Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I vespri siciliani

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5 occorrenze

Cortile d’una fortezza. A sinistra una stanza che conduce all’alloggio dei prigionieri. A dritta, cancello che comunica con l’interno della fortezza

si allontana. La scena cambia e rappresenta una magnifica sala disposta per una festa da ballo)

Il teatro rappresenta una ridente valle presso Palermo – a diritta colline fiorite e sparse di cedri e d’aranci – a sinistra la Cappella di Santa

di Elena. – A sinistra l’ingresso ad una caserma con fasci d’armi. – Dallo stesso lato il palazzo del governatore a cui si ascende per una gradinata.

In mezzo alle grida tumultuose che s’innalzano, una musica graziosa ed allegra si fa sentire. I Siciliani corrono sulla sponda del mare e veggono

USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 45 occorrenze

’ ossièssi. Ccerte vorte pe’ ffa’ indemognà’ quarcuno abbasta che una strega o una fattucchiera j’arivi a ddà’ ppe’ bbocca un invortino de capelli, una

Gira la notte, nell’inverno, con una marmitta di rame stagnato, sostenuta da una tracolla: — Pettorali! - Bollenti - Mela cotte!

È abruzzese. Va curvo per il peso di una canestra nella quale porta una quantità di utensili da cucina, e grida: — Peparóle e cucchiaaà! — Schifiètte

"Si udiva talora per le vie una lugubre cantilena di voci argentine, interrotta frequentemente dal suono di un campanello. Era — è sempre il Moroni

Bbisogna portasse in saccoccia er trifojo, o du’ denti legati cor un filo de seta cruda zuppa de bbava de lumaca. Oppuramente tienè’ a ccasa una

Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima

La canoffièna è formata da due funi che in alto sono raccomandate a una trave, o anche all’architrave d’una porta, od altrove, e in basso sono legate

Annate a ttrova una bbrava fattucchiera, speciarmente de quelle che stanno in Ghetto, e dditeje de che sse tratta. Quella allora, vederete, che

Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua

’invitati, presempio, je viè’ ll’estro de sapé’ quale de le du’ donne gravide farà mmaschio. Uno scommette per una e un antro pe’ quell’antra. Che ffanno

Ammalappena una persona riceve una bbastonata, un pugno, o anche una ferita, llì ppe’ llì, je fa subbito bbene a mmettecce una bbrava chiarata d’ovo

Si tte ggira intorno una lapa è ssegno de bbôna nóva; un moscone è ssegno de visita. Una vespa: nôva lesta. Un ragno: è ssegno de guadagno. Apposta

Si, ssarvognóne, er furmine (ch’è ffatto come una colonnétta de pietra) passa vicino a ’na persona la incennerisce in sur subbito accusì ccome la

Era una rippresentazzione che sse cantava in povesia, co’ l’accompagno der calascione, e un sacco de ggesti e dde bboccaccie, da facce abbortì’ ’na

), chiamate Lanternoni. Egli per invitare la gente a comperare la sua merce, gridava con voce stentorea: — A ccinque una grossata, dieci una pavolata, venti una

sur una delle mani che poggiano a terra, tutto il corpo, in guisa di fare, braccia e gambe tese, una girandola.

Pe’ nun fa’ mmai una mala cascata o dda un caretto o dda una scala o dda un ponte o da quarsiasi antro sito, abbasta a pportà’ ar collo la medaja de

costa un sordo. Basta a ttienesse in bocca una cìca, o un mozzóne de sighero che sia. Credeteme a mme, è una vera mano santa.

"Trastullo fanciullesco, fatto con carta ripiegata, in modo che, ad una agitazione di braccio, uscendone una parte per l’aria che vi s’interna, si

Pijate una bbôna fatta de foje de sambuco e ccoprìtevece tutta la persona, una foja accanto a ll’antra tanto de sopre che dde sótto. Doppo

Mettete in d’una pila un par de bbucali e mmezzo d’acqua, du’ libbre de’ erba sarvia, una libbra de rosmarino. A fforza de falla bbulle fate che in

Comprate un po’ de ggèsso de Genova e ffatelo bbullì’ drento ’na certa quantità d’acqua. Quanno quer gèsso è addiventato come una specie de fanga

Precuràteve quell’erba a mmazzettini che ffa ppe’ li tetti, e cche se chiama, me pare, la Pimpinélla. Poi pijate una fétta de lardo e ppistatela

Precuràteve un tantino de tàrtero de bbótte, poi comprate un bajòcco d’éllera, e ffàteli bbullì’ assieme, drento a una piluccia de còccio. Bullito

Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una

Fôra de porta Pia, passata Sant’Agnesa, a la stessa mano de la cchiesa e gguasi de faccia a la trattoria de Màngheni, prima c’era come una scesa e

Passatempo che consiste nell’indovinare quale è il millesimo di una moneta da un soldo che lo scommettitore tiene in mano dalla parte dell’arma

libbri: "Tra la vacca e ’r toro, Troverai un gran tesoro". Lui se messe a ccercà’ ppe’ ttutta Roma, e ddefatti, in d’una scurtura che stà ssotto a quel

Si fa la conta. Il sorteggiato si pianta nel mezzo de’ suoi compagni, pronto ad afferrare il primo di essi che non tocchi ferro. Per esempio: una

invece chi cce s’àpprica sur dolore le tevole der tetto prima infócate e poi invortate in d’una pezza de lana. E cchi cce mette sopre un impiastro d’una

stabilire la conta o la mamma che sia. La quale, rivolgendosi a uno dei giocatori, dice: — È arivata una barca carica de... e l’interrogato deve

ad una terza e così via via. Con questo giochetto — dice il Belli, in una nota de’ suoi Sonetti — quando a piazza Navona eravi il mercato, un cocomero

Chi sse lo sarebbe mai creso che la Madonna de Sant’Agustino, detta der Parto, tanta miracolosa e ttanta mai bbella, fussi anticamente stata una

Erano (e lo sono ancora) una specie di servi ecclesiastici delle fraternite di Roma, poichè ogni arte, mestiere e condizione di uomini ha in Roma la

Oppuramente se fa mmisuranno da li detini de le mano a la punta der naso, sempre cor parmo de la mano, una vorta a annà’ in su, e una vorta a vvienì

ggiornata. Poi pijate un po’ d’ojo, un po’ dde ségo e un po’ dde cera vergine, fatece come una pulentina, sparmàtela sopra una pezza de tela e

Pijate un po’ dde riso, un mazzetto de marva e un bicchiere de latte fresco, metteteli in d’una piluccia de coccio, e ffateli bbulle tutt’assieme

Si uno s’incontra pe’ strada cor una cratura che aritorna da èsse’ accresimata propio allora, è ssegno de bbôn ugurio; perchè le crature appena

du’ mesi, e quanno l’ha ccovato, c’esce fôra una bbestiaccia tanta bbrutta, mezza gallo e mmezza serpente, che, ammalappena affissa in faccia una

Er primo de ll’anno, pe’ vvede si ddrento l’anno nôvo le regazze se mariteno, hanno da fa’ ’st’antra prova. Hanno da pijà’ ttre ffava secche: a una

Una de le maravije de Roma, non ce se crederebbe si non fossi vera, è er portone der palazzo de Sciarra, a ppiazza Sciarra ar Corso. Gnentedemeno

’ assicurà’ si è vvero; perchè una vorta che una gran signora ce vorse provà’ arimase cèca der tutto.

Uno dei giuocatori chiude nel pugno, come nel giuoco precedente, una certa quantità di ceci, bruscolini o altro; poi passandoseli dietro, che nessuno

in un fónno de letto. Pe’ nun fa’ spellà’ la schina a quelli poveri ammalati incurabbili condannati a sta’ in d’un fónno de’ letto e ssempre in d’una

subbito co’ l’acéto; poi pijà’ una bbôna fatta de pélo der medemo cane che vv’ha mmozzicato, mettesselo su la ferita e ffacce una fasciatura. Poi ’gni

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