Non si saprebbe precisare perchè fra lo stesso colore ad olio, ma una parte secca e l’altra liquida, avvenga repulsione, ma essa avviene in fatto e
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polvere secca originaria, ond’è facile capacitarsi come una soverchia diluzione fatta ai colori col pennello sulla tavolozza con questo liquido, debba
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zinco e non secca senza una gran quantità di vernice o di essiccante. Ma sia pure questo il colore adottato per il rosso, e si debba, ad esempio
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polvere secca, seppure è detto che si possa mai più ritornare certi colori alla primitiva purezza, una volta mescolati all’olio ed alle resine.
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aceto si secca, macina et staccia et di nuovo collo aceto si impasta, et dividesi in pastegli, et nella state si secca al sole. Fassi ancora mettendo il
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resina C, polvere giallo-pallida, solubile nell’alcool bollente e che si decompone alla distillazione secca.
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con fiamma fuligginosa. Sottoposte alla distillazione secca sviluppano dei gas infiammabili e dei liquidi volatili, lasciando per residuo un carbone
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mondarla. A tal uopo si lascia in una lisciva caustica per alcun tempo, poi si lava, e secca che sia, si spazzola finchè la crosta alterata se ne vada in
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Si può sciogliere la vernice anche a bagno di sabbia. Si sceglie della sabbia fina e secca che si mette in un vaso preferibilmente di ferro, di
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lascia un residuo che non secca mai.
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coprirli. La colla secca si gonfia lentamente, e poi, a lento fuoco e meglio a bagnomaria, si allunga d’altra acqua sino alla scorrevolezza che si
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L’avvertimento del Cennini di fare le colle in gennaio e marzo viene dall’opportunità di operare in stagioni d’aria secca per il più rapido
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Lasciata seccare la tavola all’aria — il Cennini raccomanda di approfittare, per questa operazione, di una giornata ben secca e ventosa — e tolta con
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mano di colla, quando questa è secca, si copre dell’impasto di gesso e colla tenuto pronto, ad un grado di calore sufficente perchè non si rappigli la
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, data che ella è sul muro, quando poi si secca: onde quella poi raffreddata all’aria, e levatole l’acqua la mettono sui mattoni cotti di nuovo al sole
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sorta d’oli dava loro una tempera molto forte e che, secca, non solo non temeva l’acqua altrimenti ma accendeva il colore tanto forte che gli dava
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. Ed il passero riscuoti con la tua folle ventata nella sua grondaia secca nella siepe denudata. Spazzi i portici e le calli e la nebbia nelle valli e
vuoto come una canna secca. Era il tredicesimo. La Fata si fermò e gli dette una chia- vicina d'oro, dicendogli: - Entra nel tronco di quel pioppo
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