nella sola città di Napoli vi erario 1450 stanze occupate io debitamente. Dico 1450 stanze indebitamente occupate solamente nella città di Napoli.
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Quindi, per la conoscenza che ho di quelle località (non dico per la mia competenza tecnica), non posso che applaudire alla nobile intenzione
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; noi siamo partiti, dico, da questo criterio che l'attuale ministro delle finanze, avendo ripetuto su tutti i tuoni che vuole fare economie ad ogni costo
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avrebbero dovuto, io credo, dico, che debba passare all'ordine del giorno puro e semplice.
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presentare la petizione. Questo lo dico a lode loro, e vorrei che l'esempio di questi funzionari fosse stato imitato da tutti.
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Dico pare, perchè di nulla io sono stato testimonio, nè sul fatto intendo arrischiare il menomo apprezzamento. Dissi essere dispiacevolissimo, e mi
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anche poco gentile, facilmente può provare, io non mi aspettava, dico, essere di questo fatto chiama to a render ragione davanti al Parlamento.
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di chiunque ne conosca la nobilissima vita, vengo a sapere, dico, che quest'uomo è stato aggredito per un articolo di giornale, in cui per verità
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E dico pensatamente economica e sociale, o signori, perchè voi ben intendete quali conseguenze può portare l'aumento dell'aggio, di che cosa potrebbe
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Intanto io dico che, per una lunga serie d'anni, noi o dovremo continuare nell'allevamento del bestiame, e specialmente dei cavalli, per trarre un
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nella quotità esuberante del 30 per cento. Dico in quotità esuberante, in quanto che, quando una tassa così grave colpisce indistintamente e quel
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dico: faccia tutto lo studio che vuole, ma ad una di queste due condizioni: o che oggi si sospenda la discussione della legge per riprenderla dopo que
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dico che non occorre un lungo tempo.
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dalla Commissione. E dico anzi che queste proposte concordano, sia nel concetto, sia nella forma, alle proposte che l'onorevole ministro delle finanze
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votata perchè sono venuto un po' tardi) ho sentito, dico, volentieri una proposta di un onorevole collega, allo scopo d'impedire la devastazione di quelle
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dell'amministrazione, ma ciò io dico per pregarvi di tenere conto di tutte le circostanze prima di lanciare la pietra contro persone le quali non sarebbero qui in grado
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delle fabbricerie i beni, fino a che li abbia venduti; e dico che la
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Ora io dico che quella legge essendo legge dello Stato, deve essere osservata, ed io che, per grazia di Dio, non ho partecipato nè punto nè poco alle
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cittadini del regno. In conseguenza io non saprei mai ammettere, non dico la certezza, ma il pericolo che si potesse per taluni beni delle fabbricerie
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Conseguentemente io dico: perchè non ammettere quest'articolo spiegativo, il quale troncherà molte liti e molte disputazioni che sono sempre funeste
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d'ogni legge. Allora, io dico, spetta alla sapienza d'ogni legislatore di antivedere queste eventualità e stabilire una norma comune, la quale non si
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iscriversi in corrispettivo della conversione dei beni sarebbe, in quelle provincie ove non era in vigore la tassa di manomorta, sarebbe, dico, stata
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dico coi numeri alla mano perchè, dopo le osservazioni che mi erano state
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, mentre il Veneto non sorge che di un punto e 60 al di sopra della Sardegna, che sarebbe fra le altre provincie la prima; cosicchè io dico che il rapporto
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Dico, di più, che i patrimoni appartenenti a tali culti, per effetto di quelle leggi speciali, non vennero considerati soltanto come destinati al
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Del resto, io non faccio specifica proposta; non appoggio nemmeno quella che è stata fatta. Ma dico, che bisogna prendere in seria considerazione lo
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Ne intendo dir questo per fargli un rimprovero, anzi lo dico per rendergliene le dovute lodi. L'onorevole ministro, il quale è convinto che i
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, dell'instituzione cioè dell'Economato, se non sia, dico, più conveniente che la medesima abbia la sua rendita sul debito pubblico anzichè in beni stabili
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, dico che, se quei beni rendono ora 300 mila lire all'anno, colla conversione se ne otterrà molto di più.
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esiterei, dico, a votare contro la proposta della disammortizzazione; ma ho considerate le ragioni addotte dalla Commissione, per esimere l'Economato
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mostrare la mia deferenza verso la Commissione. La legge, dico, fu da noi proposta e venne portata per filo e per segno e per lettera dalla
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ingegno. Dico dunque che l'onorevole Mancini ha fatto intendere alla Camera come di avere scoperto un segreto nella dichiarazione che io ho fatta, un
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. Dico «se lo meritano» poiché quell’atto solenne deve essere contratto coll’intendimento reciproco di rendersi felici, e base dell’unione deve essere
Ricorderanno i lettori che siamo nella seconda quindicina di febbraio e questo mese, lo dico ora, è il peggiore di tutti per coloro che corrono il
ove la gloria e l’onore italiano hanno avuto certi spiacevoli sfregi, dico il vero: quel pugno d’uomini chiamati briganti che per sette anni si
con piccola brezza da Greco, cominciava a graziosamente dondolarsi con un po’ di mare a traverso. Dico «graziosamente» per il capitano Thompson o per
stretto che dopo pochi passi ci mise in una spaziosissima stanza, dico spaziosissima perché coll’aiuto del lumicino appena se ne potevano scorgere le pareti
voci avevano esclamato, quella parte di popolo dico, più distante dal solitario, ma più vicina al palazzo principesco del Patriarca, s’avanzava come l
tra i tre, ed in meno ch’io nol dico, i due assassini erano rovesciati nella polve. Vedendo il domestico rialzarsi e venire a noi, lo sconosciuto mi
governo d’impostori, disprezzato e maledetto da tutti, qui, dico, tutto è possibile ed il giorno in cui lo straniero porrà davvero il piede fuori di
creature distrutte appena nate è cosa da far inorridire ogni anima gentile! Dico il vero: io mi ero proposto di allontanarmi da quel luogo maledetto
, avendoci scorti retrocedeva fuggendo a gran galoppo verso Roma ed in men ch’io nol dico tu eri al muso de’ cavalli e fermavi la carrozza». «E che presa fu
che solo per difesa personale l’ho versato. Ma là non c’era da burlare, sapevo i nemici non meno di cinque e io ero solo... ma che dico? al capitombolo
, Giulia e Clelia. La gioventù veneta assuefatta a contemplare le vezzose figlie della regina adriaca rimaneva ammirata all’aspetto delle tre romane, dico
obbedirgli... ancorché si dovesse assassinare il padre e la madre!... Ed io giurai, vi dico il vero, ma giurai di far loro una guerra a morte per quanto
saltare il fosso di cinta fatto da Romolo, i nostri padri dico, in un senato consulto decisero di sbarazzarsi del loro re, un po’ troppo manesco e con
della luna), una sera, dico, accompagnata dallo stesso domestico io usciva da quel gigante delle ruine per tornare a casa. Ad una certa distanza essendosi
visitatore raggirandolo in una specie d’inestricabile labirinto. Tutte queste viste ed osservazioni m’inquietavano alquanto, e dico il vero: qualche volta