esaminare se la crisi dello stato (della quale parlai a Firenze nel gennaio scorso), sia passata al periodo rivoluzionario e se tenda oggi verso la
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, maturano nuovi atteggiamenti che accelerano i fenomeni della crisi dell'oggi, tendono a variare le basi dell'ordinamento statale, nella sua costruzione
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crisi di governo;ovvero debba svolgersi ancora in un processo rivoluzionario di crisi istituzionale.
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, la legislazione economica e tributaria, le agitazioni politiche, la crisi delle istituzioni, non trovarono mai nella camera crogiolo di passioni
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Tutto ciò ha un fondamento reale di crisi, che è sentita nella coscienza del nostro popolo, e che determina gli stati d'animo di sfiducia, di disagio
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trasformazione e dello sviluppo della nostra economia giovane e incerta, e le crisi ne soffocavano l'inizio; la classe più intelligente e fattiva prese
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benessere del paese dopo le crisi dell'ultimo ventennio del secolo scorso, determina la degenerazione della stessa burocrazia da organo tecnico di
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difficili della camera che in 74 anni di costituzione ha dato origine a 66 crisi di gabinetto. Gli elementi naturali su cui dovrebbe poggiare il
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vita e di azione della camera dei deputati; né è facile dimostrare che le 66 crisi di gabinetto in 74 anni di costituzione si devono alla inconsistenza e
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, soverchiante; farà alla stesso modo le crisi; non vi saranno più quattro democrazie, ma vi potranno essere quattro fascismi; i popolari potranno non essere più
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crisi passate, un governo avulso dalle rappresentanze camerali, la cui ragion d'essere verrebbe riportata a forme esteriori di rappresentanza, la cui
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sente il problema della crisi presente, non come organamento statale, ma specialmente e prevalentemente attraverso il problema economico e finanziario
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superare la crisi, a vincere il travaglio e a sollevare le sorti del nostro paese. Questo atto di fiducia in noi stessi è necessario, perché altrimenti
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. Lo sforzo sarà quindi più arduo e più meritorio di fronte al paese, che aspetta di sentirsi salvato dalla crisi che preme da ogni parte.
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Ebbene, i ceti medi — sotto l'assillo, aspro e duro, della loro crisi economica — acquistano, per la loro cultura e la loro esperienza produttiva
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mai negarci il merito della battaglia? Noi plaudiamo al ministro Gentile, ma ricordiamo la crisi ministeriale del febbraio scorso, ove si raggiunse
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presente in crisi, e che segna una via nuova. Cessa il rumore, la voce si estingue; ma i liberi e i forti persistono, aumentano, lottano, in una specie
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problema centrale che affatichi la crisi odierna, e crede che tutto lo sforzo nostro d'accentrare nel problema dello stato i problemi attuali, sia uno
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di essere distinti e di lottare, perché sentiamo di partecipare alla vita. E di vita parleremo questa sera, anche nella trepida visione della crisi e
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insieme con gli stati che oggi dominano nel mondo; una nazione come l'Italia non può soggiacere alla crisi, e deve avere in sé le forze e i mezzi per
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la crisi si abbatte violenta, nessun uomo che valuti e confronti le condizioni attuali di tutti gli stati, può negare che le nostre riserve di energie
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delle fasi più aspre della crisi che travaglia l'Italia nostra è quella che ha colpito proprio le classi così dette dirigenti. Merita la questione un
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particolarismo che hanno soverchiato la sintesi ricostruttiva e l'universale finalistico. La crisi di pensiero — maturata attraverso un formalismo burocratico
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espressione nell'agitarsi dei problemi della vita collettiva e sociale. Per questo la crisi di pensiero è più penosa e dannosa. La classe degli studiosi non
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Il nuovo secolo apriva problemi nuovi e maturava gli avvenimenti. L'Italia usciva dalla crisi economica ed affrontava i problemi del lavoro
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non disinteressato né organico, ma istintivo di colui che meglio degli altri conobbe o intuì la crisi della borghesia e tentò di salvarne il potere
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di prima e di durante la guerra, che culminò nella politica adriatica e che determinò la crisi di tutta la nostra politica della ricostruzione e della
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nell'abbattersi della crisi economica e politica, nello smarrimento di una via risolutiva perduta nelle spire di una nuova falsa diplomazia, per la quale i tanto
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Questa analisi della crisi della classe dirigente sotto il triplice aspetto della influenza universitaria o della cultura, del predominio della
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fenomeni della crisi dell'oggi, tendono a variare le basi dell'ordinamento statale, nella sua costruzione economica, giuridica e organica, nello sviluppo di
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È questo un nuovo aspetto della crisi: la borghesia, sfiduciata dei suoi istituti e degli uomini che la rappresentano, fa l'estremo sforzo di difesa
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La crisi dello stato fu aggravata dal sorgere del partito popolare italiano. Questo non ebbe atteggiamenti apocalittici, come il socialismo del dopo
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tutto ciò può rispondere alle linee democratiche o essere accetto anche a socialisti; e che, per giunta, non risolve la crisi dello stato. Anzitutto
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Noi però non neghiamo le classi, neppure quella oggi dirigente; per noi è crisi morale (di orientamento e di volontà) quella che ha colpito la classe
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Ci si obietta: oggi la crisi che travaglia l'Italia e una crisi economica, grave, terribile; governi e partiti devono con ogni sforzo tendere a
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le spedizioni punitive fasciste del 1921 sono stati elementi di forte arresto alla ripresa economica del paese. La crisi si è aggravata con le leggi
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contemporaneamente alla caduta dell'Ilva e poco prima della crisi Ansaldo, e a sei mesi dalla moratoria della Banca di Sconto. Si deve avere una politica favorevole
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Sono domande alle quali la realtà risponde: la realtà della tariffa Alessio, la realtà delle navi di stato Belotti, la realtà delle crisi
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visione che noi abbiamo della crisi e della paralisi statale. O la visione è inesatta, essi dicono, e i termini sono ingigantiti; ovvero occorre il metodo
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stato con i ben noti nove punti del marzo 1920 durante la crisi del primo ministero Nitti; così si fece con Giolitti, così con Bonomi.
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, fatta di lavoro e di risparmio, dovessero subire lo sperpero pubblico o la barriera estera. Perciò s'invoca e si lavora perché lo stato oggi in crisi
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