all'avvicinarsi della morte.
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cose lungamente amate, imporsi delle privazioni gravissime, subir anche dolori corporali e la morte: meno non chiede questo adattamento di povere
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, per sé non ci dice nulla; forse l'ammireremo, forse cercheremo solo di scusarlo. Ma che egli affronti il male senza temere la morte, che la sua
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montagna, le parabole piene di sapienza della vita e di dolcezza, la critica risolutiva del mosaismo degenere, la morte atroce del Calvario. E la
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V. La breve missione di Gesù fu seguita dalla morte. Nella società in cui un normale equilibrio delle forze di imitazione e di ripetizione, sulle
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vita e della morte di Gesù ci si presenta come il portato ovvio di tutta una situazione storica lentamente creatasi; ed esso diviene insieme la
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Il valore universalmente rappresentativo della morte di Gesù, unito all'efficacia viva e presente di quella nuova forza spirituale e divina, fonte
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decadenza dell'istituto sacerdotale precedono e preparano lo sbocciare del cristianesimo dalla coscienza di Gesù e la morte di lui. E questa
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avrà forse lasciato perplessi alcuni di voi. Io vi dissi che la morte di Gesù era la vittoria definitiva del bene, con le sue proprie anni, sul male
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Perché quella morte sia la vittoria del divino sul terreno, della vita perenne sulle fugaci contingenze della storia, dell'amore sull'odio attraverso
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della morte è seguito dal racconto della resurrezione; né il racconto è leggenda, poiché prima lo ha accolto chi lo narra; poté alcuno dubitare della
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rientrato per la morte, ma dalla quale emerge quasi, tramite vivo fra essa e le anime nelle quali vive; Egli è questa forza di abnegazione di amore di
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Coloro che non sentono questo Dio nascosto, che il mistero della vita e della morte non affanna, che si fanno estranei alla ignorata anima loro, che
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imponeva, dal corrottissimo costume pagano, la sollecitudine di evitare colpe e brutture, il pericolo non raro di persecuzioni e di morte, la memoria
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fratello nel cuore, Dio, il padre comune, ne ha ribrezzo e ripudia quel figlio che si appressa alla vita chiudendo nel seno la morte; e se alcuno si
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La morte.
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E in tutte le età della vita l'uomo non vuole morire, e dal fondo del suo essere egli protesta contro la morte. E spesso è un desiderio aspro e
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contro la morte; essi, quei vecchi, non vogliono morire.
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È fatale, veramente, questo dissidio fra la vita e la morte? E la più umana e prudente condotta dinanzi a questa sarebbe di coloro che ne scacciano
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Il problema della morte è il problema stesso del valore e dei fini della vita; e le dottrine su quella sono come il saggio e la riprova delle
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II. La morte può essere intesa in tre diversi modi: o come cessazione della vita, o come cessazione, all'opposto, d'una condizione anormale e quasi
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mistero e di morte; e il tentativo anche, ahi quanto vano, di trovare in questo ritorno al gran tutto, alla terra all'aria ai fiori, come il protrarsi
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quello di abbandonarsi al corso della vita, come gli piace, senza velare di alcuna fanciullesca illusione il nulla totale e inesorabile della morte.
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La morte sorella! La morte continuazione della vita, ma senza ciò che in questa vita è morte, sogno, illusione, apparenza, vanità, divenire continuo
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per nostra sorella morte corporale.
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Ma ad un risultato analogo e ad un artificioso concetto della vita e della morte giunse, nel seno stesso del cristianesimo, una corrente popolare che
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Così nella vita del cristiano il pensiero della morte non muta il criterio del vivere; egli può sempre avere presente la morte e può anche non
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Così il cristiano non teme la morte e non teme la vita presente, o dalla prima egli non teme che il cessare del tempo utile a costruire, dalla
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Questa vita spirituale, che noi cerchiamo di fare in noi stessi sulle norme del cristianesimo, non tenie, non sente, non attende la morte
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E se colui che si appressa alla morte errò e peccò sino agli ultimi suoi giorni, ma la voce della coscienza e di Dio, non ascoltata prima, gli ha
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passaggio: leggervi le preghiere degli agonizzanti; questo senso e questa visione della vita e della morte vi sono espressi in maniera profonda e soave. Quel
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VI. Vi dissi, signori, che le dottrine sulla morte sono come la riprova delle dottrine sulla vita; ciò che i cristiani pensano e sentono della morte
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E chi saprebbe poi, a questi che hanno un tale concetto della vita e della morte, dire, quando essi piangono, le parole del conforto e della speranza
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parla di guarigione, di gioia, di vita, quasi perché la morte lo colga e lo porti con sé improvvisa; ed anche se l'annunzio di essa è inevitabile
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stessa e la morte di Gesù acquistano questo significato, normativo per ogni cristiano, di dedizione piena e volonterosa di sé stesso pel bene di molti
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II. Ma, colla morte, le cose mutano; la morte, come abbiamo veduto, non è anzi che il dileguarsi di questa illusione esteriore che occupa e domina il
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nessuno ci potrà togliere. L'illusione piacente delle cose terrene, il desiderio cupido dei beni che la morte ci ha tolto, l'egoismo cieco e brutale che
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Il giudizio finale sarà così, per ciascuno di noi, la presa di possesso, che faremo al punto della morte, del posto preparato da noi alla nostra
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dire la continuità della vita dello spirito, che la morte modifica parzialmente ma non sopprime; vita che ha carattere di prova, di qua, e che dopo la
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E non è forse difficile scorgere queste cause, esaminando la storia più recente delle credenze nell'al di là e nella vita dopo morte; perché appunto
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Quantunque il problema della sorte che attende il nostro essere spirituale dopo la morte, la quale è il momento in cui l'organismo nostro cessa di
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II. Ma è opportuno ricordare che alcune loro credenze sul soppravvivere dell'uomo alla morte le ebbero anche, e da antichissimi tempi, i pagani; e
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la coscienza; non possiamo dire che cosa ponga la morte dell'organismo nei rapporti con lo spirito; nulla quindi, nel campo delle constatazioni
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fattrice del vivere, non sogno vano: l'uomo afferma la continuazione del suo spirito dopo la morte.
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III. Ma noi non abbiamo commerci diretti col mondo di là; non affermiamo, parlando nella nostra esistenza dopo morte, cose sapute e sperimentate
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E vi sono, infine, le volontà che la morte sorprese rivolte al male; sappiamo che esse non potranno mai più volgersi al bene. E del male presente e
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esperienza presente quest'anima prende un atteggiamento che, alla morte, quale esso sia, rimarrà definitivo; e che da tale atteggiamento, rivelatoci nel
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colui che ci minaccia l'inferno se pecchiamo, che può toglierci la salute e mandarci la morte; egli è che può compiere qualche nostro desiderio profondo
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eterna che aveva strappato via per sé, nell'improvvisa sventura, il compagno. In tutto quel popolo di operai il pensiero della morte appariva divelto
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deve procurarci. Le sofferenze fisiche, la fame la sete la nudità la malattia la morte provocano spontaneamente in noi, se non siamo chiusi ad ogni
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