Vidi la zia rivolgersi all'uomo, riferendogli la mia risposta. E mi parve di accorgermi di qualche cosa di orribile, che subito volli credere solo
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resina. Mi sentivo felice, come ci si sente nei primi giorni tiepidi dopo il raggrinzamento invernale. Mi sentivo capace di chiedere lavoro al primo
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appena io misi piede nel negozio si svegliò di soprassalto e mi venne incontro quasi spaventato. Dapprima parve non ricordarsi, poi si mise al banco
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Ed egli mi diede i denari e io firmai la cambiale. Questa, sì, egli la mise ben dentro il suo portafoglio, come il contadino aveva messo il mio
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La vita in casa, continuava come prima: la zia non accennava mai alla cosa che era in fondo a tutti i nostri pensieri, e io pure non mi confidavo con
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Conservo un ricordo confuso come quello che si ha dei sogni, di quanto avvenne dopo. Mi colse una forte vertigine, tanto che dovettero sostenermi e
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Così non riebbi il denaro. Forse se dicevo la verità si ricercavano i mietitori o l'uomo che mi aveva urtato nell'osteria, e i denari si ritrovavano
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bassa: e quelle mani scarne e stanche di vecchia zitella, e quei capelli grigi e tristi mi turbarono. I gatti e i piccioni la circondavano, le si posavano
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Mi svegliai sulla sabbia: sopra di me il cielo era tutto cremisi, e una figura che mi pareva sospesa su questo sfondo come una nuvola dalle strane
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Mi ricondusse a casa e si mise a discorrere con la zia: l'aspetto tranquillo di lei mi assicurava ch'egli non le diceva nulla del mio triste
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mondo. - Perchè mi guardi così? - le disse. - Mi pare che diventi losca, ragazza mia. A che pensi? - Penso, - ella rispose sottovoce, perchè non la
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Il fatto è che quel mio bagno straordinario aveva peggiorato le condizioni dell'anima mia. E non mi sentivo neppure capace di ricominciare. Una
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Mentre il vecchio andava a rimettere i suoi arnesi, ella mi accennò di sedermi. Sedetti. Non so perchè provavo d'un tratto una sensazione di pace, di
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me stesso, mi faceva camminare agile e dritto e rivedere chiaro intorno a me. Tornato a casa, mi metto naturalmente a scrivere subito una lettera alla
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di casa sorrideva sempre e faceva cenno di sì, per significare che, sì, aveva capito; ma a volte mi guardava d'improvviso, con uno sguardo serio, come
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E quasi ogni volta che andavo da lei le portavo una lettera e gliela deponevo di nascosto nel paniere da lavoro; e lei non mi rispondeva, ma non
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che ella mi giudicasse male per il male che avevo fatto, e credesse che io le confidavo le mie pene per farmi rimettere il debito, mentre in fondo
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adesso, maturato dal dolore: tutto potevo fare, ma non commettere più una colpa d'amore. Eppure mi arrabbiavo contro me stesso per questa mia onestà: e la
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fondo già la coscienza mi tumultuava e qualche cosa ghignava in me, di faccia al mio creditore: eppure sentivo pietà di lui. Fui invitato a colazione
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bicchiere tutto riappare grigio: e mi ritorna in mente l'attimo di ebbrezza - oh, come diverso! - nella vigna in fiore. Chi è che picchia alla porta del
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Ma in fondo la coscienza mi tumultuava. E bevevo per farla tacere: un vino bianco frizzante, dolce e amarognolo assieme che dava allegria al solo
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Così cominciò per me una lotta profonda. Riamavo Fiora solo perchè l'altra mi tentava. E il vero peccato mi sembrava questo: mi sembrava che Fiora
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Una domenica mattina, ai primi di febbraio, mi svegliai con l'impressione che quel giorno qualche cosa di nuovo doveva accadere. Sapevo che nel
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Dante. Non so perchè mi venne da ridere: non so perchè; dopo il primo impulso di terrore, l'uomo mi destava un senso di allegria. Egli se ne accorse
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Quel colloquio mi faceva più male di quello col nano. Cominciai a umiliarmi, a irritarmi. E sopratutto m'irritava la zia: perchè s'immischiava nei
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sporgenti. Io leggevo il suo pensiero nei suoi occhi che a stento trattenevano le lagrime e volevano parere freddi, indifferenti. Più tardi ella mi disse
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gita al paese vicino; non era per visitare i parenti ch'egli andava, ma per conferire col nano; forse per dargli la mia risposta affermativa. Mi alzai
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Dopo non so bene cosa accadde. So che passai due volte davanti alla porta del mio creditore. La rabbia, o qualche cosa di più cieco della rabbia mi
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In quei giorni la zia cadde malata. Era una semplice pleurite, la sua, ma io mi misi in mente che ella fosse malata di crepacuore per i dispiaceri
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Poi il vecchio si rifece grave; mi si mise davanti con le braccia incrociate e mi interrogò con gli occhi. Sì, lo intendevo: egli mi ricordava la
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credermi vittima e non colpevole. Me l'avevano presa, la bimba, come mi avevano preso i denari, come mi avrebbero preso il terreno, come volevano
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. Doveva aver fatto i suoi calcoli, lei, e sapere che la creatura a quell'ora era nata: e mi spiava in viso i segni della verità, ma non mi diceva nulla
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rispose, ma quando rientrai un'altra volta nella camera mi diede una busta con dentro del denaro. E io andai dal dottore. Il dottore abitava piuttosto
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dispetto dei miei creditori nel vedersi derubati della bimba, - ch'essi avevano già adottato con tutti i mezzi legali. Mi veniva da ridere. Adesso
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Il diavolo mi aiutava e mi spingeva. Passando davanti alla casa di Tobia vidi che la persiana e la porta a vetri del salottino erano socchiuse. Era
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misterioso fagotto: e mi pareva sempre che la bambina piangesse: sentivo i suoi lamenti dentro di me, ed erano invece i gridi del mio cuore, i battiti del
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Quei, lumi si avvicinavano, o per meglio dire io andavo verso di loro senza badare ad altro: mi sembrava di sentir l'aria rinfrescarsi; forse ero
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di aver sentita la voce di Dio nella mia voce stessa non mi abbandonava. E avevo paura di ritentar la prova. Ma tutto adesso parlava: sentivo il
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verso il mare.... Ma appena fuori della pineta, attraversando l'arenile tutto bianco di luna, mi sembrò di svegliarmi da un incubo. Respiravo meglio
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- Come il tempo è passato! - proseguì la padrona, muovendo qualche passo nella camera rischiarata dalla sola fiammella nel bicchiere. - Mi sembra
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dispetto: - Senti, se i nostri signori mandano via la creatura me ne vado anch'io. Speriamo di no. Sebbene mi abbia dato tanto fastidio, stanotte
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ecco come in quel tempo egli doveva precipitarsi fuori di casa in cerca del dottore. - Non voglio che mi si ammali in casa, perdio: in casa non lo
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dir la verità, perchè mi chiamavate ad ogni suo più innocuo disturbo; mi dava più da fare lui che tutti gli altri malati presi assieme. E con quanta
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tornerà, egli tornerà. Se io prendo questo bambino per figlio, Dio mi compenserà col suo ritorno.
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sordo e muto. La mia mamma morì dal dolore: così almeno mi raccontava una sua sorella che mi prese con sè e mi allevò. Più tardi entrai in un Istituto di
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E già lo provavo: ed era questo che mi faceva soffrire. Pensavo a tutti i delitti misteriosi che vengono commessi nelle strade solitarie, nei boschi
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dell'abbandono in cui il luogo era lasciato. La rabbia mi riprendeva; scostai rami ed entrai. Ma forse m'ingannavo. L'erba cresceva folta dovunque
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Mi sembra di vederla: con i capelli che nella lotta le si erano sciolti e sgorgavano a ondate nere dal fazzoletto rosso, e gli occhi spauriti, ove Ia
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Così passavano i giorni e le notti, tutti eguali, monotoni eppure dolci in fondo, irradiati dalla luce del mio segreto. Ancora mi pare di vedere la
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Ma al sopraggiungere dell'estate, coi primi calori, sentii qualche cosa ribollire in me, come se il sangue intorpidito mi si sciogliesse d'un tratto
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