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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Un nuovo credito d'imposta per la ricerca e sviluppo
Il disegno di legge di stabilità 2015 dedica un intero articolo al credito d'imposta per la ricerca e lo fa, sostanzialmente, abrogando e sostituendo integralmente la disciplina del D.L. n. 145/2013, peraltro mai resa operativa. Continua, dunque, il "dibattito" sullo strumento fiscale automatico per stimolare l'innovazione, al centro delle richieste d'imprese e di operatori ma fatto funzionare - con vari e successivi provvedimenti legislativi, modifiche e innovazioni (anche retroattive) - "a corrente alternata". Di base, l'incentivo rimane simile a quello immaginato, per la prima volta. Nell'applicazione concreta, però, esso si struttura in maniera molto più rigida e selettiva, riducendo il novero dei costi che danno diritto al "bonus" e ampliando, invece, i requisiti oggettivi e soggettivi per farlo "scattare". Da qualche anno a questa parte, il credito d'imposta premia le sole "spese incrementali", ovvero quelle fatte "in aggiunta" rispetto alla media degli ultimi esercizi. Questo limite non vale per le "newco", per le quali tutta la spesa è "incrementale". Al momento, il dato letterale del testo di legge lascia pensare che l'incentivo sia "automatico", ma la storia di questa tipologia di aiuti esorta a pensare che "non si possa mai dire".