occhi la sua figura. Cominciai a sentire un dolore, qui, sotto le costole, e una mancanza, come se mi avessero tagliato un braccio, poi una voglia di
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salvare le costole nella bottega del Campari. Si rifugiò in un angolo del Caffè, accese una sigaretta e ingoiato in fretta un assenzio, rimase a
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raggio di calore scendere per le costole fino alla sede del cuore. Era un calore che bruciava, ma senza dolore. Man mano che si avvicinava alla grande
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fare un passo né avanti, né indietro, come se, tranne la voce, la povera bestia fosse istecchita nelle sue costole.
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riempiva di solito un taschino del panciotto, premendo sulle costole a sinistra, facendo un grosso e un duro che il corpo era abituato a sentire, come una
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