acchiappare. Pel solletico, il Re rideva, ah! ah! ah!, e il pancione gli faceva certi sbalzi buffi. Ah! ah! ah! Allora la Cecina! — Pancione del Re
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cominciò a gridare pietosamente, dietro al portone: — Ah, Reginotta! rendetemi gli occhi. - La Reginotta, dalla finestra, rispondeva: — Sposare una
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qui delle pedate. — Son forse le vostre. — Ah! son le mie? — La strega afferrava una mazza di ferro e: — Di dove vieni? Vengo dal mulino. — Basta, per
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bella ragazza. — Bella ragazza, per carità, additatemi la via. Sono un viandante smarrito. — Ah, povero a te! Dove tu sei capitato! Fra poco ripasserà
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trascinavano un gatto morto. L' acqua cadde su questo, e il gatto risuscitò. — Ah, scellerata! — urlò il Principe. — Hai tolto la sorte ai nostri figliuoli
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mio? — Dove mi portare le gambe. — Ah, poverino! tu non sai quel che ti aspetta. Quella lettera è un tradimento! Se tu la presenti al Re, sarai subito
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vecchina: — Ah, vecchina mia! mi han rubato anello. — Non ti disperare, non è nulla. Quando il Re avrà sposato, appena la Regina sarà entrata nel suo
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, si diè a sonarlo furiosamente. Accorse la capretta. — Ah, capretta, capretta! Guarda a che sono arrivata! Non ho che te, per aiutarmi. — Prendi
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Ma quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente
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. Ma in mezzo a quel silenzio scoppia a un tratto una risatina, una risatina di canzonatura! — Ah! ah! ah! Il Re guardò, e vide il Nano che si
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, acceso un bel fuoco, si preparava la cena. — Brav'uomo, sapreste indicarmi la via per uscire dal bosco? — Ah, finalmente sei arrivato? — A quella voce
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— Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno. — Portatelo al Re. — La vecchia lo portò al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di gallina
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. - E tornò subito a casa: — Ah, gallettina mia! sono stata chiamata dal Re. Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se
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compiuta. Ah! povera Serpentina, dove tu sei? - E una voce lontana, lontana: — Maestà, sono nel bosco. — E che tu fai? — Sento strani rumori. - Il Re
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corse incontro e l'abbracciò: — Sarai Regina! Sarai Regina! — E che cosa si trovò fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto. — Ah, Maestà, Maestà! Chi tocca
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servigio, aveva detto: — Codina, codina, Servi la tua mammina! — Ma la codina non si era mossa. — Ah, codina, codina! — esclamò quella mamma desolata
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Ed ecco, sul tardi, il mago Tre-Pi, nero come il pepe, con una barbona nera e certi occhi neri che schizzavano fuoco. — Ah, buon mago Tre-Pi
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tutti i bambini le sanno a mente, ho pensato di regalarvele per metterle insieme colle altre imbalsamate. — Ah, sciocco! sciocco! — rispose il mago. Non
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mani nelle tasche, i diamanti son diventati tanti gusci di lumache! — Ah! quel pezzo di contadinaccio gliel' avea fatta!... - Ma il cardellino la
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padrone! — Non siamo traditori, nè io, nè il mio padrone. - Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta lo aperse. — Ah, cardellino mio
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! Cinque figliuoli erano stesi morti per terra in un lago di sangue; uno respirava appena: — Ah, babbo mio! È venuta un' aquila forte e picchiò alla
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, la Regina cominciò a urlare: — E la figliuola? E la figliuola? Calò giù un' aquila, l' afferrò cogli artigli e la portò via. — Ah! figliuola mia! Non
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concesso! Sarai mangiata domani. - La notte, all' ora fissata, lei s' affacciò alla finestra: — Ah, mammina mia! Mi scappò detto di no; sarò mangiata
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il bimbo che dormiva tranquillamente, e prima d' ammazzarlo si mise a piangerlo: — Ah, coricino mio! E debbo ammazzarti con queste mani, debbo
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tornò a casa senza nulla. — Ah, gallettina mia! Oggi resteremo a gozzo vuoto. — Pazienza ci vuole: Mangeremo domani. - Il giorno appresso, sul far dell
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macchie nere sulla schiena. — Ah! pesciolino, tu sei felice! Tu sei libero in mezzo all'acqua, ed io qui sola, senza parenti nè amici! — Il pesciolino
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sacco, e tutto il grano va per le terre. La vecchia cominciò a pelarsi dalla stizza. — Non è nulla, — disse la Reginotta. — Ve lo raccatterò io. — Ah, i
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mostrassero addolorati. — Ah, compare, compare! Se voi aveste venduto quei quattro sassi, ora questa disgrazia non vi sarebbe accaduta. — Ma quegli zitto
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. - Tizzoncino rideva anche al cospetto del Re. — Ah!... Tu ridi? — E le fece mettere in prigione tutte e due, mamma e figliuola. Ma la notte, dalle fessure
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