurro come una pallina di vetro azzurro!... (con accento supplichevole). Oh nonnino, nonnina cara! Me lo regalate? Me lo regalate? NONNO TYL Vedremo.... Forse sì.... Che ne dici, nonnina?... NONNA TYL Sì, sì.... Per quello che ci sta a fare, qui.... Non fa che dormire.... Non si sente mai.... TYLTYL Ora lo metto nella gabbia che ha portato con me.... Ma, dov'è?... Ah, già, l'ho lasciata dietro quell'albero grande.... (Corre verso l'albero, ritorna con la gabbia e vi rinchiude il merlo). Allora me lo regalate davvero?... Come sarà contenta la Fata!... E anche la Luce!... NONNO TYL Però, sai, non garantisco nulla....Temo che non possa più abituarsi alla vita agitata di lassù, e che torni qui alla prima occasione.... Ma vedremo.... Lascialo stare ora e vieni a vedere la mucca.... TYLTYL (osservando le arnie) E le api, dimmi, come stanno ? NONNO TYL Non c'è male.... Non sono più vive nè anch'esse, come dite voialtri lassù; ma però lavorano sodo lo stesso.... TYLTYL (avvicinandosi alle arnie) Eh, sì, infatti, si sente l'odore del miele.... Devono pesare, le arnie!... I fiori sono così belli, qui!... E le mie sorelline morte sono qui anche loro?... MYTYL E dove sono i miei tre fratellini che erano stati messi sotto terra?... (A queste parole, sette bambini di diversa statura escono fuori dalla casa uno dietro l'altro in ordine di altezza). NONNA TYL Eccoli!... Eccoli!... Sbucano, fuori appena si pensa a loro, appena si parla di loro!... (Tyltyl e Mytyl corrono incontro ai bambini. Si spingono a vicenda, si abbracciano, ballano, girano in tondo vertiginosamente gettando grida di gioia). TYLTYL Guarda, guarda Pierino! (Si prendono per i capelli). Si fa alla guerra, come una volta?... E Roberto!... Buongiorno, Giovannina! E la trottola? Non ce l'hai più?... Guarda, guarda, Maddalena e Pierina, e anche Enrichetta.... MYTYL Enrichetta! Enrichetta! Cammina ancora carponi!... NONNA Tyr, Già, non cresce più.... TYLTYL (scorgendo il cagnolino che saltella intorno a loro) Guarda Kikì, con la coda tagliata, tagliata da me con le forbici di Paolinal... Non è mutato affatto, nè anche lui.... NONNO TYL (con solennità) No, qui nulla muta più.... TYLTYL E Paolina ha sempre quella bolla sul naso!... NONNA TYL Sì, non vuol andarsene.... Non ci si può far nulla.... TYLTYL Oh, come si vede che stanno bene, come sono lustri e grassi!... Che belle guance!... Sono proprio ben pasciuti.... NONNA TYL Stanno meglio, infatti, da quando non son più vivi.... Non c'è più nulla da temere per loro, nessuno più è malato, non c'è più ragione d'inquietudini.... (L'orologio, dentro alla casa, suona le otto). NONNA TYL (con stupore) Che cos'è ?... NONNO TYL Non saprei davvero.... Dev'essere l'orologio.... NONNA TYL È impossibile.... Non suona mai le ore... NONNO TYL Perchè non pensiamo più alle ore.... Ma forse qualcuno ci ha pensato?... TYLTYL Ci ho pensato io, sì!... Che ore sono?... NONNO TYL In verità, non lo so.... Ho perduto l'abitudine.... Ma l'orologio ha sonato otto colpi: devono dunque esser le otto, come dicono lassù. TYLTYL La Luce mi ha dato appuntamento per le otto e tre quarti.... È per via della Fata.... Si tratta di una cosa importantissima.... Scappo. NONNA TYL Vuoi andartene proprio all'ora di cena?... Presto, presto, apparecchiamo la tavola davanti alla porta.... C'è per l'appunto una squisita zuppa di cavoli e una bella torta di susine (Portano fuori la tavola, la mettono davanti all'uscio di casa. Tutti aiutano a preparare la tavola: chi porta i piatti, chi le posate, ecc.). TYLTYL Tanto, l'Uccellino Azzurro ce l'ho già.... E poi è tanto tempo che non mangio la zuppa di cavoli!... Da quando sono in viaggio.... Negli alberghi non la danno mai.... NONNA TYL Ecco!... È pronto.... A tavola, bambini.... Non perdiamo tempo, se avete fretta di andarvene.... (La lampada è accesa, la minestra è scodellata. I nonni e i bambini siedono a mensa, dandosi l'un l'altro delle spinte, delle gomitate, con grida e risate allegre). TYLTYL (mangiando con ghiottoneria) Com'è buona!... Dio, com'è buona!... Ne voglio ancora!... Ne voglio ancora!... (Batte rumorosamente sul piatto col cucchiaio di legno). NONNO TYL Via, via, un po' di calma.... Sei sempre lo stesso maleducato di una volta.... Bada, rompi il piatto.... TYLTYL (rizzandosi sullo sgabello) Ne voglio ancora! Ne voglio ancora!... (Riesce ad afferrare la zuppiera, che attira a sè. Questa si rovescia, e la minestra si versa sulla tavola e sulle ginocchia dei commensali. Grida e urli). NONNA TYL Vedi! Te l'avevo detto.... NONNO TYL (dando a Tyltyl un sonoro schiaffo) Questo è per te!... TYLTYL (rimane un istante sconcertato; poi, portando la mano alla guancia, tutto contento) Sì!... Erano proprio eguali a questo, gli schiaffi che ci davi quando eri vivo!... Nonnino, come mi piace e come fa bene!... Lascia che ti abbracci.... NONNO TYL Bene, bene. Te ne dò un altro, se ti fa tanto piacere.... (L'orologio suona la mezza). TYLTYL (con un sussulto) Le otto e mezzo!... (Getta via il cucchiaio). Mytyl, abbiamo appena il tempo di andare.... NONNA TYL Via, restate ancora un minuto.... Non brucia mica la casa.... Ci vediamo così di rado.... TYLTYL È impossibile.... La Luce è tanto buona.... E le ho promesso.— Andiamo, Mytyl, andiamo.... NONNO TYL Dio, come sono noiosi i Vivi con tutte le loro faccende e le loro agitazioni!... TYLTYL (prendendo la gabbia e abbracciando tutti in gran fretta) Addio, nonnino.... Addio, nonnina.... Addio fratellini, sorelline, Pierino, Roberto, Paolina, Maddalena, Entrichetta!... E addio anche a te Kikì!... Non possiamo proprio trattenerci di più.... Non piangere, nonnina, torneremo spesso.... NONNA TYL Tornate ogni giorno!... TYLTYL Sì, sì !... Torneremo più spesso che sia possibile.... NONNA TYL È la nostra sola gioia, è una festa per noi quando venite a trovarci col vostro pensiero!... NONNO Tu, Non abbiamo altre distrazioni.... TYLTYL Presto, presto!... Datemi la gabbia! NONNO TYL (porgendogli la gabbia) Eccola!... In quanto all'uccello, però, non garantisco nulla: se il colore non è buono.... TYLTYL Addio! Addio!... I FRATELLINI E LE SORELLINE Addio, Tyltyl!... Addio, Mytyl!... Ricordatevi dello zucchero filato!... Addio!.. Tornate!... Tornate presto!... (Tutti agitano i fazzoletti, mentre Tyltyl e Mytyl si allontanano lentamente. Ma già durante le ultime battute la nebbia si era gradatamente fatta più densa, e il suono delle voci si era affievolito: in modo che alla fine della scena tutto sparisce nel fitto della nebbia. Quando sta per calare il sipario, si scorgono ai piedi della quercia soltanto Tyltyl e Mytyl). TYLTYL Passiamo di qua, Mytyl.... MYTYL Dov'è la Luce?... TYLTYL Non lo so.... (guardando l'uccello dentro la gabbia). Oh bella!... L'uccellino non è più azzurro!... È diventato nero!... MYTYL Dàmmi la mano, fratellino.... Ho tanta paura.... Ho tanto freddo.... CALA LA TELA.

(A destra, in fondo alla scena, Tyltyl e Mytyl dormono profondamente nei loro lettini. La Gatta, il Cane e gli Oggetti sono allo stesso posto che occupavano nel primo quadro, prima dell'arrivo della Fata. Entra Mamma Tyl). LA MAMMA (con voce di scherzoso rimprovero) Su, su, alzatevi, poltroncelli!... Non vi vergognate?... Son già sonate le otto, il sole è già alto sulla foresta!... Dio mio, come dormono, come dormono!... (Si china a baciare i bambini). Che belle gotine bianche e rosse!... Tyltyl sa di spigo, e Mytyl di mughetto.... (Baciandoli ancora). Come sono cari, i bimbi!... Ma non posso mica lasciarli dormire fino a mezzogiorno.... E poi, non ho sempre detto che dormire troppo fa male alla salute!... (Scotendo dolcemente Tyltyl). Su, su, Tyltyl.... TYLTYL (destandosi) Chi è?... La Luce?... Dov'è?... No, no, non andartene.... LA MAMMA Lai Luce?... Sicuro, c'è la luce.... E da un bel pezzo, anche. Nonostante le imposte chiuse, ci si vede, qua dentro, come se fosse mezzogiorno.... Ora apro.... (Apre le imposte: una luce accecante riempie la stanza). Ecco!... Ma che cos'hai?... Hai l'aria stordita.... TYLTYL (fregandosi gli occhi) Mamma! Mamma!... Sei tu!... LA MAMMA Sono io, sì.... E chi vuoi che sia?... TYLTYL Sei tu.... Ma sì, sei proprio tu!... LA MAMMA Ma si, sono io.... Non ho mica mutato faccia, stanotte.... Perchè mi guardi così meravigliato?... Ho forse il naso torto?... TYLTYL Oh che bella cosa rivederti, mamma!... Era tanto tempo, tanto tempo che non ti vedevo!... Lascia che ti baci, mammina cara.... Ancora, ancora, ancora!... E poi, questo è proprio il mio letto!... Sono proprio ai casa mia!... LA MAMMA Ma che hai?... Su, svegliati.... Ti senti poco bene?... Fammi vedere la lingua.... Andiamo, àlzati e vestiti. TYLTYL Oh bella! Sono in camicia!... LA MAMMA Certo, come vuoi essere?... Infilati i pantaloncini e la giubba.... Sono qui, sulla sedia.... TYLTYL Ma come!... Ho fatto tutto quel gran viaggio così?... LA MAMMA Quale viaggio?... TYLTYL Ma sì, l'anno scorso.... LA MAMMA L'anno scorso?... TYLTYL Ma si, sì!... Quando sono partito, a Natale.... LA MAMMA Quando sei partito?... Se non ti sei mai mosso da questa, stanza!... Ti ho messo a letto io ieri sera, e qui ti ritrovo stamani.... Te la sei sognata, tutta questa storia?... TYLTYL Sei tu che non capisci!... È stato l' anno scorso, ti dico, quando sono partito con Mytyl, la Fata, la Luce.... com'è buona la Luce!... e il Pane, lo Zucchero, l'Acqua e il Fuoco. Non facevano che picchiarsi continuamente.... Non sei mica in collera con me?... Non ti è mica dispiaciuto?... E il babbo, che cosa ha detto?... Non mi è stato possibile rifiutare, credimi.... Avevo lasciato un biglietto per spiegarti.... LA MAMMA Ma che cosa, vai farneticando?... Certo, sei malato, oppure dormi ancora.... (gli dà un buffetto sulla guancia, scherzosamente). Su, svegliati.... Vediamo, stai meglio ora?... TYLTYL Ti assicuro, mamma, io.... Sei tu che dormi ancora.... LA MAMMA Come! Io dormo ancora?... Se sono in piedi dalle sei!... Ho già ravvivata la casa e acceso il fuoco.... TYLTYL Domanda dunque a Mytyl se non è vero!... Ah quante avventure abbiamo avute!... LA MAMMA Come, Mytyl?... Che cosa dici?... TYLTYL Era con me.... E abbiamo riveduto i nonni.... LA MAMMA (sempre più sbalordita) I nonni?... TYLTYL Sì, nel Paese del Ricordo.... Era proprio lì sulla nostra strada.... Sono morti, ma però stanno bene.... La nonnina ci ha preparato una bella torta di susine.... E poi abbiamo anche visto i fratellini, Roberto, Giovanni, la sua trottola, Maddalena e Pierina, Paolina, e poi anche Richetta.... MYTYL Sai, mamma, Richetta cammina sempre carponi!... TYLTYL E Paolina ha sempre quella bolla sul naso.... MYTYL Ti abbiamo vista anche ieri sera.... LA MAMMA Ieri sera? Ma di certo, poichè ti ho messa a letto! TYLTYL No, no, noi qui; nel giardino della Felicità; eri tanto più bella, ma però ti somigliavi.... LA MAMMA Il giardino della Felicità?... Non ne ho mai sentito parlare.... TYLTYL (la guarda a lungo, poi, abbracciandola) Sì, eri più bella; però mi piaci di più così.... MYTYL (abbracciandola anch'essa) Anche a me, anche a me, mi piaci di più così.... LA MAMMA Dio mio! Ma che cosa hanno?... Ah, moriranno anche loro, come sono morti gli altri... (Spaventata chiama): Babbo! Babbo!... Vieni, presto!... I bambini stanno male!... (Entra Babbo Tyl, tranquillo, con in mano la scure). IL BABBO Che cosa c'è?... TYLTYL e MYTYL (correndogli gioiosamente incontro per abbracciarlo) Guarda, il babbo!... È il babbo?... Buongiorno, babbo !... Hai lavorato molto quest'anno?... È stata un'annata buona?... IL BABBO Ebbene, che cosa c'è?... Non hanno davvero l'aria di star poco bene; hanno bonissimo aspetto.... LA MAMMA (con gli occhi pieni di lacrime) Non c'è da fidarsi..... Succederà lo stesso a loro come agli altri.... Anche gli altri, fino all'ultimo, avevano buon aspetto; e poi Dio ce li ha presi.... Non so capire che cosa abbiano.... Li avevo messi a letto ieri sera, quieti quieti; e stamane si svegliano, e non mi raccapezzo più.... Non sanno quel che dicono; parlano di non so che viaggio.... Hanno veduto la Luce, il nonnino, la nonnina; dicono che sono morti ma che stanno bene.... TYLTYL Il nonnino però ha sempre la gamba di legno.... MYTYL E la nonnina, i reumi.... LA MAMMA Li senti?... Corri a chiamare il dottore!... IL BABBO Ma che, ma che!... Non sono mica morti, ancora.... Su, vediamo un po'.... (Bussano alla porta di casa). Avanti!... (Entra la Vicina, una vecchietta che assomiglia alla Fata del primo atto. Cammina appoggiandosi al bastone). LA VICINA Buongiorno, e buone feste a tutti!... TYLTYL La fata Beriluna! LA VICINA Vengo a chiedervi un po' di fuoco per la pentola.... Fa freschino, stamani.... Buongiorno, bambini, come va?... TYLTYL Signora Fata Beriluna, non l'ho mica trovato, sa, l'Uccellino Azzurro.... LA VICINA Che cosa dice?... LA MAMMA Oh, stia zitta, signora Berlingot!... Non sanno più quel che dicono.... Fanno così da quando si sono svegliati.... Devono aver mangiato qualcosa di cattivo.... LA VICINA Come, Tyltyl, non riconosci più la comare Berlingot, la tua vicina di casa?... TYLTYL Sì, signora.... Lei è la Fata Beriluna.... Non è mica in collera con noi, spero?... LA VICINA Beri.... come?... TYLTYL Beriluna.... LA VICINA Berlingot, vuoi dire, Berlingot.... TYLTYL Beriluna, Berlingot, come vuol lei, signora.... Ma Mytyl sa benissimo che.... LA MAMMA Questo è il male, che anche Mytyl.... IL BABBO Via, via!... Passerà. Ora ci penso io, con qualche buon scapaccione.... LA VICINA Lasciate andare, non vale la pena.... Me ne intendo, io: si tratta di un sognaccio.... Avranno dormito sotto un raggio di luna.... Anche la mia bambina, che è tanto malata, spesso è così ... LA MAMMA A proposito, come sta la vostra bambina?... LA VICINA Così così.... Non può alzarsi dal letto.... Il dottore dice che sonò i nervi.... Ma io lo so, che cosa la farebbe guarire.... Me Io chiedeva anche questa mattina, per regalo di Natale; è una sua idea fissa.... LA MAMMA Sì, lo so, vorrebbe l'uccellino di Tyltyl.... Ebbene, Tyltyl, non vuoi proprio deciderti a regalarlo a quella povera piccina?... TYLTYL Che cosa, mamma?... LA MAMMA Il tuo uccellino.... Per quello che te ne fai.... Non lo guardi nemmeno più.... E lei da tanto tempo si strugge dalla voglia di averlo!... TYLTYL Già, è vero, il mio uccellino.... Dov'è?... Ah, ecco la gabbia!... Vedi la gabbia, Mytyl?... È quella che teneva in mano il Pane.... Sì, sì, è proprio quella; ma dentro c'è un uccellino solo.... E l'altro?... Che l'abbia mangiato il Pane?... Guarda, guarda!... È azzurro!.... Ma è proprio la mia tortorella!... Oh, come mai è tanto più azzurra di quello che era prima che partissi?... Ma è l'Uccellino Azzurro, Mytyl! È l'Uccellino Azzurro che abbiamo tanto cercato!... Siamo andati tanto lontani, e invece era qui!... Che cosa strana!... Mytyl, lo vedi, MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 16 l'uccellino? Chi sa che casa direbbe la Luce!... Voglio tirar giù la gabbia.... (Sale su di una sedia, e, staccata la gabbia dal chiodo, la porge alla Vicina). Ecco, prenda, signora, Berlingot.... Non è ancora proprio tutto azzurra; ma diventerà, vedrà.... Lo porti, lo porti subito alla sua bambina.— LA VICINA Come?... Davvero?... Me lo, dài, così a un tratto, e per nulla?... Dio, come sarà felice la mia bambina!... (Baciando Tyltyl). Ecco un bacio.... Scappo!... Scappo subito dalla mia bambina!... TYLTYL Sì, si, vada, presto; non vorrei che nel frattempo mutasse di colore.... LA VICINA Tornerò a raccontarti quel che avrà detto.... (Esce). TYLTYL (dopo essersi guardato lungamente intorno) Babbo, mamma; ma che cosa avete fatto, alla casa?... È la stessa di prima, sì; ma è tanto più bella.... IL BABBO Come, più bella?... TYLTYL Sì.... Avete ridato il colore da per tutto, rimesso tutto a nuovo; non vedete come tutto è pulito, ora, e lucido?... Non era mica così, l'anno passato.... IL BABBO L'anno passato?... TYLTYL (affacciandosi alla finestra) E la forestal... Com'è grande, com'è bella!... Non sembra più la stessa.... Ah, come si sta bene, qui!... (Aprendo la madia). Dov'è il Pane?... Curiosa! come se ne sta quieto quieto, ora, il Pane.... Ah, ecco Tylô!... Buongiorno, Tylô!... Bravo, ti sei battuto bene!... Ti ricordi, Tylô, nella foresta?... MYTYL E Tylette?... Guarda: mi riconosce, vedi? Ma non parla più.... TYLTYL Senta, signor Pane.... (Toccandosi la fronte). Oh bella, e il Diamante?... Non l'ho più... Chi mi ha preso il mio cappellino verde?... Poco male; non ne ho più bisogno.... Ah, ecco il Fuoco!... È buono, il Fuoco!... Crepita e ride per far arrabbiare l'Acqua.... (Correndo verso la fontanella). E l'Acqua?... Buongiorno, Acqua!... Che cosa dice?... Parla ancora, come prima, ma non mi riesce più di capire che cosa dice.... MYTYL E lo Zucchero? Non c'è più.... TYLTYL Dio, Come sono felice, felice, felice!... MYTYL Anch'io! Anch'io.... LA MAMMA Ma perchè vanno intorno a questo modo come due trottole?... IL BABBO Lascia stare, non preoccupartene. Giuocano a essere felici.... TYLTYL Io volevo bene alla Luce più che a tutti.... Dov'è la sua lampada?... Posso accenderla?... (Guardandosi ancora intorno). Dio, come è bella ogni cosa qua dentro, e come sono contento! (Bussano alla porta). IL BABBO Avanti! (Entra la Vicina, tenendo per la mano una bambina maravigliosamente bionda e bella, che stringe fra le braccia la tortorella di Tyltyl). LA VICINA Guardate che miracolo!... LA MAMMA Ma come!... Cammina?... LA VICINA Sì, cammina!... Anzi corre, balla, vola!... Appena ha veduto l'uccello è corsa in un balzo alla finestra per assicurarsi, alla luce, se fosse veramente la tortorella di Tyltyl.... E poi giù come un razzo, nella strada?... Volava che pareva un angelo.... Potevo appena tenerle dietro.... TYLTYL (avvicinandosi, meravigliato) Oh, come somiglia alla Luce!... MYTYL È molto più piccola, però.... TYLTYL È vero!... Ma crescerà.... LA VICINA Che cosa dicono?... Non stanno ancora bene, a quanto pare?... LA MAMMA Stanno meglio, ora passerà.... Quando avranno mangiato, saranno belle guariti.... LA VICINA (spingendo la piccina fra le braccia di Tyltyl) Va', dunque, piccina mia, va' a dire grazie a Tyltyl.... (Tyltyl, improvvisamente intimidito, si ritrae). LA MAMMA Perchè, Tyltyl? Che hai?... Hai paura della bambina?... Via, dalle un bacio.... Un bacio grosso grosso.... Non così.... Sei tanto ardito per solito!.. Ancora un altro, via.... Ma che hai?... Sei lì li per piangere.... (Tyltyl, dopo aver baciato goffamente la piccina, rimane un momento ritto dinanzi a lei, e i due bambini si guardano senza dirsi nulla. Poi Tyltyl, accarezzando l'uccellino): TYLTYL Ti pare che sia abbastanza azzurro?... LA BAMBINA Si, sì, sono tanto contenta.... TYLTYL Io però ne ho veduti di quelli molto più azzurri.... Ma quelli che sono proprio azzurri, sai, per quanto si faccia, non si riesce a prenderli.... LA BAMBINA Non importa; questo qui è molto bello.... TYLTYL Gli hai dato da mangiare?... LA BAMBINA Non ancora.... Che cosa mangia?... TYLTYL Mangiai di tutto: grano, pane, orzo, cicale.... LA BAMBINA E come fa, dimmi, a mangiare?... TYLTYL Mangia col becco. Guarda, ora ti faccio vedere.... (sta per prendere l'uccello dalle mani della bambina; questa si oppone, istintivamente, e la tortorella, approfittando di quel momento, si libera dalla stretta e vola via). LA BAMBINA (gettando un grido disperato) Mamma ! Mamma! È fuggito via!... (Scoppia in singhiozzi). TYLTYL Non è niente.... Non piangere.... Lo riacchiapperò.... (Andando verso la ribalta e indirizzandosi al pubblico). Se qualcuno trovasse per caso l' Uccellino Azzurro, vorrebbe far il piacere di rendercelo?... Ne avremo bisogno un giorno per poter essere felici.... CALA LA TELA. FINE.

LA LUCE Qui, nel cimitero dietro a questo muro.... Pare che uno dei morti lo tenga nascosto nella sua tomba.... Ma è difficile di sapere quale.... Bisognerà passarli tutti in rivista.... TYLTYL Passarli in rivista?... Come si fa?... LA LUCE È molto, semplice. A mezzanotte, per non disturbarli troppo, girerai il Diamante. Li vedremo uscire di sotterra; oppure scorgeremo in fondo alle loro tombe quelli che non saranno usciti.... TYLTYL Non andranno in collera?... LA LUCE No certo, non se ne accorgeranno neanche.... Preferiscono non essere disturbati, è vero; ma siccome hanno l'abitudine di uscire a mezzanotte, così questo nostro appello non li incomoderà.... TYLTYL Perchè il Pane, lo Zucchero e il Latte sono così pallidi e silenziosi?... IL LATTE (barcollando) Sento che sto lì lì per andare a male.... LA LUCE (sottovoce, a Tyltyl) Non badarci.... Hanno paura dei morti.... IL Fuoco (saltellando qua e là) Io no, non ho paura!... Sono abituato a bruciarli.... Una volta li bruciamo tutti; era più divertente.... TYLTYL E Tylô, perchè trema?... Ha paura anche lui?... IL CANE (battendo i denti) Io?... Io non tremo!... Io non ho mai paura di niente e di nessuno. Ma se te ne vai tu, me ne vado anch' io.... TYLTYL E la Gatta, perchè sta zitta?... LA GATTA (con accento misterioso) Io so di che si tratta!.... TYLTYL (alla Luce) Tu vieni con noi, non è vero?... LA LUCE No, è meglio ch'io rimanga sulla soglia del cimitero, con le Cose e gli Animali.... Quelle avrebbero troppa paura, e questi, temo, non si condurrebbero bene.... Il Fuoco soprattutto vorrebbe, come un tempo, bruciare tutti i morti; e questo non si deve fare. Andrai tu solo con Mytyl.... TYLTYL Non potrebbe restare con noi Tylô?... IL CANE Sì, Sì ! Io resto qui, io resto qui!... Voglio rimanere accanto al mio piccolo dio!... LA LUCE È impossibile.... L'ordine della Fata è perentorio; del resto non hai nulla da temere.... IL CANE Bene, bene, in ogni modo, se saranno cattivi, basterà che tu, mio piccolo dio, faccia così.... (Getta un fischio). E vedrai.... Succederà lo stesso come nella foresta: Bau! bau! bau!... LA LUCE Dunque addio, miei cari bambini.... Non andrò troppo lontana.... (Bacia i bambini). Quelli che mi amano e che io amo mi ritroveranno sempre.... (Volgendosi alle Cose e agli Animali). Passiate di qua, voi altri.... (Esce insieme con le Cose e gli Animali. I bambini rimangono soli in mezzo alla scena. Si alza la tela, lasciando vedere il settimo quadro).

Stanno dormendo, non bisogna destarli a un tratto.... E poi, tanto, la porta non si aprirà che a quella tale ora.... TYLTYL Quale ora?... C'è da aspettare molto?... LA LUCE Ahimè, no.... Pochi minuti soltanto.... TYLTYL Non sei contenta anche tu di tornare a casa?... Che cos'hai, Luce?... Sei pallida, ti senti poco bene?... LA LUCE Non è nulla, bambina mio.... Sono un po' triste perchè sto per lasciarvi.... TYLTYL Come!... Ci lasci?... LA LUCE Purtroppo!.... Qui non ho più niente da fare; l'anno è compiuto; la Fata sta per tornare, verrà a chiederti l'Uccellino Azzurro.... TYLTYL Ma il guaio è che io non ce l'ho, l'Uccellino Azzurro!... Quello del Ricordo è diventato nero, quello dell'Avvenire è diventato rosso, quelli della Notte sono morti, e quello della Foresta non l'ho potuto prendere.... È forse colpa mia se mutano colore, se muoiono o volano via?... Credi che la Fata andrà in collera?... Che cosa credi che dirà?... LA LUCE Abbiamo fatto tutto quello ch'era in noi.... Bisogna dunque concludere che l'Uccellino Azzurro non esiste; oppure che muta colore quando si mette in gabbia.... TYLTYL E la gabbia, dov'è?... IL PANE È qui, padroncino.... Essa fu affidata alle mie cure durante questo lungo e pericoloso viaggio; oggi che la mia missione è compiuta, ve la restituisco, intatta e ben chiusa, tale e quale la ebbi in consegna.... (Col tono di un oratore che sta per incominciare un discorso): E ora, in nome di tutti, mi sia con cesso di aggiungere poche parole.... IL Fuoco Non ha la parola!... L'ACQUA Silenzio!... IL PANE Le malevoli interruzioni di un nemico disprezzabile, di un rivale invidioso.... (Alzando la voce) non m'impediranno di compiere fino alla fine il mio dovere.... In nome di tutti dunque.... IL Fuoco Non in nome mio!... Ho la lingua, se mai, per parlare!... IL PANE .... In nome di tutti dunque, e con una commozione contenuta, ma sincera e profonda, io mi congedo da questi due predestinati bambini, la cui alta missione è oggi compiuta. E nel dare loro l'addio con tutta la tristezza e tutta la tenerezza che la vicendevole stima.... TYLTYL Come?... Ci dici addio? Ci lasci dunque anche tu?... IL PANE Ahimè, è così.... Vi lascio, sì, ma la separazione sarà soltanto apparente: voi non udrete più la mia voce, è vero, ma.... IL Fuoco Non sarà un gran male!... L'ACQUA Silenzio!.. IL PANE (con molta dignità) Questi volgari insulti non mi toccano.... Io dunque dicevo: non udrete più la mia voce, non mi vedrete più sotto questa mia forma animata.... I vostri occhi stanno per chiudersi alla vita invisibile delle cose; ma questo non v'impedirà di trovarmi, come prima, dentro alla madia, sull'asse, sulla tavola, accanto alla minestra: io che sono, posso dirlo, il più fedele commensale e il più vecchio amico dell'Uomo, non vi abbandonerò mai.... IL Fuoco E io dunque?... LA LUCE Su, via, il tempo passa, sta per scoccare l'ora nella quale dovremo rientrare nel silenzio.... Presto, abbracciate i bambini.... IL Fuoco (precipitandosi innanzi) Prima io, prima io.... (Abbraccia con violenza i bambini). Addio, Tyltyl, addio, Mytyl!... Addio, cari bambini.... Ricordatevi di me se per caso avete bisogno di qualcuno per appiccare il fuoco in qualche luogo.... MYTYL Ahi! Ahi!....Mi brucia!... TYLTYL Ahi! Ahi!... Mi brucia il naso!... LA LUCE Via, Fuoco, modera un po' la tua foga.... Non hai mica che fare col tuo focolare.... L' ACQUA Che sciocco!... IL PANE Si può essere più maleducato di così?... L'ACQUA (avvicinandosi ai bambini) Io vi abbraccerò teneramente, bambini miei, senza farvi male.... IL Fuoco Attenti, vi bagna!.. L'ACQUA Sono tenera e dolce: sono buona con gli Uomini.... IL FUOCO Anche con gli annegati?... L' ACQUA Vogliate bene alle Fontane, bambini; ascoltate i Ruscelli.... perchè io abito là.... IL Fuoco Ha inondato ogni cosa!... L'ACQUA Quando vi riposerete, la sera, vicino alle sorgenti, - ce ne sono tante, qui, nella foresta - sforzatevi di comprendere quello ch'esse cercheranno di dire.... Io non posso più.... le lacrime mi soffocano.... m'impediscono di parlare.... IL Fuoco Non si direbbe!... L'ACQUA Quando vedrete la boccia dell'acqua ricordatevi di me.... Mi troverete anche nella brocca, nell'annaffiatoio, nella cisterna e nella fontanella.... Lo ZUCCHERO (ipocrita e dolciastro) Se c'è ancora un posticino vuoto nella vostra memoria, ricordate qualche volta che la mia presenza fu Alce un giorno per voi.... Non posso aggiungere altro.... Le lacrime non si confanno al mio carattere, e quando mi cadono sui piedi mi fanno un gran male.... IL PANE Gesuita!... IL Fuoco (mugolando) Zucchero d'orzo!... Caramella!... TYLTYL Ma dove sone andati Tylette e Tylô?... Che cosa fanno?... (Si odono intanto le grida acute della Gatta). MYTYL (allarmata) È Tylette che piange!... Qualcuno certo le ha fatto male!... (La Gatta entra correndo con i peli irti, spettinata, con la veste strappata, premendosi il fazzoletto sulla guancia, come se avesse mal di denti, e gemendo rabbiosamente; mentre il Cane la rincorre dandole pugni, calci e testate). IL CANE (picchiando forte la Gatta) Tieni!... Ne hai abbastanza?... Ne vuoi ancora?... To', to'!... LA LUCE, TYLTYL e MYTYL (precipitandosi per separarli) Tylô!... Sei impazzito?... Che diavolo fai?... Giù, a cuccia!... Finiscila!... S'è mai vista una cosa simile?... Aspetta!... Aspetta!... (Separano con energia i due contendenti). LA LUCE Che c'è? Che succede?... LA GATTA (piagnucolando e asciugandosi gli occhi) La colpa è del Cane, signora Luce.... Mi ha ingiuriata, mi ha messo dei chiodi nella minestra, m'ha tirato la coda, m'ha picchiata, mentre io non avevo fatto nulla, proprio nulla, ecco!... IL CANE (rifacendole il verso) Proprio nulla, proprio nulla? (A bassa voce, facendole una sberleffa). Non importa; ne hai toccate, ne hai toccate, e di quelle buone e ne avrai dell'altre!... MYTYL (stringendo la Gatta fra le braccia) Dove ti ha fatto male, mia povera Tylette? Ora mi metto a piangere anch'io.... LA LUCE (al Cane, con accento severo) La tua condotta è tanto più riprovevole in quanto che hai scelto, per darci questo triste spettacolo, il momento, già, tanto penoso per se stesso, in cui stiamo per separarci da questi poveri bimbi.... IL CANE (la cui ira svanisce a un tratto) Stiamo per separarci da, questi poveri bimbi?... LA LUCE Sì, sta, per scoccare quella tale ora che già, sapete.... Fra poco rientreremo nel regno del Silenzio.... Non potremo più rivolgere loro la parola.... IL CANE (urlando a un tratto disperatamente e gettandosi sui Bambini, che copre di carezze violente e tumultuose) No, no!... Non voglio!... Non voglio!... Io parlerò sempre!... D'ora innanzi mi comprenderai, non è vero mio piccolo dio?... Sì, sì, sì!... E ci diremo sempre tutto, tutto, tutto!... Sarò buono, vedrai.... Imparerò a leggere, a scrivere e a giocare a domino!... E mi terrò sempre pulito.... E non andrò più a rubare in cucina.... Vuoi che faccia qualche cosa di eccezionale?... Vuoi che abbracci la Gatta?... MYTYL (alla Gatta) E tu, Tylette?... Non ci dici nulla?... LA GATTA (fredda, enigmatica) Io vi voglio bene a tutti e due, secondo i vostri meriti.... LA LUCE E ora, bambini miei, tocca a ma di darvi l'ultimo bacio.... TYLTYL e MYTYL (aggrappandosi alle vesti della Luce) No, no, no, non andartene, cara Luce!... Rimani qui con noi!... Il babbo non dirà nulla, vedrai.... Diremo alla mamma che sei stata tanto buona con noi.... LA LUCE Non è possibile, purtroppo.... A noi non è concesso di oltrepassare quella porta, e debbo TYLTYL E dove andrai, così sola sola?... LA LUCE Non andrò molto lontano, cari bambini: vado laggiù, nel paese del Silenzio delle cose. TYLTYL No, no, non voglio!.... Veniamo con te.... Dirò alla mamma.... LA LUCE Non piangete, cari piccini.... Io non ho la voce, come l'Acqua; ho soltanto il mio splendore, che l'Uomo non sa vedere.... Ma veglierò lo stesso su di lui fino alla fine del mondo.... E a voi parlerò da ogni raggio di luna che si diffonde all'intorno; sarò in ogni stella che vi sorriderà, in ogni aurora che si alzerà nel cielo, in ogni lampada che si accenderà, in ogni pensiero buono e luminoso che sboccerà nella vostra anima.... (Suonano le otto, dietro il muro). Sentite!.. Scocca l'ora.... Addio! La porta si apre!... Entrate, entrate, entrate!... (Spinge i bambini nel vano della porticina che si è aperta, e che ora si richiude dietro di loro. Il Pane si asciuga una lacrima furtiva: lo Zucchero, l'Acqua, tutta in lacrime, e gli altri fuggono a precipizio e spariscono a destra e a sinistra, fra le quinte. Urla del Cane, da un angolo. La scena rimane per un istante vuota; poi il fondo, che rappresenta il muro entro il quale si trova la porticina, si apre nel mezzi. e scopre l'ultimo quadro).

Poichè la donna, per suo destino, è oggi chiamata a vivere nella propria casa e fuori una vita molteplice, essa deve trovare nella sua Biblioteca, che a questa vita vuol prepararla, gli elementi che l'aiutino a svolgerla nel modo migliore, per il bene proprio e di chi le sta vicino. Bene che sarà tanto più grande quanto più essa avrà saputo inalzarsi moralmente e spiritualmente. I volumi della Collezione delle Giovani italiane sono compresi in due serie: della I Serie fanno parte quelli pubblicati sotto la Direzione della Signora AMELIA ROSSELLI; della II Serie fanno parte i volumi pubblicati a cura della Signora CAMILLA DEL SOLDATO, che, al seguito delle dimissioni della Signora AMELIA ROSSELLI, ha assunto la Direzione di questa Biblioteca.

(La Gatta, lo Zucchero e il Fuoco entrano dal fondo a destra, vestiti in gran lusso. Escono dalla guardaroba della Fata, dalla quale irrompono fasci di luce. La Gatta ha gettato un velo leggero sulla sua maglia nera; lo Zucchero ha indossato un vestito di seta metà bianco e metà celeste pallido, e il Fuoco, che ha, in capo un pennacchietto multicolore, un lungo mantello rosso foderato d'oro. Attraversano il vestibolo e si collocano davanti alla scena, a destra, dove la Gatta li riunisce sotto un porticato). LA GATTA Venite qui. Conosco tutti gli andirivieni di questo palazzo.... La Fata Beriluna l'ha ereditato da Barbablu.... Approfittiamo dei nostri ultimi momenti di libertà, mentre i bambini e la Luce sono a far visita alla figliolina della Fata.... Vi ho fatti venire qui per discutere insieme sulla nostra situazione.... Ci siamo tutti?... Lo ZUCCHERO Il Cane esce in questo momento dalla guardaroba della Fata.... IL Fuoco Come diavolo si è vestito?... LA GATTA Si è messo la livrea di uno dei lacché del cocchio di Cenerentola.... Proprio quello che ci voleva per lui.... Ha l'anima di servo!... Ma sarà meglio nasconderci dietro la balaustrata.... Non so perchè, ma non mi fido di lui.... Preferisco che non senta quello che sto per dirvi.... Lo ZUCCHERO È inutile.... Ci ha già veduti.... Guarda! Ecco l'Acqua che esce anch'essa dalla guardaroba.... Dio, com' è bella!... (Il Cane e l'Acqua si uniscono al gruppo). IL CANE (saltellando) Eccoci qua! Eccoci qua!... Come siamo belli!... Guardate, guardate queste trine, questi ricami!... Oro, oro vero, sapete!... LA GATTA (all'Acqua) È forse il vestito «color del tempo» di Pelle d'Asino?... Mi pare di riconoscerlo.... L'ACQUA Sì, mi stava meglio di qualunque altro.... IL Fuoco (fra sè) Non ha preso con sè l'ombrello.... L' ACQUA Che cosa avete detto?... IL Fuoco Nulla, nulla... L' ACQUA Mi pareva che parlaste di un certo nasone rosso che ho visto l'altro giorno.... LA GATTA Andiamo, via, non bisticciamoci! Abbiamo ben altro e di meglio da fare.... Non manca più che il Pane. Dove sarà?... IL CANE Non la finiva più di far storie nello scegliere il suo costume.... IL Fuoco Vale la pena davvero, con quell'aria idiota, e quel pancione!... IL CANE Finalmente si è deciso per un costume alla turca, guarnito di pietre preziose, con scimitarra e turbante.... LA GATTA Eccolo!... Si è messo il più bel vestito di Barbablu.... (Entra il Pane, nel costume ora descritto. Il vestito di seta si chiude a fatica sul ventre enorme. Tiene la destra sull'impugnatura, della scimitarra infilata nella cintura, e con la sinistra regge la gabbia destinata all'Uccellino Azzurro). IL PANE (pavoneggiandosi) Dunque?... Che ve ne pare?... IL CANE (saltellando intorno al Pane) Com'è bello! Com'è sciocco! Com'è bello! Com'è bello!... LA GATTA (al Pane) I bambini sono vestiti?... IL PANE Sì. Il signorino Tyltyl si è messa la giubba rossa, le calze bianche e i calzoncini celesti di Puccettino. La signorina, Mytil, il vestito di Grethel e le babbucce di Cenerentola.... Ma la cosa più difficile è stata di vestire la Luce !... LA GATTA Perchè?... IL PANE Perchè la Fata diceva che, così bella come era, si sciupava a vestirla!... Allora io ho protestato in nome della nostra dignità di elementi essenziali ed altamente rispettabili; e ho finito per dichiarare che se non si vestiva mi sarei rifiutato di uscir con lei. IL Fuoco Bisognava comprarle un paralume!... LA GATTA E la Fata, che cosa ha risposto?... IL PANE Mi ha dato delle bastonate sulla testa e sul ventre.... LA GATTA E allora?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 4 IL PANE Allora, mi son lasciato subito persuadere. Ma all'ultimo momento la Luce si è decisa per il vestito «color di luna» che era in fondo al cofano che contiene i tesori di Pelle d'Asino.... LA GATTA Via! Abbiamo chiacchierato abbastanza; il tempo stringe.... Si tratta del nostro avvenire.... Avete sentito quel che ha detto la Fata? La fine di questo viaggio segnerà pure la fine della nostra esistenza.... Bisogna dunque prolungarlo il più possibile e con ogni mezzo.... Ma non basta dobbiamo pensare alla sorte della nostra razza e al destino dei nostri figli.... IL PANE Bene! Bene!... La Gatta ha ragione!... LA GATTA Ascoltatemi.... Noi tutti qui presenti, animali, cose ed elementi, possediamo un'anima che l'uomo non conosce ancora. Per questo conserviamo tuttora un resto d'indipendenza; ma se egli riesce a trovare l'Uccellino Azzurro, saprà tutto, vedrà tutto, e saremo completamente in sua balìa.... La mia vecchia amica la Notte, che è al tempo stesso la custode dei misteri della Vita, me lo diceva poco fa.... Dobbiamo dunque impedire in ogni modo che si trovi l'Uccellino Azzurro, a costo anche della vita dei bambini.... IL CANE (indignato) Che cosa dice?... Ripetile, che non ho sentito bene! IL PANE Silenzio!... Non avete la parola!... Presiedo io l'Assemblea.... IL Fuoco Chi vi ha nominato Presidente?... L'ACQUA (al Fuoco) Silenzio!... Di che cosa v'immischiate?... IL Fuoco Io faccio il mio dovere.... Non voglio osservazioni da voi.... Lo ZUCCHERO (in tono conciliante) Permettete.... Non bisticciamoci.... L'ora è grave. Dobbiamo anzitutto metterci d'accordo sulle decisioni da prendere.... IL PANE Sono interamente del parere dello Zucchero e della Gatta.... IL CANE Che sciocchezze!... L'Uomo è l'Uomo, e basta! ... Dobbiamo obbedirgli e fare tutto quello che vuole!... Questa è la sola verità?... Io non conosco che lui!... Viva l'Uomo!.. Per la vita, per la morte, tutto per l'Uomo!... L'Uomo è dio!... IL PANE Sono in tutto d'accordo col Cane. LA GATTA (al Cane) Ma bisogna dare delle buone ragioni.... IL CANE Non ci sono ragioni! Amo l'Uomo, e basta!... E se osate congiurare contro di lui, prima vi strozzerò, e poi gli rivelerò ogni cosa.... Lo ZUCCHERO (con dolcezza) Scusate.... Non inveleniamo la discussione.... Da un certo punto di vista avete ragione tutti e due.... C'è il prò e il contro.... IL PANE Sono interamente d'accordo con lo Zucchero!... LA GATTA Non siamo forse noi tutti, Acqua, Fuoco, e anche voi, Pane e Zucchero, vittime di una tirannia senza, nome?... Ricordate il tempo in cui, prima della venuta del despota, potevamo liberamente vagabondare sulla faccia della, Terra?... L'Acqua e il Fuoco erano i soli padroni del mondo; e ora, guardate come sono ridotti!... In quanto a noi, meschini discendenti dei grandi animali da preda.... Zitti!... Facciamo finta di nulla.... vedo avvicinarsi, la Fata e la Luce... La Luce si è posta dalla parte dell' Uomo: è la nostra peggiore nemica.... Eccole.... (Entrano da destra la Fata e la Luce, seguite da Tyltyl e Mytyl). LA FATA Ebbene?... Che c' è di nuovo?... Che cosa fate lì in quel cantuccio?... Sembrate tanti cospiratori.... È ora di mettersi in cammino.... La Luce sarà la vostra guida.... Voi obbedirete a lei come obbedireste a me; e a lei affido la mia bacchetta.... I bambini andranno stasera a trovare i nonni morti.... Voi, per discretezza, non li accompagnerete.... Passeranno la serata in seno alla loro famiglia defunta.... Nel frattempo preparerete tutto quanto occorre per la tappa di domani, che sarà lunga.... Su, in piedi; andiamo, e ognuno al proprio posto!... LA GATTA (con ipocrisia) Stavo dicendo per l'appunto questo, signora Fata.... Li esortavo a compiere coscienziosamente e coraggiosamente il loro dovere. Ma il Cane purtroppo m'interrompeva sempre.... IL CANE Che cosa dice?... Aspetta, aspetta!... (sta per slanciarsi sulla Gatta, ma Tyltyl, che se n' è accorto, lo ferma con un gesto minaccioso). TYLTYL A cuccia, Tylô!... Bada: se osi un'altra volta sola di.... IL CANE Mio piccolo dio, tu non sai; è lei che.... TYLTYL (minaccioso) Zitto!.. LA FATA Via, finiamola!... Il Pane, stasera, consegnerà la gabbia a Tyltyl.... Potrebb'essere che l'Uccellino Azzurro si nascondesse nel Passato, dai nonni.... In ogni modo conviene cercare anche là... Ebbene, Pane, dov'è la gabbia? IL PANE (con solennità) Un momento, prego, signora Fata.... (Col tono di un oratore che prende la parola). Voi tutti siete testimoni che questa gabbia d'argento, che mi fu affidata da.... LA FATA (interrompendolo) Basta!... Non facciamo frasi.... Usciremo da questa parte, mentre i bambini usciranno da quell'altra.... TYLTYL (con inquietudine) Andremo soli?... MYTYL Ho fame!... TYLTYL Anch'io!... LA FATA (al Pane) Apri un pro' il tuo vestito alla Turca, e dài loro una fetta del tuo buon ventre.... (Il Pane si apre il vestito, sfodera la scimitarra, e taglia dal suo pancione due fette di pane che offre ai, bambini). Lo ZUCCHERO (avvicinandosi ai bambini) Permettetemi di offrirvi un po' di zucchero filato.... (spezza l'una dopo l'altra le cinque dita della sua mano sinistra, e le offre ai bambini). MYTYL Che cosa fa?... Si rompe tutte le dita!... Lo ZUCCHERO (modestamente) Assaggiatele, sono squisite.... Dei veri zuccherini!... MYTYL (succhiando uno dei diti) Dio, com'è buono!... Ne hai molti?... Lo ZUCCHERO (c. s.) Sì, quanti ne voglio.... MYTYL Senti molto male a spezzarti le dita così?... Lo ZUCCHERO No, affatto.... Anzi, è una gran bella cosa; rispuntano subito, é così ho sempre le dita pulite e nuove.... LA FATA Via, bambini, non mangiate troppo zucchero.... Ricordatevi che fra poco cenerete dai nonni.... TYLTYL Son qui, i nonni?... LA FATA Li vedrete or ora.... TYLTYL Come faremo a vederli, se sono morti?... LA FATA Ti par possibile che sieno morti veramente, se vivono così nel vostro ricordo?... Gli uomini non conoscono questo segreto, perchè conoscono ben poche cose!... Tu invece, grazie al Diamante, vedrai fra poco che i morti dei quali serbiamo il ricordo vivono felici come se non fossero morti.... TYLTYL La Luce viene con noi?... LA LUCE No, è meglio che siate in famiglia, senza nessun altro.... Io vi aspetterò qui vicino, per non aver l'aria d'essere indiscreta.... Non sono stata invitata.... TYLTYL Da che parte andiamo?... LA FATA Di qua.... Eccovi sulla soglia del Paese del Ricordo. Appena avrai girato il Diamante, vedrai un cartello attaccato al tronco di un albero molto alto e capirai che sei arrivato.... Ma non dimenticate che dovete esser di ritorno tutti e due alle otto e tre quarti... è una cosa molto importante.... Mi raccomando, siate puntuali.... Andrebbe a monte ogni cosa, se tardaste.... A rivederci presto.... (Chiamando la Gatta, il Cane, la Luce, ecc.). Passate di qua, voi.... E i bambini di là (Esce da destra con la Luce; gli animali, ecc. mentre i bambini escono da sinistra). CALA LA TELA.

LA LUCE: Vestito color di luna, cioè di oro pallido a riflessi argentei, veli scintillanti che formano dei raggi, ecc. Stile neo-greco o anglo-greco, alla Walter Crane, oppure più o meno Impero. - Statura alta, braccia nude, ecc.— - Acconciatura dei capelli: una specie di diadema o di leggera corona. LA FATA BERILUNA, E LA VICINA DI CASA, COMARE BERLINGOT: Costume classico delle mendicanti nelle fiabe. Al primo atto si può sopprimere la trasformazione della Fata in principessa. BABBO TYL, MAMMA TYL, NONNO TYL, NONNA TYL: Costumi leggendari dei tagliaboschi e dei contadini tedeschi nei racconti di Grimm. I FRATELLINI E LE SORELLINE DI TYLTYL: Varianti del costume di Cappuccetto rosso. IL TEMPO: Costume classico del Tempo: grande mantello nero o azzurro cupo, barba bianca fluente, falce, clessidra. L'AMOR MATERNO: Costume simile a quello della Luce, cioè fatto di veli bianchi candidi morbidi e quasi trasparenti, alla foggia delle statue greche. Perle ricchissime e pietre preziose in gran quantità, ma che non turbino l'armonia candida e pura dell'insieme. LE GRANDI GIOIE: Vesti luminose dalle sfumature teuni e soavi: risveglio di rosa, sorriso d'acqua, rugiada d'ambra, azzurro d'aurora, ecc. I PIACERI DELLA CASA: Vesti di colori diversi, oppure, a volontà, costumi da contadini, da pastori, da tagliaboschi, ecc., ma idealizzati e interpretati in modo fantastico. I GRASSI PIACERI: Prima della trasformazione: ampi e pesanti mantelli di broccato rosso e giallo, gioielli enormi, ecc. Dopo la trasformazione: maglia color caffè o color cioccolata che dà loro l'aspetto di fantocci di cartapesta. LA NOTTE: Ampia veste nera costellata di segni misteriosi, dai riflessi bronzei. Veli, papaveri scuri, ecc. LA BAMBINA DELLA VICINA DI CASA: Capelli biondi e lucenti, veste lunga bianca. IL CANE: Falda rossa, calzoni bianchi, stivali verniciati, cappello incerato; costume che ricorda all'incirca quello di John Bull. LA GATTA: Maglia di seta nera con lustrini. Le teste di questi due personaggi devono ricordare, ma non in modo esagerato, gli animali che rappresentano. IL PANE: Ricco costume di Pascià. Ampio vestito di seta o di velluto cremisi, ricamato in oro. Grande turbante. Scimitarra. Ventre enorme, viso rosso ed estremamente paffuto. LO ZUCCHERO: Veste di seta, simile a quelle degli eunuchi, metà bianca e metà celeste, per imitare la carta usata abitualmente per imballare i pani di zucchero. Acconciatura della testa eguale a quella dei guardiani degli harem. IL FUOCO: Maglia rossa, mantello vermiglio dai riflessi cangianti, foderato in oro. Pennacchietto di fiamme multicolori. L'ACQUA: Vestito color del tempo nel racconto della Pelle d'Asino, cioè azzurrognolo o glauco, dai riflessi trasparenti, con effetti di veli grondanti; anch'esso nello stile neo-greco o anglo-greco, ma più ampio, fluttuante. Acconciatura del capo fatta di fiori e d'alghe, oppure di foglie di bambù. GLI ANIMALI: Costumi popolari o contadineschi. GLI ALBERI: Vesti nelle varie sfumature del verde o del colore dei tronchi d'albero. Come segni particolari di riconoscimento, foglie o rami.

LA LUCE Credo che questa volta riusciremo finalmente a prenderlo, l'Uccellino Azzurro.... Mi sarebbe dovuto venire in mente fin dalla prima tappa.... Invece l' idea m'è venuta soltanto stamani, come un raggio di luce dal cielo, mentre riprendevo le mie forze con lo spuntar dell'aurora.... Siamo sulla soglia dei giardini incantati dove, sotto la custodia del Destino, si trovano tutte le Gioie, tutti i Piaceri degli Uomini.... TYLTYL Ce ne sono molti? Ne potremo avere qualcuno? Sono grandi o piccini?... LA LUCE Ce ne sono di grandi e di piccini, di grossolani e di delicati, di belli e di meno belli.... Ma, quest'ultimi furono espulsi dai giardini incantati qualche tempo fa, e si rifugiarono presso le Sventure. Perchè devi sapere che le Sventure abitano in un antro qui vicino che comunica col giardino della Felicità, e ne è separato soltanto da una specie di vapore o di sottile velario che il vento che soffia dalle alture della Giustizia o dal fondo dell'Eternità solleva continuamente.... Ora dobbiamo prepararci e prendere alcune precauzioni.... I Piaceri sono quasi sempre buoni; però, alcuni di essi sono più pericolosi e più cattivi delle maggiori Sventure.... IL PANE Mi viene un' idea.... Se sono così pericolosi e cattivi come dite, non sarebbe miglior cosa aspettar fuori della porta per essere pronti ad aiutare i bambini nel caso che fossero costretti a fuggire?... IL CANE Ma che! Ma che!... Io voglio andare dovunque vanno i mièi piccoli dèi! Chi ha paura resti pure fuori della porta!... Non sappiamo che farci nè dei vigliacchi (guardando la Gatta) nè dei traditori.... IL Fuoco Io ci vado!... Dicono; che sia una cosa divertente.... Non si fa che ballare.. IL PANE E anche mangiare?... L'ACQUA (gemendo) Non ho mai conosciuto neppure il più piccolo Piacere!... Voglio vederne finalmente uno!... LA LUCE Zitti!... Nessuno vi chiede la vostra opinione.... Decido io.... Il Cane, il Pane e lo Zucchero accompagneranno i bambini. L'Acqua non entrerà perchè è troppo fredda; e non vi entrerà neppure il Fuoco, che è troppo turbolento. Consiglio vivamente il Latte a restar fuori della porta, perchè è troppo impressionabile; in quanto alla Gatta, farà quello che vorrà.... IL CANE Ha paura!... LA GATTA Andrò a salutare, passando, alcune Sventure con le quali sono legata da antica amicizia, e che stanno di casa, accanto alle Gioie.... TYLTYL E tu, Luce, non vieni con noi?... LA LUCE Così come sono, non posso andare dai Piaceri. Pochi sopporterebbero la mia vista.... Ma ho qui il fitto velo col quale mi copro quando vado a trovare la gente felice.... (Spiega un lungo velo, e se lo avvolge con cura intorno alla persona). Non debbo spaventarli nè anche con un solo raggio della mia anima: perchè ci sono dei Piaceri che hanno paura e non sono affatto felici.... Ecco, ora nessuno di loro avrà nulla da temere, neanche i meno belli o i più grandi.... (Si alza la tela e si scopre il nono Quadro).

(Romanzo) L. 8,- AMY A. BERNARDY. - Santa Caterina da Siena L. 7,50 PIETRO ROSEGGER. - Primi ricordi, tradotto da SILVIO SPAVENTA FILIPPI ..... L. 8,50 In preparazione: CAMILLA DEL SOLDATO. - La Casa di Cristallo (Romanzo). ETTORE ALLODOLI. - Amor di sorella (Eugenia De' Guerin). Tutti i volumi di questa Collezione si vendono in edizione di lusso legati in tela e oro con un aumento di L. 3 su. prezzo dell'edizione in BROCHURE.

. - Una storia appena incominciata (Romanzo) L 8,50 AMY A. BERNARDY - Paese che vai (Il mondo come l'ho visto io) L 10,- FLORENCE L. BARCLAY. - li Rosario (Romanzo) L. 10,- ANGIOLO ORVIETO. - Poesie di amore e d'incanto. Versioni dall'inglese, con Prefazione di E. L. MARSHALL L. 10,- PAOLA LOMBROSO. - La vita è buona. L. 8,50 CAMILLA DEL SOLDATO. - Le esperienze di Rosetta (Romanzo vincitore del Concorso indetto dalla Società Amici del Libro di Firenze e dalla Casa Editrice Felice Le Monnier) L. 8,- ELISABETTA ODDONE. - Il divino parlare. Musica e Musicisti di tempi lontani e vicini. Volume Primo (Con illustrazioni). L. 12.- Volume Secondo (Con illustr.) . L. 10,— GIORGIA PISANI. - Così si amava un secolo fa. (Il romanzo di Elisabeth Barret Browning) L. 8.- BIANCA MARIA. - Il ritratto di Monna Gilia. Due atti (Con illustrazioni) . . L. 8.- PAOLA STAFENDA. - Mistici d'oggi . L. 8,50 FIDUCIA. - Allodole (Romanzo) L 8 — Haydèe. - Sorelle (Romanzo). . . L. 6,50

Anch'egli è andato alla ricerca, dell'Oiseau bleu, hai rincorso la felicità per i campi dell'angoscia, del mistero e della morte e poi, dopo aver scrutato tutto il silenzio tutto il tumulto della vita, dopo aver tanto battuto alle porte dell'ignoto, dopo aver tanto interrogato il destino, è giunto a questa saggezza ottimista, che gli fa credere alla bontà e alla bellezza suprema di tutte, le cose e gli fa scoprire l'intelligenza delle api e dei fiori. Tutti coloro che hanno tentato sino ad oggi di tracciare un profilo del grande poeta belga sono stati costretti a riconoscere che la vita e l'opera di Maurizio Maeterlinck possono dividersi in due grandi periodi: quello dell'angosciosa ricerca e del pessimismo e quello della raggiunta ed ottimista serenità. Il poeta, lentamente e faticosamente, è passato attraverso una lunga serie di meditazioni e di conversioni interiori, dalla inquietudine ansiosa e tetra della Princesse Maleine, dell'Intruse, degli Aveugles, delle Sept Princesses, di Intérieur, alla placidità e serenità, florida e suasiva del Trésor des Humbles, della Sagesse et la Destinée, del Double Jardin, del Tempie Enseveli, della Vie des Abeilles, della Intelligence des fleurs, dell'Hôte inconnu. Non solo, è andato anche dalla tragedia alla farsa, da La Mort de Tintagiles al Miracle de St. Antoine. Lentamente e faticosamente il nodo che gli si aggrovigliava intorno al cuore si è sciolto, la nebbia afosa, e morbosa che formava l'atmosfera delle Serres chaudes si è dissipata al roseo afflato, sempre più potente, d'una fede ausiliatrice nella superiorità dell'uomo sul destino e nella sicurezza dell'anima di fronte al mistero e alla morte. E, nello stesso tempo, il poeta e l'esteta del simbolo chiuso, ieratico, stilizzato e rarefatto si è trasformato nel poeta umano di vivida e calda chiarezza, di avvolgente ed universale amore, ch'esce dal geloso cerchio dei suoi sogni e dei suoi compagni eletti, per scendere sino al cuore vivo del popolo, sentire l'urgenza dei problemi non solo morali, ma sociali, partecipare con l'anima e la parola alla guerra quando la guerra scoppierà e farà sanguinare il suo paese prima d'ogni altro paese. L'opera di Maurizio Maeterlinck non è più tormento, è consolazione. Dalla serra contristata e decadente della sua poesia primitiva si è sprigionata una fioritura ricca di germi e di speranze primaverili, che spande il profumo delle sue essenze e dei suoi frutti sul mondo. Come è avvenuta questa trasformazione? Se guardate il poeta nel suo volto chiaro e sereno, se ascoltate uscire dalle sue labbra le parole ancora lente, misurate e placide, se lo rimirate avvolto ancora nella sua semplicità, nel suo candore, nella sua modestia, siete indotti a domandarvi se questa trasformazione sia stata veramente faticosa e tragica e ad illudervi che egli debba essere approdato alla riva rosea e fiorita del suo attuale ottimismo dopo una facile traversata, cullata dal sogno e non posta in pericolo da alcuna tempesta interiore. Infatti nulla che drammatizzi il volto, la voce, la persona intera del poeta e nessun fatto esterno della sua esistenza che implichi una profonda rivoluzione dello spirito, una di quelle travolgenti crisi da cui l'uomo esce disfatto o rinnovato, da cui l'uomo esce talvolta un altr'uomo. Gli è che Maurizio Maeterlinck è giunto alla riva della sua ultima saggezza per le vie caute e inesauribili della meditazione. Questo innamorato della conoscenza e della verità, questo tentato da tutti i misteri della vita e della morte, ha battuto alle porte del dubbio con mani pazienti e delicate e la sua conversione - se così possiamo chiamarla - non è stata la conseguenza d'un colpo di fulmine, ma d'un progressivo rischiaramento e illuminamento d'aurora interiore. Ma dobbiamo sempre misurare e valutare le crisi tenendo conto soltanto dei colpi di fulmine e dei colpi di scena? Vi sono velate tragedie di pensieri e di sentimenti non meno turbinose e procellose di quelle che si palesano in subitanei trapassi e rivolgimenti; tragedie che si consumano nell'inconscio e nel subcosciente invece che nella agitata superficie d'una vita e si compiono e si chiudono per ritmi lenti e decisioni meditate. La conversione di Maeterlinck è una di queste; è un frutto del pensiero. Forse nessuno scrittore moderno e vivente ha avuto quanto Maeterlinck la curiosità e la forza di scendere sino al segreto delle cose, di interrogare la natura e l'uomo, con la volontà di portare in luce, su dal profondo, una parola che valesse almeno a conciliare l'uomo con l'enigma della vita, se non a sciogliere questo enigma definitivamente. E nessun artista quanto Maeterlinck ha saputo, esulando dalla apparenza attraente delle forme e degli spettacoli della bellezza, chiudersi e assorbirsi in un tempio interiore, nel tempio della meditazione, rimanendovi con una costanza quasi prodigiosa. Così la verità cui egli è giunto e di cui egli ora fa partecipi i suoi lettori, si è andata lentamente formando e distillando nel suo intimo, nel suo segreto, per gradi successivi, per blandi e succosi apporti, conquistati con un esercizio diuturno del sentimento e della ragione collegati armoniosamente insieme. La nuova filosofia maeterlinckiana non ha perciò il congegno serrato del sistema logico, non si appoggia su una grande teoria dell'esistenza e della conoscenza; è una traboccante convinzione rischiaratrice, epuratrice e consolatrice che si spande da una serie numerosa, di capitoli aggruppati secondo il cammino meditabondo d'un pensiero curvato su i profondi abissi dell'anima umana e del destino. A queste coppe armoniose ci abbeveriamo ormai della certezza che forma la sostanza dell'insegnamento maeterlinckiano: l'uomo che prima credevamo, col poeta, una vittima angosciata del fato, premuto da ogni parte da influenze e potenze misteriose e terribili, preda di numi implacati, atteso e conteso da tutti gli artigli dei dolori e dei morbi senza fine, allucinato e folgorato dagli stessi riverberi che emana il suo cuore ammalato e trafitto di spasimi e di presagi, quest'uomo, finalmente, non è più la vittima e il fantasma cui altri fantasmi danno una caccia straziante e crudele, ma è il padrone di se stesso, del suo presente, del suo passato e del suo avvenire, può dirigere e modificare il suo destino, flettere in suo favore il cammino della fortuna, propiziarsi le sorti del mondo. A grado a grado, il cielo sul nostro capo s'è schiarito, gli spettri si sono addossati alle muraglie che prima pareva volessero rinchiuderci e soffocarci, paurosi di noi, e, intorno, quella natura che ci era nemica, che forse ci è nemica ancora poichè - lo leggiamo anche nell'Oiseau bleu - l'uomo continua «ad essere solo contro tutto in questo mondo» - la natura è pacificata e dominata anch'essa da un'intelligenza che pervade le pietre, le piante, gli animali. Ma l'uomo vittorioso, l'uomo che ha definitivamente allontanato da sè la paura è - ricordiamocelo - l'uomo interiore, l'uomo che sa vivere di silenzio e di poesia, l'uomo che sa accomunarsi con l'anima segreta delle cose e interrogare e misurare veramente il destino. Noi dobbiamo conoscere e suscitare le forze che dormono in noi, la nostra vera potenza è in fondo all'anima nostra, come tutto il nostro passato e tutto il nostro avvenire sono nel nostro pensiero presente. Un nostro ricordo può colorare il mondo, se il ricordo non viene soltanto dalla nostra intelligenza, ma dal nostro cuore; un nostro gesto può vincere il destino, se è compiuto dalla nostra anima prima che dalla nostra mano. Una nostra parola può guidare gli eserciti degli uomini, se essa è uscita veramente dal profondo recesso del nostro silenzio e della nostra preghiera. È insito in tutto questo un grande messaggio e un grande ammonimento: ogni pagina di Maeterlinck ci dice che i nostri corpi, i nostri gesti, le nostre parole bagnano in un oceano di mistero e d'infinito. Egli ci dona una speranza, ma purchè noi sappiamo che dobbiamo ritenerci più grandi di noi stessi, più accordati alle grandi leggi che reggono il mondo e alle grandi armonie che lo regolano e lo sollevano sulla vanità e la promiscuità delle apparenze. La infinita armonia è alla fine di ogni nostra parola, al termine d'ogni nostra azione, al limite d'ogni nostro gesto. Noi siamo circondati di mistero e di bellezza, e le nostre vite tremano continuamente sull'orlo dell'inconoscibile, e dell'inesprimibile, da cui sono emerse un giorno e in cui un giorno ricadranno.

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Egli, almeno, ci persuaderà a riflettere che anche dal flagello che abbiamo attraversato ci può venire un qualche bene spirituale. Ci persuaderà a credere che i nostri morti, invece di risvegliare in noi pensieri di vendetta, vivranno ancora, nelle nostre case e che ogni morto di guerra spanderà sul cerchio memore dei superstiti familiari la luce del suo sacrificio e del suo esempio. Se le nostre forze sono ancora dissipate, turbate, sconvolte e tumultuanti, se la crisi terribile per la quale siamo passati ha posto lo scompiglio nei nostri pensieri e nelle nostre tendenze e ci ha fatto dubitare dei beni più sacri che credevamo nostri e acquisiti per sempre, della giustizia, della carità, della bontà, dietro le orme del poeta belga noi possiamo ricoltivare e raccogliere i fiori che la tempesta non ha definitivamente distrutti ed avulsi dalla terra. Questo poeta non ci insegna la debolezza, lo smarrimento, l'annientamento, come alcuno talvolta ha voluto far credere. L'uomo capace di meditare è un forte, l'uomo capace di sostare su i suoi pensieri e su i suoi sentieri non è detto che sosti sempre vinto dal dubbio, dalla stanchezza e dallo scoraggiamento; può sostare, come Maeterlinck, per riprendere e rinvigorire le forze. L'uomo che si curva sul fiore leva il capo a studiare e a cantare il volo nuziale delle api non è intento all'effimero della vita; ma a quello che nella vita è più essenziale e più eterno. La meditazione, maeterlinekiana non è quella del vinto, dell'inetto dell'ozioso; ma del sitibondo di conoscenza e di poesia ed oggi più che mai noi abbiamo necessità di conoscenza e di poesia, di metterci in contatto coi valori dello spirito, di ricuperare il senso del mistero, di utilizzare la nostra intelligenza incitandola a ridonare al mondo la sua purità e la sua bellezza. Non ci crediamo, troppo piccoli e troppo poveri per riuscire ad imitar l'esempio del poeta. Maeterlinck stesso ha cantato i tesori degli umili, Maeterlinck stesso ha detto una volta che «nessuna idea s'illumina sulle cime senza che vi contribuiscano le innumerevoli ed uniformi piccole idee delle pianure». Ognuno di noi, quale che sia la sua condizione, la sua cultura, il suo carattere, il suo passato, può lavorare all'avvento del regno della poesia e aiutare i grandi che compiono i più alti destini. «Che intorno a costoro le abitudini siano un po' meno basse, le speranze più disinteressate; che le inquietudini, le passioni, i piaceri, gli amori si rischiarino d'un raggio di grazia, di spensieratezza, di fervore immateriale, ecco ch'essi respirano liberamente, si sentono sostenuti, non han più da lottare contro il loro istinto, e le loro forze si alleviano e si concentrano. Il contadino che, la domenica, invece di ubbriacarsi all'osteria, resta pacificamente a leggere sotto gli alberi del suo orto; il piccolo borghese che sacrifica ad un nobile spettacolo, o semplicemente ad un pomeriggio silenzioso, le emozioni e le vociferazioni d'un campo di corse; operaio che, piuttosto di riempir la strada di canti osceni o idioti, va a fare una passeggiata in campagna o a contemplare un tramonto di sole su i bastioni, si può dire che portino un aiuto anonimo e incosciente, ma considerevole, al trionfo della grande fiamma umana». Cosi ha detto Maeterlinck. Non si spaventino le giovani lettrici dell'Oiseau bleu. Appunto dalla lettura dell'Oiseau bleu, esse si accorgeranno che il moralismo di Maurizio Maeterlinck non ha nulla di pesante, di scolastico, di retorico. Nell'Oiseau bleu la morale ha mille luci diverse, è piena di sorprese e di trovate, e procede per brillanti incantesimi scenici; ma anche nei volumi di meditazioni e di introspezioni maeterlinckiane - ch' io m'auguro questa fiaba invogli a cercare - la morale del poeta è una morale di poeta e se la vena della poesia talvolta sembra scorrere troppo lene e placida, troppo lenta e monotona, pure s' insinua in una così vasta distesa di argomenti e di ragionamenti, per così fiorite aiuole d'immagini e di sogni, che il loro animo ne sarà pervaso di compiacimento e di riconoscenza. E del resto al «trionfo della grande fiamma umana» non dovrebbero, specialmente oggi, contribuire anche le donne? Chi meglio di loro dovrebbe e potrebbe diffondere il senso della poesia e del raccoglimento? Chi meglio di loro potrebbe e dovrebbe restituire al mondo la sua ghirlanda di dolcezza e di grazia? Non è forse indiscreto, a questo proposito, ricordare alle lettrici dell'Oiseau bleu che Maeterlinck stesso, il poeta della piccola Mytyl e di Melisenda, di Joyzelle e di Monna Vanna, di Ariana e di Maria Maddalena, ha subito il fascino dell'eterno femminino e ha riconosciuto di dovere ad una donna, che fu sua interprete e inspiratrice, molti dei pensieri e molte delle certezze e delle speranze che gli rasserenarono l'animo e gli aprirono il cuore alla chiarezza della vita. È Aglavaine che porta al poeta - com'egli stesso confessa - «una atmosfera nuova, una volontà di felicità, una forza di speranza». Nella donna, amica virile e piena d'amore, la cui ragione è illuminata dalla grazia, la cui coscienza è naturale e pronta, nella donna che ricerca la sofferenza, non per espiare e purificarsi, ma per risparmiarla a coloro che ama, nella donna che sa nascondere le più giuste lacrime sotto il sorriso ed è di coloro che credono sempre di aver torto quando si è ingiusti verso di loro, Maeterlinck ha tracciato, nel Double jardin, il ritratto della sua eroina, della sua musa, della consolatrice e dell'ausiliatrice perfetta per lui. Certo Amelia Rosselli che oggi dona alle giovani italiane L'Oiseau bleu s'augura che molte di loro sappiano procurare di riconoscersi un giorno in questo ritratto. Sarebbe questo il più bel premio alla sua fatica e l'omaggio più squisito, prezioso e durevole all'opera luminosa del poeta di Gand. ALDO SORANI.

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