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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Dal Diritto come "res iusta" al Diritto come "potere": un confronto tra Tommaso e Suárez
Il presente lavoro intende indagare il significato del termine e del concetto di "Diritto" ("Ius") nel pensiero di Tommaso d'Aquino (1225-1274) e di Francisco Suárez (1548-1617). Riteniamo, infatti, che sia fondamentale un esame di tale questione, preliminare ad ogni altra questione circa la natura e i rapporti tra Diritto naturale e Diritto positivo. Abbiamo messo in luce tre accezioni del termine "Diritto": "res iusta", "Lex", "facultas". La tesi che ci proponiamo di sostenere consiste nell'affermazione, nel pensiero dell'Aquinate, della primazia della "res iusta" sulle altre accezioni del "Diritto" ("Lex" e "moralis facultas"), che acquistano senso e significato soltanto nella loro relazione con la "res iusta". L'aver posto la "res iusta" come "princeps analogatum" del Diritto consente a Tommaso di distinguere accuratamente i diversi piani della realtà della Morale e del Diritto e di abbracciare una visione unitaria del Diritto. In Suárez, invece, che pure professa una fedeltà di spirito alla dottrina dell'Angelico, viene meno l'ancoraggio ontologico alla "res iusta", con il risultato che il Diritto si frantuma in due blocchi contrapposti ("Lex" e "moralis facultas"), accomunati soltanto dall'essere entrambi l'espressione di un potere. Cerchiamo di prendere in esame il percorso storico-concettuale che conduce da San Tommaso a Suárez, autore che possiamo già considerare a nostro avviso come appartenente alla modernità giuridico-politica.