Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbigliamento

Numero di risultati: 7 in 1 pagine

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Per essere felici

179515
Maria Rina Pierazzi 7 occorrenze
  • 1922
  • Linicio Cappelli - Editore
  • Rocca San Casciano - Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Perciò occorre molto buon senso per crearsi una linea di abbigliamento armonica ed elegante, onde presentarsi in società non come futili fantocci ligi al capriccio della sarta, ma come persone di buon senso capaci d'imporre la propria volontà anche alla volubilissima moda, e crearsi un tipo di buon gusto personale. Il che, non fo per dire, ma è un segno di carattere e d'intelligenza. Recarsi a un piccolo ricevimento vestite da ballo è ridicolo; com'è ridicolo indossare per strada degli abiti da sera raffazzonati. Meglio un vestitino di lana, semplice, adattato, che quei capolavori di riaccomodamenti dai quali spira un inverosimile senso di disordine non solo materiale ma anche morale. Soprattutto per chi riceve è regola di cortesia non sfoggiare abiti pomposi che possano in certo qual modo umiliare le invitate, vestite più modestamente. Lo scopo delle riunioni famigliari non è l'esibizione di addornamenti, bensì il conversare piacevole, la buona musica, magari due salti all'amichevole, affinchè gli invitati possano passare con soddisfazione e diletto una serata. Basta una nota stonata ad imprimere alla conversazione un senso di freddezza così deprecabile per una padrona di casa che voglia ricevere elettamente i suoi ospiti. A questo proposito ricordo di essere stata invitata ad un ricevimento serale, in una facoltosa e leggermente "pescecanesca„ famiglia. Naturalmente l'abito di rigore era semplice, chiaro, ma da conversazione; e questo lo pensarono le signore più intelligenti e più avvezze agli usi sociali. Invece la sorte ci serbò qualche sorpresa. Accanto alla padrona di casa, vestita semplicissimamente, troneggiava una signora in abito da ballo, di damasco rosa e argento, con un lungo strascico, un nodo di velluto nero attorno al capo, da cui sporgeva la punta fatta apposta per acciecare il prossimo, e cariche di anelli quelle povere mani che non riescivano a trovare una posizione adatta. Ma non basta; dal lato opposto si trovava un'altra signora vestita da passeggio con guanti, velo, cappello e la sua brava borsetta sulle ginocchia.... E le due antagoniste si mangiavano con gli occhi... Come é naturale in questi casi la moda non c'entra. C'entra il buon senso; ma, sembra impossibile! Questa cosa è più difficile a trovarsi di quanto si creda. Soprattutto le signorine dovranno partire pur sempre da questo sano principio se vogliono veramente passare per intelligenti, educate, e serie: In qualunque luogo una si rechi non deve mai portarvi il desiderio di eclissare le altre con il lusso e lo sfarzo. Un abito semplice, un gioiello modesto, un fiore e un bel visetto contento, valgono tutti i gioielli, i damaschi dell'universo... Il modo di vestirsi è l'indice assoluto dell'individualità intellettuale e morale d'ogni persona. E se in certi casi l'antico dettato afferma con giustezza; "L'abito non fa il monaco„ in certi altri fa qualche cosa di più, rivelando quel grado di educazione e di finezza a cui non possono far giungere tutti i trattati del mondo ma che sono insiti nelle persone di buona nascita come un secondo carattere. La manìa di sfoggiare abiti eccessivamente ricchi ed eccentrici col bel pretesto che sono di moda è tutt'altro che una ragione degna di persone assennate. Anche la moda può essere seguita con buon senso, senza piegarsi a tutti i suoi più folli capricci, a tutte le sue più pazzesche esigenze. Se un sarto parigino digerisce male, sogna peggio, e, in un momento di idiozia, tira fuori una foggia strampalata di abito e di mantello, non è detto che signore intelligenti e distinte si debbano camuffare a quel modo in omaggio alla pazzia di un povero diavolo non padrone delle proprie azioni. In tutto, tanto nelle esplicazioni esterne che interne, una donna distinta deve serbare il pregio della propria personalità. E tal pregio non glielo conferiranno mai nè un giornale di mode, nè il segreto collòquio col parrucchiere — bensì l'educazione, la cortesia, l'intelligenza, la bontà, virtù innate in un animo gentile ed onesto. Concludendo. Non prendiamo mai troppo alla lettera i precetti di sua Maestà la Moda, capricciosissima Dea. Si può essere eleganti, senza diventar ridicole e sopratutto senza dimostrare la propria schiavitù al dominio delle nuove foggie. I vestiti troppo vistosi, troppo originali, troppo sovraccarichi non sono indice di buon gusto; anzi dimostrano soltanto il desiderio di fare dell'esibizionismo di cattiva lega. E a questi lumi di luna è meglio avere delle apparenze modeste che pescecanesche. In una sala, in una conversazione, si conquistano più simpatie le signorine semplici, composte e intelligenti, che quelle rumorose, vestite con colori sgargianti le quali vogliono in ogni modo richiamare sulla propria persona l'attenzione dei presenti. V'è nella giovinezza una seduzione sconosciuta alle arti della sarta e della modista; la seduzione dell'innocenza la quale possiede la virtù taumaturgica di rendere bello anche un visetto verso cui la natura non si è mostrata benigna. Gli animi acidi dicono che è una virtù in decadenza. Io non ci credo. Anzi so che non una delle mie lettrici è priva di questa seduzione limpida fresca e serena come la Primavera istessa.

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E giacchè parliamo di abiti, aggiungerò che una donnina intelligente ed amorosa darà molto più importanza al suo abbigliamento da casa che a quello di fuori, La casa è il suo regno, ove ella deve splendere e regnare per la gioia di colui che l'ha prescelta a compagna della propria vita. Non sarà mai abbastanza accurata ed elegante per l'uomo che l'ama. Ella avrà molto riguardo alla propria persona; non si farà mai vedere nè sciatta, nè spettinata, nè mal vestita da suo marito. I suoi abiti da casa, invece, saranno semplici, chiari, ben fatti; ella si mostrerà inappuntabile ed elegante in ogni ora del giorno. Avrà cura che la casa sia perfettamente in ordine, la tavola linda, i cibi ben preparati e gustosi, in una parola, avrà il dovere di rendere dolce la vita familiare all'uomo che deve starle al fianco fino all'ultimo dei suoi giorni. L'amore è composto di grandi, ma anche di piccole cose; e troppo spesso le famiglie si sfasciano per l'incuria della donna la quale non ha saputo compiere qualche sacrificio, mostrando al suo compagno di aver più a cuore l'esteriorità della sua posizione che l'intima gioia della propria casa. Essere bella e piacente verso il marito, non è civetteria: è dovere. Quale idea, altrimenti, egli si farebbe della sua moglie, vedendola elegantissima in società e sciatta e disordinata in famiglia? Ahimè! Le apparenze hanno purtroppo il loro diritto, e l'uomo per ammirare un bel quadro vuol vederlo in degna cornice.

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