venuta la notte, e Orlando non fiatava più; forse dormiva. La Giulia cominciò a fantasticare su' casi suoi: perchè non aveva mai potuto avere un'ora
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meno se l'aspettava. Non era che un misero burattino fuori d'uso, Orlando; i suoi trionfi teatrali restavano soltanto un ricordo lontano e confuso; ma
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pensate che i suoi fossero sogni d'invidia. Ormai ella conosceva il bene e il male della vita: il male assai più del bene, perchè è più facile di
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forza, per uno de' suoi soliti capricci. I fanciulli s'affollavano a udir da vicino il fenomeno della bambola parlante; nè si contentavano fintanto
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, che la passeggiata a piedi fosse davvero corta e che la fanciulla non si lasciasse andare, per nessun motivo, a qualcuno de' suoi capriccetti. La
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Giulia non sentì più scosse. Ah, fosse finito lì il suo spavento! Ma che! L'animale, fatto un foro nella scarpa, attaccò la calza di seta, che i suoi denti
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farle una carezza, senza darle un addio, senza nè anche prenderla in braccio un'ultima volta: ormai, agli occhi suoi, la Giulia era un balocco guasto e
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stanza della casa; e un pallore di cera le si diffondeva sul viso. Queste scene continue tra' suoi genitori la scotevano tutta da capo ai piedi; ma
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insensibili? Cosi ragionava, tra' suoi sogni, la bambola, nell'oscurità della scatola, dove giaceva supina, immobile, in un rumore assordante, mentre il
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, ch'era un'ottima madre di famiglia e adorava i suoi quattro figliuoletti, rimase rattristata da quelle parole, e soggiunse: - Io, vede, se avessi una
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un racconto lungo e noioso su suoi guai domestici. Il cuoricino di Camilla ebbe una stretta, che le mozzò quasi il respiro... e cercò con la mano arsa
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sdentato. - Si pettinasse in vece per sè! - pensava la povera Giulia nel sentirsi tirare così barbaramente i suoi bei fili d'oro. Vedendo di mal riuscire
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suoi provocanti occhi zingareschi, e pronunziò come una sfida questa sola frase: - Staremo a vedere. Il dissenso non era nuovo tra' figliuoli del
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- È matto! - disse la Giulia fra sè, seguitando a fissare co' suoi larghi occhi azzurri l'individuo che le stava davanti. Costui era armato di
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Una triste vita, povera Giulia! Narrò, per filo e per segno, al nuovo amico tutti i suoi dispiaceri: l'indifferenza della Marietta, la morte di
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bellezza nè d'altro. Il burattino non fece parola, ma rifletteva di certo alle parole della bambola: alla fine, quasi rispondendo piuttosto a' suoi stessi
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