, sotto la quale spesso si cela il dolore, come nel Sant'Ambrogio. La signora darà certo sommo luogo a Manzoni, di cui dovrebbe avere tutte le opere
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Majorana, Orlando, De Felice-Giuffrida, Aprile, Pasquale Libertini, Mirto-Seggio, Francica-Nava, De Luca Ippolito, Rizzone, Di Sant'Onofrio, Piccolo
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Bernardis, De Luca Paolo, De Nava, Di Canneto, Di Sant'Onofrio, Donati Marco, Facta, Falcioni, Ferri, Finocchiaro Lucio, Gallini, Giolitti, Girardi
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disturbare l'agonizzante. «Si è confessato!» «Udite? Gli portano il viatico e l'estrema unzione!» La campanella di Sant'Isidoro dava il segnale con pochi
donna nuda dipinta nel soffitto?» «L' Aurora, opera pregevole, zia, dello stesso pittore che ha fatto gli affreschi nella chiesa di Sant'Isidoro
dei canonici di Sant'Isidoro! ... E pianti e colpi di discipline ... E, mescolati insieme, preti, frati, confraternite, signori, maestranze, massai
, appena ella poteva essere tutta sua, unicamente sua, come la desiderava e voleva prima di ammazzare lo spergiuro! E quel sant'uomo di don Silvio gli
Sant'Antonio. «Precauzione e nient'altro signora. Il cavaliere può essere fuori di pericolo in un baleno; è caso ovvio in questo genere di malattie. Non bisogna
, orecchini, spille, tutti i voti dei fedeli, e la corona d'argento, anche quella del bambino Gesù nella cappella di Sant'Isidoro, e calici e patene nella
giù dal campanile di Sant'Isidoro", mi sarei buttato a chiusi occhi!». Vedendo che la donna restava là, con lo sguardo implorante fisso addosso al
sempre torto!» «Tempo chiuso, cavaliere! Ogni goccia è un pezzo di oro che casca dal cielo!» «Proprio così, don Stefano!» «Sant'Isidoro finalmente ci
nepote! - se si trattasse di delirio febbrile o di vera pazzia. All'ultimo, nel piano di Sant'Isidoro, gli era andato incontro il notaio Mazza: «È vero
d'aria fresca anche parecchi galantuomini dal Casino , e il canonico Cipolla, dopo l'ufficio del Vespro nella chiesa di Sant'Isidoro. Ma il marchese
d'ingenuità o di compassione pel condannato a torto. Incontrandolo, è vero, il sant'uomo lo salutava umilmente, al suo solito, con quel soave sorriso che gli
stanza fossero ancora adoperabili. Vi era sceso calmo, senza nessun timore che il ricordo del Crocifisso regalato alla chiesa del convento di Sant'Antonio
passione e morte, un venerdì santo, prima di farlo assistere nella chiesa di Sant'Isidoro alla sacra cerimonia della Deposizione. Anche quella volta
momento? Il marchese aveva paura della sua stessa voce, davanti a quel sant'uomo, nella penombra della nuda cameretta. Ma già egli aveva pronunciato