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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Il reato di negazionismo nella prospettiva europea: tentativo di ricostruzione costituzionalmente orientata
Nella società europea cresce la preoccupazione per il ritorno di tendenze fasciste e neonaziste e per l'espansione di ideologie xenofobe e antisemite, alcune delle quali alimentate dalle tesi negazioniste di quei tragici eventi. La lotta contro quei discorsi negazionisti ha oltrepassato il mero ambito sociale e accademico, e ha proposto l'incorporazione negli ordinamenti giuridici europei di fattispecie penali specifiche che incriminano questo tipo di discorso: negare, banalizzare o giustificare l'Olocausto o altri genocidi o gravi crimini contro l'umanità. L'obiettivo concreto di questo lavoro sarà analizzare questa politica-criminale per proporre una configurazione del delitto del negazionismo compatibile con la libertà di espressione. In particolare, si vuole rispondere a due domande: in primo luogo, il discorso negazionista deve tutelarsi "prima facie" nella libertà di espressione in un ordinamento aperto e personalista e quali potranno essere le regole che potranno servire quale criterio per limitare questo genere di manifestazioni? La seconda domanda sarà allora: come potrà costruirsi una fattispecie penale rispettosa dei principi costituzionali e penali e che specificamente incrimini tali condotte?