con gli occhi. «A noi ce l'hanno rubato, il gatto.» «Anche a noi. Ce ne hanno rubati tanti! Scompaiono e non si sa dove vadano a finire.» «Scompaiono
orto dove una donna, con le sottane cucite fra le gambe a guisa di calzoni, zappava vigorosamente: un gatto bianco le andava dietro, slanciandosi di
piantagione di patate dove l'altra volta Olì ed Anania si erano fermati. Egli ricordò la donna che zappava, con le sottane cucite fra le gambe, e il gatto
capolino i piccoli cestini gialli colmi di provviste per lo studente. Anania sedette presso la donna, prese il gatto sulle ginocchia e cominciò ad
non occorra", rispose il padrino, battendo le mani. Io sorrisi.» Anche Anania sorrise. «Abbiamo dunque concluso ... Va via, gatto!», gridò zia Tatàna
indescrivibile imitava il miagolar del gatto o il canto del gallo. Allora le grida e i fischi raddoppiavano; venivano lanciate pallottole di carta