spalle per avvicinarsi a Feliciano che studiava coi gomiti appoggiati sul tavolino e la testa sui pugni. - Insomma, te ne lavi le mani anche tu
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indurre quella figliuola a calmarsi. Terribili, incredibili cose aveva poi udito. - Tu, figliuola mia?... Tu hai invocato il diavolo?... Perchè? Come
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, avrebbe dovuto risponderle: - Devi vedertela tu con tuo padre e tua matrigna. - Che cosa è venuta a infinocchiarle? Dal cavalier Ferro, no? Il cavaliere
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giovane di bottega che.... che.... Non intendo dir male di nessuno; ma tu non puoi avere cent'occhi, e.... l'occasione fa l'uomo ladro. Quasi gli
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?... E fa la gelosa! - E tu prendilo e buttalo via! Giovanni gli diè tale occhiataccia che il suocero strizzò gli occhi per guardarlo meglio in viso
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la colpa. La colpa è un po' tua; devi convenirne. Se tu avessi soltanto accennato!... Peggio di una femminuccia! Capisco; era il fazzoletto di tua
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signorina le peripezie di quella giornata campale, accorse sùbito e si fermò su l'uscio, facendo, per abitudine, il saluto militare: - Comandi. - Tu che sei
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come un cagnolino. - Vieni anche tu, - gli gridò il capitano, - se poi non vuoi morire di colèra! E lo zi' Croce, che allora aveva trent'anni, non se
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lire? In mano dell'Esattore, dell'Agente delle Tasse, del Ricevitore del Registro! - Tu non hai queste seccature! - egli diceva a Cannizzu, povero
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Vètere si chiama Dorotea, ma questo nome, in paese, veniva accorciato a quel modo). - Eppure tu mi hai detto.... Pietro Vètere, rimproverando con
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indovinato! - Ah!... Mi fa gran piacere. E voi? - Io? Niente. - Siete cattiva! Poi, quasi senza ch'essi se n'accorgessero, il voi si era cangiato in tu. E le
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il dottore gli disse a bruciapalo: - Tu rimbambisci con l'uva, e intanto c'è chi vuol coglierti l'altra uva, assai più saporita! - Quale? Che cosa
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pochi passi, alla vista del padre che la fulminava con lo sguardo. - Ah, tu mi mandi il confessore! Lisa accennò di sì con la testa. Il notaio allibì
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. E si divertiva a interrogare il ragazzo. - Che cosa vuoi tu diventare? Avvocato? Dottore? - Brigadiere, mamma; con la sciabola e il pennacchio
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, dicendole: - Sciocca! E tu ti figuri che è facile? Guardava anche lui, diffidente e irritato, la lettera che sua moglie avea cavata di tasca. E stava a
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di riprendere il figlio. - Facciamo una causa; tiriamola a lungo. Da cosa nasce cosa. Le legge dovrebbe dirgli: - Ah, tu non hai voluto il bambino
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; tu mi vuoi morto, lo capisco! - No, Santi!... - Deciditi dunque, se mi vuoi bene davvero! - Sì, Santi; ma.... questo no! Questo, no! Zitu insisteva
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labbra spumanti tossico. - Se tu sapessi fare! - Ora farò la civetta, starò alla finestra tutto il giorno, a uccellare! E donna Mita, travolta dallo
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persone che vi hanno veduti.... Tu attendevi alla cantonata del vicolo.... - voscenza mi benedica!... Ha tempo da perdere voscenza! E Tinu Mèndola si
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risponderanno allo stesso modo: - Tientela tu; non sappiamo che cosa farcene? - Sì, sì; sono capaci di questo e peggio, - confermava don Pietro. - E così dunque
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un cavallo.... E tu ringrazia don Pietro.... E anche voi, bella figliuola!... E tutti zitti! Nessuno ci ha visti!... voscenza mi permetta di baciarle
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; camminavano leste però per arrivare alla morte. La morte! Era il suo pensiero fisso. E spesso egli si rimproverava: - Tu ne hai paura, e vuoi abituarti
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tu, bestia! - aveva soggiunto. - Ripeteremo la burla a quelli di Palermo! Ah! Ah! Infatti l'aveva spensieratamente ripetuta ai suoi avvocati di Palermo
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