scrollata di spalle, deridendo, per avarizia, tutte le proposte di nuovi mezzi per salvare la pre-zio-sa vita dell'uomo! Quel piccolo barbone spaurito
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commendatizie evidentemente apocrife d'un padre o d'uno zio, come un modo indiretto di domandar protezione, lasciando capire che non sarebbero state
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. - Ma quel capo-cogo era d'un umore! Poi, interrogato, raccontò Ia sua storia. Uno zio gli aveva lasciato un po'di terreno, tanto da poterci campare
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sottile, proteggendo, cardinale, gli artisti che Sisto IV, suo zio, avea chiamati a decorar la Sistina, e, divenuto pontefice, preferendo e favorendo
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Giovedí, che credette di sentire nella voce dello zio un sentimento piú umano a suo riguardo. E indovinò giusto. Questo nuovo sentimento di maggior
Il giovedí dopo Pasqua Arabella doveva fare la sua prima comunione. Lo zio Demetrio si svegliò piú presto del solito, e saltò giú in fretta. Per la
zio Demetrio va via." "Dove va?" chiesi naturalmente. "È stato traslocato in un altro ufficio dal governo." "E non mi ha detto niente? Non ti credo. A
! Per quanto lo zio Demetrio avesse cercato di attenuare la triste impressione del fatto, velando e negando molti particolari, pure essa non aveva piú
confusamente della sua carità e ricadeva di nuovo in altre dolorose fantasticaggini. Poi nacque con don Giosuè una questione, perché lo zio prete voleva
solaio. "C'è la mamma?" chiese lo zio ad Arabella che venne ad aprire l'uscio. "È ancora a letto." "Quando siete tornati?" "Ieri." "Chi vi ha
di condurre pure Naldo e di farsi vedere dimani." Naldo andò volentieri collo "zio Demetrio" che aveva tre gabbie di canarini, e senza essere invitato
vedesse, in mezzo al viavai immenso di tanta gente e di tante carrozze, un uomo che somigliasse un poco allo zio Demetrio. Beatrice fece chiamare Ferruccio
della sua mamma e coi quattro stracci si ridusse a Milano, dove un suo zio prete, don Giosuè Pianelli, canonico in Duomo, gli procurò un posto
d'interesse. Poteva anche cercare di un suo zio canonico del Duomo. Seguendo il filo invisibile dei suoi pensieri, venne per le strade spopolate di San
commozione, si attaccò al braccio dello zio Demetrio. Ferruccio, il bel ricciolone che essa aveva istruito nel catechismo, il suo piccolo cavalier servente
. Provò ad affrettare il passo, a correre: e il cane dietro a correre anche lui. Lo zio si fermò la terza volta, trasse il suo lungo fazzoletto di
giorni s'era attaccato al padrone, venne a sedersi accanto, col muso in aria, cogli occhi vaganti ora verso lo zio, ora verso le gabbie. La giornata di