Available for academic research purposes only
Codifica XML-TEI secondo le norme del progetto PRIN
PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
L'Associazione Bancaria Italiana è lieta di poter essere oggi audita su un
tema importante qual è quello delle prospettive del Nuovo Accordo sul
capitale, comunemente noto come
La crisi, finanziaria prima ed economica poi, ha portato alla ribalta temi cruciali per il futuro del nostro Paese: la capacità di un'economia di produrre risparmio e tutelare la ricchezza finanziaria accumulata; l'efficienza dei mercati finanziari quali canali attraverso cui le risorse non consumate passano dalle famiglie alle imprese, la capacità degli intermediari creditizi di finanziare lo sviluppo economico, le interrelazioni tra l'adeguato espletamento di questa funzione ed il grado di solidità patrimoniale dei sistemi bancari.
Tutti questi temi si riconnettono, direttamente o indirettamente, alle regole
proposte dal comitato di
Io cercherò di fornire argomenti e dati che mostrano come le banche non adottano, nei loro modelli di valutazione, schemi meramente bilancistici ma cercherò anche di sottolineare il rischio che questo possa accadere in futuro ove gli assetti della nuova regolamentazione non dovessero adeguatamente riflettere la necessità di coniugare solidità patrimoniale delle banche e azione di rilancio dell'economia.
Questo mio intervento è dunque strutturato in tre principali
sezioni: partirò proprio dallo stato dell'economia e dalle
prospettive che abbiamo di fronte; nella seconda sezione dopo aver
ripercorso per sommi capi la strada delle risposte che la regolamentazione
ha fin qui dato alla crisi finanziaria mi concentrerò sulle modifiche
proposte agli accordi di
La nostra chiave di lettura del contesto macroeconomico non è dissimile da quella ormai di consenso: da alcuni mesi siamo usciti dal profondo tunnel nel quale la macchina produttiva ha viaggiato per molti trimestri ma la ripresa della produzione stenta a guadagnare velocità. Il recupero si presenta lento ed accidentato. Gli sviluppi congiunturali degli ultimi giorni sembrano confermare il quadro di luci e di ombre che abbiamo di fronte ormai da qualche mese.
Le luci possono essere trovate essenzialmente nei dati di fondo relativi al
Pil, nei dati riguardanti il clima di fiducia e,
soprattutto, negli indicatori anticipatori del ciclo. Per quanto riguarda
l'economia internazionale sembra significativo il recupero del
Pil
outlook di
espansione economica sia per l’
Anche gli indicatori di fiducia stanno proseguendo il loro recupero: il clima
di consumatori e imprese si è mostrato in crescita a fine
Nel quadro appena descritto si sono tuttavia anche addensate quelle ombre
che, sebbene di altra natura, già nei mesi scorsi si erano materializzate
(si pensi, per esempio, alla vicenda
In poco più di un mese, lo spread rispetto alla
Nonostante l'elevato debito pubblico italiano, al
momento non si registrano particolari tensioni nei nostri
confronti. Tra inizio gennaio e inizio febbraio, lo spread
dell’
La situazione dei nostri vicini, pur evidenziando elementi di forte criticità, non desta comunque preoccupazioni per l'integrità dell'Euro. La moneta unica rappresenta un pilastro fondamentale per la stabilità finanziaria dei paesi che ne fanno parte e perciò la sua salvaguardia richiama ad uno sforzo comune.
Maggiori preoccupazioni destano le condizioni del mercato del lavoro sia in
Nonostante il recente addensarsi di un po' di nubi all'orizzonte sul fronte
delle prospettive, continuiamo a ritenere che l'anno
E’ nel contesto macroeconomico che ho appena abbozzato che si sta sviluppando
il dibattito sulle modifiche della regolamentazione dei mercati finanziari
e, dunque, sullo stesso Nuovo Accordo di
A differenza di altre crisi, la risposta degli organismi internazionali, così
come dei governi nazionali, è stata pronta, decisa, pragmatica. Se da una
parte si è mantenuto costante il supporto all'economia reale, dall'altra il
processo di riforma della regolamentazione è iniziato pochi mesi dopo lo
scoppio della grande crisi finanziaria. Già ad aprile
Le proposte iniziali europea e statunitense hanno molti punti in comune e convergono sulla necessità di affiancare alla vigilanza microprudenziale anche una macroprudenziale per monitorare il rischio sistemico, ritenuto una delle cause principali della crisi.
In
- il Consiglio europeo per i rischi sistemici ( European Systemic Risk
Board - ESRB) a cui viene
affidata la vigilanza macro-prudenziale;
- il Sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria (
European System of Financial
Supervisors - ESFS) a cui viene
affidata la vigilanza micro-prudenziale.
In
Lo scorso
Molti sono gli aspetti toccati dalla proposta di riforma. Quelli che hanno attirato la maggiore attenzione riguardano:
1. la modifica della composizione del patrimonio delle banche e la conseguente ridefinizione del sistema dei filtri prudenziali e delle deduzioni;
2. le misure volte ad attenuare la prociclicità delle regole di vigilanza;
3. l'introduzione di limiti nel rapporto di leva (
leverage
ratio);
4. l'introduzione di requisiti regolamentari per fronteggiare il rischio di liquidità;
5. le misure prudenziali nei confronti dei gruppi transfrontalieri al fine di mitigarne il rischio sistemico.
Le nuove proposte del Comitato di "common equity"
Il dibattito al momento gravita intorno alla definizione di "common equity", che molti
vorrebbero legare alla forma legale (azioni con diritto di voto) e alla
ridefinizione del sistema dei filtri prudenziali e delle deduzioni.
Per quel che riguarda la prociclicità delle regole di vigilanza, ossia la
tendenza ad accentuare le fasi positive e negative del ciclo economico, il
Comitato di
Con riferimento all'introduzione di un rapporto di leva (
leverage ratio) come misura
supplementare rispetto alla cornice regolamentare "sensibile al rischio" di
Per quel che riguarda la gestione del rischio di liquidità, la proposta di riforma prevedere l'introduzione di due requisiti regolamentari. Il primo,
1 Il primo pilastro definisce le regole quantitative per la determinazione del capitale
regolamentare a fronte dei rischi assunti mentre il secondo pilastro è relativo agli
aspetti organizzativi interni alla banca per il rispetto dei vincoli regolamentari.
diretta conseguenza della crisi, volto a ridurre il rischio di "raccolta" nel breve periodo. Il secondo, più
orientato a fronteggiare il rischio di liquidità in un'ottica di lungo
periodo.
Con riferimento alle misure prudenziali nei confronti dei gruppi
transfrontalieri al fine di mitigarne il rischio sistemico, per il prossimo
autunno è attesa la pubblicazione di una proposta da parte del Comitato di
" contingency
plan" (piani di emergenza) per le filiazioni estere
ed è in corso di valutazione l'opportunità di prevedere degli appositi
supplementi di capitale. La logica del
Sul fronte della definizione delle nuove regole di vigilanza europee,
tuttavia, è necessario uno stretto coordinamento tra
gli interventi di riforma (già realizzati o in corso di approvazione)
della normativa comunitaria di riferimento che recepisce
Basilea 2 (. Il nuovo Commissario al Mercato
Interno,
Un esempio su tutti: le proposte di grandfathering
La regolamentazione finanziaria ha l'arduo compito di trovare il delicato equilibrio tra diversi obiettivi: efficienza, innovazione, trasparenza e competitività internazionale. Il tutto deve essere concepito in un quadro regolamentare stabile e robusto.
Con tutti questi obiettivi da raggiungere, è inevitabile la presenza di alternative. Per esempio, misure che privilegiano la stabilità degli intermediari possono andare a discapito dell'efficienza e dell'innovazione. Al contrario, misure che aumentano l'efficienza e l'innovazione possono ridurre la stabilità del sistema finanziario.
Sappiamo inoltre che, da una parte, una mancanza di regolamentazione può
provocare gravi danni sistemici, ma dall'altra, un eccesso di
regolamentazione comporta costi inutili che gravano sulla crescita economica
ed effetti collaterali spesso difficilmente prevedibili. Solo per fare un
esempio, la " Regulation
Q" introdotta in
Peraltro, in presenza di innovazione finanziaria, interventi di tipo strutturale che tendono a separare nettamente le diverse attività esercitabili da una banca possono essere soggetti ad aggiramenti, con la conseguenza di espandere, invece che eliminare, il sistema bancario ombra. Si reintrodurrebbero in definitiva ampi spazi per forme di arbitraggio regolamentare.
Lo scenario generale appena delineato è reso ancora più complicato dal fatto
che le recenti proposte di modifica avanzate da Comitato di
Il loro impatto singolo, e a maggior ragione congiunto, rende dunque imprescindibile un'attenta analisi sulle loro concrete modalità di implementazione, sulla loro successione temporale e in generale sui possibili effetti prociclici correlati alla loro eventuale entrata in vigore nell'attuale contesto macroeconomico.
E' necessaria un'attenta valutazione preliminare dell'impatto delle nuove proposte non solo sulla stabilità dei singoli intermediari ma anche sul quadro macroeconomico nazionale ed internazionale.
Particolare attenzione dovrà essere prestata al trade-off tra la volontà di armonizzare
la normativa e l'esigenza di tenere in adeguata considerazione, in fase di
definizione della regolamentazione internazionale, le peculiarità nazionali.
Come recentemente ricordato dal Governatore "sarà importante verificare la
coerenza complessiva dell'impianto, imponendo requisiti prudenziali più
stringenti per quelle banche che hanno operato con modelli di business più rischiosi, all'origine della crisi".
Inoltre, tenendo conto delle specificità nazionali è necessario che le nuove proposte portino ad una migliore qualità del capitale senza necessariamente imporre penalizzazioni su strumenti che nella realtà italiana sono sostanzialmente equiparabili agli elementi indicati come computabili (es. azioni di risparmio o azioni privilegiate).
Particolarmente penalizzante sarebbe, inoltre, la deduzione dal " common equity"
delle partecipazioni in banche, finanziarie e assicurazioni che
comporterebbe, altresì, effetti distorsivi sulla concorrenza tra
conglomerati finanziari e, all'interno dei gruppi bancari, possibili
inefficienze nell'allocazione del capitale.
Inoltre, per l’
E' importante considerare che l'applicazione della nuova normativa in una fase di lenta uscita dalla crisi potrebbe avere effetti negativi e poco coerenti con i reali obiettivi della revisione in corso, con conseguenze sull'attività di prestito e sul rapporto con la clientela. Indipendentemente dal contesto macroeconomico, lo stesso costo della raccolta risulterebbe inevitabilmente influenzato dall'introduzione di nuovi vincoli sugli strumenti di raccolta con riverberi sul prezzo dei finanziamenti.
Inoltre, particolare attenzione va posta sui potenziali impatti delle riforme sulla profittabilità del business bancario. Un eccessivo inasprimento dei requisiti patrimoniali, ovvero una ricalibrazione del coefficiente, potrebbero avere l'indesiderato effetto di rendere poco appetibili gli investimenti nel capitale delle banche e, di conseguenza, più difficile proprio l'auspicato processo di ripatrimonializzazione. Ciò potrebbe avere l'effetto di:
- ridurre la dotazione di capitale delle banche e quindi la capacità di sostenere l'economia reale;
- obbligare le banche a ricalibrare il costo dei servizi offerti alla clientela.
La complessità della normativa interessata e l'esigenza di ridurre effetti
indesiderati impone la centralità dello studio di impatto. Solo
successivamente sarà possibile dare compiuta definizione alle nuove
disposizioni alle quali far seguire la loro graduale introduzione. Sarebbe,
inoltre, opportuno definire una tabella di marcia unica a livello globale
(non solo di
In generale si rileva che gli interventi proposti si configurano come misure
di "sicurezza passiva" (o di tipo hard), cioè basati su inasprimenti
patrimoniali, e non di "sicurezza attiva" (o di tipo soft), cioè basati sul
potenziamento dell'informazione, dei processi di controllo precoce e della
capacità di valutazione dei rischi, cioè riconducibili al secondo pilastro
di
Andrebbe inoltre valutata ai fini di meglio calibrare le misure proposte l'incidenza positiva in termini di stabilità del sistema che deriverà dalle iniziative comunitarie di riforma dell'assetto della vigilanza a livello europeo, in particolare tramite l'introduzione di un'autorità (ESRB) deputata al presidio dei rischi macro-prudenziali, nonché dal complesso degli interventi allo studio per migliorare e omogeneizzare gli strumenti a disposizione delle autorità di vigilanza e degli stessi gruppi bancari transfrontalieri per la gestione di situazioni di crisi.
In definitiva, cioè che si evidenzia come necessario, in
Come notavo in apertura, le banche italiane durante la crisi non hanno tirato i remi in barca nell'attesa che il ciclo economico ripartisse. Hanno viceversa operato per contrastare la recessione in un contesto che è stato segnato da una fortissima riduzione della domanda di credito per investimenti e da una significativa crescita dei livelli di rischiosità dei prenditori di fondi.
I dati di cui disponiamo ci dicono in sostanza tre cose molto rilevanti: 1)
siamo riusciti ad evitare una situazione di credit crunch in senso tecnico; 2)
abbiamo sopportato un aumento significativo delle sofferenze contribuendo
quindi significativamente al conto che la crisi ha imposto al Paese; 3)
siamo comunque riusciti a mitigare l'incremento della rischiosità. Infatti,
l'aumento delle sofferenze che abbiamo sperimentato in questa fase sarebbe
stato, in rapporto allo
Con qualche dato puntuale cercherò ora di suffragare quanto ho appena detto e passerò poi a ricordare, brevemente, le principali iniziative sulle quali siamo stati e siamo impegnati a vantaggio del sistema economico.
La congiuntura del credito continua ad essere moderatamente positiva. Secondo
i dati più recenti gli impieghi bancari complessivamente erogati a famiglie
e imprese, risultano ancora in lieve aumento su base annua (+0,51% a
Alla base della decelerazione a cui si è assistito nei mesi scorsi vi è stata
la scarsa domanda, soprattutto per investimenti. Questo aspetto oltre ad
emergere con evidenza dai dati di contabilità nazionale, secondo i quali
l'anno che si appena chiuso ha visto una flessione degli investimenti fissi
lordi complessivi dell'ordine del 13 per cento in termini reali, viene
segnalato chiaramente dalla Bank
Lending Survey, realizzata dalla
BCE.
Secondo l'ultima disponibile, che ha peraltro evidenziato un miglioramento
del quadro creditizio, anche nel
Il ciclo dei prestiti bancari risulta comunque differenziato quando si
considerano separatamente famiglie ed imprese. Il credito alle famiglie,
dopo una fase di decelerazione che è durata fino agli inizi del
Il credito alle società non finanziarie ha subito solo recentemente una battuta di arresto; il tasso di variazione su base annua per la prima volta negativo nel mese di settembre, si è confermato in riduzione anche a dicembre (-2,4%), mostrando comunque una performance migliore rispetto a quella dell'Area Euro (-2,7%).
Nel complesso credo si possa dire che in credit
crunch considerato che per
Sul fronte della recente attività creditizia, un secondo elemento degno di attenzione è quello relativo ai criteri adottati dalle banche, nella fase della crisi, per la valutazione del merito creditizio. In effetti quello che si è verificato è che vi è stata una forte valorizzazione, da parte della nostra industria, non solo delle evidenze di bilancio ma di tutti gli aspetti strutturali che connotano le relazioni banca cliente (soprattutto qualità dei progetti e quindi maggiore considerazione del reddito prospettico dell'impresa).
Da oltre un anno a questa parte le banche hanno messo in atto una serie di iniziative finalizzate a liberare risorse a favore di imprese e famiglie sottoscrivendo una serie accordi con primarie istituzioni.
Domani stipuleremo una nuova Convenzione con Cassa Depositi e Prestiti per
regolamentare l'impiego della seconda tranche del
Plafond complessivo di 8 miliardi di euro messo a disposizione delle banche
per il finanziamento delle PMI. Inoltre, abbiamo avviato sempre
con la Cassa, il MEF, Confindustria e le principali banche
italiane, i lavori per la costituzione del Fondo per la patrimonializzazione
delle PMI, che avrà una dotazione complessiva di 3 miliardi di
euro.
Non entro nel dettaglio dei diversi accordi sottoscritti per concentrarmi sulle due iniziative di sospensione dei mutui a favore delle PMI e delle famiglie.
Per quanto riguarda la sospensione dei debiti alle PMI,
sottoscritto lo scorso
domande (a fronte delle 84mila di fine novembre), per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 37,3 miliardi di euro. Il 90% delle richieste sono risultate ammissibili. Solo poco più dell'1% non è stato accolto. Gli ultimi dati del monitoraggio confermano che tra i settori spiccano industria, commercio/alberghiero e altri servizi. All'iniziativa hanno aderito 581 banche, oltre il 98% degli sportelli.
Da
Il retail>.
Si tratta di iniziative che mirano alla sospensione dei mutui in essere per determinati eventi, all'accesso al credito agevolato (come il Fondo per i nuovi nati), alla promozione del microcredito.
A tal proposito merita di essere ricordato anche l'accordo dell'ABI con le Organizzazioni sindacali per l'anticipazione della CIGS, di cui ad oggi hanno beneficiato più di 5 mila lavoratori per un controvalore di finanziamenti pari ad oltre 21 milioni di euro.
All'interno del Piano famiglie riveste senza dubbio valenza particolare,
l'accordo con le Associazioni dei consumatori del
Questo accordo è una misura straordinaria di sostegno alle famiglie in difficoltà, e prevede la sospensione del rimborso delle rate di mutuo per almeno 12 mesi:
per i mutui di importo fino a 150.000 euro accesi per l'acquisto, costruzione o ristrutturazione dell'abitazione principale, anche di quelli oggetto di operazioni di cartolarizzazione;
nei confronti dei clienti con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui
che hanno subito o subiscono nel biennio
La misura - in vigore dal
Al fine di valutare l'impatto dell'iniziativa sull'ammontare dell'interesse maturato durante la sospensione, è stato calcolato l'aumento percentuale della rata da ripartire per tutta la durata residua del mutuo o nei cinque anni successivi alla sospensione2.
Si tratta di un'iniziativa di sostegno al debito delle famiglie che non ha uguali al mondo; solo nel caso italiano le banche che aderiscono assumono l'obbligo ad applicare sempre la sospensione a prescindere dal merito creditizio del cliente.
Si è stimato che circa 90 mila famiglie potranno avere accesso alla sospensione in questo biennio.
L'iniziativa è stata decisa con convinzione dall'industria bancaria per fornire un sostegno essenziale alla vita delle famiglie colpite da eventi negativi; nelle prime settimane di avvio dell'operazione avevano già aderito 250 banche, rappresentative, in termini di sportelli, di circa l’82% del mercato. Stimiamo che entro la fine del mese di febbraio l'adesione sarà prossima al 100%. Delle banche aderenti ben 111 (pari al 66,16% del totale sportelli dell'industria) hanno deciso di applicare condizioni migliorative per la clientela tese ad aumentare le categorie di operazioni ammissibili alla sospensione. In particolare, le condizioni migliorative riguardano l'ambito di applicazione, l'incremento del limite del mutuo erogato, l'incremento del reddito imponibile annuo, l'estensione della durata di sospensione e degli eventi che la determinano, l'applicazione di tassi più favorevoli durante il periodo di sospensione.
2 In funzione della diversa ripartizione nel tempo, l'aumento
percentuale della rata va dal 3% al 6,5%; in concreto, un aumento che
rispetto alla rata media del mercato oscilla tra i 15 e i 20 euro al
mese.
Rispetto alle modalità di sospensione prescelta, la maggioranza delle banche aderenti, pari al 42,03% degli sportelli, ha scelto di sospendere l'intera rata; delle restanti, il 24,75% lascia al cliente la scelta di sospendere l'intera rata o solo la quota capitale, il 19,51% attribuisce in capo alla banca detta opzione mentre solo il 13,71% ha dichiarato di sospendere solamente la quota capitale.
4. Considerazioni conclusive
Al di là degli eccessi che la crisi finanziaria ha messo a nudo, un sistema finanziario solido rappresenta una condizione necessaria per una crescita economica sana e duratura. Crescono di più i paesi che - a parità di altre condizioni - hanno sistemi finanziari solidi, efficienti e capaci di allocare in modo efficiente il risparmio dai settori che lo producono (tipicamente le famiglie) a quelli che lo utilizzano (tipicamente le imprese).
E' per questa ragione che riparare il sistema
finanziario, guarirlo dalle ferite che oggi presenta, costituisce una sfida
di grande portata. Il capitolo
Molte sono le alternative di fronte alle quali la regolamentazione si trova,
dal momento che non di rado ogni proposta ha i suoi pro e i suoi contro. Per
quanto riguarda l'introduzione di un "cuscinetto"
anticiclico, per esempio, preliminari riflessioni in ambito accademico
evidenziano siano aspetti positivi che negativi. Tra quelli positivi è utile
ricordare che: i) l'implementazione di un "cuscinetto" dinamico sembra relativamente semplice, trasparente e
in linea con il principio del "pareggiamento del piano di
gioco"; ii) determinare il valore del buffer
in modo automatico evita ai supervisori di dover adottare scelte impopolari
nelle fasi più accentuate del ciclo economico. Tra gli aspetti negativi
emerge che: i) elevati requisiti di capitale possono creare incentivi ad
utilizzare operazioni fuori bilancio e complesse strategie in strumenti
derivati (es.: sistema bancario ombra); ii) l'efficacia del "cuscinetto" dipende in buona parte dalla precisa
calibrazione dei parametri della formula scelta. Elevati valori del "cuscinetto", da una parte, rendono le banche più
solide, ma, dall'altra, riducono la loro capacità di erogare credito.
Anche per quanto riguarda l'introduzione degli accantonamenti anticiclici,
ispirati dall'esperienza spagnola del cosiddetto dynamic provisioning, è possibile
identificare aspetti positivi e negativi forniti dalla letteratura
rilevante. L'aspetto positivo più rilevante è che il meccanismo degli
accantonamenti anticiclici, se correttamente calibrato, può assicurare un
rapporto stabile tra accantonamenti per perdite su crediti e totale crediti.
Tra quelli negativi emerge che: i) se da una parte, il modello utilizzato in
politica economica devono comunque identificare il giusto mix di politiche
monetarie e fiscali per evitare una crescita eccessiva del credito; ii) se
non applicato su scala globale, può creare effetti distorsivi; iii) la non
riconoscibilità ai fini fiscali degli accantonamenti anticiclici potrebbe
avere effetti negativi sulla patrimonializzazione e sulla redditività delle
banche; iv) il problema più importante degli accantonamenti anticiclici
riguarda la compatibilità tra regime contabile e capitale regolamentare. Gli
accantonamenti vengono registrati nel conto economico e influenzano il
capitale regolamentare tramite la riduzione degli utili. A riguardo si
esprime un forte auspicio favorevole all'apertura degli standard setter contabili a
superare l'approccio basato sul concetto di perdite realizzate (
Al di là di alcuni specifici elementi di attenzione, che ho richiamato nel
testo, una necessaria notazione riguarda il legame tra le politiche
economiche e regolamentari ed il (ri)disegno dei sistemi bancari. Mentre in
molte parti del mondo si pensa a come ridisegnare l'industria bancaria e la
propria missione, alla luce delle macerie prodotte dalla crisi, in
Quando terremoti terribili sconvolgono vasti territori ed abbattono in considerevole numero le costruzioni che su di essi insistono, non si può non riconoscere alle strutture che resistono una particolare qualità. La crisi finanziaria che abbiamo vissuto ha rappresentato un terremoto di inusitata magnitudo; non è interesse di alcuno disconoscere che l'edificio bancario italiano ha retto, che le nostre banche hanno, come poche altre, ben resistito. Hanno potuto resistere perché praticano un modello di business tradizionale, imperniato sulla raccolta tramite depositi e obbligazioni e sui prestiti a famiglie ed imprese. E' un modello semplice: congeniale al nostro sistema produttivo, fatto in prevalenza da imprese piccole e medie.
In credit
crunch, anche se è evidente che in una fase
congiunturale così difficile un rallentamento del credito non si è potuto
evitare. Dall'altro lato, molte sono le iniziative che sono state intraprese
dall'industria bancaria per dare ossigeno alle realtà più deboli in un
contesto in cui il merito di credito ha avuto, in media, la tendenza a
ridursi marcatamente (accordi vari, moratorie, ecc).
Il modo migliore per scoraggiare la ricerca da parte delle banche di profitti
puramente finanziari e per sostenere quindi il sistema delle imprese è, per
il
Sia il fronte fiscale che quello della dotazione patrimoniale meritano due
notazioni finali. Per quanto riguarda il primo, giova ricordare che le
banche italiane hanno un livello effettivo di imposizione tra i più elevati
d'
In molte parti di questa mia relazione ho parlato della crisi al passato.
Sono ben consapevole che molti sono ancora gli elementi di preoccupazione.
Credo che la possibilità di poterla definitivamente collocare negli archivi
della storia dipenda anche dalle risposte che insieme, industria finanziaria
e legislatore/regolatore sapremo dare anche al tema delle modifiche agli
accordi di