e un secolo fa, pare che l’uso in Italia ne fosse tuttora ristretto se a Firenze non si chiamava ancora caffettiere, ma acquacedrataio colui che
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Belluno, che mi pare si chiamava Paroletti, e che ha un debole per i tappeti soffici, siccome le strade erano rotte, non si mosse per non andare su
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al disprezzo degli agi, chiamava ad uno ad uno i suoi ascoltatori, e divideva con essi tutto intiero il guadagno del Quaresimale e i pochi panni che
sgarbato: Margherita! Ma anche la sora Ballanzini si chiamava Margherita (se non l'ho detto lo dico adesso). Sentendo il suo nome, ella si scosse da un
parenti. Anch'essa si chiamava Margherita? Che combinazioni si dànno, e che differenze! Al sor Claudio piaceva e lo spirito e i modi distinti, e la
egli teneva in affitto, da tempo immemorabile, che si chiamava lo studio, ove ovecominciava, sviluppava e finiva tutti i suoi affari, con una
sua superbia, tornando al letto della inferma. Si piegava su quel volto sempre più esangue e con un alito chiamava per nome la sua figliuola. Ella
era a settimana e la chiamava giù, e tanto insisteva, mentendo, adoperando le dolci frasi o gli schiaffi, occorrendo, che arrivava a cavar sempre
turbato: gli parve che la sua felicità, di cui il segreto era la base, fosse crollata, per quella voce che lo chiamava. Difatti, il giorno seguente
propria stanza, leggendo o lavorando: ma il padre voleva trovarla nel salone, ogni sera, quando rientrava. Egli lo chiamava pomposamente il salone
! Troppa gente lo chiamava, lo invocava, gli tendeva le mani, chiedendo aiuto, assediando il portone, le scale, la sua porta, la sua anticamera
nere di Bianca Maria. Anche la pettinatura fu interrotta da Giovanni che, non osando entrare, chiamava fuori Margherita e parlottarono fra loro