intercalare. Voleva il bastimento casto come un monastero, e credeva d'ottenerlo. All'occasione dava delle lezioni memorabili. In uno degli ultimi
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ferrarese, e principalmente ricorda la mano di Benvenuto Garofolo. Eppure è di Innocenzo. Lo dice il Vasari, che anch’esso dipinse in quel monastero e conobbe
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franchezza anche perchè troviamo nel Transito tre ritratti bellissimi di monaci olivetani, quello principalmente di fra Barnaba Cevenini, priore del monastero
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