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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
L'amore e la sessualità: valore e significato
Alla luce dell'Enciclica di Papa Benedetto XVI, "Deus Caritas est", l'articolo cerca di mostrare che il desiderio umano di essere amato per se stesso e di amare profondamente non è un'utopia, ma, se segue un cammino di armonizzazione e di guarigione, diventa veramente atto a rendere l'"eros" non solo forte nel tempo, ma anche bello, perché integro e pieno. Si tratta infatti di un cammino nel quale lo sguardo della persona diventa limpido e capace di vedere nella carne la persona dell'altro, in grado di unificare i vari vissuti destati nell'amore - l'attrazione sessuale, l'emozione, la scelta della volontà, il ragionamento - in un agire sempre rivolto al bene vero dell'altro. Se invece questi elementi preziosi immanenti dell'amore non custoditi congiunti, l'"eros" non è soltanto impoverito, ma è minacciato dalla disintegrazione morale. L'uomo ha bisogno di trovare quelle vie di unificazione, di armonizzazione del vissuto amoroso, che sono le virtù, soprattutto la virtù della castità. Le virtù umane sono veri serbatoi di quelle maestrie interne che ci aiutano a trovare la qualità nell'amore, a tendere alla sua pienezza ed eccellenza. Le virtù non ci rendono immuni o opachi al reale, non ci tolgono quella vulnerabilità ontologica rispetto al mondo e alle persone. Esse ci aiutano invece a sradicare quella malattia che ci disintegra moralmente e ci lascia soli con le nostre fragilità, che diventano poi ferite non guarite che ci immergono nel dramma dell'"eros" frammentato, che non potrà mai raggiungere ciò che promette. L'amore umano armonizzato è un "eros" toccato e rinato dall'Eterno, che abbraccia il tempo e trova in esso il modo prediletto di costruire un amore forte, genialmente creativo, giusto, senza negare la propria corporeità. L'"agape" non distrugge l'"eros", ma lo custodisce e lo esalta, offrendoci dunque quella libertà autentica necessaria per amare: per amare nella differenza, rispondendo al dono con il dono di noi stessi e accogliendo la fecondità dell'amore vero che non è mai sterile.