Immacolata, ed alcuni Santi, ed un Giovine col suo cane, ed una Bambinella che legge, ed una Donna quasi nuda che pensa, e Davide che uccide Golia, e la
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Jacobi Magistri Ricoli o Joannis Magistri Nicoli — non si legge bene, e forse è proprio Giovanni di Niccolò da Pisa — gentile opera di sapore tutto
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inelegante abito dell’ospizio; una cieca che legge. Nè nudo, nè panneggiamenti, nè sguardo. La giovinetta, seduta, raccolta, quasi paurosa, magretta, di
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a un desco signorile. V'è un calamaio, sul quale sta seduto il Tempo, vecchione barbuto, con le ali stanche, e legge stentatamente sopra un librone
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puzzo di quella, feciono una legge, che mai, ecc., ecc.? E queste plebee ciance hanno luogo in un sito degno del beato Anacreonte: in mezzo al
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, come se la conclusione saporita s’avvicinasse a ogni verso e già velatamente si indovinasse. E la somma compiacenza, che si legge nel volto di
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il criterio di una scuola speciale. È realismo bello, ma pretto, la Cieca che legge del Grita, la quale abbiamo già lodata; è realismo una Ragazza
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cornice è sparso di stelle bianche, di cicogne volanti, di scarabei. V’è anche un grosso crostaceo. Finalmente si legge al basso in lettere confuse
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ammazzata un giorno dopo il parto, grue, pavoni, cignali; hanno bevuto, certo, dalle polverose anfore su cui si legge: Falernum Opimianum Annorum
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destra nella bottonatura del soprabito; con l’altra mano stringe un foglio dove si legge la data del 22 marzo; ha il capo scoperto, i capelli
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