diventar magari una signora rispettata e superba. Ed ecco perchè a me è venuto il grillo di ripigliar da Zola istesso questa donna stranissima, che riuscì a
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troppo sfruttare, un bel giorno aveva venduto ogni cosa, ed era scomparsa senza dire me ne vado, neppure alle più intime amiche. Scomparve così
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. Era come dire a un usignuolo di non cantar in primavera. - Avrò torto - diceva la Elisa al conte - ma a me Vittor Hugo qualche volta fa l'effetto di un
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è un pezzo ch'ella è conosciuta da me - gli disse il marchese. - Posso dire anch'io che il di lei nome non mi è nuovo. Ell'è grande amico di un mio
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raccomandarti di non parlar di me a nessuno... poi.... - Poi che cosa? - Poi per vedere se tu mi potevi prestare un migliaio di franchi. Filippo si sentì come
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quella del conte Enrico O' Stiary. A lui Nanà rispose così: " Signore Signore"Voi desiderate essermi presentato? Io straniera, libera di me stessa
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... mi sposereste me? La domanda era audace. Enrico non rispose subito, sorrise e pigliò una scorciatoia: - Bisogna che io sappia prima se voi dal canto
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biondo, che parava venezievole. Uno nuovo! Bonaventuri alzò le spalle e disse brutalmente: - Che me ne frega a me? La Romea scoppiò a ridere, di quel
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. È insoffribile. Non è degno d'essere tuo padre. - Ah, Enrico, non dire così! - È vero, Elisa, scusami - sclamò il conte ridendo. - Ma tu, sarai per me
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tu rida di me co' tuoi amici.... Enrico protestava.... - Io non potrei essere tua che diventando tua moglie. Devi scegliere o me o lei. La prima volta
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nessuno. - Ma egli è innamorato di te. - Bella novità! Chi è dei presenti, che non è innamorato di me? - Tu vuoi sposarlo. - Chi lo dice? - Me lo ha
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certa deferenza per me rispose Aldo - ma da questa al far tutto ciò che io desidero ci corre. E poi c'è il Consiglio. - Ma lei appartiene alla
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me pare che le sue donne abbiano perfettamente ragione. - Ma va bene! Anche lei adesso, insieme alle donne. Tutti addosso a me. La casa abbrucia
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? La bellezza del nudo non tramonta mai! - È tanto bella? - domandò di nuovo la donna - questa signora Nanà? - Bella è, secondo me, una parola un poco
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spuntar l'erba, a fiorire i tulipani. - È vero, - sclamò la Elisa, - ma a me sarebbe piaciuto di più il poter vedere fiorir le rose in giardino
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busti, riepilogavo certe piccininerie e minchionerie di osservazioni fatte da me a Roma: proprietà di linguaggio - intitolazioni di botteghe
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. - La più bella, secondo me, sarebbe che non andassimo più a cantare in coro. Imparerebbe cosi a darci i pranzi di rifiuto. - Per me, non ci vado più
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, quegli utensili della prosa della vita, ecc., ecc., ecc.. ecc..Mi trovai nel mio me , in casa mia. E mandai dai precordi un Viva , un inno al Genere
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le punzecchiature della nebbia, sotto un cielo di acciaio con la patina, l'attraenza del buco, che ho fatto nel mio nido, me ne distolsero sempre
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riscontri fuorché in una certa venuta di flebotomi nel villaggio da me amministrato. Essendo rimasto vacante il posto di flebotomo nel nostro paese, con
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memorie e speranze, mi sentii abbagliato negli occhi; non vidi più i fumaioli, le fronti, i buchi delle case, delle torri e delle cupole: vidi davanti a me
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macchinetta per fabbricare la più bella donna di cui sia capace la loro fantasia. Scommetto il mio orologio Vacheron ad otto pietre, che la ciociara da me
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Sardi. Ho detto parecchie volte fra me e me: qui può avere starnutato Cicerone; qui Virgilio può aver domandato a Mecenate qualche sesterzio in
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sovrapposizione, bisogna tentennare e far suonare con la nocca quella copertina. A me San Pietro ispirò poca devozione; e al mio segretario comunale
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ed erano bucherellate dal vaiuolo. A me sopra ogni altra cosa bella andarono a sangue il Perseo del Cellini e il piedistallo, su cui è posato, che
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assiso di rimpetto a me un giovane ciociaro. Aveva una faccia gialla, di quelle che escono dalla porta degli ospedali e delle prigioni. In testa un
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tanto a me, non dovrebbe dispiacere nemmanco a un politicone, a un deputato, che viva di interrogazioni al ministero, di ordini del giorno e di inchieste
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tutte le nostre scuole si insegna tuttavia, come hanno insegnato a me, un balordo chez nous letterario, che pure si biasima ai Francesi, e forse esiste
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sospiro sbuffato ). - Per me, domani invito a pranzo tutti i cantori della parrocchia... - Misericordia! Lasciar andare il mio budino in bocca a quei
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Accademia della crusca
