Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: chiese

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Oro Incenso e Mirra

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Oriani, Alfredo 13 occorrenze

cravattone nero, a collare, la testa gli sarebbe caduta sul petto. La stazione era deserta. Allo sportellino chiese un biglietto per Tolone. L'impiegato

cavalli dettero un balzo e rimasero immobili. - Vuoi salire? - gli chiese con voce velata il cocchiere abbassando la frusta. L'altro l'osservò. Il cocchiere

riagghiacciava. Ella ne restava impermalita. Una volta, ed era il terzo appuntamento sempre nel suo magnifico salottino lilla, ella glielo chiese: - Tu

che per paura della nuova tassa avevano dismessi i paretai. - E quest'inverno? - gli chiese un bracciante che giuocava a scopa. - Sai leggere tu

perdere. - Ah! ma tacete, siete orribili voi altri uomini colle vostre massime. - Credete che anche il principe diventerà un grande virtuoso? - chiese

occhiata seria. - Mi rendi il mio coltello? - chiese Viù all'improvviso. - No. Un lampo sprizzò dagli occhi del ragazzaccio, che finse di stringersi

abbigliarsi. Ella aveva sorriso della spiegazione. Poi il comò era uscito un giorno dall'alcova e il canterano vi era rientrato. - Perché? - chiese Gaspare

teorica? - gli chiese quella sera medesima la principessa Irma nel salone della contessa Ghigi, credendo di sorprenderlo nella contemplazione estatica

si era diradato intorno al caminetto. - La conosce quella mascherina? - chiese il giovane deputato a Lelio Fornari. - Ho appena qualche sospetto. - Io

come atonica scoppiarono improvvisamente tutte le paure dei racconti sulle imprese sacrileghe tentate appunto di notte nelle chiese. Un terrore sacro

pallidissima, coi pomelli rossi dal belletto. Entrarono, egli chiese un punch bianco e le disse di ordinare tutto quello che voleva. Ella esitava. - Dopo cena

tutto a mente? - chiese Osnaghi. - Ecco tutto il Giuda di Bovio: che cosa è quest'uomo? Parrebbe un patriota giudeo, poi si perde nel vaniloquio, non ha

cacciargli le mosche dal volto: anche Giannino si era appressato. Dopo qualche minuto l'altro lo riconobbe, poi chiese che gli raddrizzassero i cuscini

I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 34 occorrenze

. - È potente questa società della "Campana d'argento"? - chiese Fedoro, assai preoccupato da quella confessione. - Ha migliaia e migliaia di membri

. - Chi siete voi? - chiese Fedoro, che cominciava a diventare assai inquieto per la brutta piega che prendevano le cose. - Un magistrato della giustizia

gruppo di piante dal fogliame molto folto e largo e i cui rami apparivano coperti da una materia bianca che sembrava farina. - Che cosa sono? - chiese

facilmente. - Chi sono costoro? - chiese Rokoff, il quale aveva introdotta una nuova cartuccia nella carabina. - Dei briganti? - Nomadi mongoli - rispose il

verso i cacciatori, cogli occhi strabuzzati dal terrore e i lineamenti sconvolti. - Cos'hai? - chiese il capitano, muovendogli rapidamente incontro

fatto la vostra raccolta? - chiese Fedoro, ridendo. - Nemmeno una foglia - rispose il capitano, facendo un gesto desolato. - Ve lo avevo detto che era

tronchi degli abeti e dei pini con mille precauzioni e fermandosi sovente per ascoltare. - Credi che noi troveremo qualche orso? - chiese ad un tratto

trovavano ora imprigionati fra quelle pareti che non permettevano nessuna scalata. - Che cosa ne dite? - chiese Rokoff al capitano. - Che siamo caduti dalla

rocce, sulle quali si vedevano inerpicarsi degli animali assai villosi, che rassomigliavano vagamente ai buoi. - Sapete che cosa sono? - chiese. - Dei

? - Figli del sole e della luna. - Se vi piace crederci tali, noi non ci opporremo. - E quella bestia? - chiese il monaco, accennando, con un gesto di terrore

cannocchiale. - Siamo sui confini dell'antico impero cinese; al di là vi è la Mongolia. - Andremo a vederlo? - chiese Fedoro. - Anzi, seguiremo per qualche

cannone non la fracassa di nuovo. - E dove andiamo ora? - chiese Rokoff. - Siamo a poche miglia dal deserto e vi ho promesso di farvi assaggiare le

Buddha? - chiese Fedoro. - Tale è la loro credenza - rispose il capitano. - Gl'indiani le gettano nel Gange ed i tibetani nel Tengri-Nor. - Sì, signor

bufera - disse il capitano con qualche inquietudine. - Non sarebbe stato meglio fermarci dove ci siamo accampati? - chiese Rokoff. - Il vento ci avrebbe

che contrastavano vivacemente con quelle agili e decise del compagno. - Ebbene, Fedoro, ci si arriva? - chiese ad un tratto l'uomo tozzo, sbuffando

. - Se qualcuna cadesse qui e ci fracassasse lo "Sparviero"? - si chiese ad un tratto il cosacco. - Tutto è possibile in questo dannato paese. Stava per

silenziosamente. - Che cosa ne dite di questo treno aereo? - chiese finalmente al russo ed al cosacco. - Meraviglioso! - Sorprendente! - Magnifico

alzarsi verso l'estremità del lago e che mi sembra satura di elettricità. - Se prendessimo terra prima che scoppiasse? - chiese Fedoro. - Siamo in una

quei disgraziati. - Che cosa stanno facendo quei mostri? - chiese Rokoff, additando gli aguzzini. - Cercano di prolungare l'agonia alle loro vittime

spiaggia. - Su quella dove sorgeva quel monastero? - Sì, signore. - E Fedoro? - Mi è stato impossibile scoprirlo. - E tu? - chiese il capitano

monastero? - chiese Rokoff, che si sentiva scombussolato da quel ricevimento che sorpassava tutte le sue previsioni. - È la Perla dei sapienti, il

scomparso e stiamo rasentando il Nigkorta. - Non andremo a Lhassa? - chiese Fedoro. - No, ho fretta di attraversare la grande catena dell'Himalaya e di

addosso qualche bomba? - chiese Rokoff. Il capitano non rispose. Guardava attentamente un bastione che si trovava al nord della città, difeso da una

metteranno fuori combattimento. - Bada - disse Fedoro. - Sono robusti e coraggiosi. - Che ci siamo ingannati? - si chiese il capitano. - Non mi pare che

bronzo, il cui suono si propagò lungamente nell'immenso corridoio, svegliandone l'eco. - Dove ci conducono? - chiese Rokoff a Fedoro. - Dal capo della

. - V'interessate di quei banditi? - chiese il magistrato. - Non siamo abituati ad assistere a simili torture. - Manderò via i carnefici. - E fate dare da

? - chiese Fedoro stupito da quel linguaggio incomprensibile. - La verità - rispose il cinese, mentre un'ombra passava sulla sua fronte. - Chi può minacciare

è permesso saperlo? - chiese Fedoro. - Mi rincresce di non potervelo dire - rispose il capitano. - Non vi avrei addormentati. - È un segreto che noi

Tipperah, che dividono il Bengala orientale dalla Birmania. - Perché cambiate rotta? - chiese Rokoff, sorpreso. - Vi è una città da evitare, che è

? - si chiese. S'alzò di scatto guardandosi le vesti e non vide alcuna macchia di sangue. Nemmeno Fedoro aveva la casacca lorda. - Che io sogni? - si

finisce qui e su questi territori non siamo sicuri né da parte degli uomini, né delle belve. - Dove ci fermeremo? - chiese Rokoff. - Sulle frontiere

e di latticini, proibendo la vera religione di sacrificare alcun animale agli appetiti del ventre. - Che sia la cena di nozze? - si chiese Rokoff

, comprendendo più l'atto che le parole, s'inchinarono profondamente e uscirono. - Hai veduto se vegliano su di noi? - chiese Fedoro. - Con quattro pugni li

piani danneggiati. - È tutto pronto? - chiese il capitano. - Sì, signore - rispose il macchinista. - Allora innalziamoci! Salirono tutti sul fuso. In

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