qualche sacerdote amico. A Roma, tempo fa, fu un giovane prete che celebrò la messa delle nozze d'oro dei nonni, e mai simile cerimonia assunse
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paese? Non c'è vita, non c'è arte, non c'è sole; si muore di malinconia! E la gente è così sorniona! Ah, Genova!.. Ah, Roma!... Ah, Napoli!... Ah
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LUIGI AMBROSINI SEMPRONIO E SEMPRONELLA G. B. PARAVIA e C. TORINO - MILANO - PADOVA - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERMO ILLUSTRAZIONI DEL PITTORE
di Milano del 1920, di Roma del 1921 e di Firenze del 1922; ed ha un nesso e uno sviluppo inscindibili, basandosi su ragioni storiche, politiche e
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costituzionale. La monarchia ha legalizzato la marcia su Roma, dando a Mussolini il mandato di comporre il ministero; il parlamento ha riconosciuto il fatto
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. Concezione e posizione di un'Italia che all'interno e all'estero doveva consolidarsi appena dopo più di un ventennio della sua unità con Roma capitale
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; saccheggiata Roma e asportato di là tutto: quadri, archivi, documenti; un miracolo, che non avevano asportato anche la cupola di san Pietro: dovunque
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frutto delle ruberie francesi, del bottino, che essi avevano fatto a Roma e che portavano a Parigi; ed invece del rumore dei carri questi urli, questo
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mandato a Roma. Protesta. E' africano, è principe. La guerra fu ingiusta; esige la libertà; si dichiara pronto di venire a patti, di assoggettare la sua
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vedere Roma. la grande ammaliatrice del mondo; ma trasporta una schiera di infelici, i quali vengono inviati a duro lavoro, ad un trattamento disumano
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destino, auspicavano la rovina di Roma, un novello incendio che l'avesse distrutta tutta ne si fosse arrestato avanti a nessun quartiere, e che coi
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incendiari di Roma. Già. Gli incendiarii Un brutto sorriso errò sulle sue tumide labbra. I cristiani avevano dato Roma alle fiamme. Certamente, certamente
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Fa il viaggio, con mille vetture; giganteschi carri portano le sue corone, che non vuole abbandonare a Roma, che conduce seco, tanto gli sono care. E
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dai Parti e riconquistare col loro aiuto il trono; si recherà a Roma, salirà la tribuna e commuoverà il popolo, coll'eloquenza appresa da Seneca
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accontenteranno di prelevare dalla popolazione il necessario alla vita, nella loro grande marcia verso Roma. Il giovane monaco avvicinò l'agricoltore
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disturbare nessuno, cosi non voleva venir disturbata; perché voleva conservare Roma al Papa e l'Italia agl'italiani. La presa, l'incendio, la distruzione
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ritornare a Roma e maledetti apostati, infami e vili creature imperiali, profaneranno la maggior basilica; sulla tomba del Pescatore mani sacrileghe
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; Roma città imperiale, il papato trasportato altrove, in Francia, in altre terre; non più ai Roma, dove al vicario di Cristo non poteva essere lo zimbello
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