16. Salsa di pane. — Bollite mia grossa cipolla nel brodo con molto pepe, sale e noce moscata, passatela dallo staccio e versatela insieme al brodo
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Mel. Ringrazio l'onorevole sotto-segretario di Stato della risposta che ha dato alla mia interrogazione, ne prendo atto e mi auguro che all'onesta
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Mi permetta l'onorevole Socci che almeno esprima intera la mia opinione e non mi faccia pentire di aver dichiarato che nei rapporti di diritto io
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Pellegrini. E non è sempre colpa mia!
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Pellegrini. Sì, del solito zelo degli estremi sinistri. Anzi, se posso dire intera la mia opinione, dirò che c'è qui un'Estrema Sinistra che fa
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profonda delle anime nostre, non della mia,
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colleghi sanno che non è oggimai raro il caso di donne professanti la medicina, e per mio conto considero come un ornamento della mia città la signorina
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Altrimenti anche i Consigli dell'ordine e di disciplina potrebbero essere di opinioni diverse e contraddittorie, e forse della mia opinione.
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conseguenza di quella all'ufficio di avvocato, secondo la legge che governa l'esercizio delle due professioni. Questa mia osservazione modesta ho creduto
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mia proposta e lascerò che si proceda oltre, ferme le dichiarazioni e osservazioni da me fatte dianzi sulla limitata efficacia della legge.
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mia iniziativa per la determinazione di confini fra i comuni di Milano e di Greco Milanese, poichè a tal proposta di legge si connettono vitali
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in tali condizioni da non potersi umanamente più protrarre la discussione di questo disegno di legge. Prego quindi la Camera di consentire nella mia
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di cui Ella mi è prodigo, caro Presidente, si compiacque inviarmi, mi è d'indicibile conforto, e La prego di rendersi interprete dei sentimenti di mia
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I suoi funebri furono solenne, eloquente manifestazione di tanta concordia. La mia città non vide mai spettacolo così commovente: tale da superare in
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la mia parola alla commovente commemorazione fatta dal nostro illustre presidente il quale ne compendiò la vita operosa e le benemerenze patriottiche
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patriottica terra d'Iseo; dopo di allora, nei primi Comizi elettorali fu eletto deputato in due collegi della mia provincia. Optò per Iseo e fu di quel
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Giuseppe Zanardelli è per ricordare le benemerenze sue verso la mia Provincia nativa, è per manifestare alla Camera il generale, unanime compianto, che
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Egli, temprato d'acciaio, con giovanile ardore nella tarda età percorse le campagne desolate della mia Provincia, visitando i più remoti villaggi, i
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gratitudine verso Giuseppe Zanardelli. Di qui, come quando ne accompagnai la salma in Brescia, a nome della mia nativa Provincia, per quello che fece per essa
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mettevano al sole davanti la porta di casa, e stavano lì lunghe ore a guardare i bambini che facevano il chiasso. - Ricordi, moglie mia? - Ricordi, marito
volontà, di Dio, come le aveva detto la nonna; ma la notte, nella sua misera cameretta, si metteva a piangere, zitta zitta; e pregava: - Nonnina mia
lasciava menare pel naso da quella donna. - Babbo, vostra moglie m'ha picchiato! - Perché non la chiami mamma? Chiamala mamma. - La mia mamma non è
facevano parere più brutte fin le toppe, non ne vollero più sapere di lui e del suo lavoro. - Figliuola mia, come faremo? - Faremo la volontà di Dio. Il
pesci. Ho venduto barca, reti e ogni cosa, e il denaro è già. finito. Non so fare altro mestiere. Moriremo di fame io, mia moglie e Bambolina. - Senti
andare; la mia sorte vuole così. Pianti, grida disperate: - Non sarà mai, figliuola mia! Non sarà mai! Ma la Reginotta s'ostinò: - Lasciatemi andare. Il
odore che avrebbe risuscitato un morto. - Oh, che miracolo, figliuola mia! Siamo ricchi! Nella padellina fumavano due costolette da bastare anche per
. Il Re aveva una figliuola e voleva maritarla. - Chi vuoi sposare, figliuola mia? Il Reuccio di Francia? Il Reuccio di Spagna? Il Reuccio di Portogallo
Re stupì. - E dov'è la tua corona? - Sotto il letto di mia madre. Il Re mandò a cercare nella casetta affumicata sotto il letto della povera donna
guidaleschi. - Il Re è padrone anche della mia vita. L'asino è lì; menatelo via. Fanno per accostarsi, e l'asino si rivolta, spara calci alle gambe e
mia parola. Chi lo sentiva? Lo vedevano gesticolare con le braccia e muovere le labbra, quasi fingesse di parlare. Il Ministro accostò l'orecchio alla
stette zitto e andò a chiudersi in camera sua. Non voleva più uscirne. Quand'era solo piangeva: - Ah, Trottolina mia! Non puoi dirmi più: Buon giorno
all'agonia. - Ah, Mastro Acconcia-e-guasta, salvate la mia cara figliuola! - Ah, Real Maestà, salvate il mio caro Succhiellino! - In che modo? - C'è un
certamente; nella mia parrocchia non vi è alcun signore di questa forza. La contessa Naldi ha potuto fare così perché rimane vedova senza figli. - Già. A
cantò con voce squarrata: Fior d'erba amara. Per me non torna più la primavera, Ma tu conserva un fior per la mia bara. - Ohé, Rocco, bene! - Non
, sovvèngati qualche volta di me, che ti avrò amato colla stessa costanza della terra che gira intorno al sole, sovvèngati della mia vita, che sarà sboccata
contro gli uomini di razza bianca. - Non metto in dubbio ciò che mi dite e per darvene una prova ecco la mia mano signor ... - Dimitri Rokoff ... del 12o
giorno di festa e la cena ci aspetta; a più tardi maggiori spiegazioni. Ditemi, però: avreste paura di dormire nella mia stanza? - Io! - esclamò il
l'aria liquida a mia disposizione? Vale meglio del cotone fulminante e di tutti gli altri esplodenti finora inventati. Ora lo vedrete. Il capitano
andremo noi? - Lo saprete presto. - Su quei monti che si delineano laggiù? - L'Arracan non è la mia mèta, per ora. - Allora andiamo verso il mare. - Sì
alla mia promessa. La nostra rotta sarà il Bengala, dove voi potrete trovare subito qualche nave in partenza per l'Europa. In una ventina di giorni
salsa? - Sarà impossibile saperlo. Assaggia, amico Rokoff. - Non è cattiva, almeno alla mia bocca. - Allora divoriamo, finché si scalda l'acqua del tè
. - Siamo carichi di selvaggina, abbiamo fame e la nostra barca è lontana. - La mia casa non è un albergo - rispose il tartaro, che pareva assai
non esistevano passaggi segreti; ho chiuso la mia stanza con una porta che potrebbe resistere anche ad un pezzo d'artiglieria; ho delle armi a portata
coll'Europa. Vi rincresce? - Tutt'altro, signore. E che cosa avete telegrafato alla mia casa? - Che voi, per circostanze inaspettate, non avete potuto
- disse Rokoff a Fedoro. - Sono tristi le steppe del Don e del Caspio, ma anche questo deserto non è allegro, in fede mia. Si vedessero almeno degli
. - Ed io pure - disse Rokoff. - Speriamo che non trovi anche là qualche principessa che s'innamori della mia barba rossa. - Ci guarderemo
sono per venire qui ad acquistare cinquecento tonnellate di tè. - Siete un negoziante di tè, voi? - Sì, e la mia casa si trova a Odessa. - Siete venuto
voce imperiosa. - Amici - rispose il capitano. - Da dove siete caduti? Avete schiacciato la mia capanna. - Siamo pronti a indennizzarvi dei danni che
piombassero addosso, non ho potuto completare il mio lavoro e non ho fatto che delle rilegature, signore. La colpa è mia, ma il tempo stringeva ed il pericolo
venivo gettato giù. - Vi ha piantato le unghie nelle spalle? - Non ne ha avuto il tempo; ha lacerato solamente la mia casacca. - E la mia carabina è