Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: paura

Numero di risultati: 47 in 1 pagine

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Manuale pratico di cucina, pasticceria e credenza per l'uso di famiglia

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Lazzari Turco, Giulia 2 occorrenze
  • 1904
  • Tipografia Emiliana
  • Venezia
  • cucina
  • UNIFI
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fatto interamente col grasso di majale, e per la buona qualità dei majali riesce sì squisito da poterlo adoperare, senza paura, invece del burro per

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riconoscere se il lievito è fresco basterà che ne mettiate un bruscolo in un bicchiere d'acqua. Se viene subito a galla potete adoperarlo senza paura. Esso

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IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"

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Capuana, Luigi 12 occorrenze

gli orecchi, i baffi e la coda di gatto; provava paura. E la paura si accrebbe quando invece di sentirlo parlare, lo udì miagolare: - Meo! Meo

che parlate? Mi fate paura. La voce fioca fioca rispose per l'ultima volta lentissimamente: - Non dire così! La sera tornato il padre dal lavoro, ella

verso la bottega del lattaio, quando, dalla svolta della cantonata, ecco sbucare il Reuccio e il séguito a cavallo, di carriera. Ebbe tanta paura

Reuccio aprì gli occhi, quasi si svegliasse da una gran dormita. - Chi siete, bella figliuola? - Sono la figlia dell'Orco; non abbiate paura. Voi chi

spada sfoderata, e: - Avanti, focoso! Al solo raglio, i nemici furono presi di tale paura che non ci vedevano dagli occhi; fuggivano, lasciandosi

menò su lo scoglio. - Donna-pesce! O donna-pesce! Ho menato il Reuccio. La donna-pesce comparve a fior d'acqua tutta grondante. Il Reuccio ebbe paura

vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, aveva paura d'esser morsicato; e perciò dava botte che rompevano le ossa. La donna, vista la mala

chiuse tutte le finestre del palazzo reale; non potevano condurla fuori per paura che il vento non la trasportasse chi sa dove. E siccome la poverina a

quell'uomo con la coda non andava; le faceva schifo e paura insieme, e non voleva per nulla sposarlo; ma non diceva il perché. Figuratevi la rabbia di Sua

paura. - Creatura di Dio, che vuoi da me? - Prendimi e mangiami; vedrai. Ella aveva schifo di mangiare un Grillo; ma sentendo che esso insisteva

-guasta riprese a lavorare. Ma gli avventori diventarono scarsi; la gente avea paura di aver che fare con lui. Invano egli andava attorno per le vie

paura, e preferiva ogni altro guaio a quello di restar sordo per tutta la vita. Un giorno si presentò al palazzo reale un contadino: - Voglio parlare al

Oro Incenso e Mirra

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Oriani, Alfredo 8 occorrenze

, quando la paura non ha ancora uccisa la speranza. Ed erano invocazioni deliranti di dolore, appelli forsennati di una voluttà, cui nulla aveva mai

glielo nascondeva quasi col corpo. - Non lo vedi che è già morto di paura? Va là, Santone, che la è proprio cosa da te! Lascia andare, tu sei un uomo

che per paura della nuova tassa avevano dismessi i paretai. - E quest'inverno? - gli chiese un bracciante che giuocava a scopa. - Sai leggere tu

una pausa guardandolo pesantemente. Lelio, che malgrado il suo pessimismo amava la memoria della madre, ebbe paura di aver troppo compreso. Per quel

adesso che non c'era più alcuno, gli orecchi tesi nell'ansia di un perseguitato. Qualche orazione gli salì alle labbra fra una paura di rimorsi. Era

di sbieco. - Vedete, principessa, avete fatto loro paura: venite dentro. Ella ebbe una smorfia di ripugnanza, Lelio si staccò dalla finestra

, eroismo di cuore. Ma vinto nel giorno tardo del suo trionfo Zola ebbe paura, e si rifugiò in un sogno ancora più anarchico che socialista: allora non vide

. Resistette, poi colla solita sofistica di tutte le passioni si persuase di vincere una falsa paura coll'andarvi, e traversò il vasto appartamento fino allo

I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 25 occorrenze

mai fatto paura ad alcun cinese. Ho fatto mettere delle solide inferriate alle finestre, cambiare tappezzerie e visitare le pareti onde accertarmi che

di me. Si dice che i miei compatrioti hanno paura degli uomini bianchi e la vostra venuta può forse salvarmi la vita. - Che cosa dite, Sing-Sing

qualche puntata. - Giù quel ferro! - urlò Rokoff, scuotendo le canne con maggior vigore. - Giù o ti strangolo come un cane. - Tu non mi fai paura - rispose

lapidare o, peggio ancora, moschettare dai pellegrini. La paura aveva fatto snebbiare il cervello del cosacco, il quale aveva finalmente compreso quale

gallina! - La vedremo! - Non lasciarti trasportare dall'ira, Rokoff - disse Fedoro. - Forse non oseranno trattarci come delinquenti comuni, per paura

sotto i piedi, retrocesse vivamente, agitando le braccia come un pazzo. - Ho paura! - esclamò. - Non gettatemi giù! Sono un povero mandiki. - Che cosa vi

cui palle non potevano ancora giungere fino allo "Sparviero". La paura cominciava a prenderli. Passarono parecchi minuti prima che si decidessero a

strepito di migliaia di gong e di tam-tam e di conche marine e si vedeva la folla precipitarsi verso le muraglie della città tartara. - Che abbiano paura

ci faranno morire? - Non so ... ma ho paura e sento che divento pazzo! ...

domandò. Un lungo sibilo, che pareva uscisse da qualche macchina, lo fece sobbalzare. Un'ombra umana si delineava dinanzi a lui. La guardò con paura

, battendo la fronte sul suolo e mandando grida che nulla avevano d'ostile. - Che siano mezzi morti di paura? - chiese il cosacco. - Non lo credo, essendo

solchi; coprendosi perfino colle erbe e colla terra per paura di venire divorati da quella bestia che dovevano scambiare sempre per un terrribile drago

vostri colpi; le tigri non hanno paura e si gettano coraggiosamente sui cacciatori. - Le ho già conosciute in India - disse Fedoro. - E io farò la loro

alto per paura di vedersi rovinare addosso l'animale. Il capitano, fatto una nuova scarica, si era affrettato a raggiungerlo. I lupi, furiosi di vedersi

gli aeronauti. II maldestro bersagliere s'affrettava però a fuggire all'impazzata, per paura che il formidabile drago lo facesse a pezzi col suo

amici e le donne, forse per paura di contrarre la terribile malattia, si fermavano a qualche distanza. Il lebbroso si era fermato guardando la fossa

dodici colpi. - Signori miei, ammiro il vostro coraggio e sono ben lieto d'aver preso con me due uomini senza paura. Ha guastato qualche cosa

colpi del capitano e per paura degli altri si era lasciato cadere, fingendosi morto. - Canaglia! - esclamò il comandante dello "Sparviero", scorgendolo

Bogdo-Lama - rispose Fedoro. - Come ci accoglierà? Mi sento indosso un certo malessere che si direbbe paura. Se indovinasse in noi degli europei? - Taci

. Gli asini, vedendo proiettarsi sul suolo quell'ombra gigantesca, s'arrestarono stupiti; poi, scorgendo quel mostro scendere, presi da una pazza paura

qui. - Per mangiarlo? - Almeno la lingua. - Andate a tagliarla, se l'acqua non vi fa paura. - Non oserei affrontare ancora quel torrente. Per le steppe

lontano a trovare un luogo più deserto. - O daremo battaglia - disse Rokoff, risolutamente. - Io non ho paura né dei manciù, né dei cinesi. Un latrare

le aquile sono molto numerose, ogni anno ne rapiscono e anche qui nel deserto. Le madri mongole hanno anzi tanta paura che non osano lasciare soli i

ben attendere domani, invece di esporci di notte, a questo viaggio. Aveva paura che scappassimo? - Io sospetto invece qualche cosa d'altro. - Ossia

invincibile. - Devo confessare che ho paura - aveva mormorato. - Che cosa sta per succedere? Mi sento mancare il coraggio e paralizzare la lingua. Si era

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