truccatura al gesto abituale di tormentar continuamente la barba. Eccellenti i signori Ruggeri, Piperno, D'Antonio e i signori Rodolfi e Giovannini
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mi faceva piacere. Curvo, bianco di capelli, con gran barba gialliccia che gli scendeva fino a metà del petto e sotto braccio un ombrellone rosso
ricercavano, accarezzavano, tiravano talvolta i peli della barba con movimento così concitato, che Ruggero, sospet- tando che donna Eugenia avesse parlato, o
intorpidito dal sonno, ritto nel mezzo della camera, coi capelli e la barba in disordine, come incerto di quel che doveva fare. Eugenia si levò a sedere
della mano: "Padreterno! Padreterno! ... Lo chiamano così." Ma nè l'allampanata figura del Padreterno con la barba bianca, di otto giorni, sul viso
, passandosi la mano tra i capelli, tirandosi la punta della barba, arrestandosi a un tratto, quasi per domandarsi se tutto quell'orrore non fosse poi
Anania, pensieroso. «Aveva una lunga barba? Un bastone?» «Sì, una lunga barba, un bastone ... » «Che fosse lui?» «Chi lui?» «Gesù Cristo Signore
nell'aria luminosa; nelle strade e nelle case si delineavano sempre le stesse figure; zio Barchitta il pazzo, con gli occhi azzurri fissi e la barba ed i
illuminata da un gran fuoco. Seduto accanto al focolare vide un paesano che pareva un sacerdote egizio pallido, con una lunga barba nerissima quadrata, e
brutto ragazzo che s'era già fatto crescere i baffi e la barba a forza di strofinarsi e radersi il volto. «Atonzu, vengo da te. Ti vuole il direttore
con gli occhi turchini e la barba rossa, congiuravano per far ubriacare Nanna onde ella dicesse ciò che sapeva sul conto di zio Pera; e intanto