, pronunciando il giuramento, avvelenerai le tue labbra con tutta l'amarezza della maledizione e ti dilanierai il cuore con lo strazio della vendetta
madre, interrogando: - È questa la vita a cui mi dannaste? Che delitto ho commesso prima del mio nascimento? Perchè nacqui colla maledizione? - e
quella cuna? Che c'è, che c'è, Dio mio, nel destino perchè la maledizione debba pesare su quella creatura? e su voi? Tormenta me, se godi di questa
ferito pregante, gli faceva somma grazia o di una stoccata o di una maledizione... Venivano, venivano i furibondi! La camera del padre era deserta: lo