ogni parte; i tramway percorrono l'interno della città e si spingon fuori fino al Faro, distante dal centro parecchie miglia; e il movimento della
porsi come un faro luminoso davanti alle piccole coscienze, che vanno svegliandosi negli alunni ad essa affidati. E poichè, come dice il Pascal, la
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e bonario, apparissero come faro quei precetti ricevuti nell'infanzia dal suo buon padre, per raddolcire i patimenti, dissipare i dubbi e insinuare
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la notizia: - Il vostro palazzo è crollato; Dio Io ha scosso dalle fondamenta e vi ha seppellito tutti - quel giorno farò cantare un Te Deum!... Non
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siete buoni, voi soli siete degni di rispetto, voi sfruttati e malmenati? E la folla ora rispondeva: - Lasciatemi fare! Farò giustizia di tutti! - E le
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febbri tra i pantani del Faro, e Garibaldi era partito lasciandolo all'ospedale, quasi moribondo. Nuovo re, nuova legge. Per lui però il vero re non era
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disgrazia, di quel suo castigo di Dio, com'egli diceva, esaltandosi: - Vedrete! Qualche giorno farò un gran sproposito! Vedrete! Ma il gran sproposito
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labbra spumanti tossico. - Se tu sapessi fare! - Ora farò la civetta, starò alla finestra tutto il giorno, a uccellare! E donna Mita, travolta dallo
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questa disgraziata! -Signore Gesù Cristo, eccomi qua, e farò il possibile! - Dialogava, borbottando le parole, quasi ragionasse con Gesù Cristo la
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poté frenarsi e parlare, disse ai carbonai: - Affidatemi questo ragazzo. Lo porto via con me; ne farò un gran signore. Neppure al Re in persona
Formica era sempre di buon umore. - Che ve ne fate dei quattrini, comare Formica? - Quando saranno parecchi, me ne farò una frittata. - O che si mangiano
giardiniere. - Che colpa ne ho io? Poverini, hanno fretta di depositarvi le ova. - Ah sì? Domani ne farò una frittatina pel gattino. Attese che la
glielo riferì, il Re rispose: - Sta bene; ho detto che li farò impiccare e manterrò. Le Principessine erano inconsolabili. Non sapevano persuadersi come
comparire davanti la bellissima Fata venuta a ringraziarlo, perché quel Ragno era lei. Gli aveva promesso: Ti farò sposare i più begli occhi del mondo e
capito: al faro di Granata ai dodici tocchi. Che la scialuppa sia pronta. I tre avventurieri, un po' rassicurati per la tranquillità del conte, uscirono
, signor capitano, che io non ho veduto né uomini né imbarcazioni. Di quassú li avrei veduti, poiché il faro è alto ventidue metri. - Sei solo? - Affatto
Bermejo de los Angelos, conte d'Alcalà? Mi lagnerò col marchese di Montelimar mio amico e vi farò consegnare per un paio di settimane, signor capo-ronda
questa città, ma troveranno sul loro cammino i quaranta cannoni della mia Nuova Castiglia, e vi giuro, marchesa, che li farò ... Il conte si interruppe
, accarezzandole il mento. - Se sfuggo alla morte, parola di guascone, farò di voi una signora de Lussac, se accettate la mia mano. - E perché no? - rispose
rivedrete prima di lasciare l'America? - Non farò ritorno in Europa senza prima salutarla. - Ed esporvi a qualche nuovo pericolo. - A quale, don
! Ho nelle mie vene, ve lo ripeto, il sangue di gente di guerra e di corsari e farò vedere ai vostri compatriotti, al balenar delle mie artiglierie, lo
nemico e urlate piú forte dei nostri mastini! È cosí che voi preparate le imboscate? Vi denuncerò tutti al governatore di San Domingo e vi farò
: mi avete detto che volevate sapere qualche cosa da me. Parlate, signora; io farò il possibile per accontentarvi. La marchesa stette un momento
siano valorosi e anche molto spacconi. - Vi farò vedere io come si spaccano le teste! - urlò il soldato furiosamente. - Infilatevi prima i calzoni
pareva di buonissimo umore, nonostante la presenza delle cinquantine. - L'ora è molto tarda, tuttavia farò del mio meglio per tenervi compagnia. Il
quel furfante di taverniere. Se riesco a scovarlo, lo farò urlare come una coyota. Mentre si scambiavano quelle parole, tranquilli come se fossero al