(Loris, ajutato da Marka, la sorregge e l’adagia sul canapè entro il padiglione delle mortelle. – Basilio ritorna, recando un bicchier d’acqua. Borov
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(Fedora, divincolatasi con uno sforzo supremo, rapidissimamente corre al tavolino, e tracanna d’un fiato la tazza di thè. – Loris non giunge in tempo
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Pietroburgo, d’inverno, in casa del conte Vladimiro Andrejevich, capitano della Guardia.
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(Ciascuno tocca il bicchiere dell’altro, tracannando poi d’un fiato il proprio. – Un trillo di campanello elettrico li interrompe.)
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(Fedora, leggermente vestita di bianco, è sull’altalena, sospinta da Loris in costume d’alpinista. Ella manda lievi grida di terrore: egli, facendola
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d’un ufficiale francese di cavalleria.)
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(Loris appare dal fondo, scostando i lembi della gran cortina divisoria, senza osare tuttavia d’inoltrarsi. Sotto la pelliccia, invece della marsina
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(Fedora, staccatasi la croce dalla collana, la consegna a Rouvel, che la esamina insieme a De Siriex e ad altri signori; mentre Olga si cerca d
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(Fedora s’è staccata da Loris, e guarda ammirata d’intorno i cespi fioriti: corre poi dall’uno all’altro, e si riempie la gonna rimboccata di fiori
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(Tutti son discesi nell’antisala. Lazinski s’inchina a Fedora, che gli stringe freddamente la mano. Grande animazione. – Un lacchè ha recato su d’un
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Siriex e Desiré si voltano vivamente e lo vedono. Lorek s’avanza d’alcuni passi.)
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(Loris si inchina; ma De Siriex, in udire il nome d’Ipanov, riniane quasi stordito: infine, riavutosi, s’inchina anche lui, lievemente. – Fedora
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Un’arcata, sorretta da snelle colonne, divide il salone propriamente detto dall’antisala, che serve da sfogatojo. Nel fondo si scorge l’entrata d’una
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’orizzonte s’accende a gradi d’un riflesso vermiglio. È il tramonto.)
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ecco le azzurre, fiorite d’iridi bianche!,
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Candide paone d’avorio sostengono la tua testa.
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(allora Iris rimane tutta vergognosa d’aver riso e arrossisce tutta)
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E Osaka la arresta d’un gesto assorto, ammirato!
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Vampiro, la Morte, la fine certa d’ogni cosa, d’ogni pensiero, d’ogni dolore!
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Il Cieco, inconscio d’ogni cosa, invano trattenuto da alcuni, continua inferocito in quella rabbia di scagliare fango e ingiurie.
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Fuori, un grido di stupore dapprima, di ammirazione calda dipoi, d’entusiasmo, un supremo grido di trionfante avidità si eleva e vince perfino la
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(E il taïkomati si allontana dalla verandah e si accosta ad Iris che le kamouro e le sapienti guèchas hanno in un batter d’occhio abbigliata – e la
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(Ed ora sono i ricchi paraventi che attirano gli sguardi d’Iris: uno è dipinto da Hokusaï e raffigura Daīkoun che fa piovere denari d’oro su di una
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Mentre le mousmé ripassano il ponte per ritornare al villaggio, Kyoto rapidamente depone un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès
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balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d’altri infiniti mondi esultanti alla vita! – Or discendono i raggi; pallidi prima
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desiderî di fanciulle, di mostri rimorsi d’uomini, – o bei colori, la capricciosa fanciulla vi spreme in gocce incoscienti, ma pure voi anche in quel
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verdi correnti ai declivii di azzurri monti rispecchiati da laghi candidi, non trionfi di cieli e stormi di migranti uccelli, o mari d’argento ed
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dietro il paravento a sinistra del Teatrino, e con Osaka si nasconde dietro il paravento a destra, da dove possono spiare i movimenti d’Iris, pure
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in un batter d’occhio il Teatrino è smontato, i pupi rinchiusi, i paraventi piegati, e la comitiva già s’avvia!
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