nel triste e livido decembre un cimitero sparso di tumuli di neve, colle fronde bizzaramente foggiate dal ghiaccio in croci, coi cespugli di fiori
frulli d'ale stormi di uccelli scendevano e uscivano dal recinto, posandosi sulle povere croci avviluppate d'erba, quasi inghiottite dalla terra, in una
giuramento e le solite croci contro le ostriche tornò al remo, all'acqua e al vino, specialmente sotto il Grotto del Nino o alla riva di Lemna dove lo si