, brontolando: - Dove vado e donde vengo, C'è la pioggia e soffia il vento. Tu col vento ci verrai, Con la pioggia te n'andrai. La toccò col bastone
c'è cavallo al mondo che possa fare tanto cammino in una giornata, neppure il vento. Il Re mandò attorno un banditore: - Chi reca la risposta dalla
. - Pioggia davanti, e vento di dietro! Il Re trasse un sospirone quando lo vide partito. E, per un pezzo, del barbiere non si seppe nuova né buona né cattiva
sapore! Alto, grosso, quasi un gigante, faceva certe sgambate così larghe e leste, che non lo avrebbe raggiunto neppure il vento. In pochi minuti fu alla
faceva vento tranquillamente. Il mucchio d'oro era proprio lo stesso regalato dal Re al Mago, grosso quanto una botte. Il Re, in un baleno, si gettò ai
presso il boschetto. Era una caccia rabbiosa e desolata. Spesso il vento alzando turbini di neve glieli sbatteva sul volto incorniciato dal finestrino
colonne. In una sera di neve, rincasando sull'ora di notte, aveva osato strappare un lembo di avviso che il vento gli sbatteva quasi sul volto: sulle prime
queta, il vento tace, ma non le tace nel petto la passione per colui, che doveva sposarla e invece ha fatto di lei una miserabile disonorata. Questo
vento vi fischiava da tutte le fessure, e in qualche punto i tegoli lasciavano stillare la neve sull'ammattonato a gocce lente, sonanti, uguali. Quante
stridula come di una punta sul vetro, che si era perduta nel fracasso; dalle finestre aperte improvvisi buffi di vento abbassavano le fiamme dei lumi a
bontà, che la terra vi richiami col sospiro dei fiori, che le nubi si aprano per accogliervi, che il vento si rattenga per sostenervi; vi sentirete
sfuggenti su pel camino sembrava un'eco delle ultime risa. Fuori nella notte la luna aumentava colla propria limpidezza il freddo del vento. Gaspare pensò
furiose, da farlo deviare ora a destra ed ora a sinistra, piegandogli perfino i piani orizzontali. Qualche volta cedeva all'impeto del vento e scartava
delle fiammelle; era il fuoco di Sant'Elmo che faceva la sua apparizione. E intanto le folate di vento si succedevano sempre più impetuose, con mille
gelido vento che soffiava dalla non lontana Siberia. Si era elevato fino a quattrocento metri e di quando in quando deviava ora a destra e ora a
, colle teste molto allungate, dalle gambe secche e nervose che correvano come il vento, agitando le lunghe code. In mezzo a loro saltellavano abbaiando
davvero perché non ce l'abbiano portata. Bah! Quando verrà il capitano vuoteremo una bottiglia di più. - Chissà quando tornerà, Fedoro. Il vento deve
quale doveva essere vicinissimo, udendosi le onde sollevate dal vento siberiano, infrangersi contro le sponde. Attraversate parecchie macchie
vallone chiuso fra due lunghe catene di montagne tagliate quasi a picco e ingombro di una folta nebbia, che un vento impetuoso travolgeva burrascosamente
riprendere lena. Si udiva in alto, verso la cima delle enormi pareti che formavano la vallata o meglio l'abisso, ruggire il vento e di quando in quando si
abissi, finché, cessata la furia del vento, era discesa sulle rive d'un nuovo lago, che non doveva essere più il Tengri-Nor. Era però uscita da quel
parete esterna del fuso. Non fu che dopo la mezzanotte, quando il vento cominciava a scemare di violenza che, si decise a spegnere il lume e ad
attesa dell'arrivo dei due figli del cielo. Ce n'erano delle centinaia con lunghe tonache di feltro bianco e nero che il vento, sempre impetuosissimo
verso l'India, verso la Mongolia, verso il Turkestan e nelle fertili vallate dell'impero cinese. Un vento freddissimo, che faceva vibrare le ali dello
calmato e anche la nebbia si era completamente dileguata sotto i vigorosi colpi di vento del settentrione. Che caos però presentava l'altipiano, dopo lo
abbonda di vegetazione, non lasceranno quelle rupi. - Dove ci fermeremo per passare la notte? - Sulle sabbie, per metterci al riparo dal vento. Non
"Sparviero", spinto da un vento fortissimo che soffiava dalle altissime giogaie degli Himalaya accelerava sempre la corsa, diventata ormai vertiginosa. Il
, signori miei, abbiamo il vento favorevole. - Quasi come gli uccelli - disse Rokoff. - Oh no! Guardate come corrono quelle aquile che pare abbiano
letti sono molto soffici o che i figli del cielo amano dormire come le marmotte? E Fedoro? Si alzò e tese gli orecchi. Al di fuori si udiva il vento