dica!" "Non le sento. Non credere ch'io pensi ai denari. Non pigliamoli i denari, dalli a chi vuoi tu. Io sento le ragioni della giustizia. C'è la
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fermato lei, la madre, proprio nel momento in cui stava per compiere un atto di giustizia. Stupida lei che aveva prima creduto nella Giustizia Divina! Non
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aveva pensato che la offesa del dominio straniero non era personale come le offese private e che procedeva dalla violazione d'un principio di giustizia
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insieme a non guardare a sé, a vivere per gli altri, per il bene terreno degli altri, però secondo un forte e fiero senso di giustizia. Andava in
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forma propria, aveva bisogno d'imitare. Conviene anche dire, per giustizia, che a quel tempo i giovani possedevano comunemente una cultura classica
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Giustizia Superiore, me ne trapela però un raggio in Maria; e questo raggio mi fa credere e mi fa sperare nell'Astro. Perché sarebbe orribile che
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non senza intenzione, come la roba Maironi provenisse da una lite vinta, contro giustizia, all'Ospitale Maggiore di Milano. "Così per me", pensò
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facciamo sin che siamo vivi la giustizia per noi e per gli altri, senza speranza di premi futuri, solo perché Iddio vuole da noi questo come vuole che
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Maggiore. Fa giustizia." "No!", rispose Franco. "Chimere! Il fine non giustifica i mezzi. Il vero fine poi, per te, è colpire la nonna. Questa storia
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Accademia della crusca
