righe lucide, quante sono le nere che vedonsi ordinariamente nello spettro. Così si è trovato che le righe C ed F sono dovute all’idrogeno, con altre
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delle stelle di 4° tipo fossero le a, b, c, dello spettro del carbonio: le ultime non si vedrebbero per la loro debolezza.
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stella 4287 B. A. C. Da numerosi confronti si ebbero poscia questi altri risultati, comparandola prima con Arturo e poscia con α Ercole.
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nelle due prime zone ma meno soddisfacente nella terza. Mancano inoltre nella stella le righe vive dell’idrogeno C che sono nella benzina; e un’altra
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. Segue una immensa falce a modo di C con un lungo manico che forma il Leone ed ha la più bella nel Cuore detta Regolo. Vasta oltremodo e distesa lungo l
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La più antica stella comparsa d’improvviso di cui rimanga memoria nelle nostre tradizioni è quella che brillò ai tempi di Ipparco nel 125 G. C., e
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Anno 123 dopo G. C. nel Serpentario tra α Ercole e α Serpentario. Forse vi fu un’altra apparizione di stella verso l’anno 130 se pure non è la stessa.
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Anno 134 av. G. C. Nello Scorpione tra β e ρ. Questa probabilmente è quella stessa di Ipparco. La vivacità e la scintillazione di cui si parla negli
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che fu detta T. Essa comparve improvvisamente di 2a grandezza e diede uno spettro composto delle linee dirette luminose dell’idrogeno C ed F assai
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Stella di Schmidt 5 genn.1877 seguente: in essa si trovarono le linee F e C dell’idrogeno, la b del magnesio o almeno una molto vicina ad essa. Una viva
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Lo spettro di questa stella è dato nella figura 33 come si vedeva nel Febbrajo 1869. In essa vi era lucido l’idrogeno C, (Le zone lucide sono
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(c) della Nebulosa, e lasciato intatto fino al giorno appresso, si trova sul Sole che (c) corrisponde alla F, e fu verificato questo anche col tubo di
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della riga di color rosso C. In quanto alle altre una è vicinissima alla doppia dell’azoto che sta nello spettro di secondo ordine di questo gas; ma non
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occultazione osservata nel 509 dopo G. C. l’11 marzo ad Atene, cose che secondo la teoria lunare non poteva accadere se la stella avesse avuto allora
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Dal calcolo delle costanti dell’equazione generale facilmente si determinano le coordinate del centro C dell’ellisse apparente che come dicemmo è
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figura tolta da Struve C. R., Tom. LXXIX, pagina 1467, dove sembra realizzata per la stella più lontana una perturbazione periodica come si vede bene
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che equivale alla determinazione della differenza delle loro latitudini geografiche. Sia Z S C la verticale del primo sito, e Z’ A C quella del secondo
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’angolo dunque delle verticali Z C Z' era supposto di 7° 12'. Dalle misure itinerarie sapevasi d’altronde che le due città distavano di 5000 stadi onde ne
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, cioè il 1° in a e il 2° in b, mentre un osservatore nel centro C la riferirebbe in c. Questo è il solo che vede la Luna nel suo luogo vero, gli altri
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Sia C il centro della Terra, O l’osservatore, V il luogo Fig. 66 a cui corrisponde nello spazio il centro di Venere o un punto del suo lembo fig. 66
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dal lato destro V uscirà Fig. 68 Venere per l’osservatore O prima che per C fig. 69) e in queste stazioni combinate sarà accorciato. Fig. 69
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del continuo trasporto in avanti della stella. Per questo movimento stando la Terra in A, la stella dal suo luogo s fig. 76) era trasportata in c
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(v. C. Rendus 1877, ed Astr. Nach. n.° 2129, pag. 263.
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Marsiglia (v. C. Rendus 1877, ed Astr. Nach. n.° 2129, pag. 263. , e probabilmente cresceranno in numero colle dimensioni degli strumenti; ma tutte
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Catalogo d’Ipparco fatto a Rodi nell’anno 128 a. C. e conservatoci da Tolomeo ridotto da lui all’anno 137 dell’era volgare con precessione erronea
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Avvertiamo che i tipi fondamentali sono i seguenti (C. II. § IV).
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zenit e l’equatore, per australi quelle sotto l’Equatore fino all’orizzonte sud, pure di Münster. B. COSTELLAZIONI MEDIE C. COSTELLAZIONI AUSTRALI
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Era questo prisma composto di tre altri, figura 7.a: uno mediano F di Flint pesante (borato di piombo) e due altri Fig. 7 C, C' di Crown: erano essi
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crown C, C', C", fig. 8 col che aumentò Fig. 8. la dispersione, e costruì con esso un piccolo spettroscopio tascabile che venne presentato all
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La costruzione di questo strumento è notissima, pure non sarà inutile di darne qui un cenno. Esso è composto di due cannocchiali: uno K C fig. 9, che
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ha nel suo foco principale collocata una fessura SS' che riceve i raggi del corpo luminoso, i quali passati per l’obiettivo C escono paralleli
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attaccato un piatto circolare X Y Z che porta due prismi C, D. Dentro il tubo precedente K B è collocato il collimatore, composto della fessura F che sta
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raggi luminosi passati per i prismi C, D entrano nel secondo tubo E H L; questo tubo nella sua prima parte più larga contiene un prisma a visione
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quale è una lente cilindrica C coll’asse perpendicolare al piano di dispersione Fig. 15 del prisma. La lente può stare vicinissima al prisma, purchè
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luce, e le lettere poste sotto, sono quelle delle righe principali dello spettro solare: del sodio D, del magnesio b, F e C dell’idrogeno collocate al
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spettro solare: del sodio D, del magnesio b, F e C dell’idrogeno collocate al posto relativo che esse hanno su questi spettri quando si ricevono
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