che codesta nostra edizione possa tuttavia aspirare al vanto di essere la più integra, la più compiuta e la più conforme all'originale dell'autore
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dell'amico, e non permettano al di lui cocchiere di salire al suo posto sul cocchio, se non quando non é più in istato di tenervisi. La nostra inciviltà non
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, » che di soavissimo balsamo l' aere profumarono. » Per animare la nostra allegrezza egli ne bevette » alcuni bicchieri alla nostra salute, e volle che
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veste apparenza agreste e selvaggia. 5.° La nostra pulitezza non di rado diviene pungolo agli altri ond'essere più onesti di quel che non vorrebbero
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distruggendole rende incomoda e gravosa la nostra esistenza alla società. Annodando strettamente I' idea della pulitezza all'idea della sanità, si
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timore? ed allorché non possiamo togliere che la inferiorità nostra non si appalesi all'occhio di colui stesso che in perfezione ci soprastà, qual altro
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disse: » Sire noi apportiamo a Vostra Maestà » il nostro vino, le nostre pere e i nostri cuori: » è tutto ciò che abbiamo di meglio nella nostra
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non può restare nè interamente a disposizione altrui, né interamente a disposizione nostra: egli vuol dunque essere diviso in tre parti; la prima
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indichi loro la nostra stima. Quest'età, che ha tutto il candore dell'amor proprio senza le sue diffidenze, presta fede facilmente alle vostre parole
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screditarlo e raccontarne i peccati. Egli mi pare per altro che sia miglior consiglio non fare tanto schiamazzo, acciocché più alla nostra vanità offesa
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con tutte le forze esteriori che possono deteriorare la nostra sorte, noi sentiamo nell'animo un timor vago o abituale. Ora l'idea d'un amico
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comunicare le nostre vicende ad un amico, è far supporre che lo crediamo insensibile alla nostra felicità, o che non possono giovarci i suoi consigli
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in ragione della nostra imbecillità. Quindi fa d'uopo che in questi casi annunziate la cosa nudamente ed in modo che sembriate causa dell'errore, senza
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disposizione a negarci de' servigi. Quindi nella nostra mente noi calcoliamo la somma de' servigi sperabili sul numero delle perfezioni che gli altri
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I. Imperfezioni fisiche. L'ingrata sensazione generale che nell'altrui animo cagiona la nostra deformità e bruttezza, e la risultante incapacità
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proviamo il sentimento penoso del disagio, e ci pare che la nostra immaginazione passeggi sulle spine; 2.° Perché l' esagerazione unita allo sforzo ci fa
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a confondere l'idea della nostra persona con quella d'uno stupido o d'uno scemo.
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di maravigli in occasione d'accidenti comuni, d'affari ordinari, mostrano la nostra inesperienza, e ci screditano nell'altrui opinione. I grandi
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Oltre d' annoiarci colla ripetizione, della stessa cosa; oltre di pretendere maggiori sguardi per un'inezia; oltre di forzare la nostra attenzione
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a dirli in nostra vece, o tormentando la loro curiosità con indizi indeterminati e vaghi; 2.° Ommettendo le necessarie circostanze dei fatti, ovvero
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la nostra sensibilità in ragione dell' apparente analogia tra la loro macchina e la nostra. Il trasporto de'vitelli a Milano sopra carretti da' quali
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ad ammazzare il nemico anche quando non può offenderci; all'opposto la ragione ci dice di non fare al nemico quel male che alla nostra difesa sarebbe
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nostri incomodi, le nostre debolezze, la nostra pusillanimità, e talora que' mali che, essendo comuni, non meritano speciale riflesso.
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Pretendere che la nostra condotta ottenga l'approvazione di tutti, è pretendere che a tutti piacciano le stesse vivande. I falsi giudizi del volgo
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non giustificherebbe la nostra. In questi casi una risposta urbana che dimostri serenità d'animo, fa più impressione che non un torrente di villanie
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vittoria, che vi rinunzia spontaneamente, e che vuole restarci amico nel tempo stesso che in lui la nostra venni si fingeva un nemico. Questo tratto
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contraria a quanto suole comunemente succedere. Quindi la sorpresa è massima allorché è massimo il contrasto tra il fatto accaduto e la nostra aspettazione
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, aprés, aura paradis encore. « Ella serve a far fuggire tutti li peccati » mortali. Ora chi fugge li sette peccati mortali, » secondo nostra fede, deve
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(essendo quella la sola milizia » prima del 1400 in cui la nostra risorse) nissun » principe o città italiana potè osar di combatterli, » fuor qualche
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' nostri maggiori, noi non troviamo cosa alcuna che possa meritare la nostra invidia.
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allorché l'idea della nostra persona e delle cose nostre presentiamo per lungo tempo agli altrui sguardi, come diremo nel capitolo VII.
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ce ne sfuggi il filo, e con altrui noia preghiamo chi parla a rannodarlo nella nostra mente.
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s'accorse della sua stoltezza se non dopo la risata generale che eccitò). 3.° Ci fa svelare i sentimenti del nostro animo contro nostra voglia. (Una dama
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care e pregiate. Qual baldanza, » vi prego, sarebbe la nostra se volessimo privar » le genti della facoltà di dare il proprio giudizio » sopra di noi
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