neanche a volere. Il signor conte non mi ha dato un coso per farmi riconoscere? Ce l'ho ben qui. Tolga!" Era un biglietto di visita profumato di tabacco e
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e fanno sospirare in silenzio. Ad un tratto il conte alzò con impeto il viso e disse: "Signor Silla!" Tacque un momento e riprese lentamente: "Quando
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stesso" rispose il ragazzo. "Ah, è vivo?" "Signor sì, signor sì. Adesso ci sono già i signori dottori." "Quali dottori?" "C'è il nostro, quello nuovo
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"Debbo accendere il lume, signor?" disse Steinegge a bassa voce. Era notte fatta. Da un gran pezzo Steinegge e Silla stavano seduti nella stanza di
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venne un'idea. "Se dicessi una parola a questo Dio, posto che ci sia?!" Si alzò in piedi e si mise a parlare in tedesco, a voce alta: "Signor Dio
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troppa attenzione, signor curato. Noi non sappiamo...!" "Oh, son libracci vecchi di casa mia. Vengano giù, vengano giù che si desina subito." Il desinare
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discorso del signor Silla. La signorina non deve conoscerlo: ne avrebbe troppo dispiacere. Del resto è forse meglio così, anzi diciamo addirittura; è meglio
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?" "Eh cani e gatti, Eccellenza. Il signor conte e la signora marchesina non si possono vedere. La si appoggi a me. Piano, Eccellenza, piano, che il letto
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divertiva a sparare addosso alle statue." "E il signor dottore" saltò su una terza "dice che aveva paura che la si volesse ammazzar lei; ma che non ci è
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vecchio serafino estatico. "Ben detto, signor Steinegge, bravo" gridò l'onorevole deputato. "Cesare, tra poco ci capita la Giunta di R..., non è vero
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, tralasciamo" diss'egli "verrò bene un'altra volta." Ed ecco da capo Fanny. "La signora marchesina desidera sapere" disse ella "cosa il signor conte vuole da
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compunti. Il signor Vezza aveva voglia di chiacchierare, temendo che quel silenzio malinconico gli preparasse una digestione laboriosa. Scelse a
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guarda quasi mai. È lui che è sempre lì a questo modo!" "Storie!" "Già si sa che la signora Fanny non vuol credere." "Perché non voglio credere, signor
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Fanny un imperioso: "Che hai?" "Il signor conte!" rispose Fanny. "Ebbene?" "C'è venuto un altro accidente un'ora fa e adesso è dietro a morire! Han
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inferriate della cucina sepolta per metà nel suolo, con il "signor Paolo" che si vedeva passare e ripassare da un fornello all'altro dietro le sbarre come un
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doversi rivolgere a me per consiglio. Io, naturalmente, mi metto a sua disposizione. Ella mi domanda allora... scusi, signor Silla, Lei è
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funerale! Per il pranzo! Come, non lo sa? Non gliel'ha detto il signor Paolo, che la ci ha ordinato un fior di pranzo, che anzi lui ha detto in cucina
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mano a forza l'ombrello e il cappello. "Buon giorno, signor Silla" disse Edith quietamente. Ella era seduta presso la finestra e lavorava. Aveva
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si leggeva: Quantunque, o passegger, ti sembri un mostro, Io sono Gesù Cristo, Signor Vostro. L'erba intorno brillava ancora di rugiada e di vento
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spirito d'inquietudine si era infiltrato per le pietre del palazzo? Tutti vi erano nervosi come Nepo e la contessa Fosca. Il signor Paolo rumoreggiava in
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"Di qua, signore" disse il servo che precedeva Silla: "il signor conte è in biblioteca." "È questa la porta della biblioteca?" "Sì, signore." Silla
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, voialtri" gli rispose la vecchia in aria severa "e il signor padrone? Dio ce ne guardi." "Ma insomma" esclamò Marina con impazienza "è un granaio, è un
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tavola non discorrono che di studi. Chi non sapesse il fondo delle cose direbbe che vuol fargli sposare il signor Steinegge e non me, perché li fa
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signora Mansueta, mi disse il più alto dei due, o dorme o non ci vuole aprire. E il papà che ci ha detto di venire, e che è su dal signor curato
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occorre aver studiato il latino per provar che due e due fanno quattro. - Scusi, signor sindaco, rispondeva il farmacista, non ho mica detto il
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battaglie, perchè ritrarsi? è meglio battersi. Il poverino crollò tristamente il capo: - È il signor Angelo che lo vuole ..... Il solo pronunziare
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Sindaco. Incontrammo per via don Sebastiano e lo speziale che a malincuore s'avviava ad aprir la sua bottega. Seppi da lui che il signor Angelo era tornato
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. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello
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piazzetta del sagrato. Nel cortile scalpita la cavalcatura del signor de Emma: s'ode qualche belato fioco come venisse di sotterra. Il colloquio nello
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mangiano mica le insegne delle osterie, nè vi dormono sopra. - L'importante è che trovino un desco ed un letto; ciò che si trova dal signor curato per
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meno fortunati, assai meno fortunati degli uditori del signor Intendente, i quali dopo aver aspettato per bene che egli delibasse il suo trionfo
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poteva dubitare della sincerità delle sue parole. Il signor Bazzetta rimase piuttosto sorpreso che ammirato di tanta arrendevolezza. Si sarebbe detto
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il signor Angelo aveva avuto un fratello. È vero che costui - vivo, pochi lo avevano veduto, morto, nessuno ne osava parlare ... almeno in publico. Era
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sotto terra. Hanno un bel dire, ma adesso infracidisce nella sua cassa, Mi voleva tanto bene, e ce ne volevo tanto a lei! ... Scusi, signor pittore
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probabilmente dal profumo della imbandigione che tanto tardava a cadere nelle sue mani, esclamò: - Signor Prosdocimo, in nome di Dio! ci vuol tanto
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fanciulla. - E vi ha contata la storia del medico e del signor sindaco a modo suo ... - è un birbone! - Beve come una spugna! Oh! che uomo! - ..... Omo
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Dopo agitatissimi sogni, fui risvegliato dal signor De Emma, o, - per essere più veritiero, - dai ferri aguzzi del suo ronzino, i quali, così, tra la
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casa del signor de Emma di cui tutti facevano un gran parlare. E quale non fu la mia sorpresa appena entrato di trovarmi fra le braccia della mia
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rivederci; e ne sentirete delle belle. - Mi raccomando .... giovincellina! ..... Uno scricchiolio non lontano mi fe' volgere il capo; era il signor
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suo pollaio. - Signor curato, gli dissi, davvero che, se non avessi coscienza della strada che ho percorso, crederei che qui non sono in Italia. La
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diceva di me. Mi disponevo ad andarmene, quando mi accorsi che qualcuno mi spiava dalla porta socchiusa della bottega. Era il signor Bazzetta il quale
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lume su per la scaletta: - Sono i coloni del signor De Boni che portano a casa Bazzetta, ubbriaco fradicio. E con questo bel corollario di quella bella
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meglio ogni cosa. Ecco, s'accomodi qui: questo è il suo gabinetto. Ciò che la ingenua Perpetua chiamava il gabinetto del signor curato, era uno
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suo padrone. Il signor De Boni battendo il piede con impazienza, gli disse imperioso: - Orsù va a sollecitare que' poltroni. E il cursore a galoppare
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ragione e della coscienza sono frequenti nella vita. - Il pittore ha ragione, disse il signor De Emma; le passioni buone o cattive sono lievito
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benedett'uomo, diceva Don Anastasio colla sua voce burbera e piena di convinzione. non ha altri momenti da scegliere per venire a disturbare il signor
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che quello era un gran cuore, e che il suo era un errore sublime. Il signor De Emma pronunziò queste parole con forza e ci guardava colla sicurezza
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le differenze. Erano due figure senza età precisa, due fossili veri ... - Il signor Bazzetta insistè per trattenermi, egli era schietto; non gli pareva
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Il signor De Emma aveva avuto una gioventù burrascosa. Travolto, fin dai primi anni nelle fortunose vicende del 1821 aveva visto il padre, antico e
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Allorquando, sedici anni fa, giovinetto venni a Milano, invitato dal signor Edoardo Sonzogno a dirigere il giornale l' Illustrazione universale il
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