Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbiano

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Relazione critica intorno all'opera "Il quadro parlante" del maestro Bacchini

261761
Fabrini, Enrico 2 occorrenze
  • 1871
  • Tipografia della Società dei compositori- tipografi
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
  • w
  • Scarica XML

Il Quadro Parlante è lavoro d’un giovane che principia, d’un giovane che procede modesto, ma volenteroso e sicuro, senza titubazioni eccessive e senza smodate pretese: talchè lodando il melodramma, e col melodramma lodando l’autore, non è volontà nostra concedere all’uno ed all’altro un peso ed un valore maggiori che non abbiano. Ci preme soltanto significare, fungendo l’ufficio nostro di critici, che fummo incitati alla lode particolarmente da questo, dal convincimento cioè che la strada scelta dal maestro Bacchini a parer nostro è la buona, come quella che muove da’ capolavori, rispetta le tradizioni, ed è arra di nuove vittorie su’ maniaci riformatori d’oggidì. Egli sdegna gli artificj infecondi co’ quali in oggi s’asconde il difetto delle doti più lusinghiere dell’intelligenza e del cuore, co’ quali in conseguenza si supplanta l’arte: fa quindi dell’orchestra un sostegno, non un personaggio od un dramma: porta infine fiducioso un’insegna, sulla quale è scritto a caratteri indelebili melodia italiana: s’inanimisca viemaggiormente e prosegua guidato da questi sanissimi criterii di critica e d’estetica, ch’egli ne trarrà utile grande, e l’arte non isdegnerà noverarlo tra’ suoi più fidi e più logici cultori. C’è di più che lo studio indefesso intorno a’ modelli, e la volontà perseverante di perdurare ne’ precetti salutari che menano diritto al conseguimento degli altissimi fini dell’arte, ci sembrano sola salvaguardia d’una probabile originalità futura: perchè l’originalità stessa, qualità suprema ed eccellentissima del genio, non si consegue se non per lungo abito di tenaci meditazioni e di laboriose ricerche. Chè poi, a maggior giustificazione delle lodi da noi prodigate al Bacchini, siamo fatti e composti di maniera che, i giovani modesti e studiosi i quali s’affaticano ed operano, reputiamo debbano essere ammoniti amorevolmente, loro al tempo stesso indicando con franca cordialità i mancamenti e i difetti: non depressi già nè avviliti, com’è costume degli invidi professanti l’arte medesima i quali, generalmente incapaci d’immaginare e di comporre nella stessa misura, ingrandiscono le colpe che si palesano tali, ne creano altre, e gettano quindi a piene mani l’amaro veleno dell’ironia e dello sprezzo sulla povera vittima, come fossero tanti Rossini redivivi, giudici in terz’istanza senza rivocamento e senz’appello.

Pagina 17

Pagina 5

Cerca

Modifica ricerca